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sabato 31 marzo 2012

Arriva Pasqua: Confezioniamo Uova Di Cioccolato In Casa

Uova di Pasqua casalinghe

500 grammi di cioccolato fondente o al latte (volendo potete anche usare cioccolato bianco e nero per ottenere un effetto variegato)
due stampi per uova di Pasqua, in plastica o in metallo, un pentolino in metallo, una ciotola di plastica, una spatola per dolci.

Procedimento

Fate bollire due dita di acqua dentro a un pentolino abbastanza capiente. Nel frattempo, riducete il cioccolato in piccoli pezzi e mettetelo dentro a una ciotola più piccola del pentolino (in modo che possa entrarci dentro, per intenderci). Non appena l’acqua bolle fate sciogliere il cioccolato a bagnomaria. Una volta che il cioccolato si è sciolto bene date una mescolata e versate velocemente dentro agli stampi. Spalmatelo con l’aiuto di una spatola in modo da ottenere uno strato omogeneo in ciascuno stampo. Lasciate raffreddare e riponete in frigo per circa un’ora. Trascorso questo tempo, se le due metà sono abbastanza solide, toglierle dallo stampo facendo attenzione a non romperle.

Come unire le due metà dell’uovo

Unire le due metà dell’uovo di Pasqua è semplicissimo: fate scaldare una teglia in forno e poggiateci sopra ciascuna metà in modo da far sciogliere i bordi. Sistemate velocemente la sorpresa che avete scelto per i vostri piccoli e unite le due mezze uova. Avvolgere ogni uovo nel cellophane.

Lo Sapevate Che: Pane E Olio Il Futuro è Un Ritorno Al Passato


Se la crisi mette l’Occidente, che sia almeno quella mediterranea.
Si spiega anche così la fortuna dilagante delle cucine del Sud. Snobbate al tempo del miracolo economico perché retaggio di povertà, calorica ed economica. Rivalutate oggi perché simbolo alimentare di quella decrescita felice che, secondo studiosi come Serge Latouche e Alain Caillè, è la sola ricetta in grado di riparare i danni prodotti dalla bulimia consumistica. Da quell’opulenza spalmata come burro sulla vita del cittadino globale e che ha finito per ostruire le coronarie del Primo mondo. Appesantito dall’accumulo delle scorie del benessere, da un eccesso di residui non più metabolizzabili. Proprio come le montagne di rifiuti che assediano le nostre città.
E’ come se la salute del nostro corpo fosse diventata la cartina di tornasole della salute del Pianeta. E viceversa. Ecco perché abolire il troppo e il vano dei nostri piatti, ritornare alle sane abitudini di un tempo, riflette un rapporto rinnovato con i nostri bisogni e desideri. Ma anche una nuova responsabilità verso la natura e le specie viventi. Così la dieta torna ad assumere il suo significato originario, che è quello di forma di vita. E l’antica sobrietà di olio, pane e vino, elementi sacri della civiltà mediterranea, diventa il simbolo di una moderna abbondanza frugale. E quel che sembra un ritorno al passato si fa annuncio di futuro.
Marino Niola- Venerdì di Repubblica 16-03-12


venerdì 30 marzo 2012

Pensieri: La fede....



 Da il Fatto ;   

Papa: "Berlusconi è uomo di fede?"
                  
Don Gallo: "No! Fede è uomo di Berlusconi

Pensieri: Non Bevete Tanto, Fa Male!



Pensieri: Martin Luther King

Lo Sapevate che: La Vita




Pensieri: Alberi In Fiore






 




Finalmente gli alberi sono fioriti,
le fanciulle ridono di nuovo.
I fiori sono posati
sull'erba morbida,
tutti ballano e sorridono con gioia.
L'angelo vola su nel cielo
per controllare che ci sia
sempre luce e armonia.
(Vanessa)


Lo Sapevate Che: Un Albero Carico Di Ricordi Che Protegge Dalle Zanzare



L’albero dei sigari compare alla fine di uno dei più bei libri di quest’anno.
Un’eredità di avorio e ambra (Bollati Boringhieri,pp 397, euro 18), la saga dei banchieri ebrei Ephrussi, dalle origini allo splendore, fino alla tragedia delle persecuzioni razziali, con la perdita di tutti i beni, e alla lenta ripresa alla vita dei superstiti sparsi per il mondo, dal dopoguerra a oggi. L’autore, Edmond de Waal, pronipote di Viktor e Emmy von Ephrussi, torna nella città dove tutto ha avuto inizio con il commercio dei cereali. “Nessuno mi aveva preparato a tanta bellezza, ai filari di alberi da sigari lungo i marciapiedi negli ampi viali della vecchia Odessa”. Quando entro in quel che resta del palazzo di famiglia il passato sembra rivivere all’ombra di quegli alberi che gli compaiono davanti intatti, come se nulla fosse successo.
L’emozione del lettore è grandissima, perché le vicende degli Ephrussi travolgono e coinvolgono, eppure quel particolare non può non colpire: di quale albero si tratta in una città battuta dai venti marini, stravolta dal freddo invernale, bruciata dal sole estivo? Di niente altro che l’americana Catalpa, comune anche nelle piazze italiane, perché non richiede acqua, non teme il freddo e decora con le sue foglie a cuore e con la sua fioritura, bianca screziata o rosa, sempre profumata, le belle stagioni, I “sigari” sono i baccelli, lunghi e stretti, che compaiono d’estate, carichi di semi, da cui si possono far nascere altre piante. Basta tenerli a bagno una giornata per ammorbidirli prima di interrarli dove il drenaggio è assicurato.
Per tutte queste ragioni non è la prima volta che segnaliamo la Catalpa, rapida nella crescita, rustica e di poche pretese culturali. L’avevamo già fatto in particolare, in occasione della creazione della Catambra, derivato dalla varietà Bungei, che, ricordiamo, è molto adatta a tenere le zanzare lontane, grazie a una sostanza naturale contenuta nelle foglie di tutte le catalpe, ma potenziata in questo nuovo ibrido.
Rossella Sleiter – Venerdì di Repubblica 16-03-12








Un Buon Risveglio



Brownies Allo Zucchero Di Canna Con Salsa

Per 16 brownies:

350 gr di cioccolato fondente,  250 gr di burro, 3 uova, 250 gr di zucchero di canna, 60 gr di farina, un cucchiaino di lievito in polvere per dolci, un pizzico di sale. Per la salsa 2,5 dl di panna, 25 gr di zucchero, il succo di ½ limone.

