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lunedì 31 agosto 2020

Lo Sapevate Che: Enzo Iacchetti, attore, comico e showman. Con Ezio Greggio conduttori storici tg satirico Striscia la Notizia


Sorrisi beffardi
Enzo Iacchetti - il vero nome è Vincenzo - nasce a Castelleone (in provincia di Cremona) il giorno 31 agosto 1952.
Debutta come attore comico nel 1979 al Derby Club di Milano, luogo che lancia numerosi artisti i quali ottengono negli anni grande notorietà.
Fino al 1985 Enzo appare al Derby con costanza mettendo in scena spettacoli assieme a Francesco SalviGiorgio Faletti, Valdi, Giobbe Covatta, Malandrino e Veronica, I Gatti di Vicolo Miracoli.
Come molti suoi colleghi approda in televisione, dove fino ai primi anni '90 lavora in numerosissime trasmissioni tra Rai, Mediaset e Telemontecarlo.
Dal 1986 al 1989 è tra i comici di "Sportacus" su Odeon TV, "Fate il vostro gioco" e "Tiramisù" su Rai Due, "Banane" su Telemontecarlo. Nel 1993 "Dido Menica" su Italia 1 e nel 1994 "Italia Firza" su Telemontecarlo, e "Giro d'Italia" su Italia 1.
Nel 1990 inizia la sua collaborazione con il Maurizio Costanzo Show, dove presenta le sue poesie e "canzoni bonsai", raccolte in un album nel 1991.
Nel 1994 conduce il noto tg satirico di Canale 5 "Striscia la notizia", insieme a Ezio Greggio: il sodalizio artistico prosegue per molte stagioni, ottenendo sempre un successo strepitoso.
Nel 1995 Iacchetti è testimonial dei grandi magazzini Standa. L'anno dopo con Lello Arena interpreta la sit-com di Antonio Ricci "Quei due sopra il Varano", e i film per la tv "Come quando fuori piove" (regia di Bruno Gaburro) e "Da cosa nasce cosa" (regia di Andrea Manni).
Conduce poi con Lorella Cuccarini "La stangata - Chi la fa l'aspetti!" (1995/1996).
Per la regia di Andrea Manni, produce e realizza il programma televisivo "Titolo", di cui è protagonista assoluto. Ancora con Ezio Greggio è protagonista di "Benedetti dal Signore", una mini serie di quattro puntate che nel 2004 viene premiata con un Telegatto.
Dal 2004 al 2007 è protagonista con Natalia Estrada della sit-com "Il mammo".
Dal 1998 al 2001 partecipa saltuariamente come ospite a "Quelli che il calcio" su Raidue.
Dal 2001 al 2006 vive una storia d'amore con Maddalena Corvaglia, ex velina di "Striscia la Notizia", conosciuta proprio in tale ambito.
Nell'autunno 2008 è protagonista della sit-com su Italia 1 "Medici miei" con Giobbe Covatta, mentre nel 2009 debutta come cantante con il disco "Chiedo scusa al signor Gaber", disco di cover di canzoni di Giorgio Gaber ricantate con nuovi arrangiamenti, pubblicato il 16 ottobre.
Sono anche numerose e pregevoli le esperienze teatrali di Enzo Iacchetti. Ne citiamo alcune: protagonista di due farse prodotte dal Teatro dei Filodrammarici di Milano di Dario Fo, nel 1989/1990;
"Troppa salute" (1991, di Enzo Iacchetti); "Puccini music comic show" (1993, con Antonio Albanese); "Gulliver", monologo per voce e fiati tratto dall'opera di Jonathan Swift (1994); "Risate al 23° piano" (1999/2000, di Neil Simon); "Provaci ancora Sam" (2001/2002, di Woody Allen); "The producers" (2005/2006, di Mel Brooks).

