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martedì 27 gennaio 2015

Lo Sapevate che: Più donne al top: come farsi strada tra tanti uomini...



Roma. “E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio” diceva Einstein. E ancora più difficile cambiare la cultura dominante in Italia che spesso privilegia i rapporti di potere rispetto al merito. Qualcuno però ci sta provando. Un gruppo di donne, stanche di vedere il loro lavoro sistematicamente sottovalutato, ha creato un network per affermare un diverso modello di leadership ha creato un network per affermare un diverso modello di leadership al femminile. E’ la scommessa di Noid, l’associazione di manager Telecom nata nel giugno 2012 e passata rapidamente da 60 a 150 socie tra dirigenti e quadri, che ora medita di allargarsi anche alle impiegate del colosso di Tlc. E che nella tornata natalizia di nomine ha ottenuto un primo significativo successo: su 22 dirigenti, 10 sono donne. Quasi il 50 per cento. Non male se si pensa che la media aziendale, peraltro comune al settore privato, è di un misero 13 per cento rispetto al 40 per cento delle società pubbliche. “Con l’azienda collaboriamo” sottolinea la presidente di Noid Stefania Santucci. “Telecom ha un imprinting tecnico-ingegneristico maschile, ma è molto attiva nel welfare interno. Forse i tempi sono maturi, perché ci hanno ascoltato”: Quelle di Noid si danno da fare. A partire dalle politiche per il ribilanciamento di genere, ovvero opportunità di carriere top anche per le donne. A seguire con la carta dei valori che impone trasparenza, merito e inclusività. “L’associazione è nata per trattare apertamente certi argomenti” spiega la vicepresidente Cristina Carollo. “Oggi ci ammirano, ma dietro c’è un percorso faticoso. Il momento cruciale è stato uscire allo scoperto per dire all’azienda: sono qui e voglio lavorare non contro di te ma con te”. Sanno che la strada è solo all’inizio. Ma almeno oggi si ragiona sulla gestione dell’emotività sul posto di lavoro e sul rispetto degli spazi familiari. Guardando a modelli all’avanguardia come la svedese Ikea. “Con un capo donna lavorano meglio anche gli uomini. Ed è dimostrato che con leadership femminili i risultati economici migliorano” osserva Annarita Pignataro. “Dobbiamo rompere il paradigma delle cordate, in cui gli uomini sono più bravi. Il talento non passa per forza per una serata al circolo sportivo”.
Federica Fantozzi – Il Venerdì di Repubblica – 16 gennaio 2015 -

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