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sabato 31 agosto 2019

Speciale: La sagra del Peperone di Carmagnola e le sue ricette...


Tutto pronto, a Carmagnola (Torino), per festeggiare il prodotto simbolo del suo territorio: il peperone di CarmagnolaDal 28 agosto al 6 settembre si festeggerà infatti Peperò, il nuovo nome della storica Sagra del peperone di Carmagnola, che così giunge alla sua 66esima edizione.
Il coulis di peperoni
Prendete due peperoni rossi, eliminate i semi, tagliateli a pezzi grossi e rosolateli con due cucchiai di olio di oliva e uno spicchio di aglio. Cuocete a fuoco basso per alcuni minuti, aggiungendo mezzo bicchiere di acqua e un pizzico di sale. Frullate e, se necessario, aggiungete ancora acqua, fino a che otterrete una crema morbida. Potrete utilizzarla come guarnizione per piatti di pesce, come aperitivo se spalmata su crostini di pane grigliato e strofinato con aglio, o come finger food se accompagnata a cubetti di formaggio feta, spolverati di zeste di limone e di olive taggiasche sott’olio tagliate sottili.
Mini flan di peperoni
Può essere uno sfizioso antipasto: lavate e togliete i semini a due peperoni, rossi o gialli, tagliateli a fettine sottili e disponeteli sul fondo di un bicchierino, unendo foglioline di menta tritate finemente.
Mettete 2 uova intere in una terrina, aggiungete 30 cl di panna, un pizzico di sale, pepe e qualche filo fresco di erba cipollina tritato. Mescolate energicamente e distribuite il composto nei bicchierini con i peperoni, fino a riempire 2/3 del bicchiere. Disponete i bicchieri in una pirofila riempita per i 2/3 di acqua calda. Infornate a forno già caldo a 175 °C e lasciate cuocere per 15 minuti. Per verificare che la cottura sia ultimata, inserite uno stuzzicadenti nel bicchiere: se esce pulito, è pronto.
Peperoni al vino cotto
Questa è una ricetta antica, legata alla tradizione. Può essere servita come contorno a un piatto di pesce, più leggero. Tagliate a grosse falde 5 peperoni di vari colori, puliteli e metteteli, bagnati, in una teglia in forno già caldo con mezzo bicchiere di acqua. Quando si saranno ammorbiditi, spostate la teglia sul fuoco, aggiungete un filo di olio e due spicchi di aglio, sale, pepe e qualche cucchiaio di vino cotto, che si ottiene da un litro di mosto cotto per oltre 3 ore, molto lentamente, sino a che non si sia ridotto di un terzo. Finita la cottura, si filtra con una garza di cotone e lo si imbottiglia conservandolo in dispensa. Se non avete a disposizione il vino cotto potete usare del vino rosso corposo sfumato con un po’ di zucchero.
Sorbetto al peperone rosso
Per chi i sorbetti li preferisce di verdura, prendete un peperone rosso già pulito, frullatelo con circa 250 gr di zucchero e il succo di un limone. Passate tutto al colino e aggiungete 300 gr di acqua e un pizzico di cannella. Trasferite il composto nella gelatiera. Quando l’impasto sarà cremoso,aggiungete 3 cucchiai di meringa (un albume montato fermissimo con 2 cucchiai di zucchero e un pizzico di sale) e servite il tutto con cialdine dipasta sfoglia fatte dorare per 15 minuti in forno.
E per finire… il tiramisù!
Infine, al posto del solito dolce, ecco una versione inconsueta del tiramisù: arrostite i peperoni interi nel forno sino a quando non saranno teneri. Avvolgeteli in un sacchetto di carta e, quando saranno intiepiditi, spellateli, privandoli anche dei semi. Metteteli poi a scolare in un colino avendo cura di raccogliere in una ciotola la loro acqua di cottura.
Frullate i peperoni, quindi mescolateli con le fruste a 150 gr di mascarpone. Riponete la crema in frigorifero. Versate un bicchiere di vino cotto in una ciotola, aggiungete l’acqua di cottura dei peperoni e imbevete in questo liquido dei dischi di pane nero ricavati con dei coppa pasta della stessa misura dei contenitori che adopererete per il tiramisù. In una pentola versate due bicchieri di vino cotto e un cucchiaio di zucchero, cuocete a fuoco lento sino a che non si sarà formata una glassa delicata. Date forma al tiramisù, ponendo un disco di pane nero imbevuto sul fondo, poi la crema di peperoni e un altro disco di pane, altra crema e terminate con la glassa. Servite subito. -
https://www.lacucinaitaliana.it/tutorial/i-consigli/cucinare-i-peperoni/

Lo Sapevate Che: Il Palio di Asti...