Riunite in una bastardella 350 gr di cioccolato fondente spezzettato e 250 gr di burro, fateli sciogliere a bagnomaria. Sgusciate le uova in una ciotola, unite 250 gr di zucchero di canna, sbattete con le fruste elettriche finchè otterrete un composto spumoso. Incorporatevi il mix di cioccolato tiepido, la farina setacciata con il lievito e un pizzico di sale. Versate il composto ottenuto in uno stampo di circa 23 cm di diametro, foderato con carta da forno e cuocete in forno preriscaldato a 180° per 35 minuti. Sfornate il dolce, lasciatelo riposare per mezz’ora, tagliatelo in quadrotti e servite accompagnandoli con seguente salsa: riunite in una casseruolina 2,5 dl di panna, 25 gr di zucchero e il succo di mezzo limone, mettete sul fuoco, portate a ebollizione, cuocete per 5 minuti e lasciate raffreddare.


Venerdì: Specialità Col Pesce



Salmone E Puntarelle

Per 4 persone

350 gr di salmone fresco tagliato a carpaccio, 400 gr di puntarelle, 40 gr di pinoli, 2 spicchi d’aglio, olio, sale, pepe.

Affettare finemente le puntarelle e metterle a bagno in acqua fredda per mezz’ora. Mettere 5 cucchiai di olio in una ciotolina e unirvi l’aglio tagliato a fettine sottilissime. Lasciare insaporire per 15 minuti. In una padella versare olio e aglio e farlo scaldare, unire i pinoli, fare rosolare leggermente e eliminare l’aglio appena sia dorato. Nel mentre appoggiare il carpaccio ben disteso in un piatto da portata, condirlo subito con l’olio caldo preparato e posarvi sopra le puntarelle bene asciugate. Consumare subito.



Nasello In Carrozza

Per 4 persone

16 fette di pane raffermo tagliate non troppo sottili e dello stesso spessore, 300 gr di filetti di nasello lessati e privati delle spine, 3 filetti di acciughe sott’olio, 2 bicchieri di latte, 100 gr di gamberetti sgusciati e lessati, un ciuffo di prezzemolo, ½ spicchio d’aglio, 2 uova, farina q.b., pangrattato, olio, sale.

Mettete il latte in una terrina e passatevi le fette di pane raffermo in modo che ambi i lati si inumidiscano, quindi sistemate le fette su un piano di lavoro. Sminuzzate i filetti di pesce lessati e metteteli in una ciotola insieme ai gamberetti, ai filetti d’acciuga spezzettati e a un cucchiaio di olio. Lavate il prezzemolo, eliminate i gambi, tritatelo finemente insieme allo spicchio d’aglio e aggiungetelo agli altri ingredienti posti nella ciotola. Amalgamate bene il tutto e insaporite con sale. Spalmate il composto su metà delle fette di pane, adagiatevi sopra quelle rimaste a mò di panino e premete bene i bordi in modo che il ripieno non fuoriesca. Infarinate leggermente le doppie fette e passatele nelle uova sbattute con un pizzico di sale e poi nel pangrattato. Infine friggetele in abbondante olio bollente in modo che prendano un bel colore dorato, passatele sopra a una carta assorbente e servitele calde, accompagnate da insalatina di stagione.



Fette Di Pesce Al Forno, Psari Feta Sto Fourno Ladorigani, ricetta Greca

Per 6 persone

1 kg di pesce a filetti, 1 kg di patate, 2 limoni, origano, olio, sale, pepe.

Pulire il pesce da pelle e spine, lavarlo e asciugarlo con carta da cucina. Pulire le patate e tagliarle a fette lunghe. Tagliare anche il pesce a fette. Ungere una pirofila che possa contenere gli ingredienti in un solo strato. Mettere le fette di pesce in fila nel mezzo della pirofila e intorno sempre in fila le patate. Salare, pepare e ricoprire con origano, il succo dei limoni, ½ bicchiere d’olio, 1 dl e mezzo di acqua. Fare cuocere in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti.

giovedì 29 marzo 2012

Pensieri: Il Papa

·                                 E il Papa lascia Cuba: «Solo Cristo è la vera libertà»
 Benedetto XVI ha lasciato Cuba il 28 marzo, invocando la benedizione di Dio sul futuro dell'isola, dopo l'atteso incontro con Fidel Castro - caratterizzato dall'attenzione a non offrire al regime nessuno spunto per una facile propaganda, che peraltro non è mancata, ripresa acriticamente anche d...

Lo Sapevate Che:: Misure Straordinarie


Su Facebook furoreggia la candidatura del pornodivo Rocco Siffredi a sindaco di Palermo, «perché la nostra città ha bisogno di misure straordinarie», con tanto di slogan allusivi: «In basso al centro». Una goliardata. O magari no e fra una settimana il vero Siffredi annuncerà che Palermo è il Paese che ama e scenderà in campo senza neanche scendere dal letto. In politica ogni vuoto va riempito e, dopo un inverno di penitenza, a primavera i loden finiscono nel ripostiglio mentre escono dalla naftalina gli ormoni.

Eppure non è difficile scorgere in questa scemenza il segno di un malessere abbastanza sottovalutato, che riassumerei così: molti italiani non considererebbero la candidatura di Siffredi una scemenza. Non più di quanto lo sia quella di un politico di professione, intendo. Che i sopravvissuti di destra e sinistra continuino ad affacciarsi nei talk show con l'aria saccente dei padroncini in vacanza non fa che peggiorare le cose. Credono davvero di andare o tornare al governo nel 2013, come i nobili francesi del 1789 pensavano di bazzicare in eterno la corte di Versailles. Il guaio è che, nel loro patetico crepuscolo, rischiano di trascinare la politica. Che invece è cosa dura, seria, talvolta sporca, ma necessaria e persino emozionante quando è percorsa da una visione del futuro. Fra la goliardia e gli zombi si apre uno spiraglio che non potrà essere coperto a lungo dai tecnici: anziani e rispettabili signori di un tempo che fu. E' ora che il Terzo Stato delle tante associazioni in cui si declina la passione civile della società italiana prenda coscienza della propria missione e della propria forza.
Massimo Gramellini - La Stampa 29 -03.12

Lo Sapevate Che: Il Filosofo Tedesco Ernest Junger




Quando il filosofo scoprì gli operai, Eroi Moderni

All’uscita di l’Operaio lui, amico di Heidegger e Schmitt, fu accusato dalla destra di Bolscevismo. Una raccolta di suoi famosi aforismi (in uscita) conferma la natura antipolitica e non inquadrabile del suo pensiero.

Gli aforismi di un guerriero irregolare

Non si vive solo
delle gesta dei padri,
si vive anche dei loro
misfatti.

I partiti non vogliono
sapere che cosa li
accomuna; vogliono essere
rafforzati nei loro errori.

Anche tra i clown
e il dittatore vi è una
parentela, un sistema
di prestiti reciproci.

Non è la storia
che inizia a cambiare
il suo senso, è che quanto
accade ormai
non è più storia.