Lo Sapevate Che: Maria Montessori, una celebre pedagogista, attiva anche come medico, filosofa e volontaria


Questione di metodo
Maria Montessori nasce a Chiaravalle (Ancona) il 31 agosto 1870 da una famiglia medio borghese. Trascorre l'infanzia e la giovinezza a Roma dove decide d'intraprendere studi scientifici per diventare ingegnere, un tipo di carriera che a quel tempo era decisamente preclusa alle donne. I suoi genitori l'avrebbero voluta casalinga, come la maggior parte delle donne della sua generazione.
Grazie alla sua ostinazione e all'ardente desiderio di studiare, Maria riesce però a piegare l'ottusità della famiglia, strappando il consenso per l'iscrizione alla facoltà di medicina e chirurgia dove si laurea nel 1896 con una tesi in psichiatria.
Per rendersi ben conto quale sforzo dovette costarle questo tipo di scelta e quali sacrifici dovette intraprendere, basti dire che, nel 1896, diventò la prima dottoressa d'Italia. Da qui inoltre si capisce come gli ambienti professionali in genere, e tanto più quelli relativi alla medicina, fossero dominati dagli uomini, molti dei quali, spiazzati e disorientati dall'arrivo di questa nuova "creatura", si presero gioco di lei arrivando persino a minacciarla. Un atteggiamento che purtroppo ebbe gravi ripercussioni sull'animo si forte tuttavia sensibile della Montessori, che prese a detestare gli uomini o perlomeno ad escluderli dalla sua vita, tanto che non arriverà mai a sposarsi.
I primi passi della sua straordinaria carriera, che la porteranno a diventare un vero e proprio simbolo e un'icona del filantropismo, la vedono alle prese con i bambini disabili, di cui si prende amorevolmente cura e a cui rimarrà affezionata per il resto della sua vita, dedicandovi tutti i propri sforzi professionali.
Intorno al 1900 inizia un lavoro di ricerca presso il manicomio romano di S. Maria della Pietà dove, tra gli adulti malati di mente, si trovavano bambini con difficoltà o con turbe del comportamento, i quali sono rinchiusi e trattati alla pari degli altri malati mentali adulti e in stato di grave abbandono affettivo.
L'eccezionale dottoressa, oltre alla profusione di amore e di attenzione umana che elargisce a queste povere creature, si rende ben presto conto, grazie al suo acume e alla già ricordata sensibilità, che il metodo di insegnamento usato con questo tipo di "pazienti" non è corretto, non è insomma adeguato alle loro capacità psicofisiche e alle loro esigenze.
Dopo numerosi tentativi, anni di osservazioni e prove sul campo, la Montessori arriva così ad elaborare un nuovo e innovativo metodo di istruzione per bambini disabili. Uno dei concetti basilari di questo metodo (che affonda comunque le sue radici all'interno dell'evoluzione del pensiero pedagogico), è centrato sulla constatazione che i bambini hanno fasi di crescita differenziate, all'interno delle quali sono più o meno propensi a imparare alcune cose per trascurarne delle altre. Da qui ecco allora una conseguenziale differenziazione dei piani di studio e di apprendimento, "tarati" sulle reali possibilità del bambino. Si tratta di un processo che oggi può apparire scontato, ma che ha richiesto un'evoluzione degli approcci pedagogici e una riflessione attenta, all'interno di questo pensiero, su cosa sia o non sia un bambino e su quali caratteristiche peculiari una creatura del genere, di fatto, abbia.
Il risultato di questo sforzo conoscitivo porta la dottoressa ad elaborare un metodo di insegnamento del tutto differente da qualsiasi altro in uso all'epoca. Invece dei metodi tradizionali che includevano lettura e recita a memoria, istruisce i bambini attraverso l'uso di strumenti concreti, il che dà risultati assai migliori. Viene rivoluzionato da questa straordinaria didatta il significato stesso della parola "memorizzare", parola che non vienne più legata ad un processo di assimilazione razionale e/o puramente cerebrale, ma veicolata attraverso l'empirico uso dei sensi, che comportano ovviamente il toccare e il manipolare oggetti.
I risultati sono talmente sorprendenti che, addirittura, in una prova controllata da esperti e dalla stessa Montessori, i bambini disabili ottengono un punteggio più alto di quelli considerati normali. Ma se la stragrande maggioranza delle persone si sarebbe ritenuta soddisfatta da un tale risultato, questo non vale per Maria Montessori che viceversa ha una nuova, propulsiva idea (da cui si può ben valutare il suo eccezionale spessore umano). La domanda di partenza che si pone è: "Perché i bambini normali non possono trarre profitto dallo stesso metodo?". Detto fatto, apre allora una "Casa dei Bambini" nelle borgate di Roma, uno dei suoi primi centri.
Ecco cosa scrive, a proposito, un documento redatto dallo stesso Istituto Montessori:
Secondo Maria Montessori la questione dei bambini con gravi deficit si doveva risolvere con procedimenti educativi e non con trattamenti medici. Per Maria Montessori i consueti metodi pedagogici erano irrazionali perché reprimevano sostanzialmente le potenzialità del bambino invece di aiutarle e farle emergere ed in seguito sviluppare. Ecco quindi l'educazione dei sensi come momento preparatorio per lo sviluppo dell'intelligenza, perché l'educazione del bambino, allo stesso modo di quella del portatore di handicap o di deficit, deve far leva sulla sensibilità in quanto la psiche dell'uno e dell'altro è tutta sensibilità. Il materiale Montessori educa il bambino all'autocorrezione dell'errore da parte del bambino stesso ed anche al controllo dell'errore senza che la maestra (o direttrice) debba intervenire per correggere. Il bambino è libero nella scelta del materiale con il quale vuole esercitarsi quindi tutto deve scaturire dall'interesse spontaneo del bambino. Ecco quindi che l'educazione diviene un processo di auto-educazione ed auto-controllo."
Maria Montessori è stata anche scrittrice e ha esposto i suoi metodi e i suoi principi in numerosi libri. In particolare, nel 1909 pubblica "Il metodo della pedagogia scientifica" che, tradotto in numerosissime lingue, darà al metodo Montessori una risonanza mondiale.
Visse in diverse parti d'Europa prima di far ritorno in Italia, dopo la caduta del fascismo e la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Muore il 6 maggio 1952 a Noordwijk, in Olanda, vicino al Mare del Nord. La sua opera continua a vivere attraverso le centinaia di scuole istituite a suo nome nelle più disparate parti del globo. Sulla sua tomba l'epitaffio recita:
Durante gli anni '90 il suo volto è stato raffigurato sulle banconote italiane da Mille Lire, rimpiazzando quello di Marco Polo, e fino all'entrata in vigore della moneta unica europea.