 Domenica primo settembre 2019 torna in scena il Palio d’Asti, tradizionale festa cittadina culminante in una corsa di cavalli montati a pelo, cioè senza sella. La popolare manifestazione, che vede gareggiare ventuno contendenti in rappresentanza di rioni, borghi e comuni del contado, affonda le proprie origini nell’ambito delle celebrazioni in omaggio al patrono cittadino, San Secondo, attestate sin dal XII secolo, ma risulta documentata per la prima volta nel 1275 quando, secondo la testimonianza di Guglielmo Ventura, speziale di professione e cronista per diletto, gli Astigiani, per dileggiare gli avversari, corsero il palio sotto le mura della città di Alba, arrecando danni e devastazioni alle vigne del circondario, com’era d’uso al tempo.
I fasti e la prosperità dell’Asti medioevale, derivanti dall’attività commerciale e creditizia, evocati ogni anno dal Palio e dalle manifestazioni correlate, sono confermati dalle parole di Ogerio Alfieri, antenato del celebre drammaturgo Vittorio, che ci informa come la sua città “nell’Anno del Signore 1280” fosse “colma di ricchezze, chiusa da solide e recenti mura e costituita quasi interamente da molti edifici, torri, palazzi e case da poco costruite”. Ogerio non manca poi di dispensare elogi ai concittadini astigiani giudicandoli “assennati e nobili, ricchi e potenti”.
Il Palio propriamente detto (dal latino pallium, telo di stoffa indossato sopra la tunica romana) è il grande drappo di velluto, congiunto ad un labaro (detto sendallo) con le insegne di Asti e l’effigie di San Secondo, che ogni anno si cuce in due esemplari: del primo viene fatto omaggio al patrono, San Secondo, mentre il secondo è oggetto di contesa tra i ventuno cavalieri impegnati nella corsa a cavallo di settembre. Dalla metà del Cinquecento, con il duca Emanuele Filiberto, furono i Savoia ad assumersi l’onere e l’onore di fornire i drappi alla città. Il Palio, inteso come pezza di velluto, si misura in rasi, antica misura piemontese corrispondente a 60 centimetri: sedici rasi per il Palio della corsa, dieci rasi per il Palio offerto al santo.
Ai nostri giorni la corsa è preceduta da un sontuoso corteo composto da oltre 1200 figuranti in bellissimi costumi d’epoca e da una serie di importanti eventi che scandiscono il periodo dell’attesa: le cene propiziatorie della vigilia, il Palio degli Sbandieratori o Paliotto, in programma il giovedì precedente, il Festival delle Sagre, grandiosa rassegna della cucina astigiana e piemontese con le Pro Loco della provincia che si radunano in Asti proponendo le specialità gastronomiche tipiche del contado.
Dalla metà del Trecento, sotto la signoria dei Visconti, si prese a correre il Palio “alla lunga”, cioè lungo le strade sterrate che da viale Pilone, estremo est della città, giungevano di fronte a palazzo Mazzetti di Frinco, dov’era fissato il traguardo, attraversando la centrale contrada Maestra (attuale corso Alfieri), mentre dal 1861 si tornò all’antico, con la competizione disputata in tondo o alla tonda, cioè seguendo un percorso circolare predefinito, e spostandola nell’appena realizzata piazza del Mercato (poi ribattezzata piazza Campo del Palio).
Dal 1988 per volontà del Comune il Palio si corre nella porticata piazza Alfieri, elegante spazio urbano concepito nell’Ottocento come cerniera tra il nucleo medioevale della città e i quartieri di nuova espansione, applicando un regolamento di gara molto severo, composto da antiche disposizioni integrate da normative più recenti tese a evitare comportamenti pericolosi sia in corsa, sia tra i canapi (cioè alla partenza, che avviene appunto “al canapo”, di fronte ad una grossa e pesante corda lunga 15 metri fatta cadere dal mossiere nel momento in cui l’allineamento tra i partecipanti sia giudicato regolare). Oltre al Palio, ambito premio per il vincitore della corsa, si assegnano ai contendenti, a partire dal secondo classificato, una borsa con monete d’argento, gli speroni, un gallo vivo, la coccarda e l’acciuga.
Si consiglia, a chi desideri approfondire l’argomento, la visita al Museo del Palio, aperto dal 2015 nel cinquecentesco palazzo Mazzola, che ospita anche l’Archivio storico comunale con preziosi documenti che testimoniano le vicende astigiane dal X secolo.
Infine un accenno all’insigne tradizione dolciaria astigiana: per celebrare l’antica manifestazione, profondamente radicata nell’identità locale e tra i punti di forza della vocazione turistica del territorio, la storica pasticceria Giordanino, aperta nel 1912 da Giuseppe Giordanino lungo il centrale e elegante corso Alfieri, ha aggiunto alle tante specialità che ne decretano la fama la cosiddetta Torta del Palio, morbida pasta margherita aromatizzata al liquore Amaretto e ricoperta di cioccolato.

