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domenica 2 novembre 2014

Lo Sapevate Che: Io ti ospito, tu lavori...

Non c’è solo il wwoofing a offrire opportunità e sostegno a chi, stanco di aspettare un lavoro in patria, decide di allargare gli orizzonti e partire. Help Exchange, più conosciuto come HelX (helpx.net) nasce nel 2001 in Gran Bretagna. Il suo fondatore, Rob Prince, dopo aver viaggiato a lungo in Australia e Nuova Zelanda, ha messo a frutto esperienze di viaggio e competenze informatiche e realizzato la piattaforma che fa incontrare domande di ospitalità e richieste di lavoro volontario. E’ Prince stesso a visitare le strutture che ospitano e a ricevere i feedback dei volontari per migliorare gli scambi. Venti euro per due anni: tanto costa diventare membri premium, cioè avere la possibilità di contattare le strutture viste sul sito che offrono vitto e alloggio in cambio di manodopera. A patto di avere 18 anni: i minorenni sono accettati se insieme a un familiare e se chi ospita è d’accordo. Video e commenti di recensione sempre aggiornati aiutano nella scelta. I Paesi che aderiscono alla rete di HelpX vanno dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda, dalla Scandinavia al Portogallo. In Italia sono oltre 500 le strutture che ospitano. Qualche esempio: a Perugia, per il mese di dicembre, un ostello cerca qualcuno per almeno quattro settimane per le pulizie delle camere e per aiuto con gli animali e il giardino. A Palermo, in una fattoria biologica, una giovane coppia con una bambina cerca tutto l'anno per la gestione di frutteto e pollaio. A Giarre, in provincia di Catania, una coppia deve lasciare la sua fattoria per trasferirsi in Gran Bretagna qualche mese e sta cercando due persone che se ne occupino da metà novembre a primavera inoltrata. Poi c’è Workaway.info, database di oltre mille famiglie e organizzazioni presenti in 135 nazioni che cercano aiuto volontario in cambio di ospitalità. Qui lo spettro di attività è più ampio: dal baby-sitting alla tosatura  degli animali, ma anche dog-sitting, pulizie, lavoro di reception, cucina. Il principio è lo stesso del wwoofing, ma le opportunità tra cui scegliere non sono solo in ambito agricolo. Una coppia francese che ha ristrutturato una casetta in Borgogna, per esempio, ha bisogno di cinque ore al giorno di aiuto con gli ospiti e il giardino. Quattro ore invece sono richieste da una famiglia che vive sulla splendida isola Waiheke a mezzora di barca da Auckland in Nuova Zelanda. Entusiasti i commenti di Yago, Anna, Lucy e gli altri che si sono fermati a casa loro per almeno un mese. Anche qui occorre registrarsi: il costo è di 23 euro per due anni se ci si iscrive da soli, 30 se si è in due. Chi parte deve provvedere al viaggio, all’eventuale visto e, naturalmente, accettare di condividere le fatiche della quotidianità con chi ospita. E’ sempre consigliata un’assicurazione.

D.C. Società – Professione WWOOFER – L’Espresso – 30 ottobre 2014

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