Lo Sapevate Che: RICHARD GERE, uno degli attori di maggior fascino, sex symbol tra i più amati dal pubblico femminile



Beato fra le donne
Attore dalla sensualità leggendaria, un tipo che più invecchia più diventa sexy ed attraente (tanto è vero che nel 1999, all'alba dei cinquant'anni, la celebre rivista "People" lo ha insignito del titolo di "uomo più sexy del pianeta"), Richard Gere nasce a Syracuse, New York (USA), il 31 agosto del 1949. Figlio di agricoltori, durante il liceo si distingue come campione di ginnastica e suonatore di tromba.
Animato da forte curiosità e da una volontà di ricerca si iscrive alla facoltà di filosofia dell'Università del Massachusetts ma dopo poco abbandona per dedicarsi alla sua passione divorante: il teatro. Con il tempo la recitazione diventa un'attività a tempo pieno e Richard ha modo di sbarcare il lunario con piccole compagnie che, per quanto povere e malmesse, gli danno la preziosa opportunità di sperimentarsi al massimo e di imparare utili lezioni.
Non a caso appena si presenta l'occasione importante il bell'attore si fa trovare pronto. E in America, "occasione" in teatro, si sa, ha un nome ben preciso: Broadway. La piece a cui gli capita di collaborare è "Grease", e il successo riscontrato è clamoroso. Il passo da lì al cinema è breve. Nel 1975 debutta in "Rapporto al capo della polizia" e due anni dopo è magistrale nel delineare il ritratto di un giovane dissoluto in "In cerca di Mr. Goodbar".
Come ha ben scritto la critica cinematografica, da questo momento in poi Gere «precisa già quelle che saranno le caratteristiche essenziali dei suoi personaggi futuri. Alto, il volto dai lineamenti regolari, un fisico atletico, d'ora in poi darà vita, perlopiù a figure di anti-eroi inquieti, spesso degli outsider, dotati di un forte sex-appeal. Dopo i primi successi ("I giorni del cielo", "Una strada chiamata domani", "Yanks") raggiunge la popolarità internazionale nel 1980, grazie all'ottimo "American gigolò", consacrandosi come il nuovo sex-symbol del cinema americano degli anni '80».
Ma una volta consolidato nella figura che lo star system gli assegna (nei popolari "Ufficiale e gentiluomo", "All'ultimo respiro", "Il console onorario", "Cotton club"), cominciano per l'attore le difficoltà. Eroico e spaccone anche in ruoli che ben poco si addicono a queste qualità ("King David" su tutti), Gere viene ben presto schiacciato dal suo arrogante cliche' -vedi pellicole sfortunate quali "Power", "Nessuna pieta'", "Analisi finale" (con Uma Thurman e Kim Basinger) ma anche il noir "Affari sporchi" dove Gere si cala, per la prima volta, nei panni di "villain"-.
Sarà l'inatteso clamoroso successo di "Pretty woman" (con Julia Roberts) che lo riporterà agli onori, se non dell'arte recitativa, della cronaca. Nel 1991 sposa la splendida modella Cindy Crawford: i due divorzieranno dopo solo quattro anni.
Kurosawa ha un buon gioco nel consegnare nelle sue mani poco esperte il personaggio (pretestuoso) di un nippo-americano per "Rapsodia in agosto". Se non persuade nemmeno in "Mr. Jones" o "Sommersby", una maggiore credibilità, sia pure relativa, arriva con "Trappola d'amore". Ma siamo sempre lontani dalla definizione di un vero tipo di attore.
Intanto si converte al buddismo e viaggia per l'Asia. E' in prima fila nella lotta contro l'Aids. I successi ("Il primo cavaliere", "Schegge di paura", "Angolo rosso", "Se scappi ti sposo", "The Jackal", "Autumn in New York") continuano a fioccare. Ci vorrà però un regista del calibro di Robert Altman per donargli una performance (finalmente) ispirata ne "Il dottor T e le donne" (2000).
Legato all'attrice Carey Lowell, nel 2000 è nato il figlio Homer James Jigme. La coppia si è poi unita in matrimonio nel 2002.
Tra i film successivi di maggior rilievo sono da ricordare il pluripremiato musical "Chicago" (2002, di Rob Marshall, soggetto di Bob Fosse, con Renée Zellweger e Catherine Zeta-Jones), "Shall We Dance?" (2004, con Susan Sarandon e Jennifer Lopez), "The Hunting Party" (2007) che racconta di tre giornalisti sulle tracce di Karadzic, introvabile criminale di guerra bosniaco che nella realtà sarebbe stato poi arrestato nel 2008.
Nel 2009 recita nei film "Hachiko - Il tuo migliore amico", e "Amelia" che racconta la vita e l'impresa di Amelia Earhart (interpretata da Hilary Swank). https://biografieonline.it/biografia-richard-gere

Lo Sapevate Che: Charles Baudelaire, massima incarnazione dell’artista bohémien, poeta, scrittore, critico letterario, e d'arte, giornalista, filosofo, aforista, saggista


