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venerdì 29 maggio 2015

Lo Sapevate che: L'unica vera meraviglia nell'Italia di oggi sono le invenzioni di Crozza...



Siamo stati per anni il Paese più indipendente del mondo, insieme al Brasile, dove il Berlusconi locale, Collor de Mello, è durato assai meno. Ora l’oggettiva noia dell’offerta televisiva, uguale a se stessa da una vita, e il soporifero allineamento dell’informazione – per distinguere un tg dall’altro ormai bisogna guardare il logo – sono d’aiuto a disintossicarsi. Tolti film e sport, per molti gli appuntamenti da non perdere si riducono a pochi e per alcuni a uno solo, Crozza nel Paese delle Meraviglie: è una meraviglia vera che sia sopravissuto un personaggio così talentuoso e intelligente, tanto da migliorare anno dopo anno, in controtendenza rispetto alla generale perdita di idee e di senso. In Italia si tende spesso a sottovalutare non solo e non tanto quello che siamo, ma quello che siamo stati. Nelle polemiche sulla scuola, per dire, quasi nessuno ha ricordato che la scuola pubblica italiana, con i suoi limiti, è stata a lungo una delle migliori del mondo. Così si tende a dimenticare che anche la tv italiana è stata un fattore di straordinario progresso per il Paese. Se oggi entrambe sono decadute non è certo colpa do chi vi lavora, semmai dei continui interventi politici. In un Paese che storicamente ha sempre avuto una finta satira di regime, la tv pubblica, nonostante una censura occhiuta, ha contribuito a diffondere il gusto per la libera satira delle grandi democrazie. Fin dai tempi di Vianello e Tognazzi, poi attraverso Dario Fo e Franca Rame, e poi il primo Roberto Benigni del leggendario Tele Vacca , le bande di Renzo Arbore fino alla tv delle ragazze e all’Ottavo Nano di Serena Dandini, con i fratelli Guzzanti, Neri Marcorè e tanti altri. Di tanto genio satirico oggi Maurizio Crozza è il degno erede e al tempo stesso un grande innovatore. Crozza non fa vecchia satira di costume, non fa tradizionale satira politica e non usa ringare le masse. In realtà fa tutto questo insieme: si è inventato un genere nuovo mescolando strumenti diversi, così come alcuni fra i migliori scrittori contemporanei hanno reinventato la narrativa lavorando sui confini  fra romanzo e inchiesta giornalistica. Le maschere di Crozza, da Razzi a Marchionne, non sono caricature divertenti o peggio imitazioni buffe di tipi d’attualità, piuttosto autentiche folgorazioni antropologiche, più vere dell’originale. Tanto da condizionarlo. Alla fine sono gli imitati a inseguire l’imitatore. Perché in fondo è l’imitazione di Crozza ad aver conferito loro un senso. E’ quasi una missione, quella di Maurizio, riempire il vuoto della televisione e dei personaggi che la popolano.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 22 maggio 2015 -

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