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martedì 28 febbraio 2023

Speciale Ricette del 28 Febbraio 2023: Buona preparazione, ciao cari amici.

 

Chi insegnerà agli uomini a morire, insegnerà loro a vivere.”Michel De Montaigne”

 

 

 

Crepes gratinate al gorgonzola

Per 4 persone

 

Ingredienti:

150 gr di gorgonzola, 150 gr di parmigiano, farina, 3 uova, ½ lt di latte, noce moscata, burro, olio, sale e pepe.

Preparate la salsa besciamella con 30 gr di burro, 30 gr di farina e un quarto di latte, quindi salatela, pepatela e spolverizzatela di noce moscata. Aggiungete poi alla besciamella il gorgonzola a pezzetti, mescolate affinchè il formaggio si amalgami bene alla salsa e lasciate riposare il composto al caldo. Preparate subito le crêpes: ponete in una terrina 50 grammi di farina e unitevi a poco a poco un bicchiere di latte, mescolate bene perché la pastella dovrà risultare liscia e omogenea, poi amalgamatevi le uova intere, salate e sbattete ancora energicamente il tutto. Ungete infine con qualche goccia d’olio un padellino di 15 cm di diametro, riscaldatelo e versatevi dentro un mestolino del composto di uova. Girate la padella in tutti i sensi in modo che il composto si stenda in uno strato sottile su tutto il fondo del recipiente e quando la crepe sarà colorita da una parte voltatela dall’altra, lasciatela dorare un minuto e quindi toglietela dal fuoco. Continuate a preparare in questo modo le frittatine fino a esaurimento del composto. Quindi su ogni crepe stendete un po’ del composto di besciamella e gorgonzola. Avvolgete ogni frittatina su sé stessa, poi allineatele tutte in una pirofila, cospargetele con un po’ di burro fuso e parmigiano grattugiato e fatele gratinare nel forno preriscaldato a 180° per alcuni minuti. Servite caldissime.

 

 

 

 

Spalla di Agnello ai Carciofi

Per 4 persone

 

Ingredienti:

1 kg di spalla di agnello, 3 spicchi d’aglio, rosmarino, refe da cucina, alloro, una costola di sedano,12 pomodorini, 4 cipollotti, timo, 10 cuori di carciofo, vino bianco,

prezzemolo, limone, olio, sale e pepe.

Disossate una spalla di agnello e appiattitela, salatela, pepatela e distribuitevi 2 spicchi d’aglio tritati con due rametti di rosmarino. Arrotolatela su se stessa e legatela con refe da cucina. Mettetela in una teglia con 8 cucchiai d’olio, una foglia di alloro e fatela rosolare. Coprite il recipiente con carta d’alluminio e cuocete in forno preriscaldato a 180° per un’ora. Scoprite, aggiungete una costola di sedano, 3 pomodorini, 4 cipollotti e uno spicchio d’aglio tritati, una presa di timo, girate la spalla, coprite e cuocete ancora per 35 minuti. Tagliate a spicchi 10 cuori di carciofo e fateli saltare in una teglia con 5 cucchiai d’olio, 9 pomodorini, uno spicchio d’aglio tagliato in 4. Salate, pepate, passate in forno caldo a 220° per 10 minuti. Togliete l’agnello dal forno, bagnatelo con mezzo bicchiere di vino bianco secco. Servitelo caldo, accompagnato con i carciofi profumati con prezzemolo tritato e limone.

 

 

 

 

Tiramisù al Mactha e Ricotta

Per 6 persone

 

Ingredienti:

300 gr di ricotta, 3 uova, 100 gr di zucchero semolato, 1 bustina di vanillina, 2 cucchiai di polvere di tè mactha, 200 gr di pan di Spagna, 100 ml di acqua, 100 ml di maraschino, 1 cucchiaino di zucchero a velo.

Versare in una ciotola 1 cucchiaio di polvere di mactha, il maraschino, l’acqua  e mescolare bene finché la polvere non sia completamente sciolta. In un’altra ciotola battere le uova con lo zucchero semolato e la vanillina sino ad ottenere una crema spumosa morbida. A parte lavorare anche bene la ricotta e unirla poi alla crema delle uova mescolando delicatamente le due creme. In un contenitore da portata di vetro rotondo con un diametro non molto grande, versare un paio di cucchiai del composto, quindi adagiarvi una fetta di pan di Spagna. Bagnarlo con il liquido di mactha, versare altra crema e procedere a strati a piacere. Terminare con uno strato del composto e mettere in frigorifero per almeno due ore, coprendo il contenitore con pellicola. Al momento di servire spolverizzare con la polvere rimasta mescolando 1 cucchiaio di mactha e 1 cucchiaino di zucchero a velo.

Lo Sapevate Che: Scoperta la struttura del DNA: «Abbiamo trovato il segreto della vita!» L'annuncio trionfale del biologo Francis Crick sorprese i clienti dell’Eagle Pub di Cambridge, ignari che quella scoperta avrebbe dato un nuovo corso alla ricerca scientifica e maggiori speranze a milioni di pazienti affetti da malattie genetiche.


Le leggi di Mendel sull'ereditarietà avevano fornito la chiave dell'esistenza di un preciso codice genetico, già nel 1865. Da allora si erano fatti ulteriori passi in avanti in questo campo, grazie all'introduzione di nuovi metodi d'indagine. Fondamentale in tal senso si era rivelata la cristallografia a raggi X ideata da William Henry Bragg: una tecnica che permise di approfondire la struttura ed il funzionamento di molte molecole biologiche, tra cui gli acidi nucleici presenti nel DNA.

I primi a sfruttarla efficacemente furono Oswald Theodore Avery, Colin MacLeod e Maclyn McCart che nel 1944 riuscirono a dimostrare che i cromosomi, portatori dei caratteri ereditari, sono costituiti da catene di acido desossiribonucleico (DNA) e che è, pertanto, quest'ultimo il responsabile della trasmissione dei caratteri, necessari alla vita di un organismo. All'inizio degli anni Cinquanta si sapeva quasi tutto del DNA, tranne che forma avesse.