Chi oggi ancora litiga
sui colori delle bandiere
non vede che l’epoca
delle bandiere è superata.

Le guerre rendono uguali,
non differenziano più.

Quasi tutte le grandezze
rivoluzionarie
sono effimere.

L’unificazione tedesca
non è derivata dall’azione
del popolo, bensì dall’opera
di Bismarck
e dei militari.

Con La prosperità cresce
l’insicurezza.


































Si Avvicina Pasqua: Ricette Col Capretto


Capretto Al Vino Bianco

Per 4 persone

800 gr di spalla di capretto, 1 cipolla, 1 carota, una costola di sedano, 4 spicchi d’aglio, 1 dl di vino bianco, rosmarino, alloro, olio, sale e pepe.

Tritate finemente 2 spicchi d’aglio, unite un cucchiaio di rosmarino tritato e 2 foglie di alloro pure tritate, mescolate tutto con 2 cucchiai di sale fino. Lavate il capretto e asciugate i pezzi con un canovaccio, rotolateli nel trito preparato. Mettete la carne in un tegame, senza alcun condimento, così da farla sgrassare, cuocere per 8 minuti, mescolando continuamente. In una padella fate rosolare in 4 cucchiai d’olio un trito di aglio, un cucchiaio di rosmarino, la carota, la cipolla e il sedano, unite tutto alla carne, prima scolata dell’acqua che avrà ceduto nella cottura. Fate insaporire, bagnate con metà vino e fate cuocere a fiamma dolce per 20 minuti. Aggiungete il vino residuo, aggiustate se occorre ancora sale, pepate e cuocete ancora per 15 minuti .

  
Capretto Al Cartoccio

Per 6 persone

1 cosciotto di 1kg e 200 di capretto, 150 gr di lardo affettato, rosmarino, salvia, 15 olive nere, 1 limone, 8 bacche di ginepro, olio, sale, pepe macinato e pepe in grani.

Lavate e asciugate il capretto, tagliatelo a pezzi non troppo piccoli. Spremete il limone e mettetelo in una ciotolina con 5 cucchiai d’olio , le bacche di ginepro e il pepe nero in grani. Mettete i pezzi di capretto in un contenitore in un solo strato e bagnateli con la salsa preparata, lasciandolo in infusione per 1 ora e girandolo un paio di volte. Tagliate 50 gr di lardo a striscette sottili e corte, scolate e asciugate il capretto, praticate dei piccoli tagli sulla superficie dei pezzi e inseritevi le strisciette di lardo. Preparate sei grandi fogli di carta da forno o di alluminio, adagiate in ognuno uguale quantità di capretto. Tritate il lardo rimasto assieme alle foglie del rosmarino e della salvia, unite sale e pepe macinato e cospargete sulla carne nei singoli cartocci. Bagnate con qualche cucchiaio di marinata e guarnite con le olive snocciolate. Chiudete i cartocci, arrotolando i lembi della carta e fateli cuocere in forno preriscaldato a 180° per 50 minuti. Apriteli sui piatti individuali e serviteli.


Capretto Alla Toscana

Per 4 persone

1 kg di coscia di capretto, 450 gr di pelati, una scatola di fagioli cannellini al naturale, 3 spicchi d’aglio, un cucchiaio di rosmarino, ½ bicchiere di vino bianco, olio, sale e pepe.

Tritate molto finemente gli spicchi d’aglio e mischiateli al cucchiaio di rosmarino. Unite un cucchiaio di sale. Nel composto rotolatevi il capretto, affinchè ne sia ricoperto. In un tegame con 4 cucchiai d’olio fatevi rosolare la carne per 3 minuti. Bagnate con ½ bicchiere di vino bianco e fate evaporare. Uniteci i pelati schiacciati con una forchetta e fate cuocere per 40 minuti in modo che il sugo si riduca della metà. Regolate di sale e pepate. Scolate i fagioli dal loro liquido, sciacquateli e uniteli al capretto, fate cuocere ancora per 10 minuti

Spiedini Di Capretto Tricolori


Per 6 persone

1 kg di capretto tagliato a spezzatino, 3 peperoni verdi, 1 kg di pomodorini, un bicchiere di vino bianco secco, 6 cucchiai di olio, sale, pepe, qualche ciuffetto di prezzemolo.

Mondate e lavate i pomodorini e i peperoni, tagliando a pezzi questi ultimi. Preparate gli spiedini, infilzateli con la carne e le verdure, alternandoli con tutti gli ingredienti.
Mettete l’olio in una teglia, adagiatevi gli spiedini, girateli in modo che si impregnino di condimento, salateli, pepateli e infornateli a 200°. Dopo 20 minuti irrorateli con il vino, avendo cura di rigirarli perché prendano un colore uniforme.

 

mercoledì 28 marzo 2012

Lo Sapevate Che: Una Mazzetta Non Scontata

Eddy Merckx - forse il più grande ciclista di tutti i tempi - è nei guai con la giustizia del suo Paese, il Belgio. Secondo l’accusa avrebbe vinto un appalto per la fornitura di 48 biciclette alla polizia di Anderlecht, grazie alla soffiata di un commissario, Philippe Boucar. Questo funzionario avido avrebbe svelato al Cannibale (soprannome di Merckx quando si abboffava di corse a tappe e classiche in linea) le offerte degli altri concorrenti in cambio di uno sconto su una bici da corsa in carbonio.

Raramente una storia di mazzette mi aveva tanto commosso. Per la natura di uno dei protagonisti, certo, una biglia di riferimento tra quelle che rotolavano nelle sabbie della mia infanzia. Ma soprattutto per il prezzo della corruzione: una bici scontata. Provate ad ambientare la stessa scena un po’ più a Sud, nella Roma delle mille cricche o nella Milano dei dieci consiglieri regionali indagati. Altro che sconto. Il funzionario corrotto avrebbe preteso, come minimo, la bici gratis. E non solo per sé, ma per moglie (con zainetto) e figli (con ruotine). Come quel dirigente di Parma che assegnò l'appalto per le fioriere comunali all’azienda disposta a rifare gratuitamente il prato dell’asilo nido gestito dalla sua signora. Che timidezza traspare invece dalla mazzetta belga, da quella tangente piena di pudore. Par di vederlo, il commissario Boucar, davanti al mito Merckx, mentre abbassa gli occhi e si tormenta il cappello con le mani: «Se non chiedo troppo, potrei avere… uno sconticino?». E adesso magari lo metteranno in galera. Quando si dice nascere nel posto sbagliato.
Massimo Gramellini - La Stampa 28 -03-12

