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sabato 31 dicembre 2022

Speciale Ricette del 31 Dicembre 2022: Buona preparazione, ciao cari amici!

 

Il poco è molto a chi non ha che il poco.” Giovanni Pascoli

 

A fine anno l’usanza vuole che si consumino alimenti legati alla prosperità.

Meglio per non rischiare di addormentarci, comporre una cena leggera, con alimenti insoliti e stuzzicanti abbinamenti.

Le lenticchie sono considerate di buon augurio.

Il riso rappresenta soldi, quindi mangiarne in abbondanza significa diventar più ricchi. Il cotechino, lo zampone di maiale, sono appuntamenti fissi per la fine e l’inizio dell’anno.

Anche il salmone, fresco o affumicato, i crostacei (speciali le ostriche!), il capitone, l’anguilla, sono tutti ricercati per questo festeggiamento.

Per i dolci i biscotti e leccornie diverse, caratteristiche di molte regioni, sono molto graditi.

Un brindisi speciale finale, con molte, molte bollicine!

 

Tartine Di Spada

Per 6 persone

 

Ingredienti:

6 fette di pancarré ai 5 cereali, 6 fette di pesce spada tagliate sottilmente, 6 pomodorini verdi, 3 cipollotti, due cucchiai di capperi in salamoia, 3 cucchiai di maionese, 4 spruzzi di salsa Worcester, pepe bianco.

Incorporate un cucchiaio di capperi in salamoia ben sciacquati, sgocciolati e tritati finemente a 3 cucchiai di maionese. Insaporite con 4 spruzzi di salsa Worcester e spalmate il composto su 6 fette di pancarré ai 5 cereali tagliate a metà e tostate in forno. Distribuite sulle tartine una fettina sottile di pesce spada affumicato, 2 sottili fettine di pomodoro verde e 4 anelli di cipollotto. Finite con una macinata di pepe bianco e servite.

 

 

Tartine di Foie Gras e Cetriolini  

Per 6 persone

 

Ingredienti:

6 fette di pancarré, 1 scatola di fois gras, 1 confezione di cetriolini sott’aceto, 36 fettine di olive nere.

Tagliare a triangolo le fette di pane e farle tostare in forno. Quando saranno freddi, ricoprirle con il fois gras, livellandolo. Guarnire con cetriolini tagliati a ventaglio e 3 fettine di oliva nera su ogni triangolo. Tenere in frigo sino al momento di servire.

 

 

Ostriche su Crostoni di pane imburrati  

Per 6 persone

 

Ingredienti:

Tostate sotto il grill 6 fette di pane francese  o casereccio. Nel frattempo aprite 3 dozzine di ostriche, estraete i molluschi, trasferirli in una padella e fateli dorare a fuoco lento per due minuti con 60 gr. di burro. Insaporirli con una macinata di pepe e servitele con i crostoni spalmati con 20 gr. di burro, lasciato ammorbidire a temperatura ambiente.

 

 

 

Spaghetti Della Mezzanotte

Per 6 persone

 

Ingredienti:

600 gr di spaghetti n° 5, 1 spicchio d’aglio, un ciuffo di prezzemolo, 4 cucchiaiate di uova di lompo, succo di limone, olio, sale e pepe nero.

In una casseruola con abbondante acqua salata in ebollizione, fate cuocere la pasta al dente. Nel mentre, tritate finemente il prezzemolo ben lavato e asciugato con lo spicchio d’aglio. Ponete al fuoco un tegame con 4 cucchiai d’olio, fate scaldare, aggiungete gli spaghetti ben scolati, il battuto di prezzemolo e aglio, le uova di lompo. Rimescolate amalgamando bene gli ingredienti e togliete subito il recipiente dal fuoco. Spolverizzate con una generosa dose di pepe nero macinato al momento, spruzzate poche gocce di succo di limone e servite subito.

 

 

 

Cotechino in Galera con Torta di Lenticchie

Per 6 persone

 

Ingredienti:

1 cotechino di circa 7 etti, 1 fetta di manzo di 300 gr, 3 fette di prosciutto crudo, ½ cipolla, ½ lt di brodo, ½ lt di lambrusco secco, sale e pepe.