Torta del Palio di Asti, ricetta per prepararla in casa
La torta del Palio (PAT) è un dolce tipico della città di Asti e prende il nome dal famoso Palio che si corre (purtroppo) tutti gli anni.
In tutte le migliori pasticcerie di Asti è presente la torta del Palio, con alcune piccole varianti a seconda di chi la prepara, ma sostanzialmente le differenze sono minime.
La torta del Palio non tutti sanno che la si può preparare anche in casa….anche se non sarà quella originale la cui ricetta è tutt’ora segreta.

Ingredienti per la torta del Palio
·             tuorli d’uovo 7
·             uova intere 5
·             farina bianca 320 g.
·             farina di mandorle 40 g.
·             maraschino
·             cioccolato fondente
·             miele q.b.
·             zucchero 300 g.
·             burro 80 g.
Preparazione
In una terrina montate le uva (tutte) con lo zucchero e uniteci pian piano le farine di frumento e di mandorle e un po’ di miele, a parte farete fondere a bagnomaria il burro che aggiungerete al composto preparato in precedenza, quindi amalgamate ben bene il tutto.
Quando il composto sarà ben amalgamato versatelo in una teglia imburrata e fate cuocere in forno preriscaldato a 200° per 30 min.
Togliete la torta dal forno e fatela raffreddare, quindi spennellatela co il maraschino e ricopritela con cioccolato fondente sia in polvere che a pezzettini.

venerdì 30 agosto 2019

Lo Sapevate Che: Cultura: Le più dolorose punture di insetto


La classifica degli incontri più "indimenticabili" con gli insetti velenosi, in una scala di dolore da uno a quattro. Stilata da chi li ha vissuti sulla propria pelle.

 Justin Schmidt è un entomologo statunitense che rivendica un singolare primato: quello di essere stato punto, quasi sempre non di proposito, dal maggior numero di insetti imenotteri al mondo. Tra vespe, api e formiche, sarebbe stato "pizzicato" oltre 1000 volte, da 83 diverse specie. Un numero per alcuni inverosimile, ma che è servito a elaborare un sistema su 4 livelli per misurare l'intensità del dolore delle punture di insetto (la Scala di Schmidt, appunto).
Lo 
abbiamo intervistato e abbiamo selezionato alcune specie per illustrare i vari gradi della scala, insieme ad alcuni paragoni efficaci (scritti da Schmidt) per provare a immaginare il dolore causato, senza doverlo provare di persona.| THE STING OF THE WILD/JOHNS HOPKINS UNIVERSITY PRESS


 Ape mellifera (livello di dolore: 1). I più sfortunati avranno già sperimentato una puntura di Apis mellifera almeno una volta, e la ricordano bene. Per gli altri, vale la descrizione di Schmidt: «Bruciante, corrosiva, ma sopportabile. Come una testa di fiammifero che finisce sul tuo braccio e che consuma prima la liscivia, poi l'acido solforico». Guarda anche la puntura di un'ape fotografata "in diretta". E scopri perché le api muoiono dopo aver punto.| DANN THOMBS, FLICKR



