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giovedì 30 aprile 2020

Lo Sapevate Che: Alan Friedman, giornalista esperto di economia e politica, conduttore televisivo e scrittore statunitense



Alan Friedman nasce il 30 aprile 1956 a New York, negli Stati Uniti. Laureatosi alla New York University, studia a Londra alla Lse, la London School of Economics and Political Science, e a Washington alla Sais, la John Hopkins University School of Advanced International Studies.
Dopo avere fatto parte dello staff del presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter nel ruolo di Presidential Management Intern e avere collaborato con Bella Abzug e Donald Fraser, a partire dal 1979 è una delle firme più autorevoli del "Financial Times", per il quale scrive dapprima da Londra (fino al 1983) e poi dall'Italia, Paese dal quale è corrispondente e dove, nel 1987, si aggiudica il "Premio Trento" in qualità di migliore corrispondente estero in Italia.
L'anno successivo scrive per Longanesi il libro "Tutto in famiglia" (titolo originale: "Gianni Agnelli and the network"), cui segue nel 1989, ancora per Longanesi, "Ce la farà il capitalismo italiano?". Sempre nel 1989 si trasferisce negli Stati Uniti, dove rimane fino al 1993. Dopo essere diventato un volto noto della televisione inglese già negli anni Ottanta grazie al programma "Newsnight", in onda sulla Bbc, nel 1991 Alan Friedman appare sulla Abc in "Nightline", al fianco di Ted Koppel: una trasmissione di inchiesta che include dodici puntate co-prodotte dal "Financial Times" dedicate allo scandalo delle armi statunitensi vendute all'Iraq (il cosiddetto Iraq-gate) con la complicità del governo americano e il coinvolgimento della Banca Nazionale del Lavoro.
Diventato global economy correspondent per l'"International Herald Tribune" e autore del libro "La madre di tutti gli affari", realizzato con la collaborazione di Emanuela Minnai (titolo originale: "Spider's web: the secret history of how the White House illegally armed Iraq"), dal 1994 il giornalista americano inizia a scrivere sul "New York Times".
Dopo avere presentato su Raitre la rubrica settimanale "Money Line" nel 1995, l'anno successivo, insieme con Giovanni Minoli e Myrta Merlino, è autore e presentatore di "Maastricht Italia", trasmissione di economia in onda sempre sulla terza rete Rai. Nello stesso periodo pubblica per Longanesi "Il bivio. L'Italia a metà strada tra crisi e transizione". Nel 1997 riceve dal Parlamento italiano la Medaglia d'onore, unico giornalista americano a potersi fregiare del riconoscimento, mentre due anni dopo diventa presidente dell'"International Herald Tribune Tv".
Nel frattempo, ha un ruolo fondamentale nella creazione di Rainews24, canale Rai interamente dedicato alle news, per il quale collabora con Michele Mezza e Roberto Morrione. Nel 1999 è coinvolto, grazie alla joint venture tra "International Herald Tribune" e Rai, nella nascita della coproduzione di "Pianeta Economia/World Business". Vincitore del "Prix Italia 2001" per la trasmissione di Rai News "Pianeta Economia", conduttore su Raitre di "Mr. Euro" e su Raidue de "I vostri soldi", nel 2003 Alan Friedman lavora con Emilio Carelli, Tom Mockridge e Rupert Murdoch alla creazione e al lancio di SkyTg24, canale all news della versione italiana di Sky.
Nel frattempo, lascia il "New York Times" per diventare global economy columnist del "The Wall Street Journal Europe", carica che mantiene per due anni. Mentre la sua fama in Italia viene accresciuta anche dall'imitazione che il comico Maurizio Crozza fa di lui, il giornalista newyorchese diventa anchor man dell'"Alan Friedman Show", talk show in onda su SkyTg24.
Dopo avere lasciato l'"International Herald Tribune Tv", nel 2009 conduce su La7, insieme con Barbara Gubellini, il programma da lui stesso ideato "La Nuova Via Della Seta", serie di documentari dedicati all'India, alla Cina e ad altri Paesi emergenti. Nel 2011 finisce al centro delle polemiche dopo che "The Independent", quotidiano britannico, pubblica un articolo in cui accusa la FBC Media, società di produzione fondata e diretta da Friedman, di avere ricevuto dal governo della Malaysia milioni di dollari per produrre documentari sulla Bbc dedicati proprio al Paese asiatico: in seguito alla diffusione della notizia, la tv pubblica inglese attiva il comitato etico, il BBC Trust's Editorial Standards Committee, ideato per proteggere i telespettatori, e scopre che otto documentari dei venti prodotti dalla FBC di Friedman non soddisfano le linee guida editoriali della televisione palesando un conflitto di interessi.
Nel 2014 Alan Friedman pubblica per Rizzoli il libro "Ammazziamo il gattopardo": l'uscita del volume è preceduta da una serie di anticipazioni, apparse in anteprima sul "Corriere della Sera", nelle quali si rivela, tramite interviste di Carlo De Benedetti e Mario Monti, che Giorgio Napolitano già nell'estate del 2011 pensava a una sostituzione dell'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con lo stesso Monti. L'uscita delle anticipazioni suscita polemiche violente, che tuttavia vengono sopite con la caduta del governo di Enrico Letta. https://biografieonline.it/biografia-alan-friedman

Lo Sapevate Che: La guerra in Vietnam finì 40 anni fa


Fu una delle più lunghe e sanguinose del Novecento, diede origine a un enorme movimento pacifista e diventò la prima grande sconfitta militare nella storia degli Stati Uniti

