I giovani non hanno bisogno di prediche, in un celebre
discorso agli italiani. La ragione è anche che, a quanto pare, non le sentono.
Lo scopriamo grazie a uno studio congiunto delle Università di Pittsburgh,
Berkeley e Harvard. Capita di rado che un figlio si dimostri disponibile nei
confronti delle esigenze educative dei genitori. Un rimprovero, anche il più
sensato, di solito viene accolto, nel migliore dei casi, con irritazione.
Ebbene, questo atteggiamento ha una base neurologica. Un team diretto dal
neuropsichiatra Kyung Hwa Lee ha monitorato l’attività cerebrale di 40 ragazzi
compresi tra gli undici e diciassette anni, sia sani che depressi, mentre
ascoltavano trenta secondi di rimproveri materni. Nessuna sorpresa che le aree
del cervello coinvolte nell’elaborazione delle emozioni negative, come il
sistema limbico, abbiano mostrato un’attività più vivace del solito. Meno
attesa la risposta delle aree preposte alla cosiddetta intelligenza sociale:
l’amigdata e la corteccia prefrontale ventrolaterale, infatti, hanno
sensibilmente ridotto la loro attività. Significa che gli adolescenti, quando
sono aggrediti verbalmente “chiudono” il cervello, rallentano le facoltà
empatiche, perdono quella sensibilità che consentirebbe loro di capire le
ragioni dei genitori. Lo studio, riabilita ipso
facto la nota profezia: “Quando sari grande capirai”.
(giulia villaresi) – Il Venerdì di Repubblica – 2
gennaio 2015 -
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