 Fiori malsani
Charles Baudelaire nasce il 9 aprile del 1821 a Parigi, in una casa del Quartiere Lartino, dal secondo matrimonio dell'ormai sessantaduenne Joseph-Francois, funzionario al Senato, con la ventisettenne Caroline Archimbaut-Dufays.
La madre, in seguito alla morte prematura del marito, sposa un aitante tenente colonnello, il quale, a causa della proprio freddezza e rigidità (nonché del perbenismo borghese di cui era intriso), si guadagnerà l'odio del figliastro. Nel nodo doloroso dei rapporti con la famiglia e, in primo luogo, con la madre, si gioca gran parte dell'infelicità e del disagio esistenziale che accompagnerà Baudelaire per tutta la vita. Dopotutto, come fra l'altro testimonia l'intenso epistolario rimasto, egli chiederà sempre aiuto e amore alla madre, quell'amore che crederà mai ricambiati, perlomeno rispetto all'intensità della domanda.
Nel 1833 entra al Collège Royal per volontà del patrigno. Nel giro di poco tempo, però, la fama di dissoluto e scavezzacollo prende a circolare all'interno del collège fino ad arrivare, inevitabilmente, alle orecchie dell'odiato patrigno il quale, per ripicca, lo obbliga ad imbarcarsi sul Paquebot des Mers du Sud, una nave che faceva rotta nelle Indie.
Questo viaggio ha su Charles un effetto inaspettato: gli fa conoscere altri mondi e culture, lo pone a contatto con gente di tutte le razze, facendogli scoprire una dimensione lontana dalla pesante decadenza mondana e culturale che grava sull'Europa. Da questo, dunque, nasce il suo grande amore per l'esotismo, lo stesso che filtra dalle pagine della sua opera maggiore, i celeberrimi "Fiori del male.
Ad ogni modo, dopo appena dieci mesi interrompe il viaggio per fare ritorno a Parigi, dove, oramai maggiorenne, entra in possesso dell'eredità paterna, che gli permette di vivere per qualche tempo in grande libertà.
Nel 1842, dopo aver conosciuto un grande poeta come Gerard de Nerval, si avvicina soprattutto a Gautier, e gli si affeziona in maniera estrema. La simbiosi tra i due è totale e Charles vedrà nel più anziano collega una sorta di guida morale e artistica. Sul fronte degli amori femminili, invece, dopo aver conosciuto la mulatta Jeanne Duval, si scatena con lei un'intensa e appassionata relazione. Contrariamente a quanto spesso succede agli artisti di quegli anni, il rapporto è solido e dura a lungo. Charles trae linfa vitale da Jeanne: lei è tutrice e amante ma anche musa ispiratrice, non solo per ciò che riguarda l'aspetto "erotico" e amoroso della produzione baudeleriana, ma anche per quel timbro intensamente umano che traspare da molte sue poesie. In seguito, poi, con il sopraggiungere della vecchiaia, sarà amorevole e presente nei momenti tormentosi della paralisi che colpirà il poeta.
Intanto, la vita che Baudelaire conduce a Parigi non è certo all'insegna della parsimonia. Quando la madre, infatti, scopre che ha già speso circa la metà del lascito paterno, consigliata dal secondo marito intraprende una procedura per poter ottenere un curatore a cui venga affidato il compito di amministrare con maggiore accuratezza il resto dell'eredità. Da ora in avanti, Baudelaire sarà costretto a chiedere al proprio tutore persino i soldi per comprarsi i vestiti.
Il 1845 segna il suo esordio come poeta, con la pubblicazione di "A una signora creola", mentre, per vivere, è costretto a collaborare a riviste e giornali con articoli e saggi che furono poi raccolti in due libri postumi, "L'Arte romantica" e "Curiosità estetiche".
Nel 1848 partecipa ai moti rivoluzionari di Parigi mentre, nel 1857, pubblica presso l'editore Poulet-Malassis i già citati "I fiori del male", raccolta che comprende un centinaio di poesie.
La rivelazione di questo capolavoro assoluto sconcerta il pubblico del tempo. Il libro viene indubbiamente notato e fa parlare di sè, ma più che di successo letterario vero e proprio, forse sarebbe più giusto parlare di scandalo e di curiosità morbosa. Sull'onda della chiacchera confusa e del pettegolezzo che circonda il testo, il libro viene addirittura processato per immoralità e l'editore si vede costretto a sopprimere sei poesie.
Baudelaire è depresso e la sua mente sconvolta. Nel 1861, tenta il suicidio. Nel 1864, dopo un fallito tentativo di farsi ammettere all'Acadèmie francaise, lascia Parigi e si reca a Bruxelles, ma il soggiorno nella città belga non modifica la sua difficoltà di rapporti con la società borghese.
Malato, cerca nell'hashish, nell'oppio e nell'alcol il sollievo alla malattia che nel 1867, dopo la lunga agonia della paralisi, lo ucciderà a soli quarantaquattro anni. A quelle esperienze, e alla volontà di sfuggire alla realtà, sono ispirati i "Paradisi artificiali" editi sempre nell'"annus horribilis" del 1861. È sepolto nel cimitero di Montparnasse, insieme alla madre e al detestato patrigno. Nel 1949 la Corte di Cassazione francese riabilita la sua memoria e la sua opera.

