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domenica 18 gennaio 2015

Lo Sapevate che: Per prevenire l'obesità entra in scena il mini digiuno...




Oltre alla qualità e quantità di cibo, un fattore importante per chi vuole dimagrire e potrebbe essere….l’orologio. Uno studio recente pubblicato su Pnas da un team di ricercatori del Salk Istitute for Biological Studies di San Diego, in California, riporta i benefici che sarebbero propri della cosiddetta “dieta intermittente” (che però lascia perplessi molti nutrizionisti). E’una dieta che può assumere due forme: alternare giorni in cui si mangia normalmente a giorni in cui si assumono al massimo 500 calorie, con il weekend a pasti normali, oppure riservarsi un certo numero di ore durante il giorno in cui non si mangia niente. Per esempio, suggeriscono i ricercatori guidati da Satchidananda Panda, si possono evitare la colazione e il pranzo per 2-3 giorni alla settimana. Questo approccio parte dalla considerazione che l’attuale standard di tre pasti al giorno è innaturale per il nostro metabolismo, che si è evoluto in condizioni di insicurezza alimentare e quindi si autoregolerebbe al meglio in situazioni simili. Satchidananda Panda ha sottoposto due gruppi di topi a una dieta composta al 60 per cento da grassi, paragonabile a una dieta da fast-food. Uno dei due gruppi poteva nutrirsi a piacimento, l’altro gruppo, per farlo, aveva solo una finestra di otto ore al giorno. Dopo vento giorni, i topi del primo gruppo erano diventati obesi, con alti valori di colesterolo e glucosio nel sangue. I topi del secondo gruppo, invece, pesavano il 28 per cento in meno degli altri e non mostravano problemi di salute. Altri due studi pubblicati sull’ultimo numero di Cell Metabolism vanno nella stessa direzione, e indicano  che restringere l’accesso al cibo a un periodo tra 8 e 12 ore al giorno, piuttosto che essere liberi di nutrirsi ogni volta che si desidera, può prevenire e far regredire non solo l’obesità ma anche combattere il diabete di tipo 2. Gli studi effettuati sui topi, indicano come fattore chiave per ottenere il risultato l’equilibrio  dei batteri intestinali. Il microbioma dell’intestino è molto dinamico, e subisce fluttuazioni, durante il giorno, nelle proporzioni tra i diversi tipi di batteri. L’obesità derivante da eccessi alimentari, secondo i ricercatori, scombinerebbe le fluttuazioni cicliche tra le diverse popolazioni di batteri. Restringere l’accesso al cibo a un ridotto numero di ore durante il giorno permetterebbe invece di rimetterle a punto e ottimizzare il metabolismo.
Giuliano Aluffi –  Il Venerdì di Repubblica – 2 gennaio 2015 -

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