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venerdì 31 dicembre 2021

Speciale: Menù di fine Anno 31 Dicembre 2021 e buona cena a tutti!

 

La pittura è un'arte essenzialmente concreta e può consistere soltanto nella rappresentazione delle cose reali ed esistenti.” Gustave Courbet

 

 

Aperitivo: Sangria Caliente

 

Per 6 persone

 

1 lt di vino bianco secco tipo Tocai, ½ lt di gazzosa, 2 peperoncino Antille, 1 mela verde, 4 susine gialle, 5 albicocche, 2 pesche a polpa bianca.

 

Versate in una grossa ciotola il vino Tocai e la gazzosa, aggiungete un peperoncino Antille intero e uno tagliato in 4 parti, privato dei semi. Eliminate noccioli e torsoli e tagliate a dadini la mela verde, le susine, a spicchietti le albicocche e le pesche. Unite la frutta al vino e mettete il tutto in frigo sino al momento di servire.

 

 

 

Crostini alle Ostriche

Per 4 persone

 

Tostate sotto il grill 4 fette di pane francese o casereccio.

Nel frattempo aprite 3 dozzine di ostriche, estraete i molluschi, trasferiteli in una padella e fateli dorare a fuoco lento per due minuti con 60 gr. di burro. Insaporiteli con una macinata di pepe e servitele con i crostoni spalmati con 20 gr. di burro, lasciato ammorbidire a temperatura ambiente.

 

 

 

Bruschette con Frutti di mare

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

200 gr di cozze col guscio, 200 gr di vongole col guscio, 125 gr di gamberetti lessati e sgusciati, 120 gr di seppia, lavata e tritata grossolanamente, 120 gr di calamaro lavato e tritato grossolanamente, 4 piccoli pomodori, pelati e tritati finemente, 6 cucchiai di prezzemolo tritato finemente, 4 spicchi d’aglio tritati finemente, olio evo, sale, pepe nero. 12 fette di pane casareccio.

 

Lasciare le cozze e le vongole in acqua fredda per almeno un’ora, quindi pulire le cozze eliminando le incrostazioni e il bisso. Preriscaldare il forno a 200°. Mettere i molluschi in una capiente padella e farli aprire a fuoco medio, a padella coperta. Eliminare quelli rimasti chiusi. Togliere i molluschi dal guscio e tenerli da parte. In una padella capiente, fare soffriggere il prezzemolo e l’aglio in 4 cucchiai d’olio. Alzare la fiamma e unire  i gamberetti, la seppia e il calamaro, fare cuocere riducendo il calore, per 10 minuti. Aggiungere i pomodori tritati e proseguire la cottura per altri 5 minuti. Unire infine le cozze e le vongole, regolare di sale e pepe e fare cuocere per altri due minuti. Spegnere la fiamma, trasferire il tutto (tenendo da parte qualche pezzetto per guarnire) in un robot da cucina e tritare per 1 minuto. Tostare il pane in forno sin che diventi croccante.

Spalmare sul pane il trito di frutti di mare, e guarnire con i pezzi lasciati interi. Trasferire le bruschette su di un vassoio e servirle.

 

 

 

 

Tartare con Salmone e Frutta

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

400 gr di filetto di salmone freschissimo, 2 mele verdi, 1 cucchiaio di pepe rosa, 1 limone naturale, olio evo, sale pepe. Un ciuffetto di prezzemolo.

 

Lavare e asciugare il salmone. Tagliarlo in fettine sottilissime e disporle in un largo piatto di portata. Lavare, asciugare le mele, senza pelarle, ridurle in piccoli cubetti e metterle in una ciotola, ricavare dal limone, ben lavato, delle sottilissime scorzette e aggiungerle con il succo di limone nella ciotola con le mele. Aggiungere il cucchiaio di pepe rosa, 4 cucchiai d’olio, sale e pepe q.b. Mescolare accuratamente e ricoprire in bellavista il salmone nel piatto. Guarnire con foglioline di prezzemolo.