Il 1953 fu l'anno decisivo per l'aggiunta dell'ultimo prezioso tassello. In quell'anno la biologa inglese Rosalind Franklin, ricercatrice al King's College di Londra, riuscì nell'impresa di fotografare il modello base della molecola del DNA, grazie alla tecnica della diffrazione dei raggi di X di Bragg. L'immagine, passata alla storia come Foto 51, finì nelle mani del direttore del laboratorio Maurice Wilkins che la mostrò a due colleghi del celebre Cavendish Laboratory di Cambridge.

I due, Francis Crick e James Watson, colsero l'occasione al volo e la utilizzarono per portare a termine le loro ricerche. Si arrivò così allo storico annuncio di Crick all'Eagle Pub, cui seguì un articolo sull'autorevole rivista Nature, che il 25 aprile dello stesso anno mostrò al mondo accademico «il segreto della vita»: il modello a doppia elica della molecola di acido desossiribonucleico. L'immagine ritraeva due filamenti con uno scheletro formato da molecole di zucchero (desossiribosio), unite tra loro da molecole di acido fosforico e avvolte intorno a un asse centrale, disegnando così un’elica.

In quel documento non si accennava minimamente ai meriti della povera Rosalind, che quattro anni dopo morì di cancro contratto per l'eccessiva esposizione alle radiazioni dei raggi X. Il suo nome rimase nell'ombra anche nel 1962 quando a Wilkins, Watson e Crick fu consegnato il Premio Nobel per la Medicina«per le loro scoperte sulla struttura molecolare degli acidi nucleici e l’importanza nel trasferimento dell'informazione genetica nella materia vivente».

http://www.mondi.it/almanacco/voce/208009

Lo Sapevate Che:Michel de Montaigne: Attento studioso del genere umano, fu uno dei pionieri del pensiero moderno e uno degli aforisti più apprezzati.


Chi insegnerà agli uomini a morire, insegnerà loro a vivere.”Michel De Montaigne”

 

Alla luce dello scetticismo

Viaggiatore e moralista antesignano del "filosofo ideale" degli illuministi, Michel de Montaigne nacque il 28 febbraio 1533 nel castello di Montaigne nel Périgord in Francia. Educato dal padre in modo del tutto libero ed esente da inutili costrizioni, imparò il latino come lingua materna da un precettore che non conosceva il francese. Studiò diritto e divenne consigliere nel parlamento di Bordeaux (1557).

Il suo primo lavoro letterario fu la traduzione di un'opera del teologo catalano Raimondo di Sabunda (morto a Tolosa nel 1436), ossia il celebre "Libro delle creature o Teologia naturale", un testo di apologetica che cercava di dimostrare, più che con l'appoggio dei testi sacri o dei canonici dottori della chiesa, la verità della fede cattolica mediante lo studio delle creature e dell'uomo. Nel 1571 si ritirò nel suo castello per dedicarsi agli studi. I primi frutti del suo lavoro, raccolti tuttora nella sterminata raccolta di saggi, sono semplici collezioni di fatti o di sentenze, desunte da scrittori diversi antichi e moderni, nelle quali non ancora compare la personalità dell'autore.

Ma in seguito questa stessa personalità comincia ad essere il vero centro della meditazione di Montaigne, la quale assume il carattere di una, per unare una sua espressione, "dipintura dell'io". Nel 1580 egli pubblicò i primi due libri di quelli che divennero i celeberrimi "Saggi", di cui usci una prima edizione in due libri nel 1580. Negli anni successivi continuò a rivedere ed ampliare l'opera fino all'edizione de11588, in tre libri. La morte gli impedì invece di ultimare la revisione di quest'ultima edizione.

Sempre nel '71, invece, Montaigne lasciò la Francia e viaggiò in Svizzera, in Germania e in Italia dove, a Roma, trascorse l'inverno 1580-1581. Nominato sindaco di Bordeaux, ritornò in patria, ma le cure della carica non gli impedirono di attendere allo studio e alla meditazione.

Montaigne attendeva come detto ad una nuova edizione della sua opera con ulteriori arricchimenti, quando morì nel suo castello il 13 settembre 1592.

"La riflessione di Montaigne si colloca in un momento di profondi rivolgimenti nella cultura e nella storia europea, ed egli può dirsi testimone per eccellenza della crisi dei valori e del sistema di conoscenze scientifiche e filosofiche avvertita nell'Europa della seconda metà del Cinquecento: da un lato, la caduta del geocentrismo, la critica ai principi di Aristotele, le innovazioni mediche dimostravano la provvisorietà di ogni acquisizione umana nelle scienze; dall'altro, la scoperta del continente americano imponeva la riflessione su valori morali fino ad allora giudicati eterni e immutabili per tutti gli uomini. Lo sconvolgimento dell'orizzonte culturale convince Montaigne che il cambiamento non è uno stato provvisorio cui possa succedere un assestamento definitivo del mondo umano: la mutevolezza si rivela infatti espressione tipica della condizione umana, impossibilitata a raggiungere verità e certezze definitive; di qui ha origine lo scetticismo montaignano, la critica alla ragione stoica che, fiduciosa nella propria capacità di essere il veicolo della liberazione umana, non si accorge di essere a sua volta determinata da consuetudini, influenze geografiche e storiche" [Enciclopedia Garzanti di Filosofia].

I suoi filosofi preferiti furono Seneca, per il suo stoicismo e la sua razionalità, Catone per il rifiuto alla tirannide, e Plutarco per la sua profondità etica.Fondamentali furono però gli scettici: nota, infatti, è la sua preferenza alla volontà razionale contro le passioni che spingono sovente al fanatismo.

Di lui Nietzsche dirà: "Che un tale uomo abbia scritto, ha accresciuto il nostro piacere di vivere su questa terra".

https://biografieonline.it/biografia-michel-de-montaigne

LO Sapevate Che: Li Bai: «Solo, tra i fiori di un giardino, gusto una coppa di vino. La chiara luna, la invito: con la mia ombra siamo in tre». L’incipit della lirica Bere sotto la luna ricorda quanto il “satellite terrestre” fosse centrale nella poesia di Li Bai, uno dei massimi esponenti della letteratura cinese.

