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sabato 31 agosto 2013

Pensiero: Saluto

Pubblicato da: Elena Caracozza

Parole vere: "Più uno stato è corrotto,
più fa leggi."

Publio Cornelio Tacito

Buona serata a tutti|

Pensieri: Saluto


Sulle Strade Del Cuore

Auguro un felice sabato a tutti i miei amici!

Lo Sapevate che: Papa Francesco e Francesca...


E Francesco Stoppò Francesca Immacolata 
E I Suoi Molti Amici 


Quale l’effetto Francesco sul clima vaticano? 
Una grande libertà di parola. Non essendo più
Coinvolti nelle tradizionali, e lente, elaborazioni
Delle decisioni papali, anche i grandi intermedi dell’amministrazione pontificia iniziano a esprimere la loro opinione. L’argomento dell’estate, ovviamente, è Francesca Immacolata Chaouqui, l’intraprendente signora che ha scambiato il suo nome di battesimo per una funzione. Ha scritto Sandro Magister: “…questa spigliata giovane vanta sì le amicizie di vari cardinali di curia, ma ha anche un filo diretto con Gianluigi Nuzzi, il recettore dei documenti rubati a Benedetto XVI dal suo maggiordomo infedele, ed è informatrice assidua del sito
dagospia.com”.
La vaticanista Maria Antonietta Calabrò ha annotato: “Il Fatto Quotidiano ha identificato nella donna il “corvo” anonimo intervistato il 13 marzo scorso, ultimo giorno del Conclave”. Un “corvo” che, all’epoca, sembrava piuttosto megalomane, abituato al plurale maiestatico, visto che sosteneva di agire per conto di almeno una ventina di altri benintenzionati. Invece, alla luce dei fatti emersi, parlava a ruota libera anche su twitter, sentendosi protetta da uno di quei gruppi che papa Francesco suole chiamare “lobby”.
E come reagisce alle nuove notizie la libera piazza “francescana” tra le sacre mura? Intanto osserva che, effettivamente, per una strana congiunzione astrale, Dagospia ha lanciato in rete la nomina della signora Chaouqui con ventiquattro ore di anticipo sulla sala stampa vaticana. Poi sospetta che “il giornalista manager”, all’ombra del quale la signora abbia varcato Porta Sant?Anna, sia stato Stefano Lucchini, direttore delle relazioni istituzionali e comunicazione dell’Eni, a sua volta indotto a questa buona azione dal suo ex braccio destro, e attuale direttore dell’agenzia Agi, Gianni Di Giovanni. L’Eni è sempre stato sponsor munifico dei restauri del colonnato di Piazza San Pietro, la qual cosa induce a credere che il “cardinale importante” che la brillante Francesca Immacolata spesso tira fuori dal cilindro sia Angelo Comastri, arciprete di San Pietro e Vicario Generale per la Città del Vaticano. In realtà c’è chi sostiene di poter attribuire il ruolo di trait d’union ra i molteplici interessi in gioco, a Giuseppe Corigliano, ex portavoce per l’Italia dell’Opus Dei. L’ormai anziano ingegnere viene tirato in ballo ogni volta che, a torto o a ragione, si sospetti l’intervento di una tonaca per una nomina importante. Sabato 3 agosto nel pomeriggio papa Francesco ha ricevuto la commissione referente alla quale partecipa la signora Chaouqui per comunicare una sola decisione: la commissione si riunirà su convocazione e sotto la presidenza del cardinale segretario di Stato. La vendetta, com’è noto, è un piatto che si serve freddo.
Filippo Di Giacomo – Venerdì di Repubblica – 23-8-13

Uova e qualche sua Specialità!...


Uova in Cocotte con Gamberi

Per 4 persone

4 uova, 250 gr di gamberetti freschi, panna, erba cipollina, burro, sale e pepe. Fette di pane tostato.

Pulite i gamberetti, togliete il filino nero del budello, sgusciateli, lavateli e cuoceteli a vapore per 3 minuti, fateli intiepidire. Metteteli in una ciotola, mescolatevi 5 cucchiai di panna, un pizzico di sale, pepe e erba cipollina. Imburrate 4 stampini da forno, ungeteli con burro e cospargetene il fondo un pizzico di sale. Distribuite metà composto di gamberetti in parte uguale in ciascuna cocotte. Rompete poi delicatamente, un uovo in ogni stampino e metteteci attorno il resto del composto rimasto dei gamberetti. Fate cuocere in forno preriscaldato a 190° per 10 minuti. Servite accompagnando con fette di pane tostato.



Uova del Golfo 

Per 4 persone

6 uova, 400 gr di gamberetti, 200 gr di besciamella, 120 gr di burro, panna, paprika, olio, sale e pepe.

Lavate i gamberetti e cuoceteli per 5 minuti in padella con 20 gr di burro e un cucchiaio di olio. Poi sgusciateli e mettetene 12 da parte. Fate sciogliere a fuoco dolce il burro rimasto. Passate nel mixer i gamberetti, (tranne i 12 messi da parte) fino ad ottenere una crema liscia e morbida. Scaldate la besciamella e, dopo averla tolta dal fuoco, unitevi il purè di gamberetti, il burro. Stemperate la salsa con 3 cucchiai di panna, insaporite con sale, una macinata di pepe e una punta di paprika. Rassodate le uova, mettendole in acqua fredda e cuocendole per 8 minuti a partire da quando inizia il bollore. In un piatto da portata un po’ fondo, versatevi la salsa. Sgusciate le uova e tagliatele a metà. Appoggiateli sulla salsa e decorateli con i gamberetti rimasti. Servite.


Omelette al Pomodoro

Per 4 persone

8 uova, 150 gr di mozzarella, latte, 2 pomodori, olio, sale e pepe.

Separate i tuorli e gli albumi di 8 uova: sbattete i primi e montate i secondi. Amalgamate poi il tutto, con un cucchiaio di latte, sale e pepe. Tagliate a cubetti la mozzarella. Togliete la pelle e i semi ai pomodori e tagliateli a dadini. In una padella con 2 cucchiai d’olio caldo, versatevi ¼ del composto. Quando il fondo sarà asciugato, mettetevi ¼ della mozzarella e del pomodoro, salate e ripiegate a metà la frittata. Cuocetela sino a che l’interno sarà asciutto e il formaggio fuso. Preparate allo stesso modo altre 3 omelette e servite. 


Frittata con Fiori di Zucca e Riso

Per 4 persone

4 uova, 250 gr di riso integrale, 120 gr di piccole zucchine, 8 fiori di zucca, parmigiano grattugiato, latte, 150 gr di scamorza, prezzemolo, burro, sale e pepe.

In una casseruola con abbondante acqua salata, cuocete il riso al dente. Scolatelo e passatelo sotto l’acqua corrente per freddarlo. Scolatelo nuovamente. Sbattete le uova in una ciotola con un pizzico di sale e pepe. Versateci 2 cucchiai di parmigiano grattugiato, un cucchiaio di prezzemolo tritato, il riso, le zucchine lavate e grattugiate, 4 fiori di zucca privati del gambo e del pistillo e spezzettati. Mescolate bene e versate il composto in una pirofila leggermente imburrata. Livellate la superficie e appoggiatevi i fiori di zucca rimasti, mondati e tagliati a metà. Cospargete la frittata con la scamorza affettata finemente e cuocete la frittata in forno preriscaldato a 200° per 20 minuti. Togliete la frittata dal forno e lasciate intiepidire prima di servire.

venerdì 30 agosto 2013

Pensieri: Saluto


Fausto Maraldii - (tradizione solare)

La musica esprime ciò che non può essere detto e su cui è impossibile rimanere in silenzio.