Il 30 aprile del 1975, quarant’anni fa, si è conclusa la guerra in Vietnam, uno dei conflitti più lunghi e sanguinosi del Novecento, e che diede origine a estese manifestazioni pacifiste di protesta: nel mondo è anche diventata la-guerra-del-Vietnam, cioè il simbolo di un conflitto ingiusto e brutale. È stata la guerra più rilevante combattuta dagli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale ed è stata anche al centro di buona parte della cultura pop dell’epoca e degli anni successivi, raccontata in una miriade di libri, canzoni, film, articoli di giornale e fotografie. Secondo Daniel Hallin, esperto di comunicazione politica dell’Università di San Diego, è stata anche il primo conflitto in cui «i giornalisti accompagnarono ufficialmente le forze militari, senza essere oggetto di censura».
La guerra fu combattuta prevalentemente nel Vietnam del Sud: da una parte c’era l’esercito del Vietnam del Nord, guidato dalla dittatura comunista di Ho Chi Minh, dall’altra l’esercito del Vietnam del Sud, dove dopo la guerra di Indocina era stato instaurato un regime anti-comunista guidato da Ngô Đình Dim e sostenuto dagli Stati Uniti. Nella guerra furono coinvolti anche i vicini Laos e Cambogia e diversi alleati internazionali: Cina e Unione Sovietica a sostegno di H Chí Minh, Stati Uniti e alleati occidentali con Ngô Đình Dim. La guerra durò dal 1960 al 1975 con il progressivo coinvolgimento degli Stati Uniti soprattutto a partire dal 1962, sotto lamministrazione democratica di John Fitzgerald Kennedy e poi, dal 1968, con il suo successore Lyndon Johnson. Si concluse con la caduta di Saigon, capitale del Vietnam del Sud, conquistata dall’esercito di Ho Chi Minh: fu anche la prima e più grossa sconfitta militare degli Stati Uniti durante la Guerra Fredda.
Com’è iniziato tutto
Sin dall’Ottocento l’attuale territorio del Vietnam faceva parte dell’Indocina francese. All’inizio del Novecento nacquero in Indocina diversi movimenti indipendentisti tra cui quello guidato dal leader comunista H
Chí Minh, che fondò unorganizzazione filo-comunista chiamata Viet Minh, legata alle potenze comuniste cinese e sovietica. Durante la Seconda guerra mondiale l’Indocina venne occupata dal Giappone e la Francia tentò di riconquistarla incontrando la dura resistenza del movimento nazionalista Viet Minh. Ne derivò una nuova guerra, quella d’Indocina, che andò avanti dal 1945 al 1954 e che finì con una sconfitta dei francesi e un rafforzamento di H Chí Minh e del movimento dei Viet Minh. La Conferenza di pace di Ginevra si concluse nel luglio 1954: la penisola indocinese venne divisa nei quattro stati indipendenti di Laos, Cambogia, Vietnam del Nord e Vietnam del Sud, questi ultimi separati lungo il 17° parallelo. Nel Vietnam del Nord si costituì una repubblica popolare di tipo comunista guidata da H Chí Minh e dal movimento Viet Minh (con capitale Hanoi), mentre il Vietnam del Sud rimase sotto il governo dell’imperatore vietnamita Bao Dai, sostenuto dalla Francia. Era anche stato previsto che il Vietnam sarebbe poi stato riunificato e che nel 1956 si sarebbero tenute libere elezioni.
Nel 1955 Ngô Đình Dim depose limperatore e proclamò la Repubblica del Vietnam, una dittatura anti-comunista e cattolica che venne appoggiata dagli Stati Uniti, i quali volevano arginare lespansione del comunismo nella regione. Il regime di Dim si dimostrò molto oppressivo e nel 1960 venne fondato il Fronte di liberazione nazionale – i cui combattenti diventarono i famosi Vietcong – un movimento di Resistenza che puntava a liberare il Sud e a riunificare il paese sotto il governo comunista di H Chí Minh.

Il coinvolgimento americano
In pochi anni Di
m sostituì la classe dirigente del paese con persone a lui fedeli – dunque cattoliche – ridistribuì le terre, ordinò segretamente di saccheggiare i monasteri buddhisti e vietò di esporre pubblicamente la bandiera buddhista. Uno dei più famosi atti di protesta contro il regime fu il suicidio del monaco buddhista Thích Qung Đc, che si diede fuoco in una piazza di Saigon per attirare l’attenzione sui crimini compiuti da Dim. La foto circolò in tutto il mondo e divenne in breve tempo il simbolo della protesta contro il regime estremista cattolico di Dim.
Nel 1962 il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy inviò dei soldati americani per addestrare l’esercito del Vietnam del Sud, spinto anche dall’indebolimento della posizione statunitense a livello mondiale dopo la crisi dei missili a Cuba. Gli sforzi di Kennedy erano diretti a rafforzare politicamente, economicamente e soprattutto militarmente il regime del Sud, sperando nella sua trasformazione in uno stato democratico in grado di affrontare il movimento guerrigliero dei vietcong. Le cose andarono diversamente: il governo di Dim, durante gli anni della presidenza Kennedy, scivolò sempre più verso l’autoritarismo e la corruzione e gli Stati Uniti decisero dunque di sostenere un nuovo colpo di stato che rovesciò e uccise Dim, ma che portò al potere un regime altrettanto corrotto e inefficace.
Nel frattempo, e già dal 1961, gli Stati Uniti avevano avviato una serie di operazioni di spionaggio sul territorio nordvietnamita: la mattina del 4 agosto 1964 si verificò uno scontro tra motovedette nordvietnamite e un pattugliatore statunitense. Circa 20 anni più tardi si scoprirà che quello che passò alla storia con il nome di “Incidente del Tonchino” fu un’operazione appositamente creata per l’attacco statunitense al Vietnam del Nord senza una formale dichiarazione di guerra. Tre settimane dopo la morte di Dim venne assassinato anche Kennedy, e Lyndon Johnson confermò che gli Stati Uniti avrebbero continuato ad appoggiare il Vietnam del Sud, militarmente ed economicamente. Il coinvolgimento americano nel conflitto aumentò notevolmente con Lyndon Johnson. Nel 1965, dopo l’incidente del Tonchino, Johnson ordinò bombardamenti aerei nel nord e poco dopo inviò migliaia di soldati. Nel 1966 i soldati americani in Vietnam divennero quasi 400mila.
In questo periodo gli Stati Uniti impiegarono armi chimiche considerate molto nocive come il napalm e l’Agent Orange, un erbicida che avrebbe dovuto distruggere i raccolti e indebolire i guerriglieri Vietcong e i soldati del nord, ma che conteneva anche sostanze altamente tossiche che provocano cancro, aborti e altri gravi problemi di salute. Un’altra famosissima foto della guerra fu scattata nel 1972 proprio in seguito a un bombardamento al napalm su Trang Bang, un paese vicino al confine con la Cambogia. Nella foto si vede una bambina di nove anni correre nuda su una strada dopo che il suo vestito era stato bruciato in pochi secondi dal Napalm.

