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martedì 13 gennaio 2015

LO sapevate che: A che servono le Olimpiadi...



Si racconta. e il testimone è fededegno, che quando tre anni fa Mario Monti ricevette a Palazzo Chigi i dirigenti del Comitato per le Olimpiadi 2020, ai quali avrebbe comunicato il no del governo alla candidatura di Roma, sulla sua scrivania facesse bella mostra di sé il numero dell’Espresso” fresco di stampa nel quale Fabrizio Gatti e il fotografo Lorenzo Maccotta documentavano gli “sprechi olimpici”, cioè il degrado e l’abbandono degli impianti usati per i Mondiali di nuoto 2009 a Roma e per le Olimpiadi invernali di Torino 2006. Parole e immagini dicevano tutto. In più, dall’inchiesta emergeva che a gestire i relativi appalti erano stati i soliti noti, la cricca Balducci – Anemone – Bertolaso & C. che si erano già fatti onore alla Maddalena. Un filo rosso di cemento armato.(..). Oggi Si Ricomincia, e proprio da dove ci eravamo lasciati. Certo, tante cose sono cambiate: al posto di Gianni Alemanno siede Ignazio Marino; a guidare il Coni non è più Gianni Petrucci, ma l’emergente Giovanni Malagò; se il progetto dovesse andare avanti il presidente del comitato non sarebbe più l’immarcescibile Gianni Letta, ma forse Luca Montezemolo, e a capo del governo c’è Matteo Renzi il rottamatore. non più Monti il bocconiano: dal loden alla giacca senza cravatta, dal rigore ai sogni di crescita, dai tempi bui allo slogan “non c’è alcun progetto troppo grande per l’Italia”. La polemica sulle Olimpiadi, però, è ricominciata tale e quale: da una parte quelli che “basta con le colate di cemento e i miliardi buttati al vento”; dall’altra quelli che “ma così non si farà mai niente”. (…). Insomma, è importante non solo “fare”, ma “come”, e pensare a come riutilizzare le opere dopo l’evento. Su questo, purtroppo, i precedenti di casa nostra sono deprimenti. Ormai nominare un appalto e pensare a Carminati, Buzzi e Odevaine è tutt’uno, visto che al sud e al nord, nella Roma ladrona  e nella Milano capitale morale, dalle mense per gli immigrati all’Expo, dal G8 della Maddalena alle Olimpiadi del nuoto fino al Mose, ogni euro di spesa pubblica è stato accompagnato da tangenti, imbrogli, sprechi. E davvero sorprende che il premier non se ne renda conto, o rimuova psicologicamente la realtà. O più probabilmente lo sa talmente bene da sfruttare l’occasione per dimostrare che Roma non è solo Mafia Capitale,e che il Paese può progettare grandi opere senza finire necessariamente nelle grinfie dei mazzettari. Su tutto, prevarrebbe, cioè, un’operazione di immagine: infatti una cosa è annunciare, l’altra è vincere la candidatura, e comunque il problema ricadrà su chi verrà nel 2024…E vabbè, la politica è anche comunicazione rassicurante. Ma dobbiamo credere a Renzi sulla parola? Scommettere? Magari a una condizione: che per una volta fosse il governo o il suo partito, e non la magistratura, a spodestare qualche re della Terra di Mezzo. Non tra dieci anni, però.
Twitter@bmanfellotto – Questa settimana – Bruno Manfellotto – L’Espresso – 8 gennaio 2015 -

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