V. Hugo

Buona serata

Pensieri: Saluto


Ottimista Sempre -

Buona giornata a tutti!

Lo Sapevate che: La Casta dei Proff



Baroni e rockettari


Raccontava un ex Presidente del Consiglio che, in un viaggio istituzionale negli Stati Uniti d’America si trovò a visitare un’importante università. “All’ingresso” spiegava “era inquadrata una foto del corpo docente: da noi sarebbe stata una rock band! Tutti giovanissimi: qualcuno con i capelli lunghi, qualcuno con l’orecchino.” Una di questi insegnanti era una ragazza italiana, e quando le fu chiesto perché non desiderava tornare in una nostra università, rispose candidamente: “Perché in Italia dovrei cercare una raccomandazione per lavorare, guadagnando meno di qui, alle dipendenze di un professore che si farebbe bello pubblicando i miei lavori”. Impietosa: Forse ingenerosa. Ma tant’è.
Pensiamo d’altronde a una foto di gruppo del corpo docente di una delle nostre università; in effetti sarebbe difficile scambiarla per una rock band. Quando ero corrispondente da New York mi trovavo spesso a intervistare autorevoli cattedratici che firmavano influenti editoriali sulla stampa Usa. Avevano la mia età, o qualche anno di meno; gli studenti che passavano interrompevano intervista salutandoli con familiarità.
Chi si trovasse a osservare la società italiana, avrebbe davanti l’immagine di una realtà immobile. Seduta, tronfia e fatalista, nella quale i meriti sono schiacciati dal rispetto e le iniziative della paura.
L’Italia è uno dei Paesi meno meritocratici d’Occidente.
All’estero, il 50 per cento dei giovani trova lavoro grazie al network di amici, parenti, conoscenti. Il resto ci riesce da solo. In Italia, “la rete” porta nel mondo del lavoro l’80 per cento dei giovani.
Le caste tipicamente italiane occupano il Paese in orizzontale (già alla partenza: stai dove nasci) e in verticale (durante l’intero percorso di studi e professionale). Ma c’è di più: secondo l’Ocse solo 7 italiani su 100 si laureano e solo 28 hanno un diploma di scuola superiore. E’ lecito domandarsi allora quanto sia importante studiare i dati che riporta “la Repubblica” sono davvero inquietanti: il figlio di un borghese ha più opportunità degli altri di iscriversi all’università. Ha il 50 per cento di possibilità di laurearsi, contro il 30 di un figlio di impiegati, il 10 di un figlio di commercianti, il 7-8 per cento del figlio di un operaio.
Il “pezzo di carta” quindi è ancora riservato ai rampolli della società italiana. Ma domandiamoci: ha ancora un valore sul mercato?
Giovanni Floris - Monopoli

Delizia del Palato..


Sformato di Prugne

Per 6 persone

250 gr di farina, 3 uova, 160 gr di zucchero, ½ bustina di lievito in polvere, 1 confezione di yogurt naturale intero, 1 confezione di ricotta, olio e sale.

Lavate e asciugate le prugne. Tagliatele a metà e togliete il nocciolo. Riducetele a fettine sottili. In una ciotola mettete le uova con lo zucchero, la bustina di vanillina e un pizzico di sale. Sbattete bene con una frusta sino ad ottenere un composto omogeneo e spumoso. Aggiungete la ricotta prima ammorbidita girandola con un cucchiaio di legno .Unite pure la confezione di yogurt. Mescolate con cura per amalgamare bene unite 2 cucchiaio di olio e la farina con mischiato il lievito. Foderare con carta da forno uno stampo rettangolare di circa 30 cm per 20 e versarvi l’impasto preparato, livellandolo. Sistemate le prugne a fettine, distribuendole su tutta la superficie della crema. Cuocete la preparazione in forno preriscaldato a 200° per 35 minuti. Lasciate raffreddare e servite.


Oggi Pesce...


Insalata con Pane Carasau e Bottarga

Per 4 persone

400 gr di pisellini surgelati, 1 cuore di scarola, un mazzetto di puntarelle, 1 cipolla bionda, 16 filetti di acciuga sott’olio, 4 fogli di pane sardo carasau, un cucchiaio di bottarga grattugiata, 1 spicchio d’aglio, olio, sale.


Fate soffriggere la cipolla, in una padella, con 2 cucchiai d’olio. Unite i piselli ancora surgelati, un pizzico di sale e ½ bicchiere d’acqua calda. Fate cuocere per 15 minuti, coperto, a fiamma dolce. Pulite, lavate , le puntarelle, tagliandole a julienne e la scarola a foglie spezzate. Rompete a grossi pezzi metà del pane carasau, che metterete nel fondo di un piatto di portata. Poi formate uno strato di scarola, uno di piselli, uno del restante pane, uno di acciughe. Coprite in ultimo con uno strato di puntarelle.


Sformatini di Riso con Branzino

Per 4 persone

2 branzini da 700 gr puliti, 1 carota, 1 cipolla bionda, 1 gambo di sedano, 320 gr di riso giapponese, brodo vegetale, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, olio, sale. Stampini, burro.

Diliscare i pesci, ma tenere teste e lische da parte. Mettere teste e lische in una casseruola, unire la cipolla, la carota, il gambo di sedano, coprire a filo con acqua e fare cuocere per 40 minuti. Scolare, schiacciando bene nel colino le teste. Sciacquare ripetutamente in acqua fredda il riso e alla fine scolarlo in un colino per 20 minuti. In una casseruola mettere 1 mestolo di brodo, gettare il riso e portarlo a cottura, unendo il brodo mestolo dopo mestolo e quando finisce aggiungendo eventualmente altra acqua bollente. Nel mentre in una padella con un filo d’olio, fare cuocere per 1 minuto il branzino a dadini, salare leggermente. Imburrare gli stampini, mettere sul fondo il branzino mescolato con un po’ di prezzemolo e coprire col riso, assestandolo bene con l’aiuto dei rebbi di una forchetta. Fare cuocere gli sformatini in forno preriscaldato a 200° per 4 minuti. Sfornarli, sformarli e servirli conditi con qualche goccio di olio crudo.


Trotelle alla Trentina

Per 6 persone

1Kg di trotelle, gr 100 di uvetta sultanina, gr 100 di prezzemolo, un po’ di farina bianca, uno spicchio d’aglio, ½ lt di aceto bianco, qualche foglia di menta, un’arancia, 2 limoni, una cipolla, salvia, rosmarino, sale.