Sphecius grandis (livello di dolore: 1,5). Il dolore inferto dalla puntura di questa vespa del Nord America aumenta con il passare del tempo: «Dolore a prima vista. Come il veleno di quercia, più lo sfreghi, peggio è».| MICHAEL DURHAM/NATURE PICTURE LIBRARY/CONTRASTO


Formica di fuoco (livello di dolore: 2). Le punture della formica di fuoco o formica guerriera (Solenopsis invicta), un insetto originario del Sud America, sono state paragonate al dolore inferto da un fiammifero acceso, conficcato sottopelle. Schmidt l'ha descritto come «acuto, improvviso, moderatamente allarmante. Come camminare su un tappeto e raggiungere l'interruttore della luce». Il tutto per 5 minuti.| ALEX WILD



Vespula pensylvanica (livello di dolore: 2).. La puntura di questa vespa del Nord America è «calda e "fumosa". Come un sigaro spento sulla lingua». Può attaccare ripetutamente, per difendere la colonia. Ma in genere non lo fa se non quando si sente violentemente minacciata.| K SCHNEIDER, FLICKR



Calabrone Giapponese Vespa mandarina (livello di dolore: 2). Il bruciore - intenso e profondo - dura per 10 minuti. Il veleno contiene una neurotossina che può causare necrosi dei tessuti e arresto cardiaco.


Calabrone faccia calva Dolichovespula maculata (livello di dolore: 2). Causa dolore, prurito e possibili infiammazioni. Se attacca un essere umano, tende a puntare la faccia.


Formica di velluto (livello di dolore: 3). Non lasciatevi ingannare dal nome e dalle apparenze: la Dasymutilla klugii è tecnicamente una vespa, che somministra una puntura «esplosiva e duratura, che fa urlare come pazzi. Olio bollente di frittura che schizza sull'intera mano». Una tortura che si può in genere evitare: se disturbate, queste vespe emettono un suono stridulo per allontanare i predatori. Nella foto, una diversa vespa dello stesso genere (Dasymutilla).| DAVID WELLING/NATURE PICTURE LIBRARY/CONTRASTO


Vespa cartaia rossa (livello di dolore: 3). La Polistes carolina è una vespa diffusa negli Stati Uniti (da noi non c'è, per fortuna) la cui puntura provoca un dolore localizzato intenso e bruciante; la probabilità di infezione e allergia è alta. Il dolore si esaurisce in 10 minuti, ma il rossore può durare giorni. Durata fastidio: 5-10 minuti Descrizione: dolore localizzato intenso e bruciante; la probabilità di infezione e allergia è alta. Il rossore può durare giorni.


 Polybia simillima (livello di dolore: 3). Mano a mano che il dolore aumenta, le descrizioni si fanno più evocative. Schmidt definisce la puntura di questa vespa nera dell'America centrale «un rituale finito male, satanico. La lampada a gas di una vecchia chiesa che ti esplode in faccia quando provi ad accenderla». Nella foto, una colonia di vespe sociali del genere Polybia.| CHARLESJSHARP/WIKIMEDIA COMMONS


Formica mietitrice della Florida (livello di dolore: 3). La Pogonomyrmex badius non è aggressiva e in genere non punge. Ma quando lo fa, non passa inosservata. Il dolore che provoca è «acuto e inesorabile. Come qualcuno che scavi con un trapano nell'unghia incarnita del vostro alluce».| VISUALS UNLIMITED/NATURE PICTURE LIBRARY/CONTRASTO



Pompilidi (livello di dolore: 4). Se le tarantole vi spaventano, questa vespa della famiglia dei pompilidi che vive nel continente americano dovrebbe farlo ancora di più. Gli americani lo chiamano falco delle tarantole (tarantula hawk) perché si accanisce sulle tarantole che paralizza con il suo pungiglione, somministrando uno dei dolori più intensi che non solo un ragno, ma che anche un mammifero possa provare. «Somiglia a una accecante scossa elettrica. Un asciugacapelli appena gettato nella vostra vasca piena di schiuma». Se vi colpisce una di questi falchi delle tarantole, l'unica cosa da fare è... sdraiarsi a terra e urlare.| VISUALS UNLIMITED/NATURE PICTURE LIBRARY/CONTRASTO