L’offensiva Têt e i movimento pacifisti
Nel 1968 il Vietnam del Nord e i Vietcong lanciarono la cosiddetta offensiva Têt, attaccando contemporaneamente trenta obiettivi militari nel Sud. Fu un momento di svolta nel conflitto, dovuto anche alla copertura che ne diedero i giornali americani, presentandolo di fatto come una sconfitta degli Stati Uniti: da questo momento in poi sempre più cittadini americani smisero di sostenere la guerra e contribuirono alla nascita di un enorme movimento di protesta che chiedeva la fine del coinvolgimento del loro paese nel conflitto. Già da alcuni anni la diffusione della musica rock era andata di pari passo con un crescente movimento pacifista, e diversi artisti e band si schierarono pubblicamente contro la guerra. Nel 1969 fu scritta e pubblicata forse la canzone più famosa legata al movimento pacifista: “Give Peace a Chance” (“date una possibilità alla pace”), scritta dall’allora membro dei Beatles John Lennon. Già nel novembre dello stesso anno fu cantata da migliaia di persone che parteciparono a una grossa manifestazione di protesta contro la guerra del Vietnam a Washington.
Dopo l’offensiva Têt, la posizione degli Stati Uniti e quella del loro presidente cambiarono. Il 31 marzo Johnson, in un famoso discorso alla nazione, annunciò la decisione di non ricandidarsi alla presidenza e di cominciare a ridurre l’intensità della guerra. Nei mesi successivi ebbero inizio a Parigi i colloqui di pace (13 maggio 1968). Il 31 ottobre il presidente Johnson annunciò alla nazione che aveva ordinato una completa cessazione di «tutti i bombardamenti aerei, navali e di artiglieria sul Vietnam del Nord». Il 1968 quindi si concluse con la cessazione dei bombardamenti sul Vietnam del Nord, con gli Stati Uniti che avevano rinunciato alla vittoria militare, e con l’inizio di complessi e difficili colloqui di pace. Poi arrivò Richard Nixon. Il nuovo presidente elaborò una nuova strategia in politica estera, la cosiddetta “dottrina Nixon”, che prevedeva di proseguire la guerra in modo differente, senza darne notizia all’opinione pubblica e facendo ricorso a trattative, atti di terrorismo e guerriglia e azioni sostanzialmente segrete; e di estendere il conflitto anche in Laos e Cambiogia per indebolire il Vietnam del Sud.

Il ritiro degli Stati Uniti e la fine della guerra
La dottrina Nixon venne messa in atto gradualmente a partire dal gennaio 1969, ma una serie di eventi portò a un nuovo rovesciamento della situazione. Le proteste contro la guerra continuarono ad aumentare e i risultati sul campo non furono quelli sperati. Dopo continue rispettive incursioni e complicate trattative, gli accordi di pace di Parigi vennero infine firmati il 17 gennaio 1973. In seguito alle dimissioni dell’allora presidente americano Richard Nixon a causa dello 
scandalo del Watergate, il Vietnam del Nord ruppe gli accordi, intensificò gli attacchi e lanciò un’ultima massiccia offensiva nell’aprile del 1975. Il 30 aprile del 1975 i nordvietnamiti conquistarono la capitale Saigon, portando alla fine della guerra e alla riunificazione del Paese.
Nel conflitto morirono in tutto oltre tre milioni di soldati e civili nordvietnamiti; 58.220 soldati statunitensi, a cui si aggiungono oltre 1.900 dispersi; e circa 250 mila soldati sudvietnamiti. Dal 1965 al 1975 gli Stati Uniti investirono nel conflitto 250 miliardi di dollari, pari a oltre 1000 miliardi di dollari odierni.

Speciale: Piatti vegetariani! … 🌹


Foglie in Indivia ripiene
Per 4 persone

Ingredienti:

12 foglie di indivia belga dello stesso formato, 120 gr di formaggio caprino, una manciata di gherigli di noci a pezzettini, 4 cucchiai di maionese, erba cipollina, limone, sale, 60 gr di olive verdi e nere denocciolate.

Lavate ed asciugate con carta da cucina le foglie di insalata. Condite la maionese con un cucchiaino di erba cipollina. Distribuite nelle foglie di indivia prima il formaggio caprino, prima lavorato con una forchetta, e infine 4 cucchiai di maionese condita con erba cipollina, che distribuirete un po’ in ciascuna foglia con gherigli di noci in superficie. In un piatto rotondo da portata, posizionate in modo circolare tutte le foglie ripiene e nel centro la manciata di olive nere e verdi denocciolate. Servire.