Lo Sapevate Che: Diana Frances Spencer, conosciuta anche come Lady Diana, Lady Di e Lady D, è stata dal 1981 al 1996 consorte di Carlo, principe di Galles, erede al trono del Regno Unito


Lady D, Principessa del popolo
Diana Spencer nasce il 1 luglio 1961 a Parkhouse proprio vicino la residenza reale di Sadringham.
Fin da piccola Diana soffre della mancanza della figura materna: la madre è spesso assente e trascura la famiglia.
Non solo, ma Lady Frances Bounke Roche, questo il suo nome, lascia Parkhouse quando Diana ha solo sei anni per vivere con un facoltoso proprietario terriero, Peter Shaud Kidd.
A dodici anni Diana viene iscritta alle scuole secondarie presso l'istituto di West Heoth nel Kent; dopo poco lascia l'amatissima residenza di Parkhouse e si trasferisce nel castello di Althorp nella contea del Northamptonshire. La famiglia degli Spencer, a ben vedere, è addirittura più antica e blasonata di quella dei Windsor... Il padre Lord John diventa l'ottavo Conte di Althorp. Il figlio Charles diventa visconte e le tre sorelle Diana, Sarah e Jane sono elevate al rango di Lady.
Quando la futura principessa compie sedici anni in occasione di una cena per la visita della regina di Norvegia incontra il Principe di Galles ma fra i due, al momento, non scatta alcun colpo di fulmine. Solamente un desiderio di approfondire la conoscenza. Intanto, com'è normale, la giovane Diana, nel tentativo di condurre una vita il più possibile vicina, per quanto possibile, a quella dei suoi coetanei (è ancora ben lungi dall'immaginare che diverrà, invece, addirittura principessa e pretendente al trono d'Inghilterra), si trasferisce in un appartamento di Coleherm Court, un quartiere residenziale di Londra. Certo, non si tratta di un appartamento povero e di basso livello, ma pur sempre di una prestigiosa abitazione.
Ad ogni buon conto, questo suo desiderio interiore di "normalità" la induce a cercare l'indipendenza e a cercare di cavarsela con le sue forze. Si adatta a svolgere lavori anche non prestigiosi, come quelli della cameriera e della babysitter, e a dividere la sua casa con altre tre studentesse. Fra un lavoro e l'altro trova anche il tempo di dedicarsi ai bambini dell'asilo a due isolati da casa sua.
La compagnia delle altre ragazze ha comunque un effetto positivo in tutti i sensi. E' proprio grazie al loro aiuto e al loro sostegno psicologico che Lady Diana affronta il corteggiamento di Carlo, il principe del Galles conosciuto a quella famosa festa. A dire il vero, su queste prime fasi iniziali circolano molte voci contraddittorie: c'è chi dice che il più intraprendente fosse lui, mentre altri sostengono che fosse lei ad aver portato avanti la vera opera di corteggiamento.
Ad ogni modo, i due si fidanzano e, nel giro di breve tempo, convolano a nozze. La cerimonia è uno degli eventi mediatici più attesi e seguiti del globo, anche per la massiccia presenza di personalità di altissimo rango provenienti di tutto il mondo. Inoltre, la differenza di età della coppia non può che sollevare inevitabili pettegolezzi. Quasi dieci anni separano il principe Carlo da Lady D. Lei: ventiduenne appena uscita dall'adolescenza. Lui: trentatreenne già avviato alla maturità. Il 29 luglio 1981, nella cattedrale di St. Paul, si trovano convenuti sovrani, capi di stato e tutta la società internazionale osservata dagli occhi mediatici di oltre ottocento milioni di spettatori.
E anche il seguito del corteo reale, la gente in carne e ossa che seguirà la vettura con i due sposi, non è da meno: lungo il percorso che la carrozza intraprende, si contano qualcosa come due milioni di persone!