Formica proiettile (livello di dolore: 4). La Paraponera clavata, tipica di Centro e Sud America, viene chiamata anche formica proiettile o formica 24 ore. Il primo soprannome è legato al tipo di dolore che provoca, simile a quello di un proiettile in un arto; il secondo, dipende dall'effetto della sua puntura che dura, appunto, 24 ore. Il suo dolore è, per Schmidt «puro, intenso, brillante. Come camminare sui carboni ardenti con un chiodo di 7 cm nel tallone». Lo sanno bene i giovani maschi della tribù amazzonica dei Satere Mawe, che per essere considerati adulti devono affrontare un rito di passaggio che prevede di infilare entrambe le mani in guanti ripieni di questi insetti.| MACROSCOPIC SOLUTIONS, FLICKR


Vespa guerriera (livello di dolore: 4). Pochi insetti infliggono punture così traumaticamente dolorose come questa vespa dell'America centrale e meridionale. Nelle parole di Schmidt: «Una tortura. Come essere incatenati nella colata di un vulcano attivo. Perché mai ho iniziato questa lista?».| BAYUCCA

Speciale: Il Pesce nel piatto!...


Polpo all'insalata con Crema di Piselli               
Per 6 persone

Un chilo di polpo, 2 spicchi di aglio, un piccolo mazzetto di menta, un bicchiere di vino bianco e un bicchiere di aceto bianco di vino, ½ limone spremuto, un peperoncino rosso, 150 gr di piselli (anche congelati), 1 confezione di yogurt greco, olio evo sale. (per la cottura del pesce: una cipolla, 1 spicchio d’aglio, un gambo di sedano, una foglia d’alloro)

Far cuocere il polpo in abbondante acqua in cui avrete fatto bollire per 20 minuti una cipolla, uno spicchio d’aglio, un gambo di sedano e una foglia di alloro per circa 40 minuti: (controllarne la cottura con i rebbi. Scolarlo, ridurlo a tocchetti e farlo marinare per 15 minuti nell'aceto mescolato col vino, 1 spicchio d’aglio schiacciato e qualche foglia di menta.
Far cuocere i piselli con un cucchiaio d’olio per 10 minuti, frullarli unendo mezzo spicchio d’aglio, lo yogurt, sale e olio q.b. a ottenere una salsa spalmabile.
Scolare il polpo dalla marinata e condirlo con una salsina preparata al mixer con mezzo limone spremuto, mezzo spicchio d’aglio residuo, le foglie di menta residue (prima tritate) e il peperoncino rosso (facoltativo). Servirlo tiepido con la salsa preparata.


Ceviche di Merluzzo alla Cilena, in guscio, ricetta Cilena
Per 4 persone

½ kg di filetti di merluzzo fresco, 1 cipolla piccola, 2 spicchi d’aglio, un ciuffo di prezzemolo, il succo di 2 limoni, un pizzico di cumino, olio, sale, pepe. Conchiglie di capesante vuote, fette di pancarré tostate.

Pulire e tagliare a fettine la cipolla e gli spicchi d’aglio. Pulire il prezzemolo e tritarlo. Raschiare con la forchetta i filetti di merluzzo, prima lavati e asciugati, eliminando eventuali pezzi di pelle e spine. Ridurlo a pezzettini.
In una ciotola, mescolare cipolla, aglio, prezzemolo. Unire il pesce e innaffiare col succo dei limoni. Salare e pepare, unire il pizzico di cumino e 2 cucchiai di olio. Coprire il contenitore e lasciare marinare per 1 ore in frigorifero.
Al momento di servire, mescolare ancora delicatamente il composto e suddividere il composto nei gusci vuoti, lavati e asciugati, di 4 capesante. Servire accompagnando con fette di pancarré tostato.


Dentice ai Funghi e Pomodori al cartoccio
Per 4 persone

1 dentice del peso di circa 1,400 kg, 20 gr di funghi secchi, 1 spicchio d’aglio, un ciuffo di prezzemolo, 2 pomodori maturi, succo di ½ limone, sale e pepe.

