Ci siamo arrivati due volte, prima con la cultura e poi con
la natura. D’altronde la meta era ghiotta: il latte. Fino a pochi millenni fa
per gli adulti il latte era un veleno, e in gran parte del pianeta lo è
tuttora, perché dopi i 7-8 anni di età non si produce più la lattasi, l’enzima
che digerisce il lattosio. Ma non per la maggioranza degli europei, e poche
altre popolazioni, Circa 7500 anni fa una mutazione comparsa per caso,
probabilmente nelle pianure ungheresi, si diffuse a velocità fulminea tanto era
vantaggiosa: faceva sì che la lattasi continuasse a essere prodotta in età
adulta. La mutazione può essere stata una chiave del rapido successo dei
pastori-agricoltori nell’Europa popolata dai cacciatori-raraccoglitori. Nel 2004
Joel Hirschhorn, del Children’s Hospital di Boston, ha calcolato sull’American
Journal of Human Genetics” che a ogni generazione chi possedeva questo gene
faceva fino al 20 per cento di figli in più, “una selezione favorevole fra le
più forti mai viste”, dice. Il latte era una fonte aggiuntiva di cibo quando i
raccolti andavano male, come lo erano i prodotti caseari conservabili a lungo
nel freddo del nordeuropea, e nei bui inverni nordici i latticini erano una
riserva di vitamina D. A onta di certe mode anti-latte odierne, quindi,
l’accesso al nuovo cibo è stata una delle innovazioni più vantaggiose note
nell’evoluzione umana. Ma ancor prima gli agricoltori mediorientali avevano
imparato ad allevare il bestiame, e le analisi sui grassi che impregnano i pori
delle antiche ceramiche mostrano che già 10-11 mila anni fa le si usava per
trasformare il latte in formaggi di mucca, capra e pecora. Yogurt e formaggi
contengono molto meno lattosio ed erano quindi un modo per poter consumare i
latticini. La produzione casearia fu forse una delle ragioni che spinse ad
allevare il bestiame. Bestiame che, per inciso, conferma le storie raccontate
dal Dna umano: i bovini fossili nei siti degli antichi agricoltori europeo sono
geneticamente affini a quelli mediorientali e non al bue selvatico europeo. Una
conferma che l’agricoltura e l’allevamento sono stati portati da una massiccia
migrazione di popolazioni mediorientali, con i loro animali.
Giovanni Sabato – Evoluzione – L’Espresso – 7 maggio 2015 -
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