 

Noto in occidente come Li Po (altra pronuncia del suo nome, desueta in Cina), ha lasciato oltre mille componimenti che risentono fortemente della sua convinta adesione al taoismo, di una sconfinata immaginazione e del costante rifiuto della mondanità in favore dell’eremitaggio. Non meno centrale è l’amore per l’alcool, tradotto in poetiche bevute al chiaro di luna, che, secondo la leggenda, tentò da ubriaco di afferrare nel riflesso sull’acqua, finendo col morire affogato.

Il suo rapporto con la Luna è stato ripreso nel doodle locale (visibile in Brunei, Singapore, Cina e Hong Kong), pubblicato da Google nel 2011, in ricordo della sua nascita avvenuta nel 701 d.C.

https://www.periodicodaily.com/almanacco-del-28-febbraio/

lunedì 27 febbraio 2023

Speciale Ricette del 27 Febbraio 2023: Buona preparazione, ciao cari amici.

 

Ti rendi conto di chi siano i tuoi veri amici quando sei coinvolto in uno scandalo.

Elizabeth Taylor

 

 

 

 

Zuppa di Piselli secchi e Pancetta

Per 4 persone

 

Ingredienti:

400 gr di piselli secchi, 2 carote, 1 costa di sedano, 1 porro, 1 cipolla, 50 gr di pancetta, 1 lt di brodo, 100 gr di prosciutto crudo in una sola fetta, 150 gr di pane a fette, olio, sale, pepe.

 

Mettere i piselli secchi a bagno in acqua per almeno due ore.

Nel frattempo, sbucciare le carote e la cipolla. Pulire il sedano e il porro (tenendo la parte verde da parte). Affettare queste verdure e farle soffriggere in una casseruola con 3 cucchiai d’olio a fuoco basso. Quando saranno appassite aggiungere la pancetta e lasciare cuocere ancora per 5 minuti.

Unire i piselli scolati, il brodo e regolare di sale e pepe. Lasciare cuocere per un’ora e comunque sino a quando i piselli siano ormai disfatti. La preparazione si può consumare così, oppure passare il tutto al frullatore e ridurre in crema.

Abbrustolire il pane tagliato a dadini in una padella rovente con poco olio. Salarlo leggermente. Distribuire i crostini sulla minestra, messa nelle singole ciotole, aggiungere il prosciutto crudo tagliato a cubettini.

 

 

 

 

Coniglio ai Cavoletti di Bruxelles

Per 6 persone

 

Ingredienti:

1 coniglio di circa 1,5 kg a pezzi, 150 gr di prosciutto crudo, 500 gr di cavoletti di Bruxelles, 2 spicchi d’aglio, alloro, prezzemolo, vino bianco, aceto, olio, sale e pepe.

Pulite i cavoletti delle foglie brutte esterne, lavateli accuratamente facendo attenzione e tagliate leggermente la parte della radice, con il coltello fate un taglio a croce su ogni fondo di cavoletto. Lessateli per 15 minuti in acqua bollente salata. Lavate i pezzi di coniglio con acqua e aceto, asciugatelo bene e avvolgete ogni pezzo in una fetta di prosciutto. Rosolate il coniglio in un tegame con 4 cucchiai d’olio, l’alloro, gli spicchi d’aglio sbucciati e affettati. Bagnate con un po’ di vino e fatelo evaporare a fuoco vivace, salate e pepate e continuate la cottura a fuoco moderato, aggiungendo se necessario, poca acqua calda, per 30 minuti. Unite i cavoletti al coniglio e regolate di sale e pepe e continuate la cottura per altri 15 minuti. Aggiungete un po’ di prezzemolo tritato mescolate e spegnete il fuoco. Servite caldo.

 

 

 

 

Piccoli Muffin di Mirtilli e Cioccolato

Per 6 persone

 

Ingredienti:

280 gr di farina, 100 gr di mirtilli, 100 gr di gocce di cioccolato per pasticceria, 120 gr di burro, 180 gr di zucchero semolato, 2 uova, 1,5 dl di latte, 1 bustina di lievito in polvere per dolci, vanillina, sale.

Montare 100 gr di burro prima lasciato ammorbidire a temperatura ambiente con lo zucchero semolato, sino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Unire le uova, la bustina di vanillina, un pizzico di sale. Mescolare bene e poi incorporare la farina prima mescolata con il lievito. Infine aggiungere un filo di latte. Dividere il composto in 2 ciotole. A una aggiungere i mirtilli, mescolando delicatamente. All’altra aggiungere le gocce di cioccolato. Versare i composti negli appositi stampini per muffins prima imburrati e infarinati, avendo cura di riempirli per metà altezza. Farli cuocere in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti. Sfornarli e sformarli quando saranno raffreddati.

 

 

Lo Sapevate Che: Scoperto il carbonio – 14: Strumento prezioso per disegnare la carta d'identità di un fossile, il carbonio-14 o radiocarbonio venne scoperto nel 1940 da due ricercatori americani, Martin Kamen e Sam Ruben.


Il Carbonio 14 e le datazioni storiche

Il Carbonio 14 fu scoperto il 27 febbraio 1940 da Martin Kamen, biochimico di origini canadesi, e Sam Ruben, biochimico statunitense; entrambi avevano partecipato al Progetto Manhattan. La scoperta avvenne nel laboratorio radiologico dell’Università della California situata a Berkeley. Il carbonio 14 o radiocarbonio è composto da 6 protoni e 8 neutroni ed è un isotopo radioattivo del carbonio che attraverso il decadimento β si trasforma in azoto, processo che avviene con un tempo di dimezzamento medio di 5.730 anni. Tale scoperta ha permesso la realizzazione del metodo 14C, Carbonio 14, attraverso il quale è possibile datare tracce e resti umani, animali, fibre vegetali, strutture in legno e tutti quei reperti fossili e archeologici che conservano una traccia di carbonio.