Addio A Angelo Carrara



Era una persona dolcissima, tormentata.
Un grande sportivo che passava dalla Maratona di New York a periodi di tristezza infinita.
Nato a Milano il 26 gennaio 1945, se n’è andato ieri, 27 marzo 2012, all’età di 67 anni, dopo una lunga malattia.
Produttore in Target, ha lanciato artisti  di primo piano quali Franco Battiato, Luciano Ligabue ed artisti come Povia.
La sua carriera comincia nel 1970 come musicista, nel gruppo Le Mani.
Nel 1973 fondò l’etichetta Trident, che fino al 1975 produsse numerosi dischi di musica e cominciò ad occuparsi del prog rock italiano, il gruppo più famoso furono i Trip.
Nel 1981 lancia la casa di produzione Target, con la quale produrrà artisti del calibro di Alice, Francesco Baccini, Pierangelo Bertoli. Bluvertigo, Clan Destino, Cristiano De Andrè, Dolcenera, Eugenio Finardi, Luciano Ligabue, Mango, Povia. Faust’O ei Timoria.
Ligabue entra in contatto con Carrara tramite una cassetta con alcune sue canzoni lasciate a Pierangelo Bertoli, il quale apprezzandole ne incide due: Sogni di rock’n’roll e Figlio di un cane.
Nel 2008 interrompe la collaborazione con Povia.
Addio, caro Angelo Carrara, dolcissima persona, ti saremo sempre grati per qutto l’enorme meraviglioso lavoro che hai fatto per tutti noi.

Lo Sapevate che: Il Lampone





Il Lampone è un arbusto della famiglia delle Rosacee, il cui omonimo frutto, di colore rosso e sapore dolce-acidulo è molto apprezzato nelle preparazioni alimentari.

La fioritura avviene normalmente tra maggio e giugno, mentre il frutto, matura in tarda estate. Cresce tipicamente negli spazi aperti all’interno di un bosco. E’ facilmente coltivabile nelle regioni temperate e ha una tendenza a diffondersi rapidamente.

E’ normalmente utilizzato nella preparazione di confetture, sciroppi, gelatine e varie preparazioni culinarie.

Può essere utilizzato come diuretico e colagogo. L’infuso di foglie è utile contro la diarrea. L’estratto di foglie e gemme è consigliato negli ultimi mesi di gravidanza per tonificare i muscoli dell’utero e migliorare le contrazioni.

I principi attivi contenuti nella pianta sono i tannini, la vitamina C, il flavone e acidi organici.

I lamponi non hanno particolare esigenze in fatto di terreno, quantunque preferiscano quelli poco calcarei, sub-acidi, ricchi di sostanza organica, freschi e permeabili.
Si allevano in filari con l’ausilio di leggeri pali e due fili verticali o orizzontali ai quali si legano i tralci (come nelle viti da uva), o si indirizzano a polloni nel caso di varietà rifiorenti.

Le avversità climatiche sono rappresentate principalmente dai ritorni di freddo in primavera e dalle gelate invernali, specie se alternate a giornate soleggiate.

Le micosi che possono colpirle sono la Didimella, la Ruggine, la Septoriosi e la Muffa grigia.

Tra i parassiti che possono colpirli ci sono la Cecidonia dei fusti, la Sesia del lampone, l’Antonomo del Lampone, il Verme del Lampone, oltre agli acari.

Seguiranno gustose ricette con l’uso dei lamponi.

Lo Sapevate Che: A Dalla


A Dalla, Inventore di Parole, E’ Dedicato “L’Inno Che Verrà”

All’inizio del mese è morto Lucio Dalla, ed è inevitabile che un protagonista della lingua italiana come lui abbia dato parecchio anche ai giochi di parole. Non solo perché ne faceva, ma anche perché ne rendeva possibili molti altri grazie alla forma delle sue parole e delle sue invenzioni linguistiche.
Ne faceva, già a partire dal gioco più “di base”, il primo di tutti e di tutti forse anche il più difficile: l’invenzione della lingua. A partire dagli esordi, e dal Sanremo con Paff…bum, per finire con la partecipazione a Taratatà nelle vesti di Dio lisergico e di cantante di scat (in Psichedelia,  con Elio e le Storie Tese: si trova su You Tube e non mancatela), Dalla partiva proprio dalla continua reinvenzione del linguaggio ed è forse stato il più grande oratore in grammelot dopo Dario Fo. Chi l’ha visto dal vivo non può dimenticare la gag del clarinetto, che smontava e rimontava spiegandone il funzionamento appunto in grammelot per poi incominciare a suonare attaccando (se non ricordo male) Ma come fanno i marinai?Ma poi sono giochi e invenzioni anche i titoli e versi come “Telefonami tra vent’anni!” o “Che banche, che cambi!”. Per non parlare di una parola come “sprassolato”, vero hapax legomenon dalliano.
Da noi, qui, il gioco delle canzoni sbagliate si è chiamato “L’inno che verrà”, con implicito omaggio dalliano e tentativo di dare un titolo che rappresentasse il gioco mostrandone in meccanismo. Nessuno, ovviamente, si è mai sbagliato a cantare “L’anno che verrà”, ma altri lapsus sono abbastanza comuni. Autori di testi (come il poeta Roberto Roversi è stato Dalla) e cantautori (come Dalla stesso, ovviamente) dagli anni settanta hanno amato produrre testi ermetici o non-sense, il che non
poteva mancare di generare equivoci e lapsus fra i fan. Su Dalla io ne avevo raccolti in particolare due: (da Milano) “Milan è ben fica” da una mia amica ignara di gioco del pallone e Benfica; l’altra (da Cara) è mia, ma non solo mia: “ il risotto era uno sputo” (anziché “ Io di sotto ero uno sputo”).
Stefano Bartezzaghi- Venerdì di Repubblica – 16-03-12


Lamponi: Gustose Ricette








  
Coktail Socialito 

Per 2 persone

Schiacciare 200 gr di lamponi e more (oppure mirtilli) con 4 foglioline di menta e mescolare con 1 cucchiaio di zucchero di canna fatto sciogliere in poca acqua bollente. In due calici, mettere qualche cubetto di ghiaccio e versare il composto. Completare con 2 cucchiai di Vodka per ciascun bicchiere e riempire i calici con acqua frizzante freddissima.

Piccoli Muffins Di Ricotta E Lamponi

Per 6 persone

200 gr di farina, 1 cucchiaio di lievito in polvere per dolci, 1 uovo, 120 gr di zucchero, un pizzico di sale, 1 yogurt, 3 cucchiai di latte, 100 gr di ricotta romana, 130 gr di lamponi.

