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giovedì 15 gennaio 2015

Lo Sapevate Che: Incredibile ma vero: la Lega di Salvini fa rimpiangere il Dio Po...



A chi sostiene che i francesi siano degli italiani di cattivo umore, i nostri cugini spesso replicano che gli italiani sono francesi un po’ troppo remissivi, soprattutto nei confronti del peggio. La storia di questi decenni sembra autorizzare la loro tesi. Fenomeni di malessere politico e sociale che in Francia ai sono manifestati come febbriciattole effimere, da noi sono diventati malattie croniche e devastanti. Il terrorismo che aveva soltanto sfiorato le lotte sociali francesi degli anni Sessanta, in Italia è durato quasi un ventennio. Il primo miliardario proprietario di reti televisive e squadre di calcio a scendere nel campo della politica si chiamava Bernard Tapie, ma è finito prima abbandonato dagli elettori e subito dopo in galera. Il nostro miliardario ha invece governato più di ogni altro presidente del Consiglio dal dopoguerra, mentre i processi finivano (quasi) tutti in prescrizione o affossati dalle leggi ad personam. Così il primo comico che si è messo in testa di fondare un partito si chiamava Coluche, ma la cosa è durata appena un paio di mesi. Il nostro comico ha fondato un partito che ha preso un quarto dei voti ed è ancora lì a decidere le sorti dell’opposizione nel Paese, mentre ancora non s’è capito se faccia davvero sul serio o non si tratti piuttosto di uno show. Da tutti questi precedenti si evince che non c’è molto da essere ottimisti sulla breve durata dell’ondata di xenofobia e razzismo partita dalla Francia lepenista e approdato in Italia con la nuova versione della Lega. E’ impressionante come in pochi mesi Matteo Salvini abbia buttato nella spazzatura una narrazione leghista che era durata quasi trent’anni. La Padania, il Nord libero e indipendente, il secessionismo e il federalismo, la sacra ampolla presa al Monviso e portata con i barconi fino a Venezia, i Serenissimi armati di trattori-tank e bandiere di San Marco, i barbari e il mito di Braveheart, la statua di Alberto da Giussano sul pratone di Pontida, le leggende celtiche e il celodurismo, tutto questo è già modernariato. Tutto è stato azzerato e sostituito dallo slogan più antico del mondo: fuori gli stranieri. Non importano i dati reali, il fatto che la migrazione economica verso l’Italia sia già ai minimi storici: gli unici stranieri che arrivano sulle nostre coste sono poveri profughi in fuga disperata dalle guerre. La caccia all’immigrato offre la soluzione più stupida ma anche più semplice ai complessi guai del Paese. Tanti anni fa scrivevamo che Bossi in fondo era un capo migliore del suo popolo. Pare fosse proprio così, ma non pensavamo di dover rimpiangere così presto Dio Po.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 9 gennaio 2015 -

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