Sformato di Penne, asparagi e ricotta
Per 4 persone

Ingredienti

1 kg di asparagi, 350 gr di ricotta fresca, 400 gr di maccheroncini integrali, 2 uova, 120 gr di parmigiano grattugiato, peperoncino rosso in polvere, poco latte olio evo, sale

Pulire gli asparagi togliendo la parte finale più dura, lavarli bene e farli cuocere in una casseruola in acqua bollente salata per 5 minuti. Scolarli, conservando l’acqua di cottura. Tagliarli a tocchetti di circa 3 cm e farli dorare in un tegame con 3 cucchiai d’olio.
In una ciotola lavorare la ricotta con un cucchiaio di legno aggiungendo qualche cucchiaio di latte, un pizzico di peperoncino rosso, sino ad ottenere una crema liscia. Fare cuocere le penne al dente usando l’acqua di cottura degli asparagi (se non bastasse aggiungerne dell’altra), scolarli e condirli con il parmigiano (tenendone due cucchiai da parte) e un po’ d’olio.
Ungere una pirofila con olio e versare sul fondo uno strato di penne, seguire con uno strato di asparagi e sopra un po’ di crema di ricotta. Ripetere fino ad esaurimento degli ingredienti lasciando l’ultimo strato senza compattare gli ingredienti e in superficie versare le due uova battute con un pizzico di sale, un pizzico di peperoncino e i due cucchiai di parmigiano grattugiato. Mettere in forno preriscaldato a 200° per 20 minuti.


Fave ‘ngrecce, ricetta delle Marche
Per 4 persone


Ingredienti:

4 etti di fave fresche sbucciate (circa 1 kilo abbondante di fave), uno spicchio di aglio, qualche foglia di menta “svelto” o “romana”, olio evo, sale, peperoncino

Il momento migliore per la preparazione di questo squisito piatto è la fine della primavera, quando i legumi sono appena stati raccolti.
In una pentola con acqua bollente non salata, far cuocere le fave per 20 minuti, finché risultino morbide. Scolarle, metterle in un’insalatiera e condirle con l’aglio e la menta tritati finemente, qualche cucchiaio di olio evo, un pizzico di sale e peperoncino.



Crostata di Albicocche
Per 6 persone

Ingredienti:

300 gr di farina bianca, 50 gr di farina integrale, gr 120 di burro, 1 yogurt intero, 4 uova, gr 150 di miele, 6 dl di latte, 2 dl di panna, 1 kg di albicocche snocciolate.

Lasciate il burro in anticipo a temperatura ambiente.
In una terrina mettete a fontana 270 gr di farina e 50 gr di farina integrale, il burro a pezzettini e lo yogurt, un pizzico di sale. Lavorate velocemente il composto sino ad ottenere un composto liscio e omogeneo. Avvolgetelo nella pellicola e mettetelo in frigorifero per 1 ora.
Stendete poi la pasta con un mattarello e foderate una tortiera rotonda di 25 cm di diametro, ricoperta da carta da forno. Pizzicate il bordo della pasta e bucherellate il fondo con i rebbi si una forchetta. Adagiatevi sopra le albicocche, snocciolate e divise a metà. Frullate nel mixer le uova, la farina residua, il latte, la panna, e il miele. Versate questo composto sulle albicocche.
Mettete la pirofila in forno preriscaldato a 180° per 35 minuti. Lasciate raffreddare e servite.

mercoledì 29 aprile 2020

Lo Sapevate Che: Enrico Mattei è stato un imprenditore, partigiano, politico e dirigente pubblico italiano. Puntò sull’energia per rilanciare lo sviluppo economico italiano, il sogno di un’indipendenza energetica



