Non ho, fidatevi, niente da insegnare a mariti, fidanzati,
boyfriend, compagni o come si chiamano oggi, nel vocabolario delle formule
corrette e correnti, coloro che vivono stabilmente con una donna. Se qualche
giorno fa ho raggiunto 45 anni di matrimonio volati leggeri quasi senza che me
ne accorgessi, questo traguardo non fa di me un esperto né un consigliere ed è
occio che il merito di questa longevità coniugale spetti interamente alla
meravigliosa ragazza (..) che conobbi quasi mezzo secolo fa e che da allora mi
tollera. Ma – c’è sempre un “ma” a questo punto – qualche briciola d’esperienza
in tanti anni si accumula e si condensa in annotazioni che ho confrontato con
aici più o meno fortunati di me e formano il repertorio stabile, ho scoperto,
anche per i monologhi di comici. Le riassumo nelle 20 cose che un uomo non deve
mai dire alla propria compagna e che, se non garantiscono una lunga e felice
relazione, evitano almeno giornate tempestose. Eccole, se così vi piace.
1)Hai messo un po’ di peso. 2) Ma che hai fatto ai capelli?.
3)Ora non possiamo parlare, sto guardando la partita. 4)Non i dire che ti metti
quel vestito…5) C’era proprio bisogno di un’altra borsa/paio di scarpe?. 6) I
tuoi figli – sottolineando il “tuoi” – ne hanno combinata un’altra. 7) Perché
non chiedi la ricetta di mia madre?. 8) Adesso, però, calati. 9) Quella è più
carina di e solo perché è più giovane. 10) Che giorno è il nostro
anniversario?. 11)Mi sembra di sentir parlare tua madre. 12) E’ quel periodo
del mese?. 13) Ho notato che la vera non ti esce più dall’anulare. 14) Per il
nostro anniversario ti ho regalato un abbonamento a una palestra. 15) Carino
questo abito, mi ricorda molto la mia prima ragazza. 16) Le rughe ti donano.
17) Lascia stare, è meglio che lo faccia io. 18) Se proprio vuoi uscire questa
sera, usciamo. 19) Ti sei dimenticata di nuovo le chiavi?. 20) Adesso te lo
spiego.
Ci sarebbe poi l’ampio e articolato capitolo del sesso, sul
quale tuttavia ciascuno di noi porta il peso dei propri errori, ansie e
goffaggini, riassumibili, per la parte maschile, nella fatale domanda: “E’
piaciuto anche a te?”. Alla quale le nostre partner sono costrette a rispondere
sempre di sì, dunque distruggendo o la loro credibilità o il notoriamente
fragilissimo ego maschile. Ammesso che già non sia stato devastato dalla
proverbiale osservazione di lei che, nel momento culminante, osserva, per altro
correttamente, che ci sono infiltrazioni d’acqua nel soffitto ed è ora di
ripingerlo. Non esistono, purtroppo, formule inverse, capaci di garantire quel
“vissero felici e contenti” che ormai le statistiche demoliscono
quotidianamente. Se proprio si volesse cercare un granello di polvere magica la
si dovrebbe cercare laddove il trascorrere del tempo, della familiarità, e del
micidiale “già so che cosa stai pensando” rendono spesso raro e prezioso il
riso. Non quello che ancora si getta sulle coppie che escono dal rito civile o
religioso, ma quello che stira le labbra e scuote per un istante il petto. Noiosissime
e approfondite ricerche, saggi ponderosi e suggerimenti di specialisti
concordano nell’indicare nella capacità di trovare un filo di umorismo anche
nelle situazioni più incandescenti il meccanismo che aiuta a sdrammatizzare e a
ricomporre. Il segreto è naturalmente quello di ridere “con” lei o “con” lui,
non “di” lei o “di” lui, quando dimentica le chiavi della macchina dentro la
macchina chiusa, quando il girovita si allarga o la suocera piomba in casa per
una visita inattesa e inizia a lanciare sguardi severissimi sul disordine
domestico. Il primo requisito che una donna elenca tra ciò che lei cerca
nell’uomo ideale non sono la bellezza, i soldi, la posizione (o almeno così
dicono ai ricercatori per confortare noi maschi) ma il senso dell’ironia, se
autoironia. La coppia che ride insieme resta insieme, dicono, ma io che ne so?
Ora purtroppo non ho tempo da dedicare a mia moglie, perché devo scrivere
questa rubrica.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica – 15 novembre 2014 -
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