In una terrina unite a fontana la farina preventivamente mescolata al lievito. Nel centro mettete l’uovo, lo zucchero, il sale, lo yogurt, il latte, la ricotta lavorata prima con una forchetta e amalgamate bene gli ingredienti. Unitevi anche i lamponi, lavati velocemente sotto l’acqua fredda, scolati e asciugati. Mescolateli delicatamente al composto. Suddividete il composto negli stampini da muffins imburrati e infarinati o nei pirottini di carta appositi. Fate cuocere in forno preriscaldato a 200° per 25 minuti. Fate raffreddare prima di sformarli.



Glassa Di Copertura Al Lampone

200 gr di zucchero a velo, un albume, 2 cucchiai di sciroppo di lampone ( a altro gusto ).
Mescolate lo zucchero a velo con l’albume e con lo sciroppo di lamponi ( o altro gusto ), quindi ricoprite uniformemente la torta.


Lamponi In Rotolo Di Meringa


Per 6 persone

200 gr di lamponi, 200 gr di mascarpone, 250 gr di zucchero semolato, 3 albumi, succo di limone, farina di maizena, zucchero a velo, sale.

Mettere gli albumi freddi di frigorifero in una ciotola con una presa di sale e montarli con le fruste a neve fermissima. Aggiungere poco alla volta 200 gr di zucchero, continuando a montare il composto ancora per qualche minuto fino ad ottenere un composto lucido e denso. Incorporare a gocce un cucchiaino di succo di limone e un cucchiaino di maizena, mescolando delicatamente. Rivestire una pirofila rettangolare di circa 30 cm di lunghezza con carta da forno e versare il composto preparato, cercando con una spatola di livellarne la superficie. Mettere in forno preriscaldato a 160° per 20 minuti. Lasciare raffreddare la meringa per 10 minuti, rovesciare la meringa su un foglio di carta da forno spolverizzato con zucchero a velo. Lavare velocemente sotto l’acqua corrente fredda i lamponi, scolarli e asciugarli su carta assorbente da cucina. Mettere i lamponi in una terrina e schiacciarli con i rebbi di una forchetta, incorporarvi il mascarpone e 50 gr di zucchero semolato. Spalmare questa crema sulla meringa preparata, arrotolandola su se stessa dal lato più lungo. Appoggiare su un piano di lavoro un grande foglio di pellicola per alimenti e posandoci sopra il rotolo preparato, avvolgerlo con la pellicola e metterlo in frigorifero per 6 ore. Servire la preparazione togliendo la pellicola, posata su un piatto di portata, tagliata a fette.


Mousse Di Cioccolato Bianco E Lamponi


Per 2 persone

80 g di cioccolato bianco, 2 albumi, 10 gr di burro, 100 gr di lamponi

Mettete il burro col cioccolato spezzettato in una ciotola. Ponetela, coperta con un piatto, su un pentolino di acqua bollente, a fuoco spento. Montate gli albumi a neve ferma. Quando il cioccolato è fuso, unite gli albumi, mescolando dal basso verso l’alto. Frullate metà dei lamponi e filtrateli con un colino. Versate il passato nella mousse e date una sola mescolata, per lasciare una venatura rossa. Versate in due bicchieri, distribuitevi i lamponi rimasti e tenete in frigorifero due ore.

martedì 27 marzo 2012

Ridiamo Un Pò........

 Un ingegnere, un contabile, un chimico, un informatico e un dipendente statale si incontrano e ognuno di loro si vanta di avere un cane meraviglioso. Per dimostrarlo, l'ingegnere chiama la sua cagnetta: "Radicequadrata, facci vedere cosa sai fare!" Il cane trotterella verso la lavagna e disegna un quadrato, un cerchio e un triangolo.
Il contabile dice al suo cane: "Attivopassivo, mostraci le tue competenze!" Il cane va in cucina, torna con una dozzina di biscotti e li ordina in tre pile uguali, ciascuna con quattro biscotti.
Il chimico dice: "Fialetta, fai il tuo numero!" Il cane apre il frigo, prende un litro di latte, un bicchiere da 10 cl e vi versa esattamente 8 cl di latte senza farne cadere una goccia.
L'informatico è ormai sicuro di soppiantarli tutti: "Discofisso, impressionali!" Il cane si piazza davanti al computer, lo avvia, fa partire un antivirus, spedisce una e-mail ed installa un nuovo gioco. I quattro guardano il dipendente statale e gli chiedono: "Il tuo cane cosa sa fare?"
Il dipendente statale, con un sorriso, dice: "Pausacaffè, facci vedere i tuoi talenti!" Il cane si alza, mangia i biscotti, beve il latte, cancella tutti i files dal computer, si tromba la cagnetta dell'ingegnere e giura che, facendolo, si è fatto male alla schiena, compila il formulario di incidente sul lavoro e prende un congedo per malattia di sei mesi...

Lo Sapevate Che: Il Grande Totò, mai si dimenticherà!








 Totò nasce il 15 febbraio 1898 nel rione Sanità come Antonio Clemente,sua madre nel 1921 sposa Giuseppe de Curtis dalla cui relazione era nato Antonio,nel 1928 il de Curtis riconosce Antonio come suo figlio,nel 1933 il marchese Antonio de Curtis viene adottato dal marchese Francesco Gagliardi Foccas,e nel 1946 il tribunale di Napoli gli riconosce il diritto a fregiarsi dei nomi e dei titoli di:

Antonio Griffo Focas Flavio Dicas Commeno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio,altezza imperiale,conte palatino,cavaliere del sacro Romano Impero,esarca di Ravenna,duca di Macedonia e di Illiria,principe di Costantinopoli,di Cicilia,di Tessaglia,di Ponte di Moldavia,di Dardania,del Peloponneso,conte di Cipro e di Epiro,conte e duca di Drivasto e Durazzo

Nel Teatro

Totò fa la sua apparizione in teatro in una regolare compagnia nel 1928,degli anni precedenti non si hanno notizie certe. E' noto comunque che debuttò a Napoli nei teatrini vicini alla ferrovia e nelle recite in provincia,insieme ai fratelli De Filippo.
Tra il 1916 e il 1920 e' a Roma e si esibisce come emulo di Gustavo De Marco, la sua presenza e' segnalata al Teatro Statuto (1916), al Teatro Diocleziano (1917), Aurora (1920). Nel 1922 e' nella compagnia di Umberto Capece al Salone Sant'Elena di Roma, l'anno seguente sempre a Roma e' segnalata una partecipazione al Teatro la Fenice mentre all'Ambra Jovinnelli debutta con tre macchiette di De Marco (Il bel Ciccillo, Vipera e Paraguay). Tra il 1924 e il 1926 si esibisce alla Sala Umberto

Nel Cinema

Totò in quaranta anni di carriera cinematografica, dal 1937 al 1967, ha intepretato 97 film. Prima del suo esordio nel 1937 con il film "Fermo on le mani" ci furono vari tentativi di portarlo sul grande schermo. Tra il '30 e il '32 Stefano Pittalunga,che e' alla guida della SASP(Societa' Autonoma Stefano Pittalunga) e produce da solo quasi tutti i film italiani ,decide di scritturare Toto',che ha visto forse in uno spettacolo,per fargli interpretare un film "Il ladro disgraziato".Toto' viene convocato negli studi della "Cines" per il provino ma poi il progetto del film sfuma. Pittalunga decide comunque di utilizzare il provino di Toto' e lo inserisce nel Cinegiornale Cines n.4:si tratta della piu' antica apparizione cinematografica di Toto' anche se si tratta di pochi secondi.