Il sogno di un'indipendenza energetica
Enrico Mattei nasce il 29 aprile 1906 ad Acqualagna (Pesaro). La famiglia è modesta, il padre brigadiere dei carabinieri.
Finite le scuole elementari, Enrico frequenta la scuola tecnica inferiore. Il padre lo fa assumere nella fabbrica di letti di Scuriatti come verniciatore di letti di metallo, nel 1923 entra come garzone alla Conceria Fiore. La carriera di Mattei nell'Azienda è rapida: prima operaio, poi, a soli vent'anni, direttore del laboratorio e infine collaboratore principale del padrone della Conceria.
Nel 1929 cominciano a sentirsi gli effetti della crisi economica generale e anche la Conceria Fiore chiude, Mattei è seriamente colpito da questo avvenimento, che tenta in ogni modo di evitare. Tutto quello che aveva costruito in anni di lavoro sembra completamente cancellato. Il suo prestigio nel paese ne avrebbe sofferto in modo insanabile. Non resta che cambiare ambiente, cercando fortuna altrove. Giovanni Fiore gli dà delle lettere di ringraziamento e di presentazione per uomini d'affari che conosceva, ed una liquidazione che Enrico definirà più tardi come "superiore a quella stabilita dalla legge".
Si trasferisce a Milano dove continua la sua attività industriale; nel 1934 fonda l'industria Chimica Lombarda. Lo sviluppo dell'impresa assume un ritmo veloce, cresce rapidamente anche il fabbisogno di materie prime. Mattei tenta di trovare una propria fonte attraverso l'integrazione verticale dell'impresa. Condotta un'analisi attenta delle possibilità offerte dalla pesca nel Mar Rosso, prepara un progetto per la creazione di una flottiglia da pesca e di uno stabilimento per il primo trattamento del pescato. Presenta il progetto al ministero delle Corporazioni e chiede una concessione per la pesca industriale in Eritrea, sperando di ottenere dalla pesca di squali e delfini i grassi che gli servono.
Il fratello Umberto si reca nel Mar Rosso in maggio. Ma la conservazione del pesce e la sua lavorazione in loco, si mostrano difficili, e dopo un primo atteggiamento positivo del Ministero, il progetto viene insabbiato, forse anche per l'opposizione degli altri operatori italiani del settore.
In quegli anni, ha scritto Boldrini, "vivemmo assieme, quasi isolati, mentre maturavano le sventure della patria...Quando giunse il momento, per non servire ai tedeschi, Mattei chiuse la sua fabbrica, sottrasse gli operai alle razzie, continuando a corrispondere loro i salari e li ebbe collaboratori clandestini nella difesa degli impianti tecnici e delle merci immagazzinate, con cui avrebbero ripreso insieme il lavoro alla fine della guerra".
Mattei si diploma ragioniere e si iscrive all'Università Cattolica. Nel maggio 1943 incontra Giuseppe Spataro attraverso il quale entra in contatto con i circoli antifascisti milanesi. Viene creato, nel 1944, un Comando militare Alta Italia del CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) di cui Enrico Mattei fa parte per la Dc.
Nei giorni successivi alla tormentata fine della guerra civile in Italia, Enrico Mattei venne incaricato di liquidare le attività dell'Agip ma Mattei sceglie di disattendere questa indicazione; nel 1953 fonda l'Eni.
Con la stessa intraprendenza e tenacia che lo aveva caratterizzato tutta la vita, Mattei riesce ad affermare il ruolo strategico dell'energia nello sviluppo economico italiano e a ispirare fiducia nel possibile miracolo dell'indipendenza energetica.
È abile nel costituire una rete di collaboratori capaci di muoversi sulla scena internazionale e questo diverrà uno dei punti di forza che la società, oltre gli interessi specifici, saprà offrire all'azione diplomatica dell'Italia. E' tra i primi a coltivare lo spirito di frontiera e il rispetto delle culture diverse. Nel film "Il caso Mattei" il protagonista dice a un giornalista: "Il petrolio fa cadere i governi, fa scoppiare le rivoluzioni, i colpi di stato, condiziona l'equilibrio nel mondo...se l'Italia ha perso l'autobus del petrolio è perché gli industriali italiani, questi grandi industriali, non se ne sono mai occupati...non volevano disturbare la digestione dei potenti... Il destino di milioni e milioni di uomini nel mondo in questo momento dipende da 4 o 5 miliardari americani... La mia ambizione è battermi contro questo monopolio assurdo. E se non ci riuscirò io, ci riusciranno quei popoli che il petrolio ce l'hanno sotto i piedi".
Il 27 ottobre 1962 il "Morane Saulnier 760" di Mattei proveniente da Catania e diretto a Linate precipita a Bascapè (Pavia). Ad oggi sono ancora discordi le opinioni sulla natura dell'incidente mortale occorso a Mattei, da varie ipotesi confermate da testimonianze di mafiosi pentiti negli anni '90, sembrerebbe che fosse stata piazzata una bomba sull'aereo e che si fosse trattato quindi di un sabotaggio. Totale incertezza si ha sui possibili mandanti, si va da ipotesi che vanno dalla CIA, alle "Sette Sorelle" (le sette grandi multinazionali del petrolio nate per lo più alla fine dell'Ottocento ad opera di alcuni famosi petrolieri), a interessi politici italiani rivali di Mattei.              https://biografieonline.it/biografia-enrico-mattei

Lo Sapevate Che Alfred Hitchcock, ricordato tra i più grandi maestri della storia del cinema