Pulite bene le trotelle, lavatele e asciugatele. Incidetele sul dorso con un coltello, per agevolarne la cottura, poi infarinatele. Ponete sul fuoco una padella con abbondante olio e un rametto di rosmarino, qualche foglia di salvia. Quando l’olio sarà caldo tuffatevi le trotelle. Appena saranno ben dorate, toglieteli dalla padella, metteteli in un recipiente di vetro o terracotta, che possa contenere i pesci ben distesi, uno vicino all’altra. Fate ammorbidire l’uvetta in acqua tiepida per 15 minuti. Mondate e lavate il prezzemolo, tritatelo finemente insieme all’aglio. Mettete sul fuoco una casseruola con mezzo bicchiere d’olio e la cipolla tagliata a fettine sottili; fatela rosolare e poi aggiungete il prezzemolo tritato, la menta, l’aceto bianco, la scorza grattugiata dell’arancia e l’uvetta ben scolata e asciugata. Fate bollire per 5 minuti, versatelo sulle trotelle. Coprite e quando il tutto si sarà freddato, ponete in frigo. E’ ottimo da degustare il giorno successivo.


giovedì 29 agosto 2013

Ricette anticrisi: Veloci e Gustose...


Ricette Anticrisi: Veloci e Gustose  

Riprendendo il discorso : sul Pane 

Il pane vecchio o raffermo non può essere considerato uno scarto, ma purtroppo molto spesso lo diventa. Ne comperiamo sempre troppo e spesso la qualità non è delle migliori, così diventa subito secco.
Sull’onda del “non si butta via nulla”, la scelta più facile è tritarlo e disporre di pangrattato pronto per ogni occorrenza. Oppure preparate dei cubetti, surgelarli e poi soffriggerli al momento per guarnire un passato di verdura. O anche, come faccio io, utilizzarlo per la pappa dei cani. Nelle ricette si raccomanda di togliere la crosta al pane: naturalmente usatela per preparare il pangrattato.


Gnocchi di Pane 

 Una ricetta ritrovata in un vecchio quaderno di cucina della mia nonna Maria, triestina e grande cuoca, abilissima a preparare eccellenti piatti, facendo sempre attenzione a non sprecare nulla.


Ingredienti

500 gr di pane raffermo, 1 cipolla, latte, sale, 2 uova, farina, formaggio grattugiato, prezzemolo, olio evo, burro.

Tritare grossolanamente il pane e fatelo soffriggere in una casseruola con 2 cucchiai d’olio e la cipolla tritata. Unite, poco alla volta, acqua e latte bollenti in parte uguali fino a ottenere un impasto corposo ma morbido. Salate il composto e lasciatelo riposare per circa 1 ora, coperto. Amalgamatevi le uova, 1 cucchiaiata di farina (quanto basta per rendere l’impasto poco più sodo) e il prezzemolo tritato. Aiutandovi con un cucchiaio, inumidito in acqua fredda, formate gli gnocchi e cuoceteli in acqua bollente salata. Scolateli con una schiumarola e conditeli con burro fuso e formaggio.


Gnocchi allo Speck  


Ingredienti

500 gr di pane senza crosta, 100 gr di speck, il verde di 1 porro, 3 uova, 100 gr di farina, 200 ml di latte, 1 ciuffo di prezzemolo, brodo di carne, olio evo

Fate ammollare il pane, a pezzi, nel latte e poi sbriciolatelo bene. Trtate finemente il verde del  porro e fatelo appassire, a fuoco basso, in una padella con 2 cucchiaio d’olio e ½ bicchiere d’acqua. Quando sarà quasi asciutto unite lo speck tagliato in piccoli dadi e cuocete fino a quando sarà quasi asciutto unite lo speck tagliato in piccoli dadi e cuocete fino a quando tutto il liquido di cottura si sarà asciugato. In una ciotola frullate con il mixer a immersione il pane cpn il latte e le uova, unite la farina, il prezzemolo tritato e, per ultimo, lo speck con il porro. Portate a bollore il brodo e tuffatevi gli gnocchi, prelevando un poco di impasto alla volta con un cucchiaio bagnato in acqua fredda. Lasciate sobbollire per 20’, poi servite.


Frittata di Pane alle Erbe   

Ingredienti

150 gr di pane, 4 uova, 150 ml di latte, timo, rosmarino, salvia, maggiorana, basilico, finocchietto, menta, olio evo, sale, pepe.

Eliminate la crosta del pane, spezzettatelo e ammollatelo nel latte. Tritate finemente le erbe aromatiche. Frullate il pane, leggermente strizzato, con le uova, poi unite il trito aromatico e insaporite di sale e pepe. Scaldate in una padella 2 cucchiai d’olio, versate il composto e cuocete la frittata a fuoco basso. Quando sarà quasi rappresa, rivoltatela aiutandovi con un piato e fatela dorare anche sull’altro lato.


Cucinare senza sprechi – Andrea Segrè



Per dire no agli sprechi e di sì al riciclo del cibo avanzato : con fantasia!

Pensieri: Saluto


Roberto Tona - foto di 1000 cuori x 1 sorriso

Buona Giornata a tutti!

Lo Sapevate Che: Il Condannato B.



La Pena Migliore:
Via Dall’Italia Il Condannato B.

E’ giusto che ogni violazione della legge sia punita, se non altro
per scoraggiare la ripetizione
del reato da parte di chi l’ha violata, e per ammonire chiunque avesse intenzione di imitarlo. E’ anche giusto che la severità della punizione sia commisurata alla gravità del crimine. Fin qua, tutto chiaro. Ma poi nascono tanti problemi, e anche qualche dubbio. Si possono avere opinioni discordi sulla severità della pena (che dipende dagli usi e costumi dominanti, dalla latitudine in cui siamo e da altri fattori: si era molto più severi in altre epoche, si dà addirittura prova di ferocia in altre latitudini). Interessanti sono le reazioni quando il caso in questione tiene banco nell’opinione pubblica. Si formeranno inevitabilmente due partiti, gli uni penseranno che la punizione è troppo lieve, gli altri che è troppo severa. Credo che di regola prevalga la prima ipotesi: nell’opinione pubblica domina la severità, l’intransigenza (pollice verso, come al circo nell’antica Roma). E qui sorge la domanda: che cosa c’è all’origine del partito, diciamo così, della severità? C’è una più affinata moralità, un più sviluppato senso di giustizia? O c’è più semplicemente, spirito vendicativo? La giustizia è una conquista sociale; la vendetta un po’meno.
Per quel che mi riguarda, non ho dubbi: chi viola la legge deve essere fermato, e dobbiamo liberarci di lui. Ma come liberarcene, per me, conta poco: lo si può mettere in gattabuia, con tutte le precauzioni che fugga, o lo si può mandare all’altro capo del mondo, purché ci stia. Che poi, una volta che è lontano da noi, se la passi più o meno bene, a me importa poco. Insomma: sto sfiorando un argomento di attualità, e avrete capito, senza alcun bisogno di fare nomi, che quando ve ne fosse la possibilità accetterei l’ipotesi del salvacondotto. Trovo che sarebbe una trovata accettabile. Niente di più lontano dallo spirito vendicativo, nel mio caso sempre assente. Mi è indifferente che la persona la cui presenza fra noi è nociva, una volta lontana, si diverta o soffra le pene dell’inferno. L’importante è che non ritorni.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica – 23-8-13

lo Sapevate Che: Pioggia Che Nutre...