 Come avviene la datazione

Tutti gli organismi viventi conservano, nell’arco della loro vita, una certa quantità di carbonio. Tale quantità non subisce rilevanti cambiamenti quando un organismo cessa di vivere. Conoscendo la quantità di carbonio 14 presente nell’organismo fino ad un istante prima che sopraggiunga la sua morte e potendo calcolare il periodo di decadimento di tale quantità, si può formulare un’ipotesi abbastanza precisa del tempo passato dalla morte di tale organismo. Tale metodo permette di datare reperti vecchi di 60.000 anni. Questo metodo, utilizzato soprattutto in archeologia, paleontologia, geologia e geofisica, fu ideato dal chimico statunitense Willard Frank Libby nel 1947.

https://cultura.biografieonline.it/carbonio-14-datazioni/

Lo Sapevate Che: Mal: Tra i più noti esponenti della beat music, è stato un protagonista della scena italiana negli anni Sessanta e Settanta.

Sole, pioggia, vento ...e Furia!

È molto probabile che Paul Bradley Couling diventi immortale. Anche se, a dire la verità, pochi lo conoscono con il suo vero nome bensì con il più memorizzabile nome d'arte di Mal. Ne siamo convinti: passerà alla storia. Perché chiunque fischietterà un certo celebre motivetto che esalta le gesta di un cavallo particolarmente intelligente e coraggioso sempre avrà l'impulso, c'è da scommetterlo, di andare a scoprire chi è quel tale che lo cantava e che l'ha portato al successo. E scoprirà appunto che quel tale era Mal. E siccome il motivetto in questione ormai è diventato quasi una cantilena di stampo popolare, il gioco è fatto.

Forse i posteri avranno anche il bisogno di andare a verificare chi era Furia il cavallo del west, l'animale protagonista della canzone in questione, ma per il momento i contemporanei sanno benissimo di cosa si tratta e di chi è quella voce un po' sghemba e dall'italiano incerto che la canta.

Mal è nato il 27 febbraio 1943 a Llanfrechfa, nel Galles, ed è comprensibile che non mastichi benissimo la nostra lingua, soprattutto quando nei lontani anni '60 era da poco approdato in Italia dopo aver mietuto successo all'estero.

Mal ha sempre avuto il canto nel sangue. Cantò per la prima volta al matrimonio della sorella di uno dei componenti della band dei Meteors che, dopo i festeggiamenti, gli proposero di unirsi a loro. È solo l'inizio perchè da lì a poco diventa il leader dei Primitives, gruppo beat approdato in Italia nel 1966 e che lancia Mal fra la gioventù di allora.

Finita l'esperienza Primitives Mal resta in Italia in cerca di una carriera da solista. Diventa nientemeno che l'idolo delle adolescenti nel periodo 1968-1970, dedicandosi, grazie al suo volto intrigante, anche ai fotoromanzi.

Partecipazioni televisive, articoli e soprattutto una serie di incredibili canzoni ("Bambolina", "Betty Blu", "Tu sei bella come sei" - Sanremo 1969, con gli Showmen, etc), lo affermano definitivamente.

Nell'estate 1969 il tormentone è "Pensiero d'amore": centinaia di migliaia di copie vendute, premi importanti e, soprattutto, esordio di Mal sul grande schermo.

Nei due anni successivi gira quattro film di incredibile successo: "Pensiero d'amore", "Lacrime d'amore" (sequel del primo, entrambi con Silvia Dionisio), "Avventura a Montecarlo - Terzo canale" e "Amore Formula Due".

Ma i tempi cambiano rapidamente, regola che vale soprattutto nei turbolenti anni '70, e Mal faticando ad adeguarsi rischia sempre di più di appartenere al passato.

Mentre la sua stella declina in Italia, si trasferisce in Germania dove insieme ad un suo caro amico, Ricky Shayne, diventa un numero uno. La canzone "Mighty mighty roly poly" è un successo in tutta l'Europa del nord, seguita dalla cover di John Kongos, "He's gonna step on you" e da quella di "Canto di Osanna" dei Delirium (che in tedesco diventa "Oh Susanna"!).

In Italia quasi tutti se lo sono dimenticati, ma improvvisamente nel 1975 riappare in classifica nientemeno che con una canzone del 1932 di Vittorio De Sica, quella "Parlami d'amore Mariù"; questa canzone ben si addice al nuovo ruolo di cantante melodico, pronto a cavalcare l'onda del successo incidendo vecchi brani come "Jealousie". Ma ancora non è tutto.

Mal nasconde un altro asso nella manica, anche se ancora lui non lo sa. È il buon vecchio Furia, telefilm al momento bisognoso di un lancio adeguato. Niente da dire: la fortunata sigla ha contribuito non poco a piazzare migliaia di ragazzini davanti al teleschermo per seguire le gesta del cavallo "che beve solo caffè" (come recita il testo), facendo la fortuna sia di Furia che di Mal.

Questo successo dà il via a una fortunata carriera di interprete di sigle per bambini, che in un certo senso purtroppo lo relega per anni in un ruolo che ne sminuisce le doti canore. Lui si arrabatta come può. Appare in televisione ne "Il Dirigibile", in coppia con Maria Giovanna Elmi; nel 1979 rappresenta l'Italia al Festival Internazionale di Tokyo (assicurandosi il primo premio come migliore interprete), dopodiché firma per la Baby Records per cui tornerà a incidere qualcosa di più "canonico": un album in lingua inglese, "Silhouette", col nome di Paul Bradley, ed un esperimento dance, "Cooperation".

Nel 1982 partecipa al Festival di Sanremo con "Sei la mia donna"; due anni dopo, in seguito alla chiusura della Baby Records, ritorna in tour come un bravo artigiano della musica.

Gli anni '80 lo vedono impegnato su più fronti pur mantenendo un basso profilo: un nuovo contratto e l'inizio di una carriera teatrale (condita dalle solite comparsate televisive).

