La foresta della medicina online è intricata e il più delle
volte le informazioni sono prive di spessore scientifico. In questa selva si è
perso anche un genietto del computer come Antonio Chirato, 25 anni, siciliano
trapiantato a Torino per studiare ingegneria Informatica al Politecnico.
“Servirebbe un Google della Sanità”, ha pensato Antonio mentre digitava la
parola “Acufene” su Internet. E’ un persistente fischio nelle orecchie, da sei
anni ne soffre suo padre. “Mi mettevo online, cercavo uno specialista, una cura
nuova, una patologia scatenante. Ma era sempre fuffa”. Così Chirato ha deciso
di inventarlo lui il motore di ricerca per la medicina, che fosse certificato e
in rete con ospedali, cliniche, farmacie, professionisti. Si chiama Toc Therapy
e per il momento è una piattaforma online pronta per essere avviata. Manca solo
il contributo di medici e ospedali disposti a far circolare informazioni vere.
Antonio, insieme ai compagni di università Marco Bartolotta, Giovanni Giannandrea
e Carmine Sacco, è entrato nei Treatabit, l’anticamera dell’incubatore di start
up del Politecnico di Torino. E Toc Therapy è stata selezionata fra le 21 start
up più innovative nel campo medico-farmaceutico dai superesperti di Cosmofarma,
evento di BolognaFiere leader in Europa nel mondo della farmacia. Con Toc
Therapy ogni utente crea una pagina personale e inserisce la patologia o il
disturbo di cui è affetto nel motore di ricerca. Le risposte provengono dai
centri medici, privati o pubblici, che indicano il tipo di cura disponibile, il
tempo di attesa per visite e interventi, il costo, gli specialisti più
affermati. Si punta così a sostituire l’incertezza della raccolta di
informazioni sanitarie, oggi affidate al passaparola e al consiglio di forum
online. “Non vogliamo sostituirci al medico di famiglia, ma creare
un’applicazione digitale in grado di aiutare la persona a trovare un bravo
specialista o il centro di cura più adatto, perché in Italia non esiste”, dice
Chirato, che snocciola dati: il 49,1 per cento della popolazione usa internet
come consigliere della salute, e la fiducia nelle risposte di Google è
altissima: il 62,8 per cento ci crede e solo l’1 per cento della popolazione
non si fida. I dirigenti della Regione Piemonte sono pronti ad aderire perché
riconoscono che Toc Therapy risponde a una falla del sistema, incapace di
comunicare ai cittadini le potenzialità del servizio sanitario, il primo
ospedale interessato alla sperimentazione è il Regina Margherita di Torino, ma
gli ostacoli non sono pochi: “Le strutture sanitarie hanno un pessimo rapporto
con la tecnologia. E non accettano volentieri di pubblicare online statistiche,
tempi di attesa e performance che poi dovranno confrontarsi con quelle di
decine di altri ospedali che aderiranno al progetto”, spiega Antonio. Dunque
Toc Therapy è pronta, lo sarà anche il servizio sanitario?
Gloria Riva – Rapporto medico paziente – L’Espresso – 14
maggio 2015 -
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