Prosegue la stagione
tragica degli
sbarchi di emigrati africani che partono dalla Libia con direzione Italia per
poi proseguire, molti se non tutti, verso altri Paesi europei. Stagione
terribile per diverse ragioni, spesso opposte perché opposte sono le
motivazioni. Terribile perché semina il Mediterraneo di morti; terribile perché
riempie l’Italia e in particolare le nostre regioni meridionali di clandestini;
terribile perché l’Europa non interviene e ci lascia soli a fronteggiare una
situazione sempre più difficile e infine terribile perché l’ondata di
immigranti non avrà fine, questi immigrati vengono dall’Africa centrale e
fuggono da un vero inferno di povertà, di schiavitù, di terrore. Sono milioni
di persone ad alta natalità, sicchè questo fenomeno è destinato a durare almeno
per altri trent’anni e farà dell’Europa un continente meticcio. A Giudicare La Situazione di oggi la prima conclusione è che nel tratto di mare tra la
costa libica e quella italiana c’è una guerra vera e propria e i morti in mare
ne sono la prova: sommando le cifre degli ultimi cinque anni il totale oscilla
tra i ventimila e i venticinquemila annegati. Papa Francesco prega e interviene
quasi quotidianamente che quelle persone siano salvate e fraternamente accolte
dai Paesi di destinazione. La Lega di Salvini vorrebbe invece che fossero
militarmente respinti non appena esano dalle acque territoriali libiche o
addirittura sulle coste di quel paese di partenza, mobilitando marina e
aviazione militari. Queste sono le due motivazioni estreme: pietà e fraternità
da un lato, brutale egoismo repressivo dall’altro.(..) Il Primo Strumento è la
mobilitazione dell’intera Unione europea per far fronte all’emergenza.
L’istituzione europea che dovrebbe intervenire con grande fermezza è la
Commissione, autorizzata dal Parlamento di Strasburgo condivisa dai 28 Stati
membri della Ue. A parole sono s’accordo per intervenire in forza ma molti
degli Stati del Centro e del Nord d’Europa non ne vogliono neppure sentir parlare
e quindi per ora l’Italia è sola e insufficiente. (..). Ma qui siamo ancora nel
quadro dell’emergenza. Quel quadro va superato, perché, come già scritto prima,
il fenomeno delle migrazioni di massa è destinato a durare fino al 2050 e forse
anche di più. La società globale in cui viviamo vedrà in prospettiva una
quantità di migrazioni tra i cinque continenti che compongono la terraferma del
pianeta. Interi popoli cambieranno residenza e le singole etnie sono destinate
a mescolarsi tra loro. Questa nuova distribuzione degli abitanti del pianeta è
uno dei fenomeni più imponenti che nascerà, anzi è già nato, dalla
globalizzazione del nostro pianeta e pone all’Europa l’imprescindibile
necessità di trasformarsi istituzionalmente in uno Stato federato, con il
relativo declassamento politico degli Stati nazionali. Soltanto gli Stati Uniti
d’Europa possono affrontare i problemi che ci sta già ponendo e sempre più ci
porrà la società globale. Il Primo Nucleo sarà formato dai Paesi che sono già
uniti dalla moneta comune, ma anche gli altri dovranno sentire il bisogno di
compiere questo salto di qualità, senza il quale resterebbero staterelli con
modestissimo peso nel mondo globale che ci circonda. Come si vede, il tema
delle migrazioni deve essere affrontato con una complessa strategia ed una
tattica opportunamente modulata sull’emergenza con strumenti a tempo lungo ma
che vanno avviati fin d’ora per la meta finale. L’Italia può e deve porsi alla
testa di questo processo e qui si misurerà la capacità della nostra classe
dirigente e delle istituzioni che guidano la politica del nostro Paese.
Eugenio Scalfari – Il vetro soffiato www.lespresso.it
– 30 aprile 2015 -
Nessun commento:
Posta un commento