A tutti è capitato almeno una volta nella vita di sentirsi
molto stanchi. Il corpo non risponde più prontamente, ci si sente spossati
anche da punto di vista mentale, esausti, svuotati. Ma basta un po’ di riposo.
e va subito meglio. E se invece continuassimo a sentirci così per settimane,
mesi, addirittura anni? Ecco, questo è quello che prova una persona affetta
dalla sindrome da fatica cronica. Pazienti per cui riposarsi non serve a nulla,
che vivono costantemente uno stato di prostrazione che da fisica diventa ance
psicologica. A fare luce su questa patologia, che spesso ha suscitato dibattiti
accesi fra medici, i pazienti e i loro familiari, è Umberto Tirelli, direttore
del dipartimento di Oncologia medica all’Istituto Tumori di Aviano e primo
scienziato italiano ad aver studiato questa sindrome, nel suo ultimo libro “La
stanchezza quando diventa malattia” (..). Una guiga chiara e onesta: di questa
sindrome non sono state individuate ancora le cause scatenanti, e la diagnosi
avviene in modo indiretto, cioè escludendo che vi siano altre malattie a
causare i sintomi. La stanchezza è infatti un sintomo da non sottovalutare
perché spesso è il primo campanello d’allarme che l’organismo suona quando c’è
qualcosa che non va: malattie cardiocircolatori dei polmoni, infezioni latenti,
malattie autoimmuni, allergie, tumori e tante altre patologie possono esserne
la causa. Ma se tutto questo viene escluso, non resta che constatare che la
stanchezza è essa stessa la malattia. Per chi soffre di sindrome da fatica
cronica, quello di Tirelli è sicuramente un libro prezioso perché pieno di
indicazioni utili a migliorare la terapia e la qualità di vita. Per chi ne
vuole capire di più, è un testo fondamentale perché spiega in maniera rigorosa
ma accessibile a tutti le evidenze scientifiche che indicano la natura di
questa malattia.
Letizia Gabaglio – Leggere – L’Espresso – 22 gennaio 2015 -
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