Lo chiamano Maltempo Ma E’Solo Pioggia
Che Nutre Noi E La Terra


Caro Serra, sono d’accordo con lei e con i lettori quando fate ironia
Sull’argomento “caldo e telegiornale”. Da addetto ai lavori aggiungerei però che, oltre a darsi all’informazione inutile, i telegiornali peccano di mancata
Informazione potenzialmente utile. E’ vero che è estate, ma non è vero che quelle che viviamo in questi ultimi anni sono ondate di caldo “normale”. Insomma sono ondate di caldo infernale, sempre più frequenti in un’atmosfera sempre più satura di gas serra. Ma ricordarlo è scomodo, nuoce forse al Pil dire che, così proseguendo ed emettendo, ci stiamo giocando il futuro e pure un po’ di presente. Non aggiungo altro perché credo che Lei conosce Luca Mercalli.
Lorenzo (meteorologo e fisico dell’atmosfera)

Esiste, caro Lorenzo, una progressiva e rovinosa perdita di percezione non solamente del tempo atmosferico, ma della natura in generale. Dei suoi cieli, del suo funzionamento, dei suoi equilibri. Quando il meteorologo di turno, con espressione lieta, annuncia “bel tempo” dopo un mese di siccità, e “maltempo” se è in arrivo (finalmente!) un po’ di pioggia, si rivolge a una società di inurbati, ai quali importa solamente sapere se il weekend al mare o in montagna sarà allietato dal sole. Neppure immagina gli improperi che gli rivolgono le persone (qualche (qualche milione, compreso il sottoscritto) che coltivano i campi o hanno giardini o vivono nella natura, e attendono le nuvole con ansia perché hanno percezione quotidiana della terra, dei fossi, dei boschi, del clima, che non è solamente una variabile del turismo, è la condizione stessa in cui la vita germina e il cibo matura. Quando sentono definire “maltempo” una perturbazione tanto attesa, e benedetta, queste persone possono misurare l’abbandono non solamente fisico, ma anche culturale del lavoro agricolo, che è misconosciuto e tradito. Nessuno rimpiange il mondo arcaico, le sue scarse conoscenze scientifiche, le superstizioni e la durezza dei rapporti familiari che segnavano la vita agra dei nostri avi contadini. Ma da loro dovremmo imparare (riformandola e adattandola ai nostri tempi) una visione olistica della terra, degli ambienti naturali, del cielo delle acque. E’ lì, a guardare il cielo dal bordo che noi moderni dovremo prima o poi tornare, se vogliamo salvare il salvabile. Fino al giorno in cui i suoi colleghi meteorologi, caro Lorenzo, la smetteranno di chiamare “maltempo” la pioggia che disturba le famigliole in vacanza ma nutre noi tutti. Il nostro amico Mercalli già lo fa. E’ il portatore di una minoranza. Speriamo che quella minoranza sia un’avanguardia.
Michele Serra- Venerdì di Repubblica – 23-8-13

mercoledì 28 agosto 2013

Pensieri: Saluto


La Repubblica -
28 agosto 1963, "I have a dream'': 50 anni fa il discorso di Martin Luther King. Qui il video http://larep.it/1aPE5CM

Buona serata a tutti!

Pensieri: Saluto


Il Senso Della Vita - foto di Un cuore a spasso di Antonio Curnetta

Non mi ferire, perché ci ha già duramente pensato la vita.
Non giudicarmi, perché non hai mai portato il mio dolore.
Non mi riversare addosso colpe,
quando già fatico a portare le mie.
Non mettermi il peso di parole amare, 
quando ho macigni sulle spalle.
Sfiorami con una carezza, quando mi vedi tremare.
Baciami con parole di pace, quando vorrei piangere.
Avvicinati con comprensione, se non capisci i miei silenzi.
Fasciami le ferite dell’anima , con la dolcezza di uno sguardo.
Sollevami dalla fatica della solitudine, con un sorriso sincero.
E amami con la stessa certezza ,con cui un’alba pone fine alla notte.

C.Turroni

Buona giornata a tutti!

Lo Sapevate Che: Quello Che I Cibi Sussurrano Ai Nostri Corpi...




La dieta non è solo un conto di calorie. Alcuni alimenti attivano gli enzimi che ci fanno sentire sazi, e altri stimolano la fame.

Per dimagrire contate le calorie che ingerite a ogni pasto e quelle che eliminate facendo sport? Sembra razionale, ma la “scienza” dell’alimentazione è già – dicono – più avanti. “E’ arrivato il momento di considerare il cibo non solo e non tanto per le calorie che contiene ma per la sua capacità di stimolare, tramite segnali chimici, i nostri recettori, i nostri recettori a compiere determinate azioni. In sostanza i cibi vanno considerati per la loro capacità di agire come ormoni” ci spiega Randy Seeley, direttore del centro studi sull’obesità e il diabete dell’Università di Cincinnati, autore, con Karen Ryan, dello studio Food as Hormone pubblicato su Scienze.”Gli alimenti contengono sostanze che mandano segnali chimici al nostro organismo e lo inducono ad azioni precise, come immagazzinare grasso o bruciare, e noi riteniamo che questo di tipo di sostanze segnalatrici abbiano un impatto su certi aspetti della salute più importante rispetto al modo in cui i nostri enzimi decompongono gli alimenti per produrre energia per le celle, ossia rispetto a quanto si è considerato cruciale finora” spiega Seeley. “Più questi segnalatori riescono a sollecitare i giusti recettori più è probabile che la dieta sia efficace nel migliorare la nostra salute o nel prevenire malattie. Rivolgere l’attenzione ai messaggeri chimici che, una volta ingeriti, condizionano il corpo perette inoltre di pensare a un nuovo modo di personalizzare le diete, identificando quali recettori attivare o disattivare per specifici individui”.
Qualche esempio generale? “L’aminoacido leucina può attivare l’enzima mTOR, che fa diminuire l’appetito, quindi una dieta ricca di leucina può far sì che non si mangi troppo. La leucina si trova soprattutto nei fagioli di soia, nelle uova, nella carne, nel pesce e nelle noccioline americane” dice Seeley. “La glutammin, invece, può stimolare la produzione del GLP-1 (glucalon-like peptide-1 ovvero peptide-1 simile al glucagone), un ormone intestinale che normalmente si attiva e invia un segnale di sazietà al cervello quando, appunto nell’intestino, c’è un eccesso di zuccheri. Alimenti ricchi di glutammina sono il latte, lo yogurt, il formaggio, la carne, la frutta secca”. Interpretare i messaggi chimici che condizionano il corpo aiuta anche a capire perché è meglio evitare i grassi: “E per via del recettore PPAR-gamma, che regola la trascrizione di geni importanti e del glucosio. Quando PPAR-gamma è stimolato dagli acidi grassi contenuti in ciò che mangiamo, ha una doppia, micidiale azione: non solo induce il tessuto adiposo ad aumentare l’immagazzinamento di lipidi, ma ci fa anche crescere l’appetito”.
Giuliano Aluffi – Venerdì di Repubblica 23-8-13

Lo Sapevate che: Autunno Caldo...

