Non perde occasione per fare commenti sessisti, per
prendersela con le donne possibilmente molto giovani. E’ identikit del
vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, che ancora una volta ha fatto
indignare il Paese con un tweet che aveva a oggetto delle presunte
dichiarazioni fatte da Greta Ramelli e Vanessa Marzullo ai pm dopo la loro
liberazione. Tempo fa Gasparri se l’era presa con una fan sedicenne di Fedez,
ora con le due cooperanti rapite in Siria durante una missione umanitaria. La
prassi è questa: si diffondono notizie false e poi si attribuiscono
responsabilità alle fonti prime, quotidiani online in cerca di clic, blog che
riportano notizie senza approfondirle, qualche tweet fatto da chi si presenta
come soggetto informato sui fatti. Questo autorizza una carica istituzionale a
riprendere qualsiasi informazione dal più stupido dei siti? (..). Su Greta Ramelli e
Vanessa Marzullo stiamo leggendo di tutto: che durante i cinque mesi e mezzo di
prigionia hanno preso dieci chili, che sono diventate amanti dei loro rapitori,
che appoggiano terroristi dell’Is, che devono restituire i soldi del riscatto,
che ancora non sappiamo se davvero sia sto pagato o meno. (..). A bel guardare
stiamo assistendo al funzionamento della macchina del fango nel suo massimo
splendore. Un blog pubblica una notizia e il vice presidente del Senato la
riporta su Twitter (si trincera dietro un punto interrogativo) diffondendola a
macchia d’olio. E cosa dice questa notizia? Che le due ragazze avrebbero fatto
sesso con i loro rapitori. E a chi lo avrebbero detto Greta e Vanessa? Ai pm
che le hanno ascoltate dopo la liberazione. Allora il Vicepresidente del Senato, come il più impulsivo
degli italiani avrebbe fatto, si domanda se le due ragazze che davvero siano
andate in Siria a fare sesso a spese degli italiani. E lo domanda al web. Io,
da un rappresentante delle istituzioni mi sarei aspettato qualcosa di diverso.
Mi sarei aspettato che Gasparri si fosse chiesto se la fonte di quella notizia
era attendibile e soprattutto, se il contenuto era vero. (..). Ma la procedura,
il funzionamento delle regole democratiche, al vicepresidente del Senato
Gasparri non interessano, per lui era importante assecondare il peggiore
istinto, Lui ha sentito il bisogno di esternare un pensiero, poco importa se
becero e diffamatorio ( c’era il punto interrogativo a schermarlo) e di
renderlo pubblico. Prima credevo vi fosse del calcolo politico, ora credo che
si sia andati oltre. Ora credo che la situazione sia fuori controllo, che non
ci si renda nemmeno conto di cosa sia più o meno opportuno dire. Io non credo
che il senatore Gasparri debba lasciare Twitter, lì ci può senz’altro rimanere.
Io credo che il Senatore Gasparri non dovrebbe sedere in Senato e spero, dato
che non è possibile pretendere le sue dimissioni, che almeno i senatori
disertino le sedute in Aula quando è lui a presiederla. Che almeno, se un
minimo di rispetto per le istituzioni è rimasto, si faccia lo sforzo di operare
una distinzione tra i blog che costruiscono informazioni per generare traffico
e chi siede in Parlamento. Perché il Parlamento non è il bar e l’Italia non si
governa a tempo perso, tra un pettegolezzo e una partita a biliardino.
Roberto Saviano – L’antitaliano – L’Espresso – 29 gennaio 2015
-
Nessun commento:
Posta un commento