Lessate il cotechino, lasciandolo a metà cottura, quindi spellatelo. Fatevi preparare una sola fetta di manzo, piuttosto sottile, di circa 300 gr, apritelo sul tagliere, salatela, pepatela, e copritela con 3 fette di prosciutto crudo, adagiatevi quindi il cotechino, arrotolate stretta la carne e legatela con lo spago. Fate appassire in un tegame mezza cipolla affettata, con olio e aggiungete il cotechino. Versate il brodo e il lambrusco, sino a ricoprire il cotechino e cuocete a fuoco lento per 1 ora. Levate lo spago e servite a fette spesse.

 

La stessa ricetta può essere eseguita anche con uno zampone.

 


Torta Di Lenticchie

Per 6 persone

 

Ingredienti:

250 gr di lenticchie, 50 gr di funghi champignon o porcini, 1 cipolla rossa, 1 carota, un cuore di sedano, un cespo di radicchio travisano, 1 uovo, 30 gr di parmigiano grattugiato, timo secco, 1 cucchiaio di succo di limone, 2 foglie di alloro, olio, sale, pepe.

 

Lavare le lenticchie e metterle in una casseruola coperte in abbondanza con acqua fredda. Lessarle con 1 foglia di alloro per circa 60 minuti e comunque sino a quando siano morbide. Scaldare in una padella 2 cucchiai di olio e dorarvi la cipolla finemente affettata, unire le altre verdure a tocchettini e i funghi affettati, il succo del limone. Far rosolare a fuoco lento per 10 minuti e poi unire le lenticchie scolate, fare insaporire per 5 minuti. Mettere poi il composto in una terrina e lasciarlo intiepidire, aggiungere l’uovo, il parmigiano, il timo e il sale. Versare il tutto in una pirofila rivestita da carta da cucina, prima lavata e strizzata. Fare cuocere in forno preriscaldato per 35 minuti a 180°.

 

 

 

Plum-cake ai Fichi Secchi

Per 6 persone

 

 

Ingredienti:

 

250 gr di farina, 250 gr di fichi secchi, 150 gr di zucchero semolato, 150 gr di burro, (o 75 gr di burro e 1 yogurt intero naturale), 1 bustina di lievito, un pizzico di sale, 4 uova, 60 gr di cioccolato fondente, 1 bicchiere di vino dolce, zucchero a velo. Burro per lo stampo.

 

Fare ammorbidire il burro a temperatura ambiente. Foderare uno stampo da plum-cake della capacità di 1 lt., bene imburrato con un foglio di carta da cucina prima bagnata e poi ben strizzata e spennellata con un poco di burro fuso. Mettere a bagno i fichi nel vino bianco per circa un’ora. Mettere lo zucchero in una terrina e aggiungervi il burro ammorbidito. Lavorare con un cucchiaio di legno sino ad ottenere un composto spumoso. Aggiungere le uova, uno alla volta, un pizzico di sale, i fichi (meno 5 per la guarnizione) ridotti a pezzetti con metà del liquido rimasto, e poco alla volta la farina a cui avrete ben mischiato il lievito. Versare il composto nello stampo preparato, fino a due terzi dalla sua capacità e fare cuocere in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti. Sfornare il plum-cake e sformarlo, togliendolo dalla carta di rivestimento. Quando sarà raffreddato spolverarlo con lo zucchero a velo. Tagliare a metà i fichi rimasti ammorbiditi. Fare fondere il cioccolato e passarvi i fichi. Decorare con questi la superficie del plum-cake.

 

 

Cantucci Di Prato

Per 6 persone

 

Ingredienti:

400 gr di farina, un pizzico di bicarbonato e di sale, 1 bustina di vanillina, miele, 400 gr di zucchero semolato, 160 gr di mandorle sgusciate, pelate e tostate, 3 uova + 1 tuorlo. Farina per lavorare sul piano di lavoro.

Ridurre le mandorle in due o tre pezzi. In una terrina mescolare la farina alla vanillina, bicarbonato e sale. In una ciotola battere leggermente le uova e il tuorlo con una forchetta e incorporare alla farina, aggiungendo 1 cucchiaio di miele, le mandorle tagliuzzate e lo zucchero semolato. Impastare lavorando energicamente gli ingredienti sino ad ottenere un composto omogeneo. Appoggiare la pasta su di un piano di lavoro infarinato e formare dei pezzi di pasta rettangolari di circa 6 cm di larghezza ciascuno per 1 cm di altezza. Appoggiarli sulla placca del forno foderata da carta da forno, distanziati fra loro e farli cuocere a forno preriscaldato a 180° per 10 minuti. Estrarre la placca dal forno e tagliare i pezzi a fettine oblique di un cm di spessore. Rimettere in forno la placca e lasciare cuocere ancora per 5 minuti. Sfornarli, sformarli, sistemarli su un piatto di portata. Servirli freddi accompagnati dal classico Vino Santo.