Durante gli anni '90 Mal diventa papà ma non accenna a fermarsi: i soliti concerti, altre incisioni e, soprattutto, di nuovo teatro (questa volta nell'edizione italiana di "Grease" con Cuccarini/Ingrassia, dove ricopre il ruolo di Teen Angel, che sullo schermo fu di Frankie Avalon) e televisione ("L'Ultimo Valzer", "La sai l'ultima", "Viva Napoli", "I ragazzi irresistibili").

Ancora oggi, dopo trent'anni di onorata carriera, Mal è costantemente impegnato in serate in piazze e locali d'Italia, capace di trascinare con sé una lunga scia di fan che, come lui, ancora amano i mitici anni '60.

Nel 2005 Mal è stato tra i protagonisti de "La Fattoria", uno dei reality show di Canale 5 che hanno avuto più successo, classificandosi secondo.

https://biografieonline.it/biografia-mal

Lo Sapevate Che: Elizabeth Taylor: Ultima diva dell'epoca d'oro di Hollywood, con i suoi occhi viola ha rappresentato un'icona di talento, fascino e sensualità senza tempo.

 

 Ti rendi conto di chi siano i tuoi veri amici quando sei coinvolto in uno scandalo.

Elizabeth Taylor

Impossibile da non amare

Una delle più grandi star della storia di Hollywood, e senza dubbio una delle attrici più affascinanti, sensibili e raffinate che il cinema abbia mai avuto. La sua immagine divistica e l'attenzione della stampa per i suoi numerosi quanto burrascosi matrimoni, hanno purtroppo rischiato di spostare l'attenzione dal suo grande talento. Ma lei ha sempre affrontato la vita di petto, mettendosi sempre in gioco e deliziando intere generazioni di spettatori con un talento e un sex-appeal fuori dal comune.

Bruna, dal volto perfetto e dallo sguardo irresistibile, la grande Elizabeth Taylor nasce a Londra, in Inghilterra, il 27 febbraio 1932. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si trasferisce con la famiglia in America, e a soli dieci anni debutta nel cinema in una piccola parte in "There's One Born Every Minute".

Messa sotto contratto con la Metro Goldwyn Mayer, prende parte in ruoli di giovane protagonista in film come "Torna a casa, Lassie!" (Lassie Come Home, 1943) di Fred MacLeod Wilcox, e "Gran Premio" (National Velvet, 1944) di Clarence Brown, nei quali riesce a farsi notare per una dolcezza per niente leziosa, e una sensibilità che da una bambina neanche adolescente non ci si aspetterebbe.

Con l'adolescenza la giovane Elizabeth sviluppa disinvoltura e forza di carattere, così, a partire dai primi anni '50, riesce a scrollarsi di dosso i ruoli di ragazzina fragile in cerca d'amore, per passare a quelli di giovani donne che sanno quello che vogliono, ma con una insicurezza di fondo che la porta a cercare nell'uomo amato la propria completezza. E lei li interpreta splendidamente. Il primo di questi ruoli è quello dell'affascinante ragazza dell'alta società che continua ad amare il suo uomo anche quando lo scopre reo di omicidio in "Un posto al sole" (A Place in the Sun, 1951) di George Stevens.

In questo film nasce il sodalizio artistico e affettivo con Montgomery Clift. La Taylor si innamora subito del problematico e affascinante attore omosessuale, ma quando lui le fa capire le sue vere tendenze, lei gli resterà comunque al fianco come leale e affettuosa amica. Sarà proprio lei a salvargli la vita quando, una sera del 1956, dopo un party a casa di Elizabeth, Clift finisce con l'auto in un burrone e lei gli presta i primi e necessari soccorsi.

Con la maturità e la forza di carattere Elizabeth Taylor continua ad affrontare ruoli di donne conturbanti e volitive, ma con una certa insicurezza latente, con una sempre più vasta gamma espressiva. A tal proposito la ricordiamo come bella e ricca ragazza del Sud contesa tra due uomini nel coinvolgente "Il gigante" (Giant, 1956) di George Stevens, con Rock Hudson e James Dean; come avvenente bruna con turbe infantili e incubi razziali che si fa sposare con l'inganno ne "L'albero della vita" (Raintree County, 1957) di Edward Dmytryk; come bella e insoddisfatta moglie di un ex-atleta nevrotico nel morboso "La gatta sul tetto che scotta" (Cat on a Hot Tin Roof, 1958) di Richard Brooks, tratto dal celebre dramma teatrale di Tennessee Williams; e come introversa ragazza che rischia di essere lobotomizzata perché dimentichi di aver assistito ad un terribile omicidio in "Improvvisamente l'estate scorsa" (Suddenly, Last Summer, 1959) di Joseph L. Mankiewicz, sempre tratto da Williams.

Le sue interpretazioni di questo periodo mostrano una sorprendente incisività interpretativa, e un uso sapiente che ormai l'adulta e prosperosa attrice fa della sua provocante femminilità. Ma mentre diventa la più grande star di Hollywood, la Taylor fa anche avanti e dietro dall'altare: negli '50 infatti l'attrice si sposa per ben quattro volte.

Il primo matrimonio (1950-51) è quello con Conrad Hilton jr., il proprietario di una celebre catena d'alberghi; il secondo (1952-57) è con l'attore inglese Michael Wilding, da cui ha due figli, Michael Howard e Christopher Edward; il terzo (1957-58) è quello con l'impresario Michael Todd, molto più maturo di lei e che sarebbe morto un anno dopo averla sposata, da cui ha una bambina, Liza; il quarto (1959-64) invece è con l'attore Eddie Fisher, "rubato" all'attrice Debbie Reynolds, così che Liz si guadagna l'appellativo di "rovina famiglie".

Nel 1960, dopo aver vinto un Oscar per l'interpretazione della squillo di lusso che tenta invano di riprendersi una vecchia fiamma nel mediocre "Venere in visone" (Butterfield 8, 1960) di Daniel Mann, l'attrice comincia malvolentieri, ma con un compenso di 1 milione di dollari, la travagliata lavorazione di un kolossal destinato a fallire: "Cleopatra". Il budget è tra i più elevati della storia di Hollywood, e la regia passa in breve tempo dalle mani di Rouben Mamoulian a quelle di Joseph L Mankiewicz.

