L’Inghilterra, Anzi la Gran Bretagna, Anzi il
Regno Unito, Quelli che leggeranno questo mio “Vetro soffiato” avranno già
avuto notizia dei risultati delle elezioni politiche del 7 maggio in quel
Paese. Mentre sto scrivendo invece quel voto ancora non c’è stato, ma è
accaduto un piccolo evento (a noi sembra così) che ha invece molto colpito il
popolo e anche gli “inner circles”, la gente che conta, di quel Paese. Al punto
che i giornali di tutto il mondo ne hanno parlato con articoli, fotografie,
commenti: il figlio del principe ereditario Carlo ha avuto nei giorni scorsi
una bambina. Anzi l’ha avuta sua moglie Kate, ben nota alle cronache mondane.
Gli esperti in materia stanno esaminando le possibili ripercussioni politiche;
si pensa che ne saranno favoriti i conservatori. Si vedrà, ma l’evento
(chiamiamolo così) consente di fare molte considerazioni storiche e anche
attuali sulla monarchia inglese e in particolare con quella dell’attuale
famiglia, Giorgio IV, Edoardo VIII, Giorgio V e l’attuale Elisabetta, erede ma
non discendente dalla grande Elisabetta Tudor, dalla quale prese le mosse la
costruzione dell’Impero durato fino all’ultima guerra mondiale. Il Paese oggi è
diviso in quattro parti: l’Inghilterra propriamente detta, la Scozia, il
Galles, l’Irlanda del Nord. Sono di nuovo Paesi con propria autonomia
amministrativa ed anche – entro limiti più ristretti – legislativa e politica.
Insomma una federazione. Ma non è la prima volta. La Scozia, l’Irlanda, tutta
l’Irlanda e non solo quella del Nord, è stata sempre un Paese diverso, con una
lingua diversa e una religione prevalentemente cattolica. Non parliamo della
Scozia, uno Stato che più volte fu in guerra con l’Inghilterra, ebbe e tuttora
ha un dialetto con dignità d’una lingua che, proprio all’epoca di Elisabetta
Tudor, fece dono del proprio re alla regina mentre la madre di quel re che di
Elisabetta era cugina, veniva giustiziata nella Torre di Londra dove era stata
detenuta già da molti mesi. Questioni Dinastiche che interessano solo gli storici ma
che dettero alla monarchia – ancora assoluta ai tempi degli Stuart come dei
loro predecessori – anche un altro ruolo che si rivelò necessario ai tempi
dell’Impero: quello di tenere insieme le varie provincie e i vari Stati che
entravano a far parte del “Commonwealth”, della lingua, della moneta, della
flotta. (..) Questo Impero si riconosceva nella monarchia inglese e nella
sterlina. Nella atre istituzioni no. Avevano propri Parlamenti, propri governi.
A meno che non fossero considerati colonie, come per molti anni fu considerata
l’India e altri Paesi asiatici e africani. In Europa Il Ruolo inglese fu esattamente quello che
attualmente ancora è: la sua connotazione europea è fuori discussione, ma anche
le sue molteplici guerre che gli Stati europei hanno combattuto tra loro, ma
sempre con il suo particolare ruolo di potenza marittima. (..). Ai tempi nostri
il Regno Unito non fa parte della moneta comune europea. Fa parte della
comunità europea dei ventotto Paesi membri dell’Ue, ma con un suo particolare
statuto. Non credo che durerà a lungo. Winston Churchill disse nel 1948 che la
Gran Bretagna indipendente in una società globale non aveva più senso alcuno.
Potrà averlo – disse Churchill – scegliendo o di essere una nuova stella della
bandiera americana o d’entrare a far parte in tutte le sue forme dell’Europa
che avrebbe dovuto essere anch’essa come gli Stati Uniti d’America. Non so se
le parole e il vaticinio di Churchill avranno luogo ma lo stato attuale della
Gran Bretagna non è adatto alla società globale come non lo sono gli Stati
dell’Ue ancora ben lontani da somigliare agli Usa.
Eugenio Scalfari – Il Vetro soffiato www.lespresso.it – L’Espresso – 14 maggio
2015
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