Rischio Di Autunno Caldo? Dite a Enrico Letta

Che Casomai Sarà Gelido


“C’è il rischio di un autunno caldo”, dice il primo ministro Enrico Letta. Intende
Il rischio di una crisi economica “preoccupante” e della possibile beffa di un
Miglioramento dei conti economici, però con una “crescita senza lavoro”.
E dunque, alla fragilissima stabilità politica, si aggiungerebbe l’incognita di scioperi, blocchi di ferrovie e autostrade, manifestazioni disperate e imprevedibili, gesti solitari, violenze, serrate di camionisti, forconi siciliani, jacqueries, il nostro immaginario attuale è uno spettro fatto di questi ingredienti, che – ma ci siamo dimenticati il perché – chiamiamo autunno caldo. In realtà nessuno sa che cosa succederà nella società italiana il prossimo autunno, ma in ogni caso non sarà nulla di paragonabile al prototipo, quell’autunno caldo che cambiò l’Italia nel 1969, la bellezza di 44 anni fa.
Raccontano gli annali che in quel’anno, seguito al fatidico Sessantotto del movimento degli studenti, una fortissima effervescenza contagiò le fabbriche del Nord del Paese, dopo anni di accettazione silenziosa di bassi salari, ambienti di lavoro malsani, nessun rispetto per i diritti dei lavoratori. A dare la sveglia ai propri padri e fratelli maggiori fu un imponente leva di giovani operai immigrati del sud e trapiantati in immense officine di Torino, Milano Genova, Mestre e nei capannoni di tutta la Padania. Tutto si coagulò intorno al rinnovo del contratto degli operai metalmeccanici; con gli operai della Fiat alla testa della lotta (200 ore di sciopero in tre mesi), un neonato sindacato trovò la sua unità e impose aumenti salariali(la richiesta era di 100 lire l’ora, se ne spuntarono 65), nuovi diritti, rispetto per la salute, comunicando una speranza di cambiamento che contagiò tutto il Paese. L’Italia moderna nacque – pacificamente – in quei mesi, sconfiggendo anche il disperato tentativo di bloccare quel processo, che i fascisti misero in atto con le bombe nelle banche di Milano e Roma del dicembre 1969.
Era davvero un’altra Italia. Eravamo allora il Paese più giovane e più prolifero d’Europa (oggi siamo il più vecchio e sterile) e decisamente rispettosi di quella Costituzione che ci voleva fondati sul lavoro. Automobili, lavatrici, frigoriferi, il bilocale, i letti a castello in truciolato di legno, l’assistenza sanitaria e la scuola pubblica gratuite, possibilità di divorzio e libera scelta della donna nella procreazione erano il nostro futuro radioso. E la spallata che aveva reso tutto questo possibile era stata proprio l’autunno caldo.
Naturalmente oggi non esiste più nulla di tutto ciò. Né quelle grandi fabbriche, né il avoro, soprattutto quello non precario. I sindacati amministrano, quando possono, le pensioni dei loro iscritti. L’unica che propone di bloccare le autostrade è rimasta la signora Santanchè, che chiama gli italiani alla rivoluzione in difesa di un evasore fiscle e puttaniere amico suo. Ad oggi, è lei l’unica che cerca di scaldare l’autunno.
Per il resto, il governo Letta dovrebbe temere piuttosto l’opposto: un autunno 2013, per lo meno negli animi, gelido.
Enrico Deaglio – Venerdì di Repubblica – 23-8-13

Tagliatelle e Tayarin: Che Bontà!...


Tagliatelle alla Carbonara con Verdure

Per 4 persone

350 gr di tagliatelle, 2 zucchine, un porro, 200 gr di fagiolini, 200 gr di cimette di broccoletti, 3 uova, 4 cucchiai di latte, 50 gr di parmigiano grattugiato, olio, sale e pepe nero.

Pulire il porro dalle foglie più esterne, lavarlo e tagliarlo a rondelle. Spuntare le zucchine, lavarle e tagliarle a tocchetti. Spuntare i fagiolini e privarli degli eventuali filamenti, lavarli e tagliarli a pezzetti, lavare le cimette di broccoletti.
Far scottare, separatamente in acqua salata in ebollizione le cimette di broccoli e i fagiolini. In un tegame con olio, far colorire il porro, aggiungere le zucchine e far rosolare 3 minuti, unire i fagiolini, continuare la cottura per 8 minuti, unire infine i broccoletti e fare ancora cuocere per 3 minuti. Insaporire con sale e pepe. In una ciotola, mettere le uova, aggiungere il parmigiano grattugiato, il latte, un pizzico di sale e battere il tutto, leggermente con una forchetta. Nel frattempo in una pentola portare ad ebollizione abbondante acqua salata e fare cuocere le tagliatelle. Scolarle al dente e versarle nel tegame del composto di verdure, aggiungendo qualche cucchiaio di acqua di cottura. Togliere il tegame dal fuoco e versarvi il composto di uova e formaggio, insaporendo con una macinata di pepe. Rimettere sul fuoco moderato per qualche secondo, mescolando sino ad ottenere una consistenza cremosa, ma non soda. Togliere dal fuoco e servire subito.

Tagliatelle in Soufflè

Per 4 persone

400 gr. di tagliatelle, 3 uova, dl 2,5 di latte, burro gr. 100, parmigiano grattugiato, un cucchiaino di farina, sale.

Lessate le tagliatelle in acqua salata, scolatele al dente, passatele sotto il getto dell’acqua fredda. Fate una besciamella con latte, farina e burro. Salatela e fuori dal fuoco incorporatevi parmigiano grattugiato, tuorli e albumi montati a neve.
Versate la pasta in una terrina, conditele col burro e con la besciamella. Versate il tutto in una pirofila e fate gratinare in forno caldo, finchè la preparazione sarà gonfia e dorata.


Tajarin al Sugo di Carne, ricetta Piemontese

Per 8 persone

Per la pasta : 1 kg di farina tipo 00, 15 uova fresche, sale, 2 cucchiai di olio
Per il sugo : 150 gr di polpa tritata di vitello, 150 gr di polpa tritata di maiale, 1 cipolla, 1 carota, 1 spicchio d’aglio, un rametto di rosmarino, 1 bicchiere di olio, un bicchiere e mezzo di passata di pomodoro, sale e pepe.

Disponete la farina a fontana su una spianatoia, unitevi cinque uova intere e dieci tuorli, l’olio e un pizzico di sale. Impastate con cura e tirate una sfoglia molto sottile, si dovrebbe usare il mattarello, ma si può comunque usare anche la macchina per le tagliatelle! Fate riposare, quindi spruzzate di farina e arrotolate la sfoglia, tagliatela con un coltello affilato in modo da ricavarne tagliatelle ( tajarin ) molto sottili. Fatele riposare e cuocetele in acqua bollente salata, per pochi minuti. Separatele dal liquido di cottura con la schiumarola e conditele. Nella tradizione piemontese, si condiscono sia con sugo di carne, o con sugo di fegatini di pollo, o semplicemente con burro fuso e qualche fogliolina di salvia e un’abbondante spolverata di parmigiano.

