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domenica 3 maggio 2015

Lo Sapevate Che: Lo strano fisco d'Italia: forte con i deboli e debole con i forti...



In due anni di crisi dura, dal 2012 al 2014, gli italiani hanno aumentato i depositi in banca di 35° miliardi. Sarebbe una buona notizia se una parte non piccola di questo risparmio derivasse da evasione fiscale. L’Italia continua ad essere il paese dell’Ocse con maggiore ingiustizia fiscale. Ogni anno si combatte una guerra civile fra i due terzi della popolazione che subiscono ormai una pressione superiore al 50 per cento che a quella dei paesi scandinavi, senza averne il ritorno in servizi, e l’altro terzo della popolazione che vie in un vero e proprio paradiso fiscale. I controlli sono pure profondamente ingiusti. Piccoli e medi evasori sono perseguitati senza pietà, mentre i grandi la fanno quasi sempre franca. L’impopolarità di Equitalia forse non è del tutto immotivata. C’è qualcosa di molto sospetto nel doppiopesismo dell’agenzia. Quasi che la ferocia dei controlli ai piccoli serva poi a permettere i comodi dei grandi. Eppure controllare per anni e decenni, multa dopo multa, un poveraccio che magari ha la disgrazia di dover lavorare con la propria auto e braccarlo per anni, finchè non è costretto a ipotecarsi la casa per pagare gli interessi, è assai più complicato che non puntare i riflettori su una grande evasione sotto gli occhi di tutti. L’Italia offre da questo punto di vista una letteratura grottesca e ormai notissima, dai proprietari di Jaguar e Porsche teoricamente nullatenenti agli imprenditori che guadagnano sistematicamente meno dei propri operai, ai gioiellieri meno ricchi dei pizzaioli, al quarto di proprietari di jet privati che denunciano meno di 25 mila euro di reddito l’anno. In molte zone d’Italia, piuttosto equamente distribuite fra Nord, Centro e Sud, in Veneto come in Umbria o in Calabria, basterebbe semplicemente mandare uno dei tanti impiegati a farsi una passeggiata in centro per verificare l’entità della truffa. Anni fa, quando ero impiegato in un’inchiesta sulle città, l’amico e collega Attilio Bolzoni mi diede un consiglio: “Vai al centro di Gioia Tauro, siediti al caffè e vedi se in un’ora passa qualcosa di più piccolo di una Volvo”. In un’ora ho visto soltanto una Panda, il resto erano macchinoni, e in teoria quella sarebbe una delle città più povere d’Europa. Far pagare le tasse a chi non le paga è l’unica soluzione per far uscire l’Italia dal tunnel. Oggi si parla di Resistenza, di Costituzione e fra tanti articoli non applicati è bene ricordare il meno applicato di tutti, l’articolo 53:” Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. E aggiunge: “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Ecco, appunto.
Curzio Maltese- Contromano – Il Venerdì di Repubblica 24 aprile 2015 -

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