“Il dramma è la vita con le parti noiose tagliate.” Alfred Hitchcok
 Maestro della suspance
Re del thriller, maestro della suspance, genio delle cinepresa, irriverente performer, evocatore dell'inconscio. Quanti termini sono stati spesi per cercare di definire quello che per molti appassionati è il rappresentante supremo della settima arte? Alfred Joseph Hitchcock, nato il 13 agosto 1899 a Leytonstone in Inghilterra, ha avuto il pregio di non trincerarsi mai dietro fumosi intellettualismi, di non voler mai caricare le sue opere di significati oscuri e reconditi, con il pericolo di fare sofismi sull'arte. No, lui si è sempre limitato a girare storie coinvolgenti e incredibili, divertendosi un mondo dietro la sua macchina da presa.
Forse l'aria scanzonata che il maestro ha sempre mostrato in occasione delle sue apparizioni pubbliche scaturisce da una reazione al tipo di educazione ricevuta. Figlio di William ed Emma è cresce con una rigorosa educazione religiosa e frequenta il duro Collegio Cattolico di Saint Ignatius. Gli studi proseguono con l'iscrizione alla scuola di Ingegneria e Navigazione che deve abbandonare per motivi economici, alla morte del padre nel 1914.
Fin da quegli anni in cui non era nessuno, Alfred Hitchcock manifesta un grande interesse verso il mondo del crimine e verso gli omicidi, collezionando saggi ed articoli tratti dai giornali e visitando spesso il museo del crimine di Scotland Yard. Un po' sbandato e senza un progetto di vita coerente, nel 1915 trova lavoro come disegnatore presso la "Henley telegraph and cable Company".
Il suo primo impiego nel ramo cinematografico arriva nel 1920 quando viene assunto come disegnatore di titoli in un nuovo studio londinese, il "Players-Lasky-Studios" (il futuro cineasta disegnerà i titoli per tutti i film prodotti dal suddetto studio nel corso dei successivi due anni).
Nel 1922 quando il regista di "Always tell your wife" si ammala, Hitchcock termina di girare il film al suo posto mettendosi immediatamente in luce per le sue buone qualità.
Gli viene affidata la sua prima regia con il film "Number 13" che però rimane sfortunatamente incompleto a causa della chiusura della sede londinese dello studio.
Nel 1923 Alfred Hitchcock viene assunto dalla compagnia più tardi conosciuta come Gainsborough Pictures; durante i tre anni successivi lavora nell'ombra per numerosi film, occupandosi di una quantità straordinaria di mansioni: dalla sceneggiatura, ai disegni, dai titoli alle scenografie fino ad arrivare al montaggio e all'aiuto regia.
E' finalmente nel 1925, quando la compagnia gli affida la regia del film "Il labirinto della passione", che la brillante carriera di Alfred Hitchcock segna il suo inizio.
Nel 1926 sposa Alma Reville, una redattrice che collaborerà più tardi come sceneggiatrice a molti dei suoi film. Nasce una figlia, Patricia, che apparirà in molti film del padre. Nel 1929 Hitchcock dirige "Ricatto", il primo film inglese con suono sincronizzato, mentre il primo film americano "Rebecca", del 1940, vince l'Oscar per la miglior fotografia.
Poi la carriera di Hitchcock conosce numerosi alti e bassi, ma il regista si sforza di rimanere sempre ad un livello qualitativo impeccabile. I critici, tuttavia, rilevano come gli anni '40 siano di scarsa rilevanza per la produzione del maestro mentre straordinariamente importanti risultano gli anni '50 e '60, in cui si incontrano i capolavori più celebri del regista (Da "Gli uccelli" a "Psycho", da "Vertigo" a "La finestra sul cortile").
Carattere gioviale ma complesso, Hitchcock non fu mai assalito dalla prosopopea del grande autore, divertendosi anche a produrre film per la televisione, dove poteva sfogare tutta la sua vena arguta e sottilmente satirica. Leggendarie sono rimaste le antologie del mistero per il piccolo schermo come "Regali di Hitchcock" e "L'ora di Hitchcock"; produzioni che fra l'altro contribuirono non poco a diffondere il suo nome presso gente di tutti i tipi.
Tecnico meticoloso e stilista sopraffino, i suoi film erano scrupolosamente e puntigliosamente confezionati, tanto da essere tuttora considerati delle perle assolute delle settima arte. Celebri anche le sue immancabili apparizioni da cammeo, inserite praticamente in tutte le sue pellicole. L'ultimo film del maestro è "Complotto di famiglia", del 1976.
Alfred Hitchcock muore a Los Angeles il 29 aprile 1980 mentre lavora con un collaboratore ad un'opera che avrebbe dovuto intitolarsi "La notte breve".  https://biografieonline.it/biografia-alfred-hitchcock

Speciale: Di tutto un po'! … 🌹


Insalata Verde con More e Caprino
Per 4 persone

Ingredienti:

250 gr di insalata mista (scarola, lattuga, indivia, radicchio di Treviso), 200 gr di formaggi caprini (senza togliere la crosta), 1 tazza di pane di noci o olive, 1 tazza di more, 60 gr di uvetta sultanina, 25 gr di gherigli di noce, 2 cipollotti. Per la vinaigrette: 4 cucchiai d’olio, 3 cucchiai di aceto balsamico, 2 cucchiai di miele, sale.

Lavare le insalate, scolarle bene, sfogliarle, asciugarle delicatamente e ridurle a tocchetti in un’insalatiera. Ridurre a cubetti il pane e sistemarlo sopra l’insalata, unirvi i gherigli di noce sbriciolati grossolanamente, l’uvetta sultanina e le more.
A parte in un tegamino riscaldare i caprini modo da renderne morbido l’interno e sistemarli sull’insalata.
Emulsionare insieme tutti gli ingredienti dell’insalata e condirla delicatamente. Servire subito.


Paccheri al forno con Carciofi e Salsiccia
Per 4 persone

Ingredienti:

400 gr di paccheri, 350 gr di salsiccia fresca, 6 carciofi, 200 gr di mascarpone, 1 spicchio d’aglio, origano, 100 gr di pecorino grattugiato, olio, sale e pepe.

Pulite i carciofi eliminando le spine e le foglie dure. Divideteli a metà ed eliminate il fieno interno, tagliateli a fettine sottili.
In una padella con 4 cucchiai d’olio fate cuocere i carciofi, unendo un cucchiaio di origano e bagnando con un bicchiere d’acqua. Fate cuocere a fuoco dolce per circa 20 minuti.
Spellate la salsiccia, sgranatela e fatela rosolare in un padellino con un cucchiaio d’olio e lo spicchio d’aglio. Aggiungetela ai carciofi, eliminando l’aglio.
Lasciate intiepidire la preparazione e unite il mascarpone, amalgamando bene gli ingredienti. Salate e pepate.
In una casseruola con abbondante acqua salata cuocete a metà cottura i paccheri, scolateli e conditeli con la salsa preparata.
Ungete una pirofila con olio e versatevi la pasta, cospargendola con il pecorino grattugiato e pepe. Fate cuocere in forno preriscaldato a 190° per 15 minuti. Deliziosa!


Uova e Verdure con Salsa alle Acciughe
Per 4 persone

Ingredienti:

15 acciughe sotto sale, 1 cucchiaio di aceto rosso, 1 spicchio d’aglio, 2 uova, 2 carote, 2 coste di sedano, 1 finocchio, 2 cipollotti, prezzemolo fresco, una baguette, olio, sale.

Pulire le acciughe con un panno morbido, cercando di eliminare tutto il sale esterno. Diliscarle. Tritare finemente lo spicchio d’aglio.
In un pentolino con un dl d’olio, unire l’aglio, i filetti di acciuga spezzettati e l’aceto. Far cuocere la salsa a fuoco molto basso, fino a completo scioglimento delle acciughe. Mettere le uova in un pentolino con acqua fredda e farle bollire per 8 minuti dall’acqua in ebollizione. Fatele raffreddare sotto l’acqua corrente, sgusciatele e tagliatele a metà. Riducete a filettini le carote, a foglie il finocchio e le più grandi a metà, i cipollotti tagliati a metà, le coste di sedano a pezzetti.
Tagliate il pane a fettine sottili e tostatele sotto il grill.
Versate la preparazione, ormai raffreddata, in una ciotola. Disponete la ciotola su un largo piatto da portata, che contornerete con le verdure, il pane e le uova. Cospargere la salsa con pochissimo prezzemolo tritato. Delizioso e invitante secondo piatto!