Dopo la cerimonia Diana è ufficialmente Sua Altezza Reale Principessa di Galles e futura Regina d'Inghilterra.
Grazie al suo comportamento informale, Lady D (come viene soprannominata dai tabloid con un tocco fiabesco), entra subito nel cuore dei sudditi e del mondo intero. Purtroppo il matrimonio non va come così bene come le immagini della cerimonia lasciavano sperare, anzi, è palesemente in crisi. Nemmeno la nascita dei figli William e Harry riesce a salvare un'unione già compromessa.
Ricostruendo sul piano cronologico questo complesso intreccio di eventi vediamo che già nel settembre del 1981 viene annunciato ufficialmente che la principessa è incinta ma fra i due si era già insinuata da tempo Camilla Parker-Bowles, un'ex compagna di Carlo che il principe non ha mai smesso di frequentare e di cui Lady D è (giustamente, come si vedrà in seguito), assai gelosa. Tale è lo stato di tensione della principessa, il suo grado di infelicità e di rancore che tenta più volte il suicidio, con forme che vanno dai disturbi nervosi alla bulimia.
Nel dicembre 1992 viene annunciata ufficialmente la separazione. Lady Diana si trasferisce a Kensington Palace, mentre il principe Carlo continua a vivere ad Highgrove. Nel novembre 1995 Diana rilascia un'intervista televisiva. Parla della sua infelicità e del rapporto con Carlo.
Carlo e Diana divorziano il 28 agosto 1996. Negli anni del matrimonio, Diana compie numerose visite ufficiali. Si reca in Germania, negli Stati Uniti, nel Pakistan, in Svizzera, Ungheria, Egitto, Belgio, Francia, Sud Africa, nello Zimbaue e in Nepal. Numerose sono le sue attività di beneficenza e solidarietà in cui oltre a prestare la propria immagine, si impegna attivamente con l'esempio.
Dopo la separazione Lady D continua ad apparire accanto alla famiglia reale nelle celebrazioni ufficiali. Il 1997 è l'anno in cui Lady Diana sostiene attivamente la campagna contro le mine anti-uomo.
Intanto, dopo una serie non precisata di flirt, prende corpo la relazione con Dodi al Fayed, miliardario arabo di religione musulmana. Non è uno dei soliti colpi di testa ma un vero e proprio amore. Nel caso il rapporto si concretizzasse in qualcosa di ufficiale sul piano istituzionale, i commentatori sostengono che questo sarebbe un duro colpo per la già vacillante corona britannica.
E' proprio mentre la "coppia dello scandalo" tenta di seminare i paparazzi che avviene il terribile incidente nel tunnel dell'Alma a Parigi: entrambi, alla fine di un'estate trascorsa insieme, perdono la vita. E' il 31 agosto 1997.
Un'irriconoscibile Mercedes blindata, con all'interno i corpi dei viaggiatori, viene recuperata in seguito allo spaventoso incidente stradale.
Il corpo della principessa viene sepolto in un minuscolo isolotto al centro di un laghetto ovale che abbellisce la sua casa ad Althorp Park, a circa 130 chilometri a nord-ovest di Londra.
Da allora, anche a distanza di anni, regolarmente si susseguono ipotesi per spiegare l'incidente. Qualcuno sospetta addirittura che la Principessa in quel periodo fosse incinta: il fatto che il principino William avrebbe avuto un fratellastro musulmano, sarebbe stato considerato un vero proprio scandalo per la famiglia reale. Questa come altre varie ipotesi intendono spesso puntare alla presenza di complotti, creando sempre più un denso alone di mistero attorno alla vicenda. Le indagini ad oggi non si fermano: sembra tuttavia improbabile che si arriverà un giorno a conoscere tutta la verità.         https://biografieonline.it/biografia-diana-spenc