Il sugo di carne si prepara così: tritate finemente le verdure e gli aromi e rosolateli a fuoco dolce nell’olio. Unite le carni di vitello e maiale e continuate la rosolatura. Dopo una ventina di minuti, aggiungete la passata di pomodoro, salate e pepate. Cuocete per un’ora a fuoco dolcissimo, bagnando eventualmente con poco brodo di carne
n.b. A vostro piacere potete usare per fare il sugo anche cani bianche, non mancando naturalmente quella di maiale.

martedì 27 agosto 2013

Pensieri: Saluto


Sulle Strade Del Cuore - Ciascuno vede ciò che si porta nel cuore.
(Johann Wolfgang Goethe)

Buona serata a tutti!

Pensiero : Saluto


Marco Castaldo - foto di Il popolo sovrano

Buona giornata a tutti!

Lo Sapevate Che: Il Musicista...


C’era una volta un musicista che suonava da vero artista uno strumento.
La musica rapiva la gente a tal punto che si metteva a danzare.
Per caso un sordo, che non sapeva nulla della musica, passò di là e, vedendo tutta quella gente che ballava con entusiasmo, si mise, lui pure, a danzare!

La vista persuade più dell’udito.

Pino Pellegrino – Bollettino Salesiano Luglio-Agosto 13

Lo Sapevate Che: Estate calda e vuota...


  • Noi Spettatori Stanchi Davanti Alla Politica
    Di Un Estate Calda e Vuota

    “Ci manca solo che esca la coniglietta dalla torta”, dice l’amico di vecchia
    Data sorseggiando acqua tonica al cospetto di una festa di 18 anni attigua,
    tanto inattesa quanto improvviso motivo per ritardare di un’oretta il
    momento della ritirata. La cartolina, che rapida si delinea di ultraquarantenni pigri che guardano neodiciottenni felici, è scena triste e malinconica, ma trovarsi sugli spalti di uno spettacolo cui poter accedere solo per caso è occasione che la curiosità non molla
    I diciottenni in questione sono stranamente quasi tutti maschi. Per animarsi e festeggiarsi han fatto ricorso all’animatore per diciottenni, che, dopo un quiz e un canto da caserma, invita il festeggiato a sedersi al centro della pista per godersi l’attrazione della serata: la coniglietta, appunto.
    Per inerzia mi avvicino al golfo mistico del festeggiamento, apprezzo lo spogliarello della ballerina sulle ore rimosse ma sempre funzionali note di You Can Leave Your Hat On.
    E pazienza se nessuno dei festeggianti sa chi sia Kim Basinger, l’eccitazione cresce, i parenti del festeggiato fotografano e fanno video, il festeggiato bacia la ballerina che coprendosi di piume lancia baci e se ne va. Dal mare partono fuochi d’artificio, stiamo per andare via anche noi ma la ballerina ritorna in versione oba oba, ripiazza il festeggiato a macerarsi di testosterone su una sedia, mostra un samba da non toccare, anima l’animatore che tosto commenta. E’ il momento del trenino, la festa è all’apice, la ballerina si fa locomotiva, il festeggiato s’accoda, i festeggianti sono vagoni sudati.
    Lasciata la festa di addio al celibato della minore età, ci ritroviamo pregni di commenti sulle nuovissime generazioni già pronte per eventuali revival di cene eleganti di cui quest’estate, per la prima volta, sui giornali non c’è traccia.
    Il problema è che ormai, a Berlusconi condannato, ci scopriamo amaramente orfani di prospettive, sospesi come spettatori a Ferragosto, quando ognuno si intrattiene come può. Chi chiedendo la grazia a Napolitano, chi ragionando di successioni dinastiche, chi resuscitando vessilli e slogan da ridiscesa in campo, chi scorrendo il calendario alla ricerca di una data utile al congresso, chi valutando per quale carica sia più conveniente concorrere, chi scegliendo per quale democristiano tifare al congresso degli ex comunisti. Nel mentre il neo corpo elettorale brinda, balla e festeggia, all’apparenza ignaro o dimentico del primo regalo riciclato per lui: una bella campagna elettorale. Auguri.
    Diego Bianchi – Venerdì di Repubblica – 23-8-13

Specialità col "Riso"...


Riso Saltato al Finocchietto

Per 4 persone

400 gr di riso paraboiled a cottura rapida, 3 carote, 3 porri, 50 gr di finocchietto selvatico secco, 30 gr di burro, sale.

Mettete sul fuoco una casseruola con abbondante acqua salata e portatela a bollore. Intanto private i porri delle foglie esterne più dure, lavateli e tagliateli a fettine molto sottili. Grattugiate le carote. Versate le carote e i porri nell’acqua bollente e portate di nuovo a ebollizione. Versate il riso e portatelo a cottura. Fondete il burro in una padella capiente, unite il riso scolato con le verdure e il finocchietto sbriciolato, lasciate insaporire a fiamma vivace e servite.


Riso in Cagnoni

Per 4 persone

gr 400 di riso, 2 spicchi d’aglio, 8 foglioline di salvia, 100 gr di burro, 100 gr di parmigiano grattugiato, olio.

Far lessare il riso in abbondante acqua salata. Nel mentre far rosolare in 100 gr di burro gli spicchi d’aglio schiacciati, 8 foglioline di salvia e insaporite il riso, scolato al dente e ben caldo. Spolverizzate con il parmigiano grattugiato.


Anelli di Riso

Per 6 persone

½ chilo di riso, 80 gr. di burro , succo di 5 arance. Per la besciamella: ½ lt di latte, 50 gr. di farina, un pizzico di noce moscata, sale. Per decorare 6 arance.

Lessate in acqua il riso, scolatelo e versatelo in una ciotola. Conditelo con 60 gr. di burro. Preparate la besciamella con latte burro e farina, fino ad ottenere un composto omogeneo. Lasciate cuocere circa 10 minuti. Unite la noce moscata e regolate di sale. Versate la salsa nella ciotola del riso, unite il succo delle arance e amalgamate bene, con un cucchiaio di legno. Versate il composto in sei stampini imburrati e fate gratinare per pochi minuti. Capovolgeteli su un piatto e decorate con spicci di arance. Può anche essere confezionato in una sola forma.

lunedì 26 agosto 2013

Pensieri: Saluto


La musica nel cuore - foto di SoNo FaTTa CoSì

Un amico… è quello che ti da un sorriso quando provi dolore, e che è li quando perdi un amore. È quello che ti rialza quando sei caduto, e che ti cerca quando ti senti perduto. È quello che ti sveglia quando è solo un sogno, e che ti è vicino quando ne hai bisogno, è quello che ride, soffre, spera e lotta con te, e che non vuole niente di più che te. Un amico è un pezzo della tua vita, e che ti da una lezione quando ti è servita. Un amico a volte va lontano 
e la tua vita perde un po’ del suo colore, ma di certo non è stato tutto vano, perché resterà per sempre nel tuo cuore.

Lo Sapevate Che: Poetica Francesca...