Arancini dolci con Caramello e Frutta stagionale
Per 4 persone

Ingredienti:

200 gr di farina di grano saraceno, 1 lt di latte, gr 200 di zucchero, 3 uova, marmellata di albicocche, 50 gr di burro. Accompagnare con frutta fresca di stagione.

Preparate una polenta con farina, latte e 100 gr di zucchero. Via dal fuoco incorporate il burro ammorbidito, i tuorli e infine gli albumi montati a neve. Con il composto ottenuto formate delle palline della grossezza di un arancino di riso.
Al centro di ognuno mettete una cucchiaiata di marmellata di albicocche, quindi disponeteli su un piatto da portata e ricopriteli con un caramello preparato con lo zucchero rimasto e pochissima acqua. Servire con frutta di stagione.

martedì 28 aprile 2020

Lo Sapevate Che: Benito Mussolini, noto anche come Duce e personaggio storico tra i più influenti della metà del Novecento. Per l’Italia il capo di una dittatura che ha rappresentato un passaggio decisivo nella successiva nascita della Repubblica e nella crescita democratica del Paese




Una guida sbagliata
Benito Mussolini nasce il 29 luglio 1883 a Dovia di Predappio, in provincia di Forlì, da Rosa Maltoni, maestra elementare, e Alessandro Mussolini, fabbro ferraio. Dapprima studia nel collegio salesiano di Faenza (1892-'93), poi presso il collegio Carducci di Forlimpopoli, conseguendo anch'egli il diploma di maestro elementare.
Stimolato dal padre, esponente socialista facinoroso e violentemente anticlericale, comincia la sua carriera politica appunto con l'iscrizione al Partito Socialista Italiano (PSI). Poco tempo dopo incappa in una vera avventura. Allo scopo di sottrarsi al servizio militare, infatti, fugge in Svizzera, dove conosce importanti esponenti rivoluzionari, rimanendo fra l'altro affascinato dalle idee di stampo marxista. Rientrato in Italia nel 1904 dopo essere stato espulso dai cantoni per ripetuto ed esasperato attivismo antimilitarista e anticlericale, scampa la pena prevista per la renitenza alla leva grazie ad un errore burocratico, per compiere quindi il servizio militare nel reggimento di bersaglieri di stanza a Verona. Per un breve periodo trova anche il tempo per insegnare presso Tolmezzo ed Oneglia (1908), dove tra l'altro collabora attivamente al periodico socialista "La lima"; dopodiché, torna a Dovia.
L'attività politica però continua incessante. Fra l'altro, viene imprigionato per dodici giorni per aver sostenuto uno sciopero di braccianti. Ricopre quindi la carica di segretario della Camera del Lavoro a Trento (1909) e dirige un'altro quotidiano: "L'avventura del lavoratore". Si scontra presto con gli ambienti moderati e cattolici e, dopo sei mesi di frenetica attività propagandistica viene espulso dal giornale tra le vibranti proteste dei socialisti trentini suscitando una vasta eco in tutta la sinistra italiana. Torna a Forlì dove si unisce, senza vincoli matrimoniali né civili né religiosi, con Rachele Guidi, figlia della nuova compagna del padre. Insieme ebbero cinque figli: Edda nel 1910, Vittorio nel 1925, Bruno nel 1918, Romano nel 1927 e Anna Maria nel 1929. Nel 1915 sarebbe stato celebrato il matrimonio civile mentre nel 1925 quello religioso.
Contemporaneamente la dirigenza socialista forlivese gli offre la direzione del settimanale "Lotta di classe" e lo nomina proprio segretario. Al termine del congresso socialista a Milano dell'ottobre 1910, ancora dominato dai riformisti, Mussolini pensa di scuotere la minoranza massimalista, anche a rischio di spaccare il partito, provocando l'uscita dal PSI della federazione socialista forlivese, ma nessun'altro lo segue nell'iniziativa. Quando sopraggiunge la guerra in Libia, Mussolini appare come l'uomo più adatto a impersonare il rinnovamento ideale e politico del partito. Protagonista del congresso emiliano di Reggio Emilia e assunta la direzione del quotidiano "Avanti!" alla fine del 1912, diventa il principale catalizzatore delle insoddisfazioni della società italiana, piegata da crisi economiche e ideali.
Lo scoppio del primo conflitto mondiale trova Mussolini sulla stessa linea del partito e cioè di neutralità. Nel giro di pochi mesi, però, nel futuro Duce matura il convincimento che l'opposizione alla guerra avrebbe finito per trascinare il PSI ad un ruolo sterile e marginale, mentre, secondo il suo parere, sarebbe stato opportuno sfruttare l'occasione per riportare le masse sulla via del rinnovamento rivoluzionario. Si dimette perciò dalla direzione del quotidiano socialista il 20 ottobre 1914, proprio due giorni dopo la pubblicazione di un suo articolo che faceva appunto notare il mutato programma.
Dopo la fuoriuscita dall'Avanti! Decide di fondare un suo giornale. Ai primi di novembre fonda quindi "Il Popolo d'Italia", foglio ultranazionalista e radicalmente schierato su posizioni interventiste a fianco dell'Intesa. Il popolo, a giudicare dal clamoroso boom di vendite, è con lui.
A seguito di queste prese di posizione, viene espulso anche dal partito (è il 24-25 novembre 1914) e richiamato alle armi (agosto 1915). Dopo essere stato seriamente ferito durante un'esercitazione può ritornare alla guida del suo giornale, dalle colonne del quale rompe gli ultimi legami con la vecchia matrice socialista, prospettando l'attuazione di una società produttivistico-capitalistica capace di soddisfare le esigenze economiche di tutti i ceti.