Dopo vari problemi il film esce nelle sale nel 1963, ottenendo un enorme fiasco al botteghino. L'interpretazione di Elizabeth della "regina del Nilo" è comunque convincente, e la sua bellezza è sempre intrigante, ma questo disastroso polpettone verrà ricordato per motivi tutt'altro che artistici.

Sul set del film, nei panni di Cleopatra, infatti l'attrice e il suo co-protagonista, l'affascinante attore inglese Richard Burton, si innamorano follemente l'una dell'altro. Nascerà così un'appassionata quanto travagliata storia d'amore sfociata per ben due volte nel matrimonio (1964-74 e 1975-76), e seguita dalla stampa e dalla gente di tutto il mondo, conclusasi tristemente con la prematura morte di Burton nel 1984, a causa di un'emorragia cerebrale.

Passioni e follie della vera vita coniugale vengono rappresentate con grande istrionismo dalla coppia in una serie di indimenticabili film: uno su tutti il morboso "Chi ha paura di Virginia Woolf?" (Who's Afraid of Virginia Woolf?, 1966) di Mike Nichols. In questo film Burton e la Taylor interpretano rispettivamente un professore di storia e la moglie isterica e semialcolizzata, che coinvolgono una coppia di ospiti nelle loro liti furiose. Elizabeth Taylor è straordinaria in questo ruolo: non ha paura ad ingrassare e a farsi imbruttire, per dimostrare tutto la sua vivacità di spirito, prendendo in giro il suo status di sex-symbol di Hollywood. Per questa sua magnifica interpretazione riceve un meritatissimo premio Oscar.

A cavallo tra gli anni '60 e i primi anni '70 la coppia Taylor-Burton fa faville sullo schermo in una serie di film decisamente riusciti, come "La bisbetica domata" (The Taming of the Shrew, 1967) di Franco Zeffirelli, "La scogliera dei desideri" (Boom!, 1968) di Joseph Losey, e "Divorzia lui, divorzia lei" (Divorce his - Divorce hers, 1973) di Waris Hussein. Ma l'attrice continua a mietere successi anche da sola, regalando mirabili interpretazioni, come quella della moglie fedifraga di un maggiore dell'esercito segretamente omosessuale nel suggestivo "Riflessi in un occhio d'oro" (Reflections in a Golden Eye, 1967) di John Huston; della prostituta che dopo aver perso la figlia accetta la proposta di una nevrotica ragazza ricca di fingersi sua madre nell'ambiguo "Cerimonia segreta" (Secret Ceremony, 1968) di Joseph Losey; e della ballerina sposata per interessi che vorrebbe legarsi a un giovane giocatore d'azzardo nel doloroso "L'unico gioco in città" (The Only Game in Town, 1970) di George Stevens.

Gli anni '70 sono segnati dai tira e molla con Burton e dalla partecipazione a pellicole spesso deludenti. Sul finire del decennio fa scalpore il suo matrimonio (1976-82) con il politico John W. Warner, senatore della Virginia. L'attrice passa così dai party hollywoodiani alle cene con senatori e capi di stato.

Negli anni '80 la sua silhouette si fa più tondeggiante e la parte debordante e salace della sua personalità ha ormai preso il sopravvento su quella più raffinata e sensuale, ma Elizabeth Taylor dimostra di essere l'indomita e generosa donna di sempre, impegnandosi in prima persona per la creazione di una fondazione per la cura dell'AIDS.

Non abbandona le scene, dedicandosi con grande successo sia al teatro (la sua interpretazione della gelida Regina nel dramma "Le piccole volpi", di Lillian Hellman, le fa guadagnare nel 1981 una nomination ai Tony) che alla tv. Contemporaneamente però continua col vizio per gli alcolici (appreso da Burton) e con l'eccessivo uso di farmaci. Nel 1984 viene ricoverata in una clinica per disintossicarsi, e ne esce sobria e con un nuovo marito, il carpentiere Larry Fortensky. Questa bizzarra unione non può non far scalpore, e durerà solo poco tempo (1991-96).

Negli ultimi anni di vita Elizabeth Taylor ha continuato la sua campagna di sensibilizzazione in favore dell'AIDS, e a raccogliere fondi per finanziare la ricerca, senza smettere di giocare con la sua immagine di ex-icona del sesso e di diva dello schermo, e con il fascino, la dolcezza e l'umorismo a cui ha sempre abituato il suo pubblico.

Da tempo malata di cuore Liz Tayolr muore il 23 marzo 2011 presso il Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles (California, USA), all'età di 79 anni.

https://biografieonline.it/biografia-elizabeth-taylor

domenica 26 febbraio 2023

Lo Sapevate Che: 26 febbraio 1935: Watson-Watt dimostra il funzionamento del radar

 

Per l'Italia di Marconi rappresentò uno smacco veder attribuito a un fisico britannico il merito di aver realizzato il primo sistema di telerilevamento. Per la Germania nazista fu tra le principali ragioni della sconfitta nella Seconda guerra mondiale. Nei cieli e mari dell'epoca contemporanea, sempre più trafficati, è uno strumento di viaggio insostituibile.


Dagli studi del tedesco Hertz (1886) sulla capacità di riflettere onde radio attraverso oggetti solidi, si erano susseguiti numerosi tentativi di realizzare un apparecchio per la rilevazione degli impulsi elettromagnetici, applicati soprattutto alla meteorologia. Esperimenti simili stava conducendo il fisico scozzese Robert Watson-Watt, quando fu incaricato dall'Ufficio Meteorologico del Regno Unito. Qui mise a punto un sistema di mappatura dei temporali, in grado di captare a distanza i segnali radio generati dai fulmini.

In questa scoperta il governo inglese intravide un'enorme potenzialità da utilizzare in campo militare, per la localizzazione di ostacoli lontani in campo aereo e navale. Watt si trovò a lavorare con l'illustre collega Edward Victor Appleton (Premio Nobel per la fisica 1947) a una rete di antenne che inviava il segnale verso l'alto, fino a raggiungere la ionosfera dove veniva riflesso riportando alla fonte informazioni sull'esatta distanza dalla sorgente di un dato corpo.

