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martedì 30 giugno 2015

Speciale: Ricette Anticrisi: veloci e gustose.....



Crostini Saporiti

Ingredienti: pane secco, erbe aromatiche, sale olio evo.

Tagliare il pane a cubetti, insaporirli con l’olio prima aromatizzato con le erbe, salate e fateli dorare in forno per pochi minuti. Con i crostini si possono fare originali spiedini da gustare intingendoli in diverse salse.

Frittata di Pasta

Ingredienti: 200 gr di pasta avanzata a piacere, 4 uova, 50 gr di caciocavallo o parmigiano grattugiato, olio, sale.

Sbattete le uova, unite un pizzico di sale, il caciocavallo grattugiato e aggiungete la pasta avanzata. Versate il composto in una padella antiaderente precedentemente scaldata con 2 cucchiai di olio e fate cuocere la frittata sui due lati, fino a quando avrà un colore dorato. Servitela calda o fredda a piacere.

n.b.: si può usare anche formaggio diverso, come scamorza o mozzarella; o avanzi di diversi formaggi, tagliati a piccole strisce.

Chips di Bucce di Patate

Ingredienti: bucce di patate, olio, sale e paprika.

Tagliate le bucce a striscioline e fatele friggere in olio bollente, spolverate con sale e paprika a piacere e servite.

Lo Sapevate Che: Bobo, donne e consulenze...



Bisogna aver talento, tanto, anzi parecchio, per essere esperte di pari opportunità eco operazione, sicurezza e immigrazione, nonché d’infanzia e “riorganizzazioni societarie”. E tutto senza bisogno di una laurea: nel curriculum depositato al Viminale nel 2014 i suoi studi si fermano infatti al diploma dalle Suore Marcelline. Lei è Mara Carluccio e il talento lo ha dimostrato con costanza a Roberto Maroni, con cui èindagata a Milano per una consulenza affidatale da una partecipata di Regione Lombardia: trentamila euro “strappati” secondo gli inquirenti in modo irregolare all’ente pubblico. L’inchiesta giudiziaria la unisce alla bella Mariagrazia Paturzo, con cui secondo i pm Bobo scambiava messaggini “a ogni ora del giorno”, prima e durante l’incarico a lei assegnato nel 2014 da Expo spa come “temporary manager”. Ma questi due contratti non sono che l’ultimo anello di una carriera cucita all’ombra del leader leghista e ricostruita da “L’Espresso”. Che il politico di Varese smistasse a volte segnalazioni preferenziali lo rammenta il prefetto Giuseppe Caruso, commissario straordinario per l’emergenza migranti nella primavera del 2014. “Il ruolo mi venne affidato dal governo Berlusconi perché era prefetto di Palermo, e vivevo in prima linea quel che succedeva a Sud”, racconta il funzionario: “ Quando si seppe che da decreto c’era la possibilità di usare dei consulenti mi venne chiesto di arruolare due signore indicate dal ministro Maroni. Non ricordo come si chiamassero, ma quell’episodio mi diede un po’ di fastidio: in quei giorni avevo un’emergenza da affrontare…”. E finì per preferire alle due “segnalate”, un avvocato dello Stato, un giudice contabile e un magistrato del Tar. Per Mariagrazia Paturzo il salto di carriera risale a prima. E’ il 2010, Maroni + ministro dell’Interno e ha appena nominato alla guida dell’Agenzia per i beni confiscati alla mafia l’attuale capo sell’Immigrazione Mario Marcore. Dopo una selezione, l’Agenzia assume la Paturzo all’ufficio relazioni esterne, con uno stipendio per due anni da 27mila 828 euro. Fra le due donne è però Mara Carluccio a ricevere più ruoli ufficiali. Il suo rapporto con il lùmbard d’altronde inizia già nel 2001, quando lui sbarca al ministero del Lavoro e lei sale nelle stanze del potere. (..). A Roma, durante il mandato all’Interno, il ministro Leghista non incontra la Carluccio solo in ufficio: Maroni è ospite frequente a casa sua e del e del marito, Giochino Gabbuti. Ex amministratore di Atac, Gabbuti è stato coinvolto in un’inchiesta su milioni di euro sottratti alla società capitolina e transitati a San Marino proprio in quegli anni, dal 2007 al 2011. Coincidenza nel 2012 di fianco al ministro Anna Maria Cancellieri alla firma di un accordo contro la criminalità fra Roma e San Marino c’è anche lei, la “dottoressa” Carluccio. I suoi incarichi romani infatti proseguono anche dopo l’addio del leghista. Nel 2012 il Dipartimento di pubblica sicurezza le dà 10mila euro per uno studio su come “combattere l’immigrazione illegale”. Ancora nell’aprile del 2014 ottiene un contratto agli Interni, ma risulta “non perfezionato”: forse perché a luglio emergono le indagini sulla consulenza al Pirellone.
Piero Messina e Francesca Sironi – Le favorite del potere – L’Espresso – 25 giugno 2015 -

Lo Sapevate Che: Per chi suona l'ora della fine del maschio...



