Etichette

lunedì 25 maggio 2015

Lo Sapevate Che: La sinistra e Papageno in bicicletta...



Sinistra e potere. Al fatto non ero presente, ma mi era stato raccontato da persona fededegna. Dunque, nel 1996 Prodi aveva appena vinto le elezioni e per la prima volta la sinistra andava al potere. Gran festa, credo, in piazza del Popolo, folla delirante. Mentre D’Alema si avviava verso il palco, una donna gli aveva afferrato il braccio gridando: “Compagno Massimo adesso sì che faremo una forte opposizione”. Fine della storia ma non della maledizione di cui era sintomo. La militante aveva capito che il suo partito aveva vinto ma non che era obbligato ad andare al governo, e non poteva concepire un partito che fosse obbligato a dire sì a un sacco di cose, perché lo aveva sempre pensato come una forza eroica e cocciuta che a tutto diceva di no. Ma in lei si riassumeva una tragica storia della sinistra europea: per più di centocinquant’anni è vissuta come forza di opposizione; rivoluzionaria, sì, ma in sofferta e lunga attesa che la rivoluzione scoppiasse (e, in Russia e in Cina dove la rivoluzione era esplosa, costretta a governare e non a opporsi, a poco a poco quella sinistra è diventata una forza conservatrice. Per Questo La Sinistra si è sempre sentita capace di dire no e ha guardato con sospetto quelle sue ali che azzardavano dei sì a mezza bocca, espellendole come socialdemocratiche, oppure i suoi militanti abbandonavano il partito per fondarne uno più radicale. Per questo la sinistra è sempre stata scissionista, condannata a una cariocinesi perpetua, e naturalmente così facendo non è mai stata abbastanza forte da andare a governare, e dicendo dei sì avrebbe perduta quella purezza morale che la vedeva sempre sconfitta e caparbiamente capace di rifiutare le seduzioni del potere. (..). Vestitevi A Modo! Guardo con piacere e profitto quel canale che si chiama Classica HD e che trasmette splendidi concerti in cui si segue la vicenda dei vari strumenti come se si fosse al posto del direttore, o se si avesse la partitura tra le mani. Il canale trasmette anche moltissime opere. Io non vado frequentemente all’opera, diciamo una volta ogni due o tre anni, e pertanto solo attraverso questo canale mi documento sulle varie regie ed esecuzioni musicali. Bene, anche se qualcosa del genere l’avevo già sperimentato, mi rendo conto che la maggior parte delle opere liriche, massimamente del Settecento e dell’Ottocento, e che si svolgono in epoche diverse, sono messe in scena in abiti moderni, in fogge che non sono quelle dell’epoca a cui il libretto si riferiva. Avevo già visto in vita mia non solo opere ma anche tragedie manipolate di tal fatta, e ricordo un “Amleto” con i personaggi in ariose giacchette estive stile Armani. Ma ora vedo sempre più Nemorini in blusone di cuoio e Zerline in minigonna. Traviate vestite da Sola Me Ne Vo Per La Città, Figlie del Reggimento con divise della guerra 14-18. e tra un poco mi attendo un “Idomeneo in Creta” in felpa e Timberland. Le Ipotesi Sono Due . Una è che per campare i registi si sentano obbligati a inventare qualcosa di assolutamente inedito e provocante, e i committenti cascano nella pania. L’altra è che i registi e committenti vogliano in tal modo sottolineare che il testo che mettono in scena è eterno, e cioè che le passioni di Amleto, di Violetta Valery o di Mario Cavaradossi siano eterne, e quindi possano manifestarsi in tutte le fogge. Sarà, ma allora perché non rappresentare i sei personaggi in cerca d’autore vestiti da patrizi romani, facendoli entrare nell’arena anziché sul palcoscenico? Vi accorgerete come questo stravolgimento sia pari alla bella idea di far correre (giuro che una volta l’ho visto) Papageno in due bicicletta (anche se ammetto che era divertente).
Umberto Eco – La bustina di Minerva www.lespresso.it - 21 maggio 2015 -

Nessun commento:

Posta un commento