 

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Per L’Antipasto: con pesce un vino fresco e aromatico, non troppo alcolico, se si considera il fungo, serve un vino profumato, morbido, persistente.

 

Per I Primi Piatti: può essere un vino fresco e vivace, oppure un buon vino bianco profumato, fresco e alcolico.

 

Per I Secondi Piatti: accompagnare con un vino rosso che potrà essere più o meno corposo, morbido, ricco, importante.

 

Per Il Dolce: abbinare il vino al dolce è una questione di armonia: il vino deve essere dolce, bianco o rosso.

Buonissimo in questo caso il vino Moscato.

Buon fine d’Anno a tutti!

 

 

Lo Sapevate Che: San Silvestro: E’ stato il 33º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 314 alla sua morte. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalle Chiese ortodosse. Grazie ad una serie popolarissima di leggende (prodotte soprattutto nel medioevo) in passato venne erroneamente considerato colui che convocò il primo concilio ecumenico di Nicea e riuscì a convertire Costantino il Grande, imperatore romano. Wikipedia

 

Biografia

Tutti noi siamo soliti, in prossimità del Capodanno, utilizzare la tipica espressione: "Cosa farai a San Silvestro?" oppure altri riferimenti espliciti “Cenone di San Silvestro”, ecc., nominando questo Santo senza forse esserci mai chiesti chi San Silvestro fosse e quale ruolo ebbe nella storia della Chiesa. Prima di tutto, è bene puntualizzare che non vi è alcun nesso tra San Silvestro e la festa (pagana) di Capodanno. Per tradizione si usa dire “Notte di San Silvestro” semplicemente perché cade lo stesso giorno in cui si celebra San Silvestro (Papa Silvestro I).

San Silvestro Papa: l'agiografia

San Silvestro è considerato il Patrono di Tagliapietre e Muratori.

Circa la biografia di questo Santo, non abbiamo alcuna notizia certa sulla data di nascita, ma è sicuro invece che morì il 31 dicembre dell'anno 335. Un anno dopo la sua morte, in suo onore si dedicò una ricorrenza in tale data; nei Paesi orientali di fede ortodossa si usa invece venerare San Silvestro il 2 gennaio.

Dopo la morte del padre di Silvestro, avvenuta prematuramente, la madre Giusta si prese cura di lui, delegando in particolare la sua educazione al prete romano Canzio. Terminati gli studi, il Papa San Marcellino lo ordinò sacerdote, in un tempo in cui erano ancora molto forti le influenze pagane.

Silvestro venne nominato Vescovo di Roma e quindi Pontefice dopo la morte di Papa Milziade. Fu il 33° papa della Chiesa cattolica. Egli svolse il suo Pontificato mentre era imperatore Costantino I, il primo che introdusse a Roma la religione cristiana. Con lui vi fu il definitivo tramonto del Paganesimo e la contestuale diffusione del Cristianesimo tra gli abitanti dell’impero Romano. Per essere riuscito a convertire l'imperatore Costantino il Grande, questo Papa è considerato il vero "fondatore della Chiesa".

Pochi mesi dopo la sua incoronazione, l’imperatore Costantino aveva convocato un Concilio ad Arles, ma Silvestro non vi partecipò direttamente; si face rappresentare da due presbiteri e due diaconi. La vecchiaia e l’infermità lo costrinsero a rinunciare a questo importante evento.

Papa Silvestro e il Concilio di Nicea

Durante il pontificato di Silvestro si tenne il “Concilio di Nicea” del 325. Fu il primo concilio ecumenico della storia, convocato da Costantino I per trovare una soluzione ad alcune complicate controversie dottrinali. Prima di tutto si cercava una risposta univoca all’eresia ariana, che negava la divinità di Gesù Cristo.

Durante il Concilio l’arianesimo venne condannato, e i Padri conciliatori redassero il testo di quello che oggi per noi è il “Credo”. Si trattava ovviamente di una prima formulazione, che fu poi modificata e integrata successivamente, con il Concilio di Costantinopoli.

Grazie a Papa Silvestro, durante l’impero costantiniano, fu dato un grande impulso alla realizzazione di basiliche cristiane. A questo periodo si riporta infatti la costruzione di due imponenti basiliche: quella di San Pietro e quella di San Paolo fuori le Mura.