Speciale: Menù dell’ultimo giorno di agosto 2020 … 🌹




Canapè con Frittata di Patate
Per 6 persone

Ingredienti:

8 uova, 4 patate medie, scalogni, 5 cubetti di pancetta per ogni canapè, un piccolo mazzetta di rucola, 2 rametti di timo, 1 rametto di rosmarino, 5 scaglie di parmigiano per ogni canapè, burro, olio, sale, pepe.

Pelare le patate, lavarle, asciugarle. Tagliarle a fettine molto sottili. Sbucciare gli scalogni e tritarli, farli appassire in padella con una noce di burro e 1 cucchiaio d’olio. Unire le patate, il timo e il rosmarino, fare rosolare a fuoco vivace, mescolando spesso, finché le patate risultino dorate. Togliere dal fuoco e salare. Battere le uova in una ciotola con sale e pepe. Aggiungere le patate con gli scalogni e mescolare delicatamente il tutto. In una padella scaldare un filo d’olio e versare il composto preparato. Fare cuocere la frittata a fuoco medio finché sia ben rassodata sul fondo. Girarla e farla cuocere per qualche minuto anche da questa parte. Fare scivolare la frittata su un vassoio e lasciarla intiepidire. Scaldare una padellina e rosolare senza altro condimento, la pancetta. Pulire e lavare le foglioline di rucola. Ritagliare la frittata con qualcosa di rotondo onde formare i canapè. Metterli sul vassoio, e decorarli con la pancetta, la rucola e le scaglie di parmigiano. Profumare con foglioline di timo. Servire a temperatura ambiente.
I ritagli di frittata avanzati, possono servire da aggiungere ad una insalata.