Nel '34 altro progetto cinematografico per Toto':si tratta di realizzare il film "Daro' un milione" ,il soggetto e' di Giaci Mondaini e Cesare Zavattini,la regia di Mario Camerini.Toto' dovrebbe interpretare la parte di Blim,un mendicante che all'inizio della storia tenta il suicidio ma viene salvato dal miliardario Gold,interpretato da Vittorio De Sica.Ma nonostante le insistenze di Zavattini,che ha una profonda ammirazione per Toto', la parte di Blim viene assegnata all'attore Luigi Almirante:pare che Toto' per l'inizio delle riprese del film non sia disponibile,perche' starebbe per iniziare una nuova tournee teatrale.Il film sara' poi premiato quale miglior film comico italiano alla Mostra di Venezia del '35.
L'anno successivo la Tirrena film acquista un soggetto cinematografico tratto dalla terza e dalla quinta novella del Decamerone del Boccaccio:anche in questo caso si fa il nome di Toto' quale probabile protagonista,ma il progetto svanisce. Il film si sarebbe dovuto chiamare "Calandrino"
A volte capita che da un incontro casuale si possa decidere del futuro di una persona. Un giorno Totò stava in un ristorante di Roma in compagnia di amici,quando si accorse che un uomo lo fissava ostinatamente:era Gustavo Lombardo che gli propose di interpretare un film;al termine del pranzo Totò aveva già firmato il contratto per "Fermo con le mani".
La pellicola non ebbe un successo eclatante ma servi' comunque per far conoscere l'attore ad un pubblico del tutto nuovo.
Era il 1937 e fino al 1967 Totò interpreta 97 film visti da circa 270 milioni di persone,un record che non ha eguali nella storia del cinema italiano.
Ma il film che gli diede veramente successo fu "San Giovanni decollato" tratto dall'omonima commedia del siciliano Nino Martoglio.Questo film giovò a Totò non tanto per il lancio pubblicitario che gli diede,ma soprattutto perche' il principale sceneggiatore era un intellettuale molto conosciuto,cioe' quel Cesare Zavattini che diventerà poi collaboratore di Vittorio De Sica.
Per questo film Totò fu osannato dai critici che ,anni dopo, lo stroncheranno spietatamente;commentando questo contrasto il principe osservo' con amarezza: "Forse mi sono guastato col crescere".

Alcune famose frasi di Totò

Era un topo, ma l'ho messo in fuga, l'ho fugato!
Signori si nasce
Ma mi faccia il piacere
Io sono un uomo di mondo...
Parli come badi
Bazzecole, quisquilie, pinzellacchere
Ezia e Anzio
Siamo uomini o caporali ?
Signora sono a sua completa disposizione, corpo, anima e frattaglie.
Chiedo l'annullamento del matrimonio alla Sacra Ruota, anzi per tutte le ruote.
Io non faccio il cascamorto, se casco,casco morto per la fame.
Io non rubo integro.D'altra parte in Italia chi e' che non integra?
Adesso che siamo a Milano, andiamo a vedere il famoso Colosseo.
Il napoletano lo si capisce subito da come si comporta,da come riesce a vivere senza una lira.
Caporali si nasce,non si diventa.
Queta mappa e' piccola,e' troppo piccola,e' una mappina.
Elena di Troia...Troia...Troia:questo nome non mi e' nuovo.
Non mi guardi con quegli occhiacci...Lei con quegli occhi mi spoglia...Spogliatoio!
Chi dice bugie va all'inferno con le palle di fuoco in bocca.
Alla faccia di Cartagine e di tutti i Cartaginesi.
Lei e' un cretino, s'informi.
A proposito di politica,ci sarebbe qualche cosarellina da mangiare?
Credevo che mie moglie fosse una carogna, finché non ho visto la sua.
Non sono ancora cavaliere,ma non dispero. Checche'...
Era un uomo cosi' antipatico che dopo la sua morte i parenti chiedevano

Le Poesie

Se "Malafemmena" e' la canzone più conosciuta,tra le poesie è certamente "A livella" ,i cui primi versi sono apparsi nel 1953 in appendice del libro Siamo uomini o caporali?Il suo libro più famoso è appunto "A livella" pubblicato nel 1964 ,che raccoglieva 26 poesie che Totò aveva scritto a partire dagli anni cinquanta.
Un secondo libro dal titolo "Dedicate all'amore" venne pubblicato,in occasione del decennale della sua morte,per opera di Franca Faldini e che raccoglieva buona parte delle poesie che Totò aveva dedicato alla compagna con cui aveva vissuto gli ultimi anni della sua vita.

Le Canzoni

La più famosa delle canzoni e' senza dubbio "Malafemmena" e per molto tempo si e' creduto che avesse scritto solo questa,in effetti Antonio De Curtis di canzoni ne ha scritte quasi quaranta a partire dal 1951 senza contare quelle scritte per la rivista e l'avanspettacolo. Totò non conosceva la musica eppure delle sue canzoni spesso ha scritto testi e musica.

Recentemente sono state ritrovate alcune canzoni inedite i cui spartiti si ritenevano smarriti per sempre, queste "liriche perdute" sono state raccolte nel cd audio Totò Lost Lyrics.
"Totò parole e musica"a cura di Vincenzo Mollica - Lato Side Editori - Roma,1982
" Tutto Totò " a cura di Ruggero Guarini - Gremese Editore - Roma,1991
" La mòseca di Totò "- Fabbri Editori "
" Le canzoni di Totò "- PolyGram "
tranne Napule, tu e io per gentile concessione di Vittorio Cannavale

Seguiranno alcune gustose ricette della regione Campana

In Onore di Totò Ricette Della Regione Campana


Calzoncelli Napoletani Fritti


Per 4 persone

400 gr di farina, 25 gr di lievito di birra, 250 gr di mozzarella, 200 gr di ricotta di capra,, 100 gr salame Napoli, 2 uova, 40 gr di parmigiano grattugiato, un ciuffo di prezzemolo, olio, sale pepe