Actus Silvestri

Altro documento importante che Silvestro lasciò nella storia della Chiesa del tempo è denominato “Actus Silvestri”. Qui viene raccontata la disputa tra Silvestro e dodici rabbini, e si fa riferimento alla conversione alla religione ebraica di Elena, madre dell’imperatore Costantino I.

La disputa termina con il racconto di un miracolo compiuto dal Papa, in base al quale Elena (venerata come Sant'Elena Imperatrice) decise infine di convertirsi al Cristianesimo e partire per Gerusalemme.

Insieme a questo episodio, “Actus Silvestri” ne riporta altri, tutti riguardanti la vita di San Silvestro. Nella seconda sezione vi è la storia del “Battesimo di Costantino”, noto come “Conversio Costantini”. La leggenda riportata nel documento, però, non coincide con i fatti storici realmente accaduti: l’imperatore Costantino, infatti, fu battezzato poco prima di morire dal vescovo Eusebio di Cesarea, nella località di Nicomedia.

La morte

Il periodo di Pontificato di Papa Silvestro I fu abbastanza lungo, ben ventuno anni: cominciato nel 314 d. C., terminò il 31 dicembre 335 con la sua morte.

Papa Silvestro venne sepolto presso la chiesa cimiteriale fatta erigere alle Catacombe di Priscilla, nel 335.

Nell'anno 756 le reliquie vennero trasportate in parte nella Chiesa di San Silvestro in Capite, a Roma (si trova in Piazza di San Silvestro, nel rione Colonna) e in parte a Nonantola, in provincia di Modena, dove si trovano inoltre le reliquie di Sant'Anselmo.

Dopo la morte di Silvestro, trascorsi soltanto 18 giorni, venne eletto Papa Marco.

«31 dicembre - San Silvestro I, papa, che per molti anni resse con saggezza la Chiesa, nel tempo in cui l'imperatore Costantino costruì le venerande basiliche e il Concilio di Nicea acclamò Cristo Figlio di Dio. In questo giorno il suo corpo fu deposto a Roma nel cimitero di Priscilla.»
(Dal Martirologio Romano)

L'ordine equestre

San Silvestro papa fu il patrono dell'ordine cavalleresco chiamato Milizia Aurata o anche "dello Speron d'Oro". Secondo alcune tradizioni fu fondato da Costantino I in persona. Nel 1841 papa Gregorio XVI compì una importante riforma degli ordini equestri; così dalla "Milizia Aurata" separò l'"Ordine di San Silvestro Papa", assegnandogli propri statuti e decorazioni. Nel 1905 papa Pio X introdusse ulteriori modifiche.

https://biografieonline.it/biografia-san-silvestro

Lo Sapevate Che: Giovanni Pascoli: È stato un poeta e critico letterario italiano, figura emblematica della letteratura italiana di fine Ottocento, considerato, insieme a Gabriele D'Annunzio, il maggior poeta decadente italiano, nonostante la sua formazione principalmente positivistica. Wikipedia


Il poco è molto a chi non ha che il poco.” Giovanni Pascoli

Le sensibilità dell'uomo

Giovanni Placido Agostino Pascoli nasce a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855. All'età di dodici anni perde il padre, ucciso da una fucilata sparata da ignoti; la famiglia è costretta a lasciare la tenuta che il padre amministrava, perdendo quella condizione di benessere economico di cui godeva.

Nell'arco dei sette anni successivi, Giovanni perderà la madre, una sorella e due fratelli. Prosegue gli studi prima a Firenze, poi a Bologna. Nella città emiliana aderisce alle idee socialiste: durante una delle sue attività di propaganda nel 1879 viene arrestato. Consegue la laurea in Lettere nel 1882.

Inizia a lavorare come professore: insegna greco e latino a Matera, Massa e Livorno; suo obiettivo è quello di riunire attorno a sè i membri della famiglia. In questo periodo pubblica le prime raccolte di poesie: "L'ultima passeggiata" (1886) e "Myricae" (1891).

L'anno seguente vince la prima delle sue d'oro al concorso di poesia latina di Amsterdam; parteciperà varie volte negli anni, vincendo in totale 13 medaglie d'oro.