Gran misto Vegetale di Fine agosto
Per 4 persone

Ingredienti:

4 cespi di lattuga belga, 1 cetriolo, 1 peperone rosso, 1 cuore di sedano biondo, 1 pomodoro, prezzemolo, aglio, olio, 3 etti ricotta, pepe, sale.

Lavate le verdure, asciugatele e tagliatele a spicchi e a bastoncini (eccetto il pomodoro). Disponeteli a raggiera in un piatto da portata. Mettete il formaggio in una ciotola e lavoratelo con 4 cucchiai di olio, un grosso pizzico di sale, uno di pepe, uno spicchio di aglio tritato e abbondante prezzemolo tritato. Mescolate bene, aggiungendo un poco d’olio, se necessario. Svuotate il pomodoro e riempitelo di crema, ponendolo al centro del piatto di portata. La residua crema sistematela tra l’altra verdura del piatto.


Pollo a Curry con Riso pilaf
Per 4 persone

Ingredienti:

1 pollo di circa 1 kg e 200 gr, 2 cucchiai di curry, sale, gr 60 di burro, 2 cipolle, 3 mele, un cucchiaio di conserva di pomodoro, gr 30 di farina, ½ lt di brodo di pollo, un cucchiaino di succo di limone, un pizzico di zucchero; per il riso pilaf: gr 300 di riso, ½ cipolla, gr 100 di burro, ½ lt di brodo bollente, sale.

Sventrate il pollo, fiammeggiatelo, lavatelo, asciugatelo, tagliatelo a tocchetti, quindi spolverizzateli con il sale e metà del curry. Fate fondere il burro in una teglia, adagiatevi i pezzi di pollo e lasciateli rosolare circa 10 minuti, rigirandoli. Nel frattempo sbucciate le cipolle e le mele, tagliatele grossolanamente. Togliete il pollo dal tegame, tenetelo al caldo e mettete nel fondo di cottura il trito preparato. Dopo 15 minuti, aggiungete la conserva di pomodoro, spolverizzate con la farina e il curry rimasto, mescolate bene e allungate con il brodo bollente.
Mettete nella teglia i pezzi di pollo, lasciateli cuocere ancora 35 minuti, con lo zucchero e il limone.
Nel frattempo preparate il riso pilaf: fate rosolare la cipolla con il burro in una pirofila e unite il riso, mescolando bene, bagnatelo con il brodo e senza mescolare, salate, passate il recipiente in forno caldo, finché il brodo sarà completamente assorbito e il riso sarà cotto al punto giusto (circa 20 minuti). Servite il riso con il pollo e il suo condimento, decorando, se volete, con anelli di cipolla e di pomodoro, il piatto di portata. Adagiandovi sopra il pollo con il suo condimento e servite.



Bavarese di fine agosto al Caffè
Per 6 persone

Ingredienti:

2 dl di latte, un pezzetto di vaniglia in stecca, 50 gr di caffè macinato finissimo, 150 gr di zucchero, 2 tuorli, 4 fogli di colla di pesce, 3,5 dl di panna da montare, chicchi di caffè, amaretti, liquore a piacere.

Mettete la colla di pesce a bagno in acqua fredda. Portate a ebollizione il latte con la vaniglia e aggiungete il caffè mescolando con cura. Battete i tuorli con 100 gr di zucchero. Versate il latte senza la vaniglia e rimettete sul fuoco. Unite la colla di pesce strizzata e fate sciogliere senza bollire. Lasciate raffreddare.
Montate la panna con il rimanente zucchero e amalgamate delicatamente al composto. Versate in uno stampo che a piacere avrete aromatizzato con liquore di vostro gradimento e mettete in frigorifero per 2 ore.
Capovolgete lo stampo e guarnite con i chicchi di caffè.