La virilità appare in crisi perché si trasforma. Da sempre? Ho potuto constatarlo a Versailles, alla luce del sole. Nella sala del pendolo di Luigi XV troneggia, sotto forma di mobile sprezzantemente osceno, un orologio astronomico impostato per segnare l’ora sino al 9999. Il robot androide (fantoccio fallico, ode a Priapo) divarica le gambe rococò per mettere in evidenza la potenza virile che si suppone governi il regno, uomini e donne, la terra e le stelle. Che quell’essere scabroso sia stato agghindato con tutti gli intarsi dorati di Francia per nascondere l’inizio della fine del maschio occidentale, del maschio in generale? Il pendolo, progettato dall’orologiaio reale ClaudeSiméon Passemant, ci prova: l’automa androide è un sosia di Luigi XV. Il re “beneamato”, che com’è noto rimase sempre un orfano ansioso, fu  un cacciatore intrepido ed è passato alla storia come predatore sessuale: innanzitutto della propria sposa (dalla quale ebbe dieci figli, tre morti in giovane età), e poi delle tante amanti “grandi” e “piccole” (ebbe almeno 14 figli illegittimi). Senza contare che Madame de  Pompadour, non paga d’essere la favorita, pare si atteggiasse a primo ministro,prendendosela con lo sfrontato orologiaio che si permetteva di esporre gli ingranaggi fisici dell’autorità. Ameno che l’ingegnoso artigiano non abbia invece voluto proclamare di fronte . alla corte e al mondo, stupefatti, che la “virilità” – maschile, monarchica, politica – fosse sul piano di scomparire. “Signore e Signori”, dice in sostanza l’ingegnere del re, “il personaggio principale altri non è che il Tempo, accompagnato solo dai suoi: coloro che lo sanno misurare, calcolare, riprodurre, pensare…”. Questo, perlomeno, è ciò che sostiene Nivi, una psicologa che mi assomiglia e che ritiene che i francesi  siano in anticipo sugli altri quando annunciano al mondo intero che “il re è nudo” e il maschio pure. Le “folies françaises” non sono nate con il Sofitel o il Carlton. La virilità, mito superato e realtà indispensabile, cosa sarà mai, in effetti? La prestazione di un atleta sessuale? L’autorità del maschio? L’arte di vivere propria di un essere umano dotato di cromosomi e testosterone?La sua parola, la sua scrittura? la paura della castrazione?(..). “L’artista”, che si diverte proclamandosi “ateo del sesso”: la sua libidine è interamente assorbita dall’invenzione di nuovi linguaggi, si perdona e ci perdona, accompagnato da un’intensa miscela di spiritualità. E infine “il politico”, ultimo custode della posa fallica: ne gode, ne approfitta, se ne fa grande e non l’abbandona soprattutto nelle inevitabili traversate del deserto, poiché questa fede senza innocenza non conosce la parola “mai”. Il matrimonio è alla portata di tutti, certuni e certune preferiscono coprirsi il volto con un velo, mentre altri vogliono essere tutto everetutto…L’emancipazione delle donne e i loro progressi sociali, che accentuano la bisessualità fisica delle madri e delle amanti, oggi sconvolgono gli uomini, che di fronte a loro percepiscono un “rischio di omosessualità” (Colette) – a meno che non si tratti di una speranza. Il maschio occidentale tuttavia non ha perso, benché le vite quotidiane siano più difficili da elaborare rispetto alle tecniche, alle rivoluzioni, alla governante politica, al culto o alla blasfemia. Nuovi legami amorosi sono più che mai necessari, perché i due sessi – che non se ne stanno tranquilli sulle due sponde della differenza sessuale – accordino le proprie esperienze interiori, i loro stati quantici.(traduzione di Marzia Porta).
Julia Kristeva – Donna di Repubblica – 13 giugno 2015-

lunedì 29 giugno 2015

Speciale: Delizie di Verdure in Minestra....



Minestra con Rucola
Per 4 persone

Un mazzo di rucola, 2 patate, 250 gr. di pomodori, un peperoncino, timo basilico aglio, pangrattato, 300 gr. di pasta, olio sale.

In 1 lt. di acqua salata fate cuocere la rucola sfilettata dai gambi e le patate a dadi.
Cuocete per 10 minuti ed aggiungete la pasta.
Soffriggete in una padella con l’olio, l’aglio , che toglierete, poi aggiungete peperoncino e pomodori. Addensate con  pangrattato. Condite la minestra con questo sugo, basilico e timo tritati e olio . Consumarla tiepida, una delizia!
 