Le esigenze inespresse che serpeggiano nella società Italiana Mussolini sa raccoglierle sagacemente e un primo tentativo lo effettua con la fondazione, avvenuta a Milano il 23 marzo 1919 con un discorso di Mussolini a Piazza San Sepolcro, dei "Fasci di Combattimento" basata su un mescolamento di idee radicali di sinistra e di acceso nazionalismo. L'iniziativa non riscuote di primo acchito un gran successo. Man mano però che la situazione italiana si va deteriorando e il fascismo si caratterizza come forza organizzata in funzione antisindacale e antisocialista, Mussolini ottiene crescenti adesioni e pareri favorevoli dai settori agrari e industriali e dai ceti medi. La "marcia su Roma" (28 ottobre 1922) apre a Mussolini le porte per formare il nuovo Governo, costituendo un gabinetto di larga coalizione che lascia sperare a molti l'avvento dell'attesa "normalizzazione". Il potere si consolida ulteriormente con la vittoria nelle elezioni del 1924. Successivamente Mussolini attraversa un periodo di grande difficoltà a causa dell'assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti (10 giugno 1924), il primo grande omicidio fascista (anche se gli storici contemporanei non lo riconducono direttamente al volere di Mussolini stesso).
La reazione avversaria non si fa attendere. Alla fine del 1925 viene fatto oggetto di numerosi attentati firmati da socialisti (il primo fu quello ad opera di Tito Zaniboni), massoni, anarchici e quant'altri (perfino una solitaria donna irlandese). Sta di fatto che nonostante l'affermazione di un regime chiaramente dittatoriale, Mussolini riesce a conservare e, in alcuni momenti ad accrescere, la sua popolarità sfruttando abilmente alcune iniziative genericamente populistiche come la risoluzione dell'annoso problema della cosiddetta "questione romana", realizzando attraverso i Patti Lateranensi (11 febbraio 1929, firmati per conto del Vaticano dal cardinale Pietro Gasparri, segretario di Stato) la conciliazione tra lo Stato italiano e la Chiesa.
Un'incessante propaganda comincia così ad esaltare le doti del dittatore, dipinto di volta in volta come "genio" o come "duce supremo", in un'esaltazione della personalità tipica dei regimi totalitari.
Con il passare del tempo, invece, la Storia darà drammaticamente ragione alla Realtà. Gli eventi mostrano un leader incapace di ferme decisioni, di una strategia a lungo termine non legata agli eventi contingenti. In politica estera, con l'obiettivo di rinnovare e fortificare il prestigio della Nazione in un inusuale miscuglio di cauto realismo imperialistico e letterario della romanità, tiene una condotta a lungo incerta e ondivaga.
Dopo l'occupazione delle truppe italiane di Corfù, nel 1923, e la decisa presa di posizione contro l'annessione dell'Austria alla Germania nazista, Mussolini si getta alla conquista dell'Etiopia: il 3 ottobre 1935 le truppe italiane varcano il confine con l'Abissinia e il 9 maggio 1936 il Duce annuncia la fine della guerra e la nascita dell'Impero italiano d'Etiopia. La conquista da un lato lo fa arrivare al punto più alto della sua fama in Patria ma dall'altro lo rende inviso al Regno Unito, alla Francia e alla Società delle Nazioni, costringendolo ad un progressivo ma fatale avvicinamento alla Germania hitleriana, con la quale firma, nel 1939, il cosiddetto "Patto d'Acciaio", un accordo che lo lega ufficialmente a quell'infame regime.
Il giorno 10 giugno 1940, benché impreparato militarmente, decide di entrare in guerra assumendo il comando supremo delle truppe operanti, nell'illusione di un rapido e facile trionfo. Purtroppo per lui (e per l'Italia!), le sorti si rivelano negative e drammatiche per Mussolini e il fascismo. Dopo l'invasione anglo-americana della Sicilia e uno dei suoi ultimi colloqui con Hitler (19 luglio 1943) viene sconfessato dal Gran Consiglio (24 luglio) e arrestato dal re Vittorio Emanuele III (25 luglio). Trasferito a Ponza, poi alla Maddalena e infine al Campo Imperatore sul Gran Sasso, il 12 settembre viene liberato dai paracadutisti tedeschi e portato prima a Vienna e poi in Germania, dove il 15 proclama la ricostituzione del Partito Repubblicano Fascista.
La liberazione di Mussolini è ordinata da Hitler in persona, che ne affida l'esecuzione all'austriaco Otto Skorzeny, dichiarato successivamente dagli Alleati "l'uomo più pericoloso d'Europa" per le sue capacità e per la sua audacia.
Mussolini attraversa periodi di evidente stanchezza, è ormai "alle dipendenze" di Hitler. Si insedia a Salò, sede della nuova Repubblica Sociale Italiana (RSI). Sempre più isolato e privo di credibilità, quando gli ultimi reparti tedeschi vengono sconfitti, propone ai capi del C.L.N.A.I (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) un passaggio di poteri, che viene respinto. Travestito da militare tedesco, tenta la fuga assieme alla compagna Claretta Petacci, verso la Valtellina. Viene riconosciuto a Dongo dai partigiani, successivamente arrestato e giustiziato il 28 aprile 1945 a Giulino di Mezzegra (Como).   https://biografieonline.it/biografia-benito-mussolin