La valanga uscì da due uova scivolate dalle mani della cuoca
e sfracellate sul marmo del ripiano di cucina. “Oh, bontà divina – si strinse
nelle spalle la signora – ci saranno sempre altre uova”. Era un inverno di
sessant’anni or sono, quando Julia Mc Williams sposata Child tentò il primo
tele show di cucina friggendo un’omelette in diretta, negli studi di una
piccola stazione pubblica di Boston. Cominciò con un piccolo disastro e lo
scetticismo del direttore della stazione televisiva che aveva accettato di
mandare in onda mezz’ira di lezioni culinarie (..). Ma se tutto sgorgò da
quelle uova, ben diverso è il mondo al quale questa esondazione di padelle e
padelline che volevano imparare i segreti della cucina francese, allora
dominante come tutto ciò che Jacqueline Bouvier Kennedy aveva imposto, dai
tailleur ai profumo, con la sua francofilia. Speravamo, osservando quella
elegante donnona di un metro e 88 centimetri di statura, di salvare i propri
fornelli, e magari il proprio matrimonio, dalla inappetibile tirannide dei
polpettoni e delle patate. Naturalmente non avvenne, come non sta avvenendo
oggi.(…) Nancy Beresford, giornalista specializzata in recensioni di ristoranti
e di “foof dhow”, ha tentato anche di spiegare le almeno otto ragioni per le
quali essi sono completamente improbabili e a volte pericolosi: 1) Le signore
truccatissime che spignattano davanti alla telecamera non portano mai un
grembiule, senza che mai uno schizzo, una macchiolina, un frammento sporchino le loro mise eleganti. 2)
Usano una batteria di gadget, macchine, pentole, utensili che nessuno può
permettersi, anche ammesso che in una vera cucina si trovasse poi lo spazio per
riporli. 3) Hanno a disposizione forni, fornelli, piani di cottura e assistenti
che noi mortali ci sogniamo. $) Vi spiegano che disossare un pollo o pulire un
pesce intero è un esercizio elementare. 5) Raccontano che in una mezz’ora,
mentre gli ospiti a cena sorseggiano un aperitivo (naturalmente preparato da
loro) in soggiorno, sfornano antipasti, primi, contorni, piatti principali e
dessert che serviranno serene e orgogliose ai commensali entusiasti e
plaudenti. 6) Inducono dolorosi complessi di inferiorità in chi osserva e non
riuscirà mai, non potendo fare pratica molte ore al giorno, a tagliare una
cipolla o saltare in padella come loro.
7) Hanno a portata di
mano, già distribuiti in graziose ciotoline, spezie, odori, ingredienti esotici
che nessuna persona normale potrebbe acquistare in una sola spesa o sarebbe
condannata a buttare via, se anche li trovasse tutti. 8) Fanno generici cenni
alle dosi, un pizzico di questo e un pugnetto di quello, che loro, da
professionisti, danno per scontati, ma dai quali dipende inesorabilmente in
risultato. Dunque, non si angoscino le signore che ancora hanno il tempo e la
voglia per cucinare e non le tormentino i maschi con paragoni impossibili. Se
proprio “lui” dovesse polemizzare con la sua “lei” non all’altezza di quei divi
del fornello, Nancy offre alle signore un consiglio deliziosamente osceno
(fermate qui i minori di 90 anni): “Sintonizzatevi su un canale che trasmette
film porno e poi chiedete a lui: ma come mai, amore, tu non sei come quello?”.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica – 24 gennaio 2015 -
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