Roma. “E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”
diceva Einstein. E ancora più difficile cambiare la cultura dominante in Italia
che spesso privilegia i rapporti di potere rispetto al merito. Qualcuno però ci
sta provando. Un gruppo di donne, stanche di vedere il loro lavoro
sistematicamente sottovalutato, ha creato un network per affermare un diverso
modello di leadership ha creato un network per affermare un diverso modello di
leadership al femminile. E’ la scommessa di Noid, l’associazione di manager
Telecom nata nel giugno 2012 e passata rapidamente da 60 a 150 socie tra
dirigenti e quadri, che ora medita di allargarsi anche alle impiegate del
colosso di Tlc. E che nella tornata natalizia di nomine ha ottenuto un primo
significativo successo: su 22 dirigenti, 10 sono donne. Quasi il 50 per cento.
Non male se si pensa che la media aziendale, peraltro comune al settore
privato, è di un misero 13 per cento rispetto al 40 per cento delle società
pubbliche. “Con l’azienda collaboriamo” sottolinea la presidente di Noid
Stefania Santucci. “Telecom ha un imprinting tecnico-ingegneristico maschile,
ma è molto attiva nel welfare interno. Forse i tempi sono maturi, perché ci
hanno ascoltato”: Quelle di Noid si danno da fare. A partire dalle politiche
per il ribilanciamento di genere, ovvero opportunità di carriere top anche per
le donne. A seguire con la carta dei valori che impone trasparenza, merito e
inclusività. “L’associazione è nata per trattare apertamente certi argomenti”
spiega la vicepresidente Cristina Carollo. “Oggi ci ammirano, ma dietro c’è un
percorso faticoso. Il momento cruciale è stato uscire allo scoperto per dire
all’azienda: sono qui e voglio lavorare non contro di te ma con te”. Sanno che
la strada è solo all’inizio. Ma almeno oggi si ragiona sulla gestione
dell’emotività sul posto di lavoro e sul rispetto degli spazi familiari.
Guardando a modelli all’avanguardia come la svedese Ikea. “Con un capo donna
lavorano meglio anche gli uomini. Ed è dimostrato che con leadership femminili
i risultati economici migliorano” osserva Annarita Pignataro. “Dobbiamo rompere
il paradigma delle cordate, in cui gli uomini sono più bravi. Il talento non
passa per forza per una serata al circolo sportivo”.
Federica Fantozzi – Il Venerdì di Repubblica – 16 gennaio
2015 -
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