Dopo un breve soggiorno a Roma si trasferisce a Castelvecchio di Barga, piccolo comune toscano dove acquista una villetta e una vigna. Con lui vi è la sorella Maria - da lui affettuosamente chiamata Mariù - vera compagna della sua vita, considerato che Pascoli non si sposerà mai.

Ottiene un posto per insegnare all'università, prima a Bologna, poi a Messina e infine a Pisa. In questi anni pubblica tre saggi danteschi e varie antologie scolastiche.

La produzione poetica prosegue con i "Poemetti" (1897) e i "Canti di Castelvecchio" (1903). Convertitosi alle correnti nazionaliste, raccoglie i suoi discorsi sia politici, che poetici e scolastici nei "Miei pensieri di varia umanità" (1903).

Ottiene poi la prestigiosa cattedra di Letteratura italiana a Bologna, prendendo il posto lasciato da Giosuè Carducci.

Nel 1907 pubblica "Odi ed inni", a cui seguono "Canzoni di re Enzo" e i "Poemi italici" (1908-1911).

La poesia di Pascoli è caratterizzata da una metrica formale fatta di endecasillabi, sonetti e terzine coordinati con grande semplicità. La forma è classica esternamente, maturazione del suo gusto per le letture scientifiche: a tali studi si ricollega il tema cosmico di Pascoli, ma anche la precisione del lessico in campo botanico e zoologico. Uno dei meriti di Pascoli è stato quello di rinnovare la poesia, toccando temi fino ad allora trascurati dai grandi poeti: con la sua prosa trasmette il piacere delle cose semplici, usando quella sensibilità infantile che ogni uomo porta dentro di se.

Pascoli era un personaggio malinconico, rassegnato alle sofferenze della vita e alle ingiustizie della società, convinto che quest'ultima fosse troppo forte per essere vinta. Nonostante ciò, seppe conservare un senso profondo di umanità e di fratellanza. Crollato l'ordine razionale del mondo, in cui aveva creduto il positivismo, il poeta, di fronte al dolore e al male che dominano sulla Terra, recupera il valore etico della sofferenza, che riscatta gli umili e gli infelici, capaci di perdonare i propri persecutori.

Nel 1912 la sua salute peggiora e deve lasciare l'insegnamento per curarsi. Trascorre i suoi ultimi giorni a Bologna, dove muore il 6 aprile.

Opere principali di Giovani Pascoli

  • 1891 - Myricae (I edizione della fondamentale raccolta di versi)
  • 1896 - Iugurtha (poemetto latino)
  • 1897 - Il fanciullino (scritto pubblicato sulla rivista "Il Marzocco")
  • 1897 - Poemetti
  • 1898 - Minerva oscura (studi danteschi)
  • 1903
  • - Canti di Castelvecchio (dedicati alla madre)
  • - Myricae (edizione definitiva)
  • - Miei scritti di varia umanità
  • 1904
  • - Primi poemetti
  • - Poemi conviviali
  • 1906
  • - Odi e Inni
  • - Canti di Castelvecchio (edizione definitiva)
  • - Pensieri e discorsi
  • 1909
  • - Nuovi poemetti
  • - Canzoni di re Enzio
  • - Poemi italici
  • 1911-1912
  • - Poemi del Risorgimento
  • - Carmina
  • - La grande proletaria si è mossa

Articoli di approfondimento sulle opere di Pascoli

https://biografieonline.it/biografia-giovanni-pascoli

Lo Sapevate Che: Gustave Courbet: Caposcuola del realismo, è nel novero dei pittori più autorevoli dell'Ottocento europeo, noto anche per la vena erotica di alcune opere.


La pittura è un'arte essenzialmente concreta e può consistere soltanto nella rappresentazione delle cose reali ed esistenti.” Gustave Courbet

 

Biografia

Jean Désiré Gustave Courbet nasce il 10 giugno del 1819 a Ornans, nel dipartimento del Doubs, in Francia, discendente di una famiglia di agricoltori. Spinto dai genitori a studiare legge, nel 1839 si trasferisce a Parigi, dove si dedica alla pittura e in particolare allo studio degli artisti francesi, spagnoli e fiamminghi, dei quali esegue numerose copie.

Lo studio della vita reale

Gustave Courbet Realizza, tra l'altro, una "Odalisca" che trae ispirazione dalle opere di Victor Hugo, per poi dare vita a una illustrazione per "Lélia", romanzo di George Sand. Ben presto, però, abbandona le fonti di ispirazione letterarie per concentrarsi sulla vita reale.