Il punto di svolta si verificò allorché Watt individuò il modo di rendere visibili su uno schermo i segnali radio riflessi e tracciarne la durata della loro propagazione. La prima dimostrazione del telerilevamento avvenne il 26 febbraio del 1935, nel corso della quale Watt riuscì a captare l'esatta posizione di un aereo in regime di silenzio radio e avvolto dalla nebbia. Il risultato fu che quattro anni dopo la Gran Bretagna si trovò disseminata di stazioni radar che avvertivano l'avvicinarsi di aerei nemici a 120 km di distanza.

Questa tecnologia, cui nel 1940 la Marina degli Stati Uniti diede il nome di RADAR (RAdio Detection And Ranging, in italiano "radio-rivelatore e misuratore di distanza"), influì sulle sorti del secondo conflitto mondiale, a discapito della Germania che ne aveva sottovalutato la portata "militare". Da quel momento ogni aereo e nave lo ebbero in dotazione, aumentando gli standard di sicurezza nel trasporto passeggeri e nelle rotte commerciali.

Sebbene le cronache storiche continuino a riconoscere in Watt l'inventore del radar moderno, nessuno può negare che qualcuno prima di lui avesse già compreso il criterio alla base del suo funzionamento. Quel qualcuno era Guglielmo Marconi che nel 1922, in occasione del Congresso degli ingegneri americani a New York, annunciò che era molto vicino a realizzare un marchingegno in grado di rendere visibili gli oggetti in condizioni di buio totale e di nebbia.

La sua sfortuna fu che le alte gerarchie dell'esercito regio italiano non ritennero di dover finanziare gli studi del fisico bolognese, che alla fine s'indirizzò verso l'utilizzo delle microonde nella radiotelegrafia delle navi in luogo di scarsa visibilità. L'assenza di un'industria nazionale elettronica fece sì che si dovesse aspettare il 1950 per veder nascere in Italia la prima produzione di radar su scala industriale. Un ritardo che a Marconi costò un prestigioso primato scientifico.

https://www.sanmarinortv.sm/news/attualita-c4/26-febbraio-1935-watson-watt-dimostra-funzionamento-radar-a53908

 

 

Lo Sapevate Che: Michael Bolton: Nome d'arte di Michael Bolotin (New Haven, 26 febbraio 1955), è un cantautore statunitense. È interprete anche di brani scritti da altri autori. I suoi successi comprendono 7 album che hanno raggiunto la top ten statunitense e 2 singoli al numero uno sulle classifiche, inoltre premi sia da American Music Awards sia Grammy.



“A volte scopri che quello che volevi non era realmente quello di cui avevi bisogno.” Michael Bolton


Nato in una famiglia russo-ebraica di New Haven (Connecticut), ha raggiunto il successo tra i trentacinque e i quarant'anni come solista vocale nel genere easy listening, caratterizzato dall'impiego di melodie e tematiche che attraggono il grande pubblico musicale.

Aveva avuto tuttavia il suo primo contratto con una casa discografica già dall'età di 15 anni suonando - con il suo vero nome - con un gruppo musicale hard rock chiamato Blackjack, del quale aveva anche fatto parte il chitarrista dei Kiss Bruce Kulick. Il complesso aveva realizzato un tour anche con il cantante heavy metal Ozzy Osbourne.

Bolton, iniziò poi a registrare dischi con il nuovo nome d'arte nel 1983, dopo aver incontrato il successo come autore con la stesura del brano "How Am I Supposed To Live Without You", scritto per Laura Branigan, già nota per aver cantato un classico della disco-pop: "Gloria".

Bolton è padre di tre figlie, nate a metà degli anni settanta. I loro nomi sono Isa, Holly e Taryn.

Nel primo periodo della carriera solista, con gli album "Michael Bolton", "Everybody's Crazy" e "The Hunger" si afferma come la punta di diamante della scena AOR statunitense e mondiale. In questi album c'è la prolifica collaborazione con Jim Valliance e con il tastierista e arrangiatore Mark Mangold.

Stranamente, fra i maggiori successi come cantante del prolifico autore, si possono annoverare la cover di un brano di Otis Redding, (Sittin' on) the Dock of the Bay e quella di When a Man Loves a Woman. La maggior parte delle registrazioni di Bolton sono comunque costituite da materiale originale ed ha scritto canzoni per molti artisti, tra cui Barbra Streisand, KISS, Kenny Rogers, Kenny G, Peabo Bryson e Patti LaBelle.

Fu uno dei papabili sostituti di Steve Perry, cantante dei Journey, poi però il progetto non andò in porto. Questo avvicinamento alla AOR band americana era dettata dall'amicizia che legava Bolton al tastierista Jonathan Cain e al chitarrista Neal Schon, entrambi presenti nella line-up di incisione del disco "The Hunger"

Tra i primi collaboratori di Bolton nella scrittura di testi e musiche figurano Doug James e Mark Mangold e man mano che la sua fama è cresciuta, iniziò a scrivere insieme ad autori noti, tra cui Babyface, Diane Warren e Bob Dylan. Come cantante, sono da ricordare le sue esecuzioni in stile operatic pop con Plácido Domingo, Luciano Pavarotti, Renee Fleming, Patti LaBelle, Ray Charles, Percy Sledge, Wynonna Judd e BB King.

Ha anche contribuito alle colonne sonore di numerosi film tra i quali i più famosi sono quello della Disney "Hercules" con la canzone "Go the distance" e "Only you" con il brano "Once in a lifetime".

Numerosi sono i generi musicali da lui affrontati nel corso della sua lunga carriera: inizia dall'hard rock per poi passare al soul (che lo farà conoscere al mondo), si dedicherà alla lirica in chiave pop (operatic pop) e, più recentemente, anche al jazz, con la pubblicazione di due album omaggio ai grandi del jazz, "Vintage" e "Bolton Swings Sinatra". In quest'ultimo album in particolare troviamo un duetto con la sua attuale compagna, l'attrice Nicolette Sheridan.