Minestrone Light alla Milanese
Per 4 persone

8 foglie di cavolo, 2 cipolle bianche, 3 carote, 3 patate, 2 gambi di sedano, 3 zucchine,
5 asparagi ( a piacere ), 150 gr di piselli sgranati, 100 gr di fagioli lessati a parte, 2 pomodori maturi, 120 gr di riso da minestra, 100 gr di pancetta a dadini, 1 bicchiere di bino bianco secco, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 80 gr di parmigiano grattugiato, olio, sale, pepe.

Pulire, lavare e tagliare a dadini le foglie di verza, le cipolle, le carote, le patate, il sedano e le zucchine. Ridurre a tocchetti anche gli asparagi, lasciando le punte di 2 cm. In una casseruola capiente, portare a bollore 2 lt di acqua e sbollentare separatamente le verdure per 2 minuti. Poi passarle per 4 minuti in una ciotole piena di acqua ghiacciata, scolandole poi definitivamente.
A parte lessare al dente il riso, ben sciacquato preventivamente. Scolarlo e tenerlo al caldo. In una padella antiaderente fare rosolare la pancetta, senza grassi, bagnare col vino bianco e lasciare sfumare. Passare il tutto da un colino, onde scolare il grasso della pancetta.
Riprendere l’acqua di cottura delle verdure e farla bollire sin quando sia ridotta circa a 1 lt. Unirvi le verdure, i pomodori pelati e ridotti a tocchettini, la pancetta e quando la massa riprende il bollore, far bollire ancora per 5 minuti, unendo anche i fagioli già cotti. Regolare di sale e pepe.
Lasciare intiepidire e unire il riso, il prezzemolo tritato, il parmigiano grattugiato, 1 filo di olio. Servirlo tiepido in una zuppiera.

Zuppa Rossa
Per 4 persone

800 gr di pomodori maturi, 300 gr di porri, 1 stocco di sedano, un ciuffo di prezzemolo, 2 foglie di alloro, un rametto di rosmarino, erba cipollina, un cucchiaino di zucchero, 50 gr di burro, sale, pepe. Crostini di pane abbrustoliti.

Lavate prezzemolo, alloro e rosmarino e legateli insieme con refe da cucina. Lavate il sedano e riducetelo a dadini, tagliate i pomodori a pezzi e passateli al mixer.
Mettete in una casseruola i pomodori passati, i gusti legati, il sedano, il burro, lo zucchero e 2 bicchieri d’acqua. Cuocete per 20 minuti dal bollore, salate e pepate. Eliminate i gusti legati.
Lavate e pulite i porri, eliminate la parte verde. Tagliateli a tocchetti di 3 centimetri e fateli bollire in acqua bollente salata per 5 minuti. Aggiungeteli nella zuppa rossa, profumate con l’erba cipollina, tagliata finemente. Da consumare tiepida con crostini di pane abbrustoliti.

Lo Sapevate Che: La Francia sfrutta il nostro uranio. E a noi manca il cibo...



“Il Problema del Sahel è che a fronte di una crescita demografica dovuta al miglioramento delle condizioni sanitarie, lo sviluppo è completamente bloccato, dice Sabou Ibrahim, 60 anni, per otto direttore dell’Ospedale nazionale di Niamey e poi consigliere economico del ministro dell’Interno: “La Francia fa affari tenendo basso il costo dell’energia che per il 30 per cento è alimentata dal nostro uranio, mentre noi restiamo il Paese più povero al mondo”. Anche l’agricoltura annaspa nella sabbia. Quest’anno mancano all’appello, da ora a ottobre, 200 mila tonnellate di cibo: un’occasione per i grandi donatori internazionali per mantenere il controllo sulla politica del Paese. Eppure soltanto il20 per cento dei terreni bagnati dal fiume Niger o raggiunti dalla falda entro i sei metri è destinato alla coltivazione tutto l’anno. Perché? “Perché servirebbe una riforma fondiaria che superi il sistema patrimoniale attuale e ci traghetti al sistema individuale”, risponde Sabou Ibrahim: “La terra in Niger, ma anche in altri Paesi della regione, è suddivisa tra capi villaggio. Non può essere venduta. Soltanto l’uso può essere ceduto. Ma qualunque intervento, compreso il tipo di semina, va decisa con la partecipazione di tutti. E’ un sistema che in passato proteggeva la terra dalle invasioni. Ma che impedisce qualsiasi libera iniziativa”. Perché non si cambia? “Perché servono almeno due generazioni e nessun politico va contro gli interessi dei propri elettori. Soltanto una pressione esterna può riuscirci. Ecco, dovrebbe provarci l’Europa che ci ha obbligati alla democrazia: adesso obbligateci a riformare la proprietà e ci sarà da mangiare per tutti.
F.G. – Rapporto dal Niger – L’Espresso – 25 giugno 2015 -