Stemperare il lievito in ½ bicchiere di acqua tiepida, aggiungere 50 gr di farina e lavorare gli ingredienti sino ad ottenere una pasta omogenea. Coprirla con un tovagliolo e lasciarla lievitare per circa un’ora. Mettere la farina rimasta in una terrina capiente e formare la fontana. Porvi al centro l’impasto lievitato a pezzetti, un bicchiere d’acqua tiepida e una presa di sale. Impastare con cura il tutto, lavorando energicamente il composto per circa 10 minuti. Stendere la pasta su di un piano infarinato, facendo forza con il palmo delle mani, poi raccoglierla  stenderla di nuovo. Sollevare l’impasto con le mani e gettarlo con forza contro il piano di lavoro, alternando l’operazione con quella descritta precedentemente. Alla fine formare una palla, coprirla con un canovaccio e lasciarla lievitare in luogo tiepido per almeno 1 ora. Quando la pasta avrà raddoppiato il volume, lavorarla ancora per un paio di minuti, quindi suddividerla in 12 pagnottelle che coprirete con un canovaccio e lascerete lievitare ancora per circa un’ora. Nel mentre preparare la farcitura: Lavorare la ricotta in una grande ciotola, aggiungere il salame a dadini, i dadini di mozzarella fatti scolare precedentemente dal liquido di vegetazione, il prezzemolo tritato, il parmigiano, una presa di sale, una spolverata di pepe. Battere a parte le uova e unirle al composto preparato legando bene il tutto. Stendere le palline in dischi dello spessore di 4 mm e mettervi al centro un po’ della farcia preparata, Ripiegarle a mezza luna, sigillare bene i bordi aiutandovi con i rebbi di una forchetta. Scaldare abbondante olio in una padella e friggere i calzoncini da tutte e due le parti, sin che diventino dorati. Prelevarli con un mestolo forato e appoggiarli su carta assorbente a perdere l’olio in eccesso.  Servirli subito ben caldi. 


PENNE ALLA PARMIGIANA

Per 4 persone

450 gr di penne, 2 melanzane, 1 spicchio d’aglio, 250 gr di passata di pomodoro, un ciuffo di basilico, 1 rametto di rosmarino, 1 rametto di salvia, 1 mozzarella di bufala, 150 gr di parmigiano grattugiato, olio, sale e pepe.

Lavate e pulite le melanzane. Affettatele e poi friggetele in una padella con 4 cucchiai d’olio. Fate asciugare l’olio in eccesso su carta da cucina. In una piccola casseruola con 3 cucchiai d’olio, fate soffriggere lo spicchio d’aglio, unite la passata di pomodoro e le foglie di basilico, salate e pepate. Fate cuocere per 15 minuti. Tritate le foglie del rosmarino e della salvia, fatele rosolare in un padellino con 3 cucchiai d’olio. Affettate sottilmente la mozzarella. In una casseruola, con abbondante acqua salata, fate cuocere la pasta al dente. Scolatela e conditela con l’olio agli aromi di rosmarino e salvia. In una pirofila oliata, sistemate uno strato di pasta, uno di melanzane, uno di fettine di mozzarella, salate e pepate. Aggiungete una spolverata di parmigiano. Ripetete gli strati fino ad esaurimento degli ingredienti. Finite con la spolverata di parmigiano grattugiato. Mettete la pirofila in forno preriscaldato a 190° per 15 minuti. Servite caldissimo.



Melanzane In Agrodolce

Per 4 persone

3 melanzane, 2 cipolle bionde, ½ bicchiere di aceto, 1 cucchiaio di zucchero, olio, sale, pepe.

Sbucciate e tritate non sottile, 2 cipolle bionde, fatele dorare in una padella con 4 cucchiai d’olio. Unitevi le melanzane a cubetti di circa 2 centimetri di spessore. Fatele cuocere per 10 minuti, mescolandole spesso. Salatele, pepatele e fatele cuocere ancora per 5 minuti. In ½ bicchiere di aceto, sciogliete un cucchiaino di zucchero e unite alle melanzane, facendolo evaporare a fuoco vivo. Serve come contorno a carne o come antipasto.


Piccole Pastiere Napoletane  

Per 4 persone

300 gr di pasta frolla in sfoglia, 130 gr di ricotta fresca, 80 gr di zucchero semolato, 1 cucchiaio di acqua di fiori di arancio, 30 gr di scorza di cedro candito, 1 tuorlo, cannella in polvere, 150 gr di grano cotto, ½ bicchiere di latte, 30 gr di burro, 1 limone non trattato, cannella in polvere, zucchero a velo.
Mettere il grano già cotto in una casseruola col latte e il burro, farlo cuocere a fuoco basso per 10 minuti, mescolare spesso. Fare raffreddare. In una terrina lavorare la ricotta con lo zucchero semolato, unire il tuorlo, il grano, l’acqua di fiori d’arancio, un po’ di buccia di limone grattugiata, 1 cucchiaino di cannella e i dadini di cedro candito. Imburrare e infarinare 4 stampi piccoli da crostata e foderarli con 1 2/3 della  pasta frolla stesa a spessore di pochi millimetri, riempirli col composto. Livellarlo e con la pasta avanzata formare delle strisce da appoggiare sulla superficie delle tortine in modo da formare delle grate. Porre gli stampini in forno preriscaldato a 180° per 35 minuti. A cottura ultimata fare raffreddare, sformare le piccole pastiere e spolverizzarle con lo zucchero a velo.



Sfogliatelle Napoletane

Per 6 persone

270 gr di farina, 120 gr di burro, 150 gr di ricotta, 100 gr di semolino, 2 uova + 1 tuorlo, zucchero semolato, zucchero a velo, 60 gr di arancio e cedro canditi a piccoli pezzettini, 1 bustina di vanillina, ½ cucchiaino di cannella in polvere, sale.
Fare ammorbidire 120 gr di burro ridotto a dadini a temperatura ambiente. Versare 250 gr di farina a fontana in una terrina. Mettere nell’incavo il burro e 2 cucchiai di zucchero semolato, lavorando gli ingredienti e aggiungendo a filo ½ bicchiere d’acqua tiepida. Formare con l’impasto omogeneo e compatto una palla. Coprire la terrina con un canovaccio e farlo riposare per mezz’ora. In una casseruola portare al limite dell’ebollizione ½ lt di acqua con un pizzico di sale. Prima che bolla versarvi a  pioggia il semolino con mescolata la bustina di vanillina. Mescolare continuamente con un cucchiaio di legno, facendo cuocere il composto a fuoco dolce per 5 minuti. Fare raffreddare. In una ciotola lavorare la ricotta con 100 gr di zucchero semolato, la cannella, i canditi, le uova intere leggermente battute e il semolino ormai freddo, amalgamare con cura il composto. Su di un piano di lavoro leggermente infarinato, appoggiare delle palline di pasta, ricavate dall’impasto di farina preparato, grosse come palline da ping pong. Stenderle con il mattarello, dandogli una forma ovale. Farcirle con un cucchiaio di composto al semolino e ripiegare la pasta, sigillando bene i bordi. Battere il tuorlo con 1 cucchiaio d’acqua. Spennellare le sfogliatelle , appoggiarle distanziate sulla placca del forno, foderata da carta da forno. Farle cuocere in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti. Sfornarle, sformarle, lasciarle raffreddare e spolverarle con zucchero a velo. Buone servite con una crema pasticciera o un dolce zabaione, o panna.