Poetica Francesca, Regina Tardiva
Alla Corte Del Cavaliere

“Non so se tra rocce il tuo pallido/viso m’apparve, o sorriso/ di lontananze
Ignote / fosti, la china eburnea/ fronte fulgente o giovine”…Con temerario
E consapevole arbitrio, si richiede qui il massimo dell’indulgenza, richiamando niente meno che La Chimera di Dino Campana a proposito di Francesca Pasquale, che si affaccia da una finestra di Palazzo Grazioli in attesa della sentenza che di lì a qualche ora condannerà Berlusconi cambiando gli orizzonti e magari anche il destino della vicenda pubblica italiana.
“Non so se la fiamma pallida/ fu dei capelli il vivente/ segno del suo pallore,/ non so se fu un dolce vapore,/ dolce sul mio dolore,/ sorriso di un volto notturno”…E anche questa che segue è una considerazione spericolata, ma forse è proprio quel particolare momento, quell’attesa, quella sorpresa di giornalisti, cameraman che si accalcano sotto la reggia, riscattano le qualità delle visioni che, come imboscate nella memoria perseguitano questa giovane donna riproponendone i miseri trascorsi e sguaiati in un emittente napoletana dopo tutto chiamata Tele Cafone.
E dunque lei che con altre ragazze danza su un prato intorno a un tipo che canta e schizza le ballerine con un’evocativa pompa; come pure la si è vista in costume da bagno in uno stabilimento balneare mentre lecca con malizia il gelato più fallico del mondo, donne il titolo del brano, O’ Calippo; per non dire dell’ultimo videoclip che una impietosa mano ha postate su Youtube, intonato all’esplicita formula: E’ levat’ a’ mutand!
E invece adesso eccola qui. Non si può dire che non sia bela. Indossa un elegantissimo abito alla Audrey Hepburn, il tendaggio alle sue spalle le assegna un tono solenne, il braccio trasmette un che di fragile, incastonata nella sua mirabile cornice, si direbbe che da lei promani una specie di malinconica grazia, quell’alone di poetica sfortuna che l’accumula a tante altre figure di giovani donne rimaste con il vecchio potente, amato fino all’ultimo. La Favorita dei giorni peggiore, poi Regina, ma troppo tardi.
Filippo Ceccarelli – Venerdì di Repubblica – 23-8-13

Pensieri: Saluto


Fausto Maraldii - (tradizione solare)

Hanno inventato gli abbracci per far sapere alle persone che le ami senza dir niente

Buona giornata a tutti!

Lo Sapevate Che: Eutanasia Con Problemi...


Oggi abbiamo avuto una eutanasia con molti problemi

Lui non voleva

Il digitale non sostituisce la carta, anzi l’incoraggia. Almeno la carta di credito. La prenotazione, sostitutivo postmoderno dell’habeas corpus, è in pieno fermento. Finchè la carta gira libera per il mondo voi siete costretti ad adempiere gli obblighi
Non importa se siete stati voi, vostra moglie o chi la carta ve l’ha rubata. Ma dovete presentarvi al traghetto, al negozio o al tribunale con almeno due testimoni. Meglio se a carico. Presto a ogni neonato verrà tatuato il numero di sedici cifre che lo accompagnerà tutta la vita (molti teologi affermano anche dopo). Money dal sen fuggito più richiamar non vale, a meno che non abbiate studiato in un collegio, ovviamente di avvocati. Sempre più gente, pur biologicamente valida, muore improvvisamente per un click. O per i colori dell’iride.

Lo Sapevate Che: Odio Questo Vento....


Ogni volta che
il vento del commiato
al mio palpito ti sottrae
giungo in quell’ora
come quella creatura
che serena crogiolava
nel grembo materno
e abbandono mio malgrado
quell’accolto fluido caldo
dove dolce è il mio diletto.
La conta battuta dal tempo,
ogni volta,
quel vitale cordone recide,
tremula e smarrita,
priva di quell’ovattato tepore.
E non è una lacrima primordiale
quella che lentamente scivola,
non è il grido del primo respiro
ad assordarmi l’anima e il pensiero.
L’aria che anelito
è pesante della tua assenza
come macigno che grava sul cuore;
odio questo vento che ci divide
strappandoci
come foglie d’autunno
aggrappate ad un unico ramo;
lo stesso vento che ora soffia,
flebile del tuo profumo,
nel deserto delle mie membra.
Vuote delle tue.
Odio questo vento,
sì scevro d’addii,
ma non declino d’ennesimo dolore.
Rita Veloce – I Colori Del Vento


Parlando di...Pasta Casalinga...


Agnolotti del Plin, ricetta Piemontese

Per 6 persone

Per la pasta: 500 gr di farina, 4 uova, 1 tuorlo d’uovo, 1 cucchiaio d’acqua calda, olio, sale.

Per il ripieno: 100 gr di polpa di vitello o manzo, 100 gr di polpa di coniglio, 100 gr di lonza di maiale, 50 gr di riso, 100 gr di spinaci, 25 gr di burro, 2 cucchiai d’olio, ½ cipolla, ½ gambo di sedano, ½ carota, ½ porro, 1 scalogno, rosmarino, salvia, timo, alloro, 3 dl di brodo, 1/2 bicchiere di vino bianco secco, 1 uovo, 50 gr di parmigiano grattugiato, latte, noce moscata, sale e pepe.

Per il condimento: 100 gr di burro, rosmarino, salvia, timo, prezzemolo, basilico, 1 spicchio d’aglio, 1 scalogno.

Preparare il condimento: lavare le erbe aromatiche, lo scalogno e l’aglio, puliti e tagliati a metà. Racchiudere il tutto dentro una garza e cucirla. Mettere la garza in una scodella, irrorarla con il burro, precedentemente fuso e lasciarlo in infusione per alcune ore.
Preparare la pasta: setacciare la farina, disporla a fontana, mettervi al centro le uova, il tuorlo, l’acqua, l’olio, un pizzico di sale e lavorare gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico, avvolgerlo in un foglio di pellicola trasparente e farlo riposare in frigorifero per un’ora.
Nel frattempo preparare il ripieno: pulire gli spinaci, lavarli, farli scottare in acqua salata in ebollizione, scolarli e strizzarli. Spuntare e raschiare la carota, privare il porro delle radici, delle foglie esterne e della parte verde più dura, sbucciare la cipolla e lo scalogno, privare il sedano dei filamenti, lavare gli ortaggi e tagliarli a pezzetti, tritare lo scalogno. In una casseruola far scaldare 2 cucchiai d’olio il burro, aggiungere il mazzetto nella garza scolato dal burro, la carne di vitello, di maiale e di coniglio divisa a pezzi, far rosolare finchè risulteranno dorati da tutte le parti, unire gli ortaggi a pezzetti, lo scalogno tritato, farli rosolare brevemente, insaporire con sale e pepe, versare il vino bianco e lasciarlo evaporare. Unire il riso, farlo tostare per 2 minuti, aggiungere un poco di brodo bollente e continuare la cottura per 20 minuti circa aggiungendo di tanto in tanto un poco di brodo. Aggiungere gli spinaci, togliere dal fuoco e fare raffreddare. Eliminare la garza con i gusti, tritare finemente il composto, metterlo in una terrina, aggiungere l’uovo, il formaggio grattugiato, un pizzico di sale, di pepe, di noce moscata e mescolare bene tutti gli ingredienti, aggiungendo, se necessario, latte a sufficienza ad ottenere un impasto omogeneo. Stendere la pasta in una sfoglia sottile, disporre il ripieno a mucchietti nel senso della lunghezza, ripiegarvi sopra la pasta, pizzicottare con due dita e tagliare gli agnolottini con la rotella. Distribuirli sulla spianatoia infarinata e farli asciugare un poco. Far cuocere gli agnolottini in abbondante acqua salata in ebollizione, scolarli al dente e condirli con il burro alle erbe scaldato in un tegamino a parte.