È uno dei tre artisti che nella storia del Festival di Sanremo hanno ottenuto una richiesta di bis, le altri due sono Mireille Mathieu e Whitney Houston. È tornato a Sanremo nel 2008, questa volta per duettare con Anna Tatangelo nella canzone Il mio amico.

Ha duettato con molti artisti, fra cui una giovanissima Céline Dion, che all'epoca apriva i suoi concerti americani.

Nel 1993 ha fondato la Michael Bolton Foundation (ora Michael Bolton Charities, Inc.) con lo scopo di assistere donne e bambini dai rischi della povertà e degli abusi. La fondazione ha permesso di devolvere oltre 3,7 milioni di dollari ad associazioni di assistenza locali e nazionali.

Bolton è anche presidente onorario di altre associazioni benefiche e di assistenza e nel marzo 2003, Bolton si è fatto promotore insieme con Lifetime Television, Verizon Wireless e molti altri di una National Coalition Against Domestic Violence, chiedendo una legislazione per fornire maggiore assistenza alle vittime della violenza domestica, ad esempio con servizi di alloggio alternativo realmente alla portata delle vittime stesse.

Numerose sono le onorificenze ricevute da Bolton per le sue attività musicali e ancor di maggior rilievo lo sono quelle per le attività filantropiche. La Hollywood Chamber of Commerce ha riconosciuto a Bolton una stella sulla celebre "Walk of Fame" per i suoi contributi musicali e assistenziali.

Il 1 ottobre 2008 durante la trasmissione Carramba che fortuna ha interpretato Tanti auguri (com'è bello far l'amore da Trieste in giù) in duetto con Raffaella Carrà.

Fonte: wikipedia.org

https://www.musictory.it/musica/Michael+Bolton/Biografia

 

Lo Sapevate Che: Victor Hugo: Tra i maggiori autori della letteratura europea, con i suoi romanzi si fece interprete delle voci degli umili e dei diseredati, battendosi per una società più giusta anche sul piano politico.


La suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è o, meglio, di essere amati a dispetto di quello che si è.” Victor Hugo

 

Teatro romantico

Victor Hugo nacque il 26 febbraio 1802 a Besançon (Francia). Suo padre, Leopold-Sigisberg Hugo, generale dell'esercito napoleonico, seguì in Italia e in Spagna Giuseppe Bonaparte, e i figli e la moglie, Sofia Trebuchet, gli furono accanto nei suoi spostamenti. La Restaurazione pose fine a questo vagabondare. Dal 1815 al 1818, Victor visse a Parigi nel convitto Cordier dove il padre avrebbe voluto preparasse gli esami per essere ammesso all'Ecole Polytechnique.

Hugo uscì invece dall'Istituto ben convinto di dedicarsi alla letteratura e nel 1819 fondò con il fratello Abel il foglio "Il conservatore letterario". Nel 1822 i suoi primi scritti di intonazione monarchica e cattolica "Odi e poesie diverse", gli fruttarono dal re Luigi XVIII una pensione di 1000 franchi che fu accresciuta nel 1823 per la pubblicazione di "Han d'Islande". Lo stesso anno sposò Adele Foucher. Da questo matrimonio nacquero cinque figli. Sono di questi anni i suoi primi contatti con i circoli romantici parigini, primo fra tutti quello di Jacques Nodier alla Biblioteca dell'Arsenal, è del 1827 il "Cromwell", il dramma la cui prefazione è considerata giustamente il manifesto delle nuove teorie romantiche.

In quella prefazione, in sostanza, vi è un tentativo di definizione del gusto dell'uomo moderno per il dramma, genere fondato sui contrasti, sulla presenza del comico come del tragico, e soprattutto del grottesco (immagine della vita cara allo scrittore), e tradotta da un verso nuovo, aperto alle libere risorse della prosa. Lo sperimentalismo è alla radice delle opere di questo periodo. Il gusto dell'oriente, degli archeologi, di pittori come Delacroix, trovò riscontro nella sua produzione degli anni 1825-28 e sfociò nella pubblicazione di "Le Orientali ".

Nel 1830, poiché il "Cromwell" era un dramma di troppo vasta mole per essere rappresentato, sulla base delle teorie esposte, portò sulle scene l'"Hernani". Fu la battaglia decisiva e Victor Hugo fu riconosciuto capo della nuova scuola romantica. Gli scritti si susseguirono allora numerosi: opere drammatiche ("Marion Delorme" 1831; "Il re si diverte" 1832; "Lucrezia Borgia", "Maria Tudor", "Rui Blas", 1838); un romanzo ("Nôtre Dame de Paris"), quattro volumi di versi ("Le foglie d'autunno" 1831; "I canti del crepuscolo" 1835; "Le voci interiori" 1837; "I raggi e le ombre" 1840), e nel 1841 divenne membro dell'Accademia Francese. Due avvenimenti interruppero nel 1843 per un decennio la sua attività letteraria: la morte di sua figlia Léopoldine e l'insuccesso del dramma "I burgravi", che determinò la sua rinuncia al teatro.

Nel 1845 venne nominato da Luigi Filippo Pari di Francia, nel 1848 deputato all'Assemblea Costituente, dove fu uno dei più fieri avversari del presidente Luigi Bonaparte. Ma il colpo di stato del 1851 segnò per lui l'inizio dell'esilio, di quell'esilio che doveva durare fino al 4 settembre 1870. Furono letterariamente anni molti fecondi: nel 1853 pubblicò "Le punizioni", aspra satira contro Napoleone III, nel 1856 "Le contemplazioni", nel 1859 la prima serie della "Leggenda dei secoli" (il seguito uscirà nel 1877 e nel 1883), nel 1862 i "Miserabili". Rientrò a Parigi dopo il crollo del III impero, entrò nel Senato nel 1876 e morì il 22 maggio 1885. Le sue esequie furono un'apoteosi; la sua salma fu lasciata per una notte sotto l'Arco di Trionfo dei Campi Elisi e vegliata da dodici poeti.

Un altro suo capolavoro, "L'ultimo giorno di un condannato", fu pubblicato anonimo nel 1829.

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