Mettete i funghi a bagno in acqua tiepida per circa 15 minuti. Lavateli con cura, strizzateli e spezzettateli. Pulite il dentice, togliete le branchie, evisceratelo, lasciando coda e testa.
Adagiatelo su un foglio di alluminio unto d’olio. Insaporitelo con sale e pepe.
Fate scottare pochi minuti i pomodori in acqua bollente. Privateli della pelle e tritateli. Distribuiteli sopra il pesce assieme ai funghi. Lavate il prezzemolo, tritatelo finemente con l’aglio e distribuite il trito sopra il pesce. Spruzzate tutto con il succo di limone, chiudete il cartoccio facendo attenzione di non romperlo.
Sistematelo in una teglia e fate cuocere in forno preriscaldato a 200° per 40 minuti circa. Servite la preparazione direttamente nel cartoccio.

giovedì 29 agosto 2019

Lo Sapevate Che: Cultura: Le coppie di amici più amate dei film di animazione Disney

Orsi, camaleonti, scimmie e gufi, ma anche qualche essere umano: le coppie più amate di amici dai cartoni Disney per celebrare la Giornata mondiale dell'amicizia.
 Gli amici sono una delle cose più speciali della vita: con loro si ride e si piange, si condividono gioie immense e momenti bui. Spesso, gli amici sono lontani, ma oggi grazie a chat e messaggi, interi oceani sembrano svanire ed è possibile essere vicini anche in stati diversi. Le vere amicizie resistono a tutto: a momenti in cui ci si allontana, a opinioni diverse e persino a qualche parola detta senza pensarla davvero.
Proprio per incentivare questo tipo di sentimenti verso il prossimo, Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite ha istituito nel 2011 la Giornata Mondiale dell’amicizia, che viene festeggiata il 30 luglio.
Per celebrarla, abbiamo pensato di proporvi un salto nel passato (più o meno recente), un tour tra quei personaggi che hanno accompagnato l’infanzia di molti: perché è da bambini che si impara a essere grandi amici, è quando si è piccoli che nella compagnia di un amico e nel gioco si racchiude la bellezza di una giornata. Così, per tornare a vivere con intensità quei sentimenti, ecco a voi la lista dei migliori amici tratti dai film Disney.
  1. Robin Hood e Little John – Robin Hood (1973)
  2. Il cappellaio matto e il leprotto bisestile – Alice nel paese delle meraviglie (1951)
  3. Kristoff e Sven – Frozen il regno di ghiaccio (2013)
  4. Mago Merlino e Anacleto - La spada nella roccia (1963)
  5. Bagheera e Baloo – Il libro della giungla (1967)
  6. Victor, Hugo e Laverne - Il gobbo di Notre Dame (1996)
  7. Aladdin e Abu – Aladdin (1992)
  8. Rapunzel e Pascal - Rapunzel - L'intreccio della torre (2010)
  9. Kuzco e Pacha - Le follie dell'imperatore (2000)
 1. Timon e Pumbaa – Il re leone (1994)
 Sono un suricato e un facocero
  • Li amiamo perché: sono un perfetto mix di irriverenza e allegria
  • Sono quegli amici che ci sono sempre, quando hai bisogno
Famosi per il motivetto Hakuna Matata, che insegna a Simba a vivere senza pensieri, Timon e Pumba sono un vulcano di euforia e impulsività. Sono buoni e gentili con Simba, se ne prendono cura quando lui è più vulnerabile, in quanto ha appena perso il suo papà.
Timon è un suricato assai pigro, motivo per cui ha lasciato il suo branco, composto invece da instancabili lavoratori. Pumbaa invece è stato allontanato dai suoi simili per via di impestanti flatulenze che non riesce a controllare.
Nonostante a volte siano un po’ troppo espansivi, questi due amici sgangherati fanno breccia nel cuore degli spettatori perché sono a tutti gli effetti i personaggi più divertenti del cartone. Non è quindi un caso che i due compaiano anche nei seguiti de Il re leone: in Il re leone II - Il regno di Simba del 1998, hanno una parte come babysitter dei cuccioli di Simba e Nala, in Il re leone - Hakuna Matata del 2004 sono addirittura eletti a protagonisti del lungometraggio (il film parla infatti dei fatti antecedenti a quelli de Il re leone e narra dell’incontro proprio tra Pumbaa e Timon).
2. Robin Hood e Little John – Robin Hood (1973)