 

 

 

Lenticchie al Vino rosso con Cotechino nella Sfoglia

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

200 gr di lenticchie di Castelluccio messe a bagno in acqua tiepida salata per 3 ore, 500 cl di vino, 4 scalogni tritati finemente, brodo vegetale, burro, sale pepe. Quattro fette di pane casereccio tostate e sfregate con olio evo e 1 spicchio d’aglo (facoltativo)

 

Fare bollire il vino con gli scalogni affettati sino a che il liquido si riduca della metà. Nel mentre lavare le lenticchie e scolarle bene. Farle soffriggere in 40 gr di burro le lenticchie e aggiungerle al vino e agli scalogni. Aggiungere anche 2 dl di brodo caldo e fare cuocere a fuoco medio per 30 minuti, aggiungendo in caso di necessità altro brodo. Verso fine cottura salare e pepare. Accompagnare con le fette di pane casereccio tostate e sfregate con olio evo e 1 spicchio d’aglio (facoltativo).

 

 

 

 

Cotechino nella sfoglia

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

1 cotechino, 2 uova, 120 gr di ricotta, 2 cucchiai di parmigiano grattugiato, 1 rotolo di pasta sfoglia da 200 gr, 80 gr di prosciutto cotto, semi di sesamo, sale.

 

Forate il cotechino con un ago per evitare che si laceri durante la cottura. Mettetelo in una pentola e copritelo con acqua fredda. Portatelo ad ebollizione a fiamma dolce e da quando l’acqua bolle, fatelo cuocere per circa 2 ore e mezzo. Toglietelo dall’acqua e fatelo raffreddare. Spellatelo e infarinatelo. Mescolate un uovo con la ricotta, il parmigiano grattugiato e un pizzico di sale. Aprite un rotolo di pasta sfoglia e spalmatene metà con la crema di ricotta. Coprite con fettine di prosciutto crudo e sistemate al centro il cotechino. Arrotolate la sfoglia, chiudendo bene le estremità. Spennellatela con un uovo sbattuto, cospargete con semi di sesamo e cuocete in forno preriscaldato a 190° per 30 minuti.

 

 

 

 

Anguilla alla Veneziana

Per 4 persone

 

Ingredienti:

4 anguille, 2 spicchi d’aglio, 1 cipolla, aceto, farina bianca, alloro, olio, sale.

 

Eviscerate l’anguilla e lavatela accuratamente. Sgocciolatela, asciugatela e tagliatela a pezzi regolari che passerete nella farina bianca. Preparate un battuto con gli spicchi d’aglio e la cipolla. Fate dorare il battuto in un tegame con 4 cucchiai d’olio, aggiungete i pezzi infarinati di anguilla e dorateli da tutti i lati, spruzzando alla fine con un po’ di aceto. Aggiungete l’alloro, salate e unite poca acqua tiepida, abbassate il fuoco e proseguite la cottura per 20 minuti, a tegame coperto, facendo attenzione che non manchi sugo di cottura.

 

 

 

Zuccotto al Gran Marnier

Per 6 persone

 

Ingredienti:

130 gr di zucchero semolato, 5 tuorli, ½ lt di panna, liquore Grand Marnier, 3 dischi di Pan di Spagna dello spessore di 1 cm, zucchero a velo.

 

Foderare uno stampo da zuccotto con il Pan di Spagna.

In una casseruola mettere 1 dl di acqua e lo zucchero. Portare a ebollizione mescolando e far cuocere per circa 8 minuti sin che lo sciroppo risulterà trasparente. In una terrina lavorare i tuorli con una frusta sin ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Versare lo sciroppo a filo caldo, lavorando velocemente, sempre con la frusta, aggiungere il Gran Marnier ed infine incorporare la panna prima montata.

Mescolare delicatamente il tutto e versare nello stampo del zuccotto fino a 1 cm dalla superficie. Ricoprire con un disco di Pan di Spagna e porre nel congelatore la preparazione ricoperta da pellicola per alimenti, per 2 ore.

Al momento di servire, sformare lo zuccotto sul piano di portata e cospargerlo con zucchero a velo.

 

Auguri di Fine Anno 2021 e Buon Anno 2022

Lo Sapevate Che: Paolo Villaggio: Identificarne la quarantennale carriera solo con il più bistrattato e frustrato impiegato della televisione italiana sarebbe riduttivo, al netto della stima ricevuta da insigni registi.


La comicità è arte genetica.Paolo Villaggio

 

 

Non solo tragico, non solo Fantozzi

Paolo Villaggio, scrittore, attore e comico italiano, con la sua dissacrante e grottesca ironia, è stato uno dei primi attori brillanti in Italia che, attraverso la satira, è riuscito a far riflettere sui problemi della nostra società.

