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martedì 13 gennaio 2015

Lo Sapevate Che: Cos'è la felicità? Gli italiani lo sanno più dei portoghesi...



Milano. Esiste la ricetta della felicità La stanno cercando assiduamente due ricercatori: Luca Iani, dell’Università Europea di Roma, e Marco Lauriola, del Dipartimento di Psicologia dell’Università La Sapienza, che vogliono capire quali comportamenti sono i più adatti a rendere felici gli italiani di qualsiasi età. La ricerca è partita nel 2012 e ha già superato una prima fase. i due studiosi sono riusciti ad “adattare” al contesto culturale italiano la “scala della felicità soggettiva” elaborata da Sonja Lybomirsky, docente all’Università di California, che si era basata sulla semplice considerazione che alcune persone sono più felici di altre a prescindere dalle circostanze oggettive nelle quali si trovano. Quante persone conosciamo che – pur ammettendo di avere una vita soddisfacente – non riescono  a sentirsi felici e viceversa quante, pur non avendo troppe cose di cui rallegrarsi, sono comunque serene? Lyubomirsky ha fatto il giro del mondo, e in Italia è stata tradotta da Lauriola e Iani. Risultato: noi italiani siamo nella media, un poco più felici dei portoghesi e un po’ meno dei filippini, laddove i più infelici sono i russi e i più felici gli americani. Ora l’indagine continua e i ricercatori vogliono provare a rispondere alla seguente domanda: quali sono i comportamenti che entrano in gioco? “Le ricerche scientifiche dimostrano l’esistenza di caratteristiche biologiche che ci aiutano a essere più a o meno felici” spiega il professor Lauriola, “ma c’è un grosso margine di variazione, stimato intorno al 40 per cento, determinato dai nostri comportamenti”. E’ un po’ come avviene per la corporatura: c’è chi è tendenzialmente grasso e chi magro, ma la dieta fa la sua parte, eccome. E, allora, come dobbiamo comportarci per raggiungere la felicità? “Gli atteggiamenti e le abitudini che i ricercatori stanno testando vanno dall’ “essere grati” alla capacità di “assaporare la vita” fino alla capacità di “mantenersi in relazione con amici e parenti”. Il nostro studio vuole individuare, dice ancora Lauriola, “quali comportamenti in Italia, in base alla fascia d’età e alle caratteristiche di ciascuno, sono correlati all’ottimizzazione della felicità cui una persona può aspirare”. I risultati? Non prima del 2016.
Cinzia Gubbini – Venerdì di Repubblica – 2 gennaio 2015 -

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