  • Sono una volpe e un orso
  • Li amiamo perché: rubano ai ricchi per dare ai poveri e sanno far festa anche senza un soldo
  • Sono quegli amici che ti fanno essere una persona migliore
Nella foresta di Sherwood il briccone Robin Hood e il fedele amico Little John attuano un’arcaica forma di resistenza contro il tiranno principe Giovanni: rubano il suo oro per ridistribuirlo tra i poveri, ridotti in miseria dalla tasse sempre più alte. Robin Hood è coraggioso e gentile, non esita a mettere in pericolo la sua vita per aiutare la povera gente, mentre Little John è al suo fianco: è un buontempone pronto a tutto per difendere il suo amico.
La scena sicuramente più importante per la loro amicizia è quella in cui Little John si traveste da nobile per ingannare il principe Giovanni e non esita a correre in soccorso di Robin Hood, catturato dalle guardie reali.
E nonostante abbiano una taglia sulle loro teste, il popolo li ama e non li tradirebbe mai: ecco perché capita di sentire canti che irridono il principe Giovanni provenire dalla foresta di Sherwood.
 3. Il cappellaio matto e il leprotto bisestile – Alice nel paese delle meraviglie (1951)
 Sono un essere umano e una lepre
  • Li amiamo perché: bevono tè con lo stesso trasporto (e gli stessi effetti) con cui la gente beve uno spritz dopo una dura giornata di lavoro
  • Sono quegli amici che ti fanno ridere con niente
Irriverenti e oggettivamente svitati, questi due mattacchioni sanno come fare festa! Li si può trovare nel paese delle meraviglie, intorno a un tavolo pieno di tazze, teieri e piattini a cantare “Un buon non compleanno”. Nonostante non abbiano alcun ruolo attivo all’interno della trama del cartone, i due se la spassano e se la godono, immersi nel loro far niente sregolato e assolutamente invidiabile.
E in fondo, ognuno di noi ha nel cuore quell’amico con cui fare baldoria è facile e divertente, così naturale che a volta basta davvero solo una tazza di tè per dimenticare il mondo e ridere insieme come matti.
4. Kristoff e Sven – Frozen il regno di ghiaccio (2013)
 Sono un essere umano e una renna
  • Li amiamo perché: hanno un cuore grande
  • Sono quegli amici che ci ricordano che essere amici vuol dire anche capirsi nonostante le differenze
Trascinato nel dramma di Elsa e Anna, Kristoff inizialmente racconta a se stesso che segue la belle principessa solo perché, da quando Elsa ha scatenato un inverno perenne, il suo lavoro di venditore di ghiaccio è in crisi. Ma la verità è un’altra, e lo sa bene Sven, la simpatica renna con cui Kristoff vive da quando era bambino.
Perché quando si cresce insieme, non servono parole per capirsi.
 5. Mago Merlino e Anacleto - La spada nella roccia (1963)
  • Sono un essere umano e un gufo
  • Li amiamo perché: sono burberi, ma sempre pronti ad aiutare Semola a crescere
  • Sono quegli amici che sotto una scorza dura, nascondono un grande cuore
Questo buffo duo di menti geniali è la vera chicca de La spada nella roccia: Mago Merlino è inimitabile, con quella barba lunga che resta sempre impigliata ovunque, mentre le risposte ruvide di Anacleto sono adorabilmente impertinenti. Nonostante insieme siano una coppia davvero bislacca, sanno come aiutare Semola nel momento del bisogno e come guidarlo per arrivare a compiere il proprio destino.
Sono la dimostrazione che con un po’ di arguzia tutto si può superare, persino la cattivissima Maga Magò.
6. Bagheera e Baloo – Il libro della giungla (1967)
 Sono una pantera e un orso
  • Li amiamo perché: ogni bambino ha sognato di crescere in compagnia di animali selvaggi
  • Sono quegli amici che sanno che cosa è meglio per noi e non esitano a dirlo, anche a costo di scatenare qualche piccolo litigio
Bagheera trova Mowgli quando è un neonato, in una cesta su una canoa. Se ne prende cura affidandolo ai lupi e segue la sua crescita come cucciolo d’uomo nella giungla. La notizia che Shere Kan, la tigre, voglia uccidere Mowgli lo preoccupa e per questo mette da parte le proprie emozioni per fare ciò che è meglio per il bambino. Cosa che però Mowgli non capisce.