L'inventore della satira sociale nasce a Genova il 31 dicembre 1932, e non nel 1938 come molti pensano, e passa un'infanzia abbastanza povera e rovinata dalla guerra mondiale. Dirà in seguito:

In quel periodo facevo una dieta, dettata non dalla voglia di apparire ma dalla povertà.

Fa molti lavori, tra cui l'impiegato presso la Consider. E' in questa azienda che Paolo Villaggio crea il personaggio di Ugo Fantozzi, che in seguito lo renderà popolarissimo.

A scoprire la vena artistica di Villaggio è Maurizio Costanzo, che nel 1967 gli consiglia di esibirsi in un cabaret di Roma. Da qui passa a condurre il programma televisivo "Bontà loro", in cui i suoi personaggi aggressivi, vili e sottomessi trovano la loro definitiva consacrazione.

Dal set televisivo passa poi alla macchina da scrivere facendo pubblicare dall'Espresso i suoi brevi racconti incentrati sulla figura del ragionier Ugo Fantozzi, uomo dal carattere debole, perseguitato dalla sfortuna e dal "megadirettore" della "megaditta", dove Fantozzi lavora.

Gli anni '70

Nel 1971 la casa editrice Rizzoli pubblica il libro "Fantozzi", basato proprio su questi racconti, dando a Paolo Villaggio notorietà internazionale.

Con la signora Pina si diresse allegro verso la sua utilitaria posteggiata sotto un magnifico palazzo illuminato nel quale c'era una gran festa di ricchi. "Buon anno!" urlò Fantozzi allegro verso le finestre illuminate. Dal terzo piano, secondo una vecchia usanza, piombò sulla macchina una vecchia cucina economica da 2 tonnellate: gliela appiattì come la frittata con cipolle che a lui piaceva tanto. Fantozzi rimase un minuto impietrito, poi cominciò ad inveire in direzione delle finestre. Gridò che era d'accordo con gli studenti che contestavano il lusso borghese. "Fanno bene!" ululava "e farebbero anche meglio a..." Uscì dalla porta del palazzo un suo direttore superiore che andava a un veglione che gli domandò: "Farebbero bene a far che?...". "A... studiare" concluse Fantozzi con un tragico sorriso. (INCIPIT di "Fantozzi")

Il successo dei suoi best-seller (ne scriverà tre, tutti editi dalla Rizzoli), gli dà l'opportunità di darsi al cinema con successo e profitto. Per la verità, Villaggio aveva già lavorato in alcuni film (si ricordi, per tutti, "Brancaleone alle crociate" di Monicelli del 1970), ma solo con il celebre film "Fantozzi" di Luciano Salce nel 1975 comincia ad essere apprezzato anche in questo campo.

Ne seguiranno tanti altri, ben 9 sul personaggio del mitico ragioniere (uno di Salce, sette di Neri Parenti e uno di Domenico Saverini), oltre a quelli fatti interpretando personaggi minori, quali Giandomenico Fracchia ("Fracchia la belva umana", "Fracchia contro Dracula") e il professor Krainz.

Gli anni '90

A volte, e sempre con abilità e fortuna, Paolo Villaggio è uscito dalla routine delle sue creazioni, lavorando con maestri del cinema quali Federico Fellini (nel 1990 con "La voce della Luna", insieme a Roberto Benigni), Lina Wertmuller (nel 1992 con "Io speriamo che me la cavo"), Ermanno Olmi (nel 1993 con "Il segreto del bosco vecchio"), Mario Monicelli (nel 1994 con "Cari fottutissimi amici") e Gabriele Salvatores (nel 2000 con "Denti").

Tra i numerosi premi cinematografici ricevuti da Paolo Villaggio, vale la pena ricordare il David di Donatello del 1990, il Nastro d'Argento del 1992 e il Leone d'oro alla carriera nel 1996.

Con Fantozzi ho cercato di raccontare l'avventura di chi vive in quella sezione della vita attraverso la quale tutti (tranne i figli dei potentissimi) passano o sono passati: il momento in cui si è sotto padrone. Molti ne vengono fuori con onore, molti ci sono passati a vent'anni, altri a trenta, molti ci rimangono per sempre e sono la maggior parte. Fantozzi è uno di questi.