lunedì 26 marzo 2012

Pensieri: La Vita


Qualcosa a cui pensare

Diventiamo nessuno. Quando avvertiamo un conflitto, lasciamolo lì, diventiamo nessuno: se il nostro Io smette di cercare, la soluzione verrà da sé. Questo vuol dire abbandonarsi alla vita: essere nessuno, conoscere la felicità del nulla, liberarsi dalle definizioni, smettere di tormentarsi. I problemi si risolveranno da soli e ognuno troverà la propria strada.

Addio Allo Scrittore Antonio Tabucchi

Antonio Tabucchi è morto stamattina a Lisbona dopo una malattia, all'età di 68 anni «a seguito di una lunga malattia», ha riferito il suo traduttore in francese, Bernard Comment. La notizia è stata confermata dalla casa editrice Feltrinelli. Tabucchi era nato a Pisa nel 1943. Lo scrittore è stato uno dei maggiori conoscitori e divulgatori dell'opera di Fernando Pessoa ed è divenuto noto al grande pubblico con "Sostiene Pereira".
I funerali si terranno giovedì nella capitale del Portogallo secondo Lusa. L'agenzia portoghese, che cita la moglie dello scrittore, Maria Josè Lancastre, riferisce anche che Tabucchi era ricoverato all'Hospital da Cruz Vermelha di Lisbona.
Docente di letteratura portoghese, iniziò l'attività di scrittore nel 1975 con il romanzo «Piazza d'Italia», cui fecero seguito varie raccolte di racconti («Il gioco del rovescio» del 1981 e «Piccoli equivoci senza importanza» del 1985). Il successo giunse con i romanzi «Requiem» del 1992 e soprattutto «Sostiene Pereira» del 1994, con cui vinse anche il premio Campiello. Il volume, pubblicato da Feltrinelli, è ambientato a Lisbona durante la dittatura di Salazar. L'impegno civile e l'alone di mistero che pervadono lo stile letterario di Tabucchi sono stati confermati nelle sue ultime opere importanti: «La testa perduta di Damasceno Monteiro» del 1996 e soprattutto il romanzo epistolare «Si sta facendo sempre più tardi» del 2001. Nel 2003 appare in libreria «Autobiografie altrui. Poetiche a posteriori», sette testi di poetica, per la maggior parte inediti o inediti in Italia. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo «L'oca al passo» (2006) e «Il tempo invecchia in fretta» (2009). L'ultima fatica letteraria è «racconti con figure» (2011).
A Lisbona, cittá natale della moglie, dove dal 1985 al 1987 era stato anche direttore dell'Istituto Italiano di Cultura, viveva abitualmente per sei mesi l'anno, trascorrendo gli altri sei in Toscana, dove insegnava Letteratura all'universitá di Siena.
Riconoscimenti
I suoi libri sono tradotti in quaranta lingue. Alcuni dei suoi romanzi sono stati portati sullo schermo da registi italiani e stranieri (Roberto Faenza, Alain Corneau, Alain Tanner, Fernando Lopes) o sulla scena da rinomati registi teatrali (Giorgio Strehler e Didier Bezace fra gli altri). Ha ricevuto numerosi premi in Italia, fra cui il Pen Club Italiano, il Premio Campiello e il Premio Viareggio-Repaci; e prestigiosi riconoscimenti all'estero, fra cui il Prix Medicis Etranger, il Prix Europèen de la Litterature e il Prix Mediterranee in Francia; l'Aristeion in Grecia; il Nossack dell'Accademia Leibniz in Germania; l'Europaischer Staatspreis in Austria; il Premio Hidalgo e il premio per la libertà di opinione «Francisco Cerecedo» attribuito ogni anno dal Principe delle Asturie, in Spagna. È stato nominato «Chevalier des Arts et des Lettres» dalla Repubblica francese e ha ricevuto la decorazione dell'Ordine dell'Infante D. Henrique dal presidente della Repubblica portoghese.
È stato professore dell' Università di Siena ed ha insegnato in prestigiose Università straniere (Bard College di New York, Ecole de Hautes Etudes e Collège de France di Parigi). Ha collaborato con quotidiani italiani e stranieri («Corriere della Sera». «Unità», «Il manifesto», «Le Monde», «El Paìs», «Diario de Noticias», «La Jornada», «Allegemein Zeitung») e riviste quali «La Nouvelle Revue Francaise» e Lettre International». È membro fondatore dell'International Parliament of Writers. Dal 2000 è stato proposto dal Pen Club italiano all'Accademia di Svezia quale candidato italiano per il Nobel di letteratura.
«La scomparsa del grande scrittore italiano Antonio Tabucchi colpisce e addolora», afferma in una nota il vice presidente del Senato, Vannino Chiti.
Omaggio della Fondazione Pessoa
La Fondazione Fernando Pessoa renderà omaggio a Antonio Tabucchi il prossimo 2 aprile, ha annunciato la direttrice di "Casa Pessoa" Ines Pedrosa, ricordando che «il Portogallo gli deve molto». Tabucchi «era uno scrittore tanto italiano quanto portoghese, cui il Portogallo deve molto» ha detto Pedrosa. È stato, ha aggiunto la scrittrice portoghese, «un grande divulgatore dell'opera di Fernando Pessoa, che ha tradotto e sul quale ha scritto». Pedrosa ha citato «l'unico libro» scritto da Tabucchi in portoghese, "Requiem", che ha definito «una dichiarazione di amore al Portogallo, e in particolare a Lisbona, che era la patria di Fernando Pessoa».
Di Tabucchi la direttrice della Fondazione Pessoa ha detto all'agenzia Lusa che «sottolineava molto il carattere politico della letteratura, quale testimonianza che si oppone alla memoria breve dei mezzi di comunicazione». Pedrosa ha citato come esempio il "Damasceno Monteiro" di Tabucchi, «un'opera che non consente di dimenticare la dittatura e la tortura». «Citava spesso una frase: nella letteratura tutto ha a che vedere con tutto».
"Casa Pessoa" ha previsto per il 2 aprile dalle 10.30 del mattino una «maratona di lettura integrale di Requiem»: «gli scrittori continuano a vivere, ha detto Pedrosa, «finchè li leggiamo».