Bagheera sopporta le continue fughe e la rabbia del piccolo, rimanendogli a fianco.
Baloo ha invece un altro approccio alla vita: è spensierato, ama cantare e ballare e prova a mostrare a Mowgli questo suo modo di vivere, ma quando la sicurezza del bambino è in pericolo, anche questo morbido orso capirà che certe decisioni, anche le più difficili, vanno affrontate.
Sono due amici molto diversi fra loro, e avere entrambi accanto è il perfetto mix tra saggezza e divertimento!
 7. Victor, Hugo e Laverne - Il gobbo di Notre Dame (1996)
 Sono tre gargoyle
  • Li amiamo perché: sono diversi fra loro, ma vivono insieme sopportandosi (e sopportando i piccioni) da secoli
  • Sono quegli amici che ti spronano ad affrontare sempre nuove sfide
Quasimodo è cresciuto chiuso nella torre di Notre Dame, con la sola compagnia del crudele Frollo e di queste tre sculture di pietra. Sono diversi nell’aspetto e nel carattere: Laverna è una mamma dolce per Quasimodo, ma assai bisbetica con i piccioni che le si posano addosso; Hugo è vivace e bonario mentre Victor, che sfoggia un fisico scultoreo (scusate la facile battuta) è il più raffinato. Sono loro che danno il via alle avventure di Quasimodo, spronandolo a uscire e ad andare alla Festa dei Folli. E nonostante non sia un’avventura inizialmente piacevole, è fondamentale per lui per aprirsi al mondo.
8. Aladdin e Abu – Aladdin (1992)
 Sono un essere umano e una scimmia
  • Li amiamo perché: sanno prendere il buono dalla vita e non si separano mai
  • Sono quegli amici che sanno divertirsi con poco
Nonostante una vita per strada, Aladdin e Abu non smettono di sognare un futuro migliore. Inoltre, pur non avendo niente, non dimenticano di aiutare gli altri, come la bella ragazza che si è cacciata nei guai alla bancarella delle mele. Certo, allora non sapevano fosse la principessa Jasmine, ed è da quel gesto di gentilezza disinteressato che è iniziato il cambiamento più grande delle loro vite.
Aladdin e Abu sono quegli amici che dividono con gli altri ciò che hanno, anche se già per loro non è sufficiente, proprio perché sanno che cosa significa vivere in difficoltà: sono altruisti e gentili, ma anche irriverenti ed esuberanti e sanno di poter contare sempre l’uno sull’altro.
 9. Rapunzel e Pascal - Rapunzel - L'intreccio della torre (2010)
 Sono un essere umano e un camaleonte
  • Li amiamo perché: guardano alla vita con allegria e spensieratezza
  • Sono quegli amici che si sostengono a vicenda
Rapunzel ha vissuto i suoi primi 18 anni chiusa in una torre, con Pascal a farle compagnia e condividere con lei momenti di noia, gioco, divertimento, sogno. Così non ci stupisce che il camaleonte la segua durante l’avventura più grande della sua vita, che le riconsegnerà la libertà e l’amore. I due sono adorabili per l’ingenuità e lo stupore con cui guardano al mondo, facendosi coraggio nei momenti più spaventosi.
Rapunzel e Pascal sono quegli amici con cui si ha in comune un passato difficile, con cui è bello godersi la scoperta di qualcosa di nuovo e fantastico.
10. Kuzco e Pacha - Le follie dell'imperatore (2000)
  • Sono due esseri umani, ma uno diventa un lama
  • Li amiamo perché: vediamo il loro rapporto nascere e crescere nel corso del film
  • Sono quegli amici che all’inizio non si sopportano, ma hanno il coraggio di cambiare idea
All’inizio, Kuzco è viziato ed egoista, ecco perché si scontra con l’animo buono di Pacha. Quando però Yzma trasforma l’imperatore in un lama, anche Kuzco deve imparare a essere gentile e rispettoso: nonostante i suoi sentimenti all’inizio non siano sinceri, nel corso del film l’imperatore scoprirà che cosa vuol dire essere un vero amico, mettere il bene dell’altro prima dei propri desideri e lavorare insieme per la buona riuscita di un piano.
Ecco perché alla fine i due, dopo tante avventure, non riescono a separarsi!

Quali sono i vostri amici dei cartoni Disney preferiti? Pensateci e ritrovate quell’euforia infantile che ve li ha fatti amare e mettetela tutta a servizio dei vostri amici, per festeggiare insieme il vostro rapporto!
 di Emanuela Brumana - 30/07/2019 09:44 | aggiornato 30/07/2019 09:48