Gli anni 2000

In tutti questi anni non è tuttavia cessata la sua attività di scrittore: ha continuato a far pubblicare libri di buon successo con regolarità, cambiando però editore dal 1994 (è infatti passato dalla Rizzoli alla Mondadori). Per quest'ultima ha pubblicato: "Fantozzi saluta e se ne va" (1994-95), "Vita morte e miracoli di un pezzo di merda" (2002), "7 grammi in 70 anni" (2003) fino al suo disperato sfogo: "Sono incazzato come una belva" del 2004.

Tutti lo ricordiamo come attore di cinema e scrittore, ma Paolo Vilaggio è stato anche un buon attore di teatro: ha infatti interpretato in teatro il ruolo di Arpagone nell' "Avaro" di Molière nel 1996.

Paolo Vilaggio si è spento a Roma all'età di 84 anni, il giorno 3 luglio 2017.

 

https://biografieonline.it/biografia-paolo-villaggio

Lo Sapevate Che: Gustave Courbet: Caposcuola del realismo, è nel novero dei pittori più autorevoli dell'Ottocento europeo, noto anche per la vena erotica di alcune opere.

 

La pittura è un'arte essenzialmente concreta e può consistere soltanto nella rappresentazione delle cose reali ed esistenti.” Gustave Courbet

 

Biografia

Jean Désiré Gustave Courbet nasce il 10 giugno del 1819 a Ornans, nel dipartimento del Doubs, in Francia, discendente di una famiglia di agricoltori. Spinto dai genitori a studiare legge, nel 1839 si trasferisce a Parigi, dove si dedica alla pittura e in particolare allo studio degli artisti francesi, spagnoli e fiamminghi, dei quali esegue numerose copie.

Lo studio della vita reale

Gustave Courbet Realizza, tra l'altro, una "Odalisca" che trae ispirazione dalle opere di Victor Hugo, per poi dare vita a una illustrazione per "Lélia", romanzo di George Sand. Ben presto, però, abbandona le fonti di ispirazione letterarie per concentrarsi sulla vita reale.

Tale convinzione viene rafforzata da un viaggio compiuto nel 1847 nei Paesi Bassi, nel corso del quale ha la possibilità di entrare in contatto con Hals e con Rembrandt.

Nel 1848 Courbet assiste a un funerale di un prozio che verrà poi trasposto nell'opera "Funerale a Ornans": la tela, che raffigura la cerimonia funebre, rappresenta un capolavoro di stile realista; per portarla a termine, Gustave Courbet usa come modelli le persone presenti all'evento.

Il dipinto dà vita a un dibattito molto vivace, non solo tra i critici ma anche nel pubblico, anche perché dimensioni tanto imponenti (3,1 metri per 6,6 metri) fino a quel momento erano state riservate unicamente a soggetti rappresentativi di famiglie reali o a figure religiose.

I cambiamenti proposti da Gustave Courbet

La critica, quindi, comincia ad acclamare il pittore di Ornans, il quale si mostra subito consapevole dei cambiamenti che sta apportando al mondo dell'arte (arrivando a sostenere che al "Funerale a Ornans" è corrisposto il funerale del romanticismo).

Mentre il pubblico si interessa e si avvicina sempre di più al suo approccio realistico, che contribuisce al progressivo decadimento del romanticismoCourbet si dedica a "Dopocena ad Ornans", grazie al quale viene premiato con una medaglia dal Salon di Parigi, che pure qualche tempo prima aveva rifiutato due suoi autoritratti (uno con una pipa in bocca, l'altro in compagnia del suo cane).

A quel periodo risale "La valle della Loira"; nel 1850, sempre al Salon, Courbet ottiene un notevole successo, oltre che per merito di "Funerale a Ornans", anche grazie a "Gli spaccapietre" e "I contadini di Flagey".

Negli anni successivi si occupa di "Le fanciulle" e "I lottatori", dipinti di natura figurativa in cui rappresenta persone comuni, così come accade in "Le bagnanti".

Nel mondo della politica

Nel frattempo, oltre a dedicarsi all'arte, egli si avvicina anche alla politica, accogliendo l'ideologia anarchica e diffondendo ideali socialisti e democratici anche sfruttando la propria fama.

Nel 1855 Courbet espone al pubblico "L'atelier del pittore", opera monumentale che allegorizza la sua esistenza di artista e che vede raffigurato anche Charles Baudelaire.

