In arabo vuol dire “vigilanza” e nel concreto misure di
sicurezza rafforzate, in particolare a tutela dei visitatori stranieri, negli
aeroporti e nelle città storiche. “Hadar”, questo il nome del nuovo dispositivo
antiterrorismo del Marocco, coinvolge militari, gendarmi e agenti di polizia. E
costituisce una risposta alla decisione del governo francese di inserire il
regno di Mohammed VI nella lista dei Paesi a rischio terrorismo. Una scelta
maturata dopo la decapitazione in Algeria della guida nizzarda Hervé Gourdel e
fondata sul timore di attentati di jihadisti di ritorno dalle battaglie al
fianco dello Stato islamico. Secondo le autorità di Rabat, i marocchini partiti
per combattere con il “califfo” Abu Bakr Al Baghdadi sarebbero tra i 1700 e i
2000. Nelle ultime settimane nel regno sono stati effettuati arresti,
introdotte norme antiterrorismo e dispiegate batterie antiaeree a protezione di “siti sensibili”. Mentre alcune
ambasciate all’estero sono impegnate in campagne di comunicazione per
trasmettere l’immagine di un Paese stabile, nemico di ogni fanatismo e sempre
accogliente. Anche perché l’allarme di Parigi sta colpendo il turismo,
un’industria che vale un quinto del Pil. Da fine settembre le prenotazioni
hanno registrato un calo del 15 per cento e i francesi, clienti abituali a
Marrakech o Casablanca, potrebbero preferire per Natale e Capodanno
destinazioni in apparenza meno a rischio. Come