Disordinato”. L’anatema di mia madre echeggia ancora nella
vasta caverna della memoria come una condanna inappellabile, ripetuta con la
disperata costanza che soltanto i genitori sanno dispiegare. Il disordine,
espresso in calze, magliette e scarpe sparpagliate perla stanza o sul letto, in
fogli, libri e quaderni accatastati come i relitti dopo un uragano, in
abbigliamento approssimativo e frequentemente spaiato, era visto come una
profezia sicura di rovina morale e materiale, alla quale la mia incapacità di
mettere le cose in ordine mi avrebbe destinato. Accoppiato all’altra mia
devastante caratteristica, l’incoscienza, il disordine avrebbe condotto alla
perdizione. Non c’erano difesa né giustificazione possibili al disordine che si
accumulava e si riproduceva con capacità superiori a ogni mio languidissimo
tentativo di contenerlo. Lontano era ancora il giorno nel quale la scienza,
nella persona di un neuropsichiatra dell’infanzia, la professoressa americana
Frances Jansen, sarebbe potuta intercedere in mia difesa. Jensen, studiosa dei
comportamenti dell’infanzia e dell’adolescenza per professione e per interesse
personale, essendo madre single di due teen ager, ha tenuto una conferenza
all’incontro annuale della Società Americana di Neurologia che ha voluto
chiamare Lezioni sul cervello dei ragazzi. Le conclusioni delle sue ricerche,
divenute un best seller con il titolo The Teenage Brain, il cervello
adolescente, hanno provocato un’enorme reazione positiva da parte di migliaia
di genitori, convinti che disordine, incoscienza, irriflessività dei figli
fossero colpa loro e una prova della loro inettitudine di educatori. Niente
affatto, li soccorre Frances E.Jensen. E’ proprio il cervello dei bambini e
degli adolescenti a essere ancora in via di sviluppo e solo parzialmente capace
di collegare la corteccia prefrontale, quella incaricata di prendere decisioni
razionali, di moderare gli impulsi, di formulare giudizi con la parte che cerca
la soddisfazione immediata e il piacere. (..). Prima di licenziare la teoria
della professoressa come la solita formula autoassolutoria da talk show o come
una scusa per non ripetere ai figli le necessarie raccomandazioni, devo
segnalare che Frances Jensen non è una dei tanti imbonitori da televisione o da
blog su Internet che spacciano teorie o pillole o tisane per guarire tutti i
mali del mondo. Jensen è il capo del dipartimento di Neurologia alla Università
della Pennsylvania, una delle più riverite e autorevoli degli Stati Uniti.
Dunque, cara mamma, se ancora potessi ascoltarmi capiresti che era inutile
martellarmi con accuse di disordine e di incoscienza sperando di costruire con
esortazioni e anatemi quei collegamenti tra i freni e il motore (che il mio
fosse un motore Ferrari ho qualche dubbio) ancora inesistenti. Il mio cervello
non era del tutto sviluppato e soltanto con il tempo, maturando, la tendenza al
disordine e all’incoscienza sarebbe stata messa sotto controllo dalla corteccia
prefrontale. E oggi, finalmente sollevato dal profondo e ingiustificato senso
di colpa che tutti quei rimproveri mi hanno depositato, potrò decidermi a
raccogliere dal pavimento tutte le calze e le scarpe che da giorni ho
sparpagliato in disordine.
Vittorio Zucconi- - Donna di Repubblica – 9 maggio 2015
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