Nella seconda metà degli anni Sessanta Courbet si dedica a diverse opere di natura erotica, tra cui "Femme nue couchée"; nel 1866, inoltre, vedono la luce "Jo, la belle irlandaise", "Donna con pappagallo" e il celebre "L'origine du monde" (L'origine del mondo), che vede raffigurato l'organo genitale femminile, mentre "Il Sonno" rappresenta due donne abbracciate in un letto senza vestiti.

Sia "L'origine du monde" che "Il Sonno", pur non potendo essere esposti in pubblico in assenza di autorizzazioni specifiche, contribuiscono a incrementare la popolarità del pittore, il quale il 14 aprile del 1870 fonda la Federazione degli Artisti, gruppo a cui prendono parte, tra gli altri, Honoré Daumier, André Gill, Jules Dalou, Jean-Baptiste Camille Corot, Edouard Manet e Eugène Pottier.

Successivamente Courbet si rifiuta di ricevere l'onorificenza della Legion d'Onore che gli era stata conferita da Napoleone III, e anche per questo motivo diventa un paladino degli oppositori del regime napoleonico.

Così, nel 1871, in corrispondenza del periodo della Comune di Parigi al governo, Courbet viene scelto alla guida dei musei della capitale francese, che devono fare i conti con i tentativi di saccheggio del popolo in rivolta.

Nel settembre dello stesso anno, egli viene condannato a sei mesi di prigione dalla corte marziale di Versailles, in quanto ritenuto responsabile della distruzione della Colonna della Grande Armée di Place Vendome: in realtà, la sua unica "colpa" era stata quella di voler fare rispettare il decreto Comunale che ne sanciva la rimozione.

Jean Désiré Gustave Courbet muore il 31 dicembre del 1877 a La Tour-de-Peilz, in Svizzera, all'età di cinquantotto anni, a causa delle conseguenze della cirrosi epatica di cui soffre (dovuta alla sua propensione al bere): il suo cadavere viene seppellito nel cimitero di Ornans.

Opere di Courbet

Funerale a Ornans (1849-1850)

La bottega del pittore (1854-1855)

 La fregola primaverile. Combattimento di cervi (1861)

Donna nuda con cane (1861-1862)

L'origine del mondo (1866)

Il sonno (1866)

Il mare in burrasca detto anche L'onda (1870)

https://biografieonline.it/biografia-gustave-courbet

Lo Sapevate Che: San Silvestro: Tutti noi siamo soliti, in prossimità del Capodanno, utilizzare la tipica espressione: "Cosa farai a San Silvestro?" oppure altri riferimenti espliciti “Cenone di San Silvestro”, ecc., nominando questo Santo senza forse esserci mai chiesti chi San Silvestro fosse e quale ruolo ebbe nella storia della Chiesa.

 

Biografia

Tutti noi siamo soliti, in prossimità del Capodanno, utilizzare la tipica espressione: "Cosa farai a San Silvestro?" oppure altri riferimenti espliciti “Cenone di San Silvestro”, ecc., nominando questo Santo senza forse esserci mai chiesti chi San Silvestro fosse e quale ruolo ebbe nella storia della Chiesa. Prima di tutto, è bene puntualizzare che non vi è alcun nesso tra San Silvestro e la festa (pagana) di Capodanno. Per tradizione si usa dire “Notte di San Silvestro” semplicemente perché cade lo stesso giorno in cui si celebra San Silvestro (Papa Silvestro I).

San Silvestro Papa: l'agiografia

San Silvestro è considerato il Patrono di Tagliapietre e Muratori.

Circa la biografia di questo Santo, non abbiamo alcuna notizia certa sulla data di nascita, ma è sicuro invece che morì il 31 dicembre dell'anno 335. Un anno dopo la sua morte, in suo onore si dedicò una ricorrenza in tale data; nei Paesi orientali di fede ortodossa si usa invece venerare San Silvestro il 2 gennaio.

Dopo la morte del padre di Silvestro, avvenuta prematuramente, la madre Giusta si prese cura di lui, delegando in particolare la sua educazione al prete romano Canzio. Terminati gli studi, il Papa San Marcellino lo ordinò sacerdote, in un tempo in cui erano ancora molto forti le influenze pagane.