Tale convinzione viene rafforzata da un viaggio compiuto nel 1847 nei Paesi Bassi, nel corso del quale ha la possibilità di entrare in contatto con Hals e con Rembrandt.

Nel 1848 Courbet assiste a un funerale di un prozio che verrà poi trasposto nell'opera "Funerale a Ornans": la tela, che raffigura la cerimonia funebre, rappresenta un capolavoro di stile realista; per portarla a termine, Gustave Courbet usa come modelli le persone presenti all'evento.

Il dipinto dà vita a un dibattito molto vivace, non solo tra i critici ma anche nel pubblico, anche perché dimensioni tanto imponenti (3,1 metri per 6,6 metri) fino a quel momento erano state riservate unicamente a soggetti rappresentativi di famiglie reali o a figure religiose.

I cambiamenti proposti da Gustave Courbet

La critica, quindi, comincia ad acclamare il pittore di Ornans, il quale si mostra subito consapevole dei cambiamenti che sta apportando al mondo dell'arte (arrivando a sostenere che al "Funerale a Ornans" è corrisposto il funerale del romanticismo).

Mentre il pubblico si interessa e si avvicina sempre di più al suo approccio realistico, che contribuisce al progressivo decadimento del romanticismoCourbet si dedica a "Dopocena ad Ornans", grazie al quale viene premiato con una medaglia dal Salon di Parigi, che pure qualche tempo prima aveva rifiutato due suoi autoritratti (uno con una pipa in bocca, l'altro in compagnia del suo cane).

A quel periodo risale "La valle della Loira"; nel 1850, sempre al Salon, Courbet ottiene un notevole successo, oltre che per merito di "Funerale a Ornans", anche grazie a "Gli spaccapietre" e "I contadini di Flagey".

Negli anni successivi si occupa di "Le fanciulle" e "I lottatori", dipinti di natura figurativa in cui rappresenta persone comuni, così come accade in "Le bagnanti".

Nel mondo della politica

Nel frattempo, oltre a dedicarsi all'arte, egli si avvicina anche alla politica, accogliendo l'ideologia anarchica e diffondendo ideali socialisti e democratici anche sfruttando la propria fama.

Nel 1855 Courbet espone al pubblico "L'atelier del pittore", opera monumentale che allegorizza la sua esistenza di artista e che vede raffigurato anche Charles Baudelaire.

Nella seconda metà degli anni Sessanta Courbet si dedica a diverse opere di natura erotica, tra cui "Femme nue couchée"; nel 1866, inoltre, vedono la luce "Jo, la belle irlandaise", "Donna con pappagallo" e il celebre "L'origine du monde" (L'origine del mondo), che vede raffigurato l'organo genitale femminile, mentre "Il Sonno" rappresenta due donne abbracciate in un letto senza vestiti.

Sia "L'origine du monde" che "Il Sonno", pur non potendo essere esposti in pubblico in assenza di autorizzazioni specifiche, contribuiscono a incrementare la popolarità del pittore, il quale il 14 aprile del 1870 fonda la Federazione degli Artisti, gruppo a cui prendono parte, tra gli altri, Honoré Daumier, André Gill, Jules Dalou, Jean-Baptiste Camille Corot, Edouard Manet e Eugène Pottier.

Successivamente Courbet si rifiuta di ricevere l'onorificenza della Legion d'Onore che gli era stata conferita da Napoleone III, e anche per questo motivo diventa un paladino degli oppositori del regime napoleonico.

Così, nel 1871, in corrispondenza del periodo della Comune di Parigi al governo, Courbet viene scelto alla guida dei musei della capitale francese, che devono fare i conti con i tentativi di saccheggio del popolo in rivolta.

Nel settembre dello stesso anno, egli viene condannato a sei mesi di prigione dalla corte marziale di Versailles, in quanto ritenuto responsabile della distruzione della Colonna della Grande Armée di Place Vendome: in realtà, la sua unica "colpa" era stata quella di voler fare rispettare il decreto Comunale che ne sanciva la rimozione.

Jean Désiré Gustave Courbet muore il 31 dicembre del 1877 a La Tour-de-Peilz, in Svizzera, all'età di cinquantotto anni, a causa delle conseguenze della cirrosi epatica di cui soffre (dovuta alla sua propensione al bere): il suo cadavere viene seppellito nel cimitero di Ornans.

Opere di Courbet

https://biografieonline.it/biografia-gustave-courbet