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lunedì 11 maggio 2015

Lo Sapevate Che: Lungo le vie del latte...



Ci siamo arrivati due volte, prima con la cultura e poi con la natura. D’altronde la meta era ghiotta: il latte. Fino a pochi millenni fa per gli adulti il latte era un veleno, e in gran parte del pianeta lo è tuttora, perché dopi i 7-8 anni di età non si produce più la lattasi, l’enzima che digerisce il lattosio. Ma non per la maggioranza degli europei, e poche altre popolazioni, Circa 7500 anni fa una mutazione comparsa per caso, probabilmente nelle pianure ungheresi, si diffuse a velocità fulminea tanto era vantaggiosa: faceva sì che la lattasi continuasse a essere prodotta in età adulta. La mutazione può essere stata una chiave del rapido successo dei pastori-agricoltori nell’Europa popolata dai cacciatori-raraccoglitori. Nel 2004 Joel Hirschhorn, del Children’s Hospital di Boston, ha calcolato sull’American Journal of Human Genetics” che a ogni generazione chi possedeva questo gene faceva fino al 20 per cento di figli in più, “una selezione favorevole fra le più forti mai viste”, dice. Il latte era una fonte aggiuntiva di cibo quando i raccolti andavano male, come lo erano i prodotti caseari conservabili a lungo nel freddo del nordeuropea, e nei bui inverni nordici i latticini erano una riserva di vitamina D. A onta di certe mode anti-latte odierne, quindi, l’accesso al nuovo cibo è stata una delle innovazioni più vantaggiose note nell’evoluzione umana. Ma ancor prima gli agricoltori mediorientali avevano imparato ad allevare il bestiame, e le analisi sui grassi che impregnano i pori delle antiche ceramiche mostrano che già 10-11 mila anni fa le si usava per trasformare il latte in formaggi di mucca, capra e pecora. Yogurt e formaggi contengono molto meno lattosio ed erano quindi un modo per poter consumare i latticini. La produzione casearia fu forse una delle ragioni che spinse ad allevare il bestiame. Bestiame che, per inciso, conferma le storie raccontate dal Dna umano: i bovini fossili nei siti degli antichi agricoltori europeo sono geneticamente affini a quelli mediorientali e non al bue selvatico europeo. Una conferma che l’agricoltura e l’allevamento sono stati portati da una massiccia migrazione di popolazioni mediorientali, con i loro animali.
Giovanni Sabato – Evoluzione – L’Espresso – 7 maggio 2015 -

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