Tortellini in brodo, (cappelletti)

Per 4 persone

400 gr di farina, 4 uova, 60 gr di manzo tritato, 50 gr di lonza di maiale tritata, 50 gr di polpa di vitello tritata, 60 gr di prosciutto crudo tritato, 60 gr di mortadella tritata, pangrattato, parmigiano grattugiato, noce moscata, brodo di carne 2 lt, burro.


Riunite in una larga padella la carne di manzo, di maiale, di vitello, con 40 gr di burro e fate rosolare, mescolando spesso. Trasferite tutto in una grande terrina e aggiungetevi il prosciutto crudo e la mortadella tritati finemente, 100 gr di pangrattato, 130 gr di parmigiano grattugiato, un’abbondante grattugiata di noce moscata, amalgamate bene, regolate di sale, e se il composto fosse troppo duro, aggiungete un po’ di brodo di carne. Con la farina e le uova, preparate la pasta che stenderete molto sottilmente e da cui ricaverete dei quadrati di 4 cm di lato. Distribuitevi al centro una nocciola di ripieno. Ripiegateli a triangolo, premendo bene lungo i bordi della pasta, sollevate i due angoli della pasta, uniteli fra loro premendo con le dita e ripiegate indietro verso il basso l’angolo centrale. Cuoceteli per circa 5 minuti nel brodo di carne in ebollizione e serviteli con abbondante parmigiano grattugiato. 

domenica 25 agosto 2013

Pensieri: Saluto


Sulle Strade Del Cuore

Ogni istante ha un senso...si tratta di coglierlo."

(John Henry Newman)

Buona Serata a tutti!

Pensieri: Saluto


Sulle Strade Del Cuore

Buona Domenica a tutti!

Lo Sapevate Che: Figuracce e Polemiche...

Figuracce E Polemiche Il Consueto Destino
Di Chi Tocca L’Economia

Qualcuno deve aver scagliato una maledizione sul ministero dell’Economia perché chiunque vi capiti, ormai da quasi vent’anni, riesce soltanto a rimediare pessime figure. Avevamo salutato in molti con un discreto
Sollievo la nomina di Fabrizio Saccomanni. Un grande esperto con il marchio di qualità di Bankitalia. Uno che aveva l’aria di poter compensare la tragica assenza di visione economica della politica italiana. Per quanto il Paese ne abbia un disperato bisogno, i grandi partiti italiani non hanno una politica economica.
Fallito il sogno liberista e l’idea di scopiazzare Reagna e la Thatcher, la destra berlusconiana ha sostituito la politica economica con qualche becero e furbissimo slogan elettorale. Il Pd che pure abbonda di presunti economisti, da anni si fa imporre l’agenda degli slogan berlusconiani. Infatti da tre mesi si parla soltanto di Imu. E’ piuttosto debole, per non dire ridicola, la politica economica del Movimento 5 Stelle, almeno da quanto si ricava dal programma ufficiale.
Le uniche forze politiche dotate di un programma economico, peraltro opposto, sono i montiani e Sel, che insieme non arrivano al dieci per cento.
In un simile vuoto, uno come Saccomanni avrebbe praterie davanti, ma finora non è stato in grado di decidere nulla. Sull’Imu, un’inerzia in confronto al resto, il ministro è arrivato al grottesco di proporre nove diverse soluzioni (a se medesimo), quasi fosse un consulente esterno del governo
Ma se uno che deve fronteggiare il problema di 2.075 miliardi di debito pubblico non è in grado di decidere neppure sul destino di tre o quattro miliardi di tasse, allora tanto vale sostituirlo con uno sportello automatico.
Al posto di visioni economiche, Saccomanni ci regala previsioni o miraggi. Nell’unica uscita pubblica di un certo rilievo, il ministro ha previsto che ci sarà la ripresa. Originale. Lo sentiamo ripetere da vent’anni. Quali siano i segnali non è dato sapere.
La disoccupazione è record, così come il crollo della produzione, il debito pubblico è fuori controllo, oltre il 130 per cento del Pil, ma ci sarà sempre la ripresa.
Forse c’è stato un volo di uccelli particolarmente favorevole su Palazzo Chigi  e gli aruspici consulenti ne hanno tratto le conseguenze. Chissà.
Forse anche Saccomanni ha visto i ristoranti pieni, come Berlusconi pria del disastro dello spread. Ma non si potrebbe rimanere su argomenti un po’ più razionali?
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 23 – 8 - 13


Lo Sapevate Che: Vivere in Società....


Vivere In Società , essere Stato….

“Posso dire che conosco il paese in cui sono nato e vissuto?
Sì e no. Le sue virtù continuano a stupirmi come i suoi difetti.
Dopo acere per due volte primeggiato nel mondo, ne siamo
Ancora in certo modo estranei: i nostri imperi non hanno lasciato
Il segno nel nostro carattere, i santi, gli eroi, i navigatori  hanno
Vissuto invano, non hanno lasciato una traccia nel nostro modo
di essere e forse questa è la nostra peculiarità: dobbiamo ancora
Imparare a vivere in società, a essere Stato, inutilmente furbi,
inguaribilmente  infantili ma molto umani nelle debolezze come
nelle virtù, in un certo senso rassegnati a questa nostra umanità:
capaci di fermarci prima della ferocia e del fanatismo”.
Giorgio Bocca – Fratelli Coltelli -


Delizia del Palato!....


Saccottini di Prugne

Per 4 persone

300 gr di pasta sfoglia, 1 uovo, zucchero vanigliato, 8 prugne, 2 dl di latte, 2 cucchiai di maizena, 30 gr di burro, farina.

Mettere a bollire in latte ( meno 5 cucchiai ) con 4 cucchiai di zucchero vanigliato e il burro. Stemperare la maizena in 5 cucchiai di latte freddo. Prima che il latte raggiunga il bollore, aggiungervi il latte con la maizena, mescolare bene con un cucchiaio di legno, sino a quando la salsa si addensa e spegnere il fuoco. Lavare, asciugare e privare del nocciolo le prugne. Dividerle a metà. Stendere la pasta su di un piano di lavoro infarinato, ad uno spessore di mm 3. Dividerla a quadrati di circa 10 cm di lato. Bucherellare il fondo di ciascun quadrato con i rebbi di una forchetta. Prendere della salsa al latte e allargarla su ciascun quadrato di pasta. Mettervi nel centro ½ prugna. Battere l’uovo con un cucchiaio di acqua. Spennellare due punti opposti della pasta di ciascun quadrato con l’uovo battuto. Unire le due punte sovrapponendole abbondantemente e premendole bene per sigillarne la pasta. Spennellare nuovamente anche sulle altre parti la pasta. Cospargere con lo zucchero vanigliato. Coprire con carta da forno le teglia del forno e appoggiarvi i saccottini. Far cuocere in forno preriscaldato a 200° per 20 minuti circa, finchè risulteranno dorati. Servirli freddi o tiepidi.