Silvestro venne nominato Vescovo di Roma e quindi Pontefice dopo la morte di Papa Milziade. Fu il 33° papa della Chiesa cattolica. Egli svolse il suo Pontificato mentre era imperatore Costantino I, il primo che introdusse a Roma la religione cristiana. Con lui vi fu il definitivo tramonto del Paganesimo e la contestuale diffusione del Cristianesimo tra gli abitanti dell’impero Romano. Per essere riuscito a convertire l'imperatore Costantino il Grande, questo Papa è considerato il vero "fondatore della Chiesa".

Pochi mesi dopo la sua incoronazione, l’imperatore Costantino aveva convocato un Concilio ad Arles, ma Silvestro non vi partecipò direttamente; si face rappresentare da due presbiteri e due diaconi. La vecchiaia e l’infermità lo costrinsero a rinunciare a questo importante evento.

Papa Silvestro e il Concilio di Nicea

Durante il pontificato di Silvestro si tenne il “Concilio di Nicea” del 325. Fu il primo concilio ecumenico della storia, convocato da Costantino I per trovare una soluzione ad alcune complicate controversie dottrinali. Prima di tutto si cercava una risposta univoca all’eresia ariana, che negava la divinità di Gesù Cristo.

Durante il Concilio l’arianesimo venne condannato, e i Padri conciliatori redassero il testo di quello che oggi per noi è il “Credo”. Si trattava ovviamente di una prima formulazione, che fu poi modificata e integrata successivamente, con il Concilio di Costantinopoli.

Grazie a Papa Silvestro, durante l’impero costantiniano, fu dato un grande impulso alla realizzazione di basiliche cristiane. A questo periodo si riporta infatti la costruzione di due imponenti basiliche: quella di San Pietro e quella di San Paolo fuori le Mura.

Actus Silvestri

Altro documento importante che Silvestro lasciò nella storia della Chiesa del tempo è denominato “Actus Silvestri”. Qui viene raccontata la disputa tra Silvestro e dodici rabbini, e si fa riferimento alla conversione alla religione ebraica di Elena, madre dell’imperatore Costantino I.

La disputa termina con il racconto di un miracolo compiuto dal Papa, in base al quale Elena (venerata come Sant'Elena Imperatrice) decise infine di convertirsi al Cristianesimo e partire per Gerusalemme.

Insieme a questo episodio, “Actus Silvestri” ne riporta altri, tutti riguardanti la vita di San Silvestro. Nella seconda sezione vi è la storia del “Battesimo di Costantino”, noto come “Conversio Costantini”. La leggenda riportata nel documento, però, non coincide con i fatti storici realmente accaduti: l’imperatore Costantino, infatti, fu battezzato poco prima di morire dal vescovo Eusebio di Cesarea, nella località di Nicomedia.

La morte

Il periodo di Pontificato di Papa Silvestro I fu abbastanza lungo, ben ventuno anni: cominciato nel 314 d. C., terminò il 31 dicembre 335 con la sua morte.

Papa Silvestro venne sepolto presso la chiesa cimiteriale fatta erigere alle Catacombe di Priscilla, nel 335.

Nell'anno 756 le reliquie vennero trasportate in parte nella Chiesa di San Silvestro in Capite, a Roma (si trova in Piazza di San Silvestro, nel rione Colonna) e in parte a Nonantola, in provincia di Modena, dove si trovano inoltre le reliquie di Sant'Anselmo.

Dopo la morte di Silvestro, trascorsi soltanto 18 giorni, venne eletto Papa Marco.

«31 dicembre - San Silvestro I, papa, che per molti anni resse con saggezza la Chiesa, nel tempo in cui l'imperatore Costantino costruì le venerande basiliche e il Concilio di Nicea acclamò Cristo Figlio di Dio. In questo giorno il suo corpo fu deposto a Roma nel cimitero di Priscilla.»
(Dal Martirologio Romano)

L'ordine equestre

San Silvestro papa fu il patrono dell'ordine cavalleresco chiamato Milizia Aurata o anche "dello Speron d'Oro". Secondo alcune tradizioni fu fondato da Costantino I in persona. Nel 1841 papa Gregorio XVI compì una importante riforma degli ordini equestri; così dalla "Milizia Aurata" separò l'"Ordine di San Silvestro Papa", assegnandogli propri statuti e decorazioni. Nel 1905 papa Pio X introdusse ulteriori modifiche.

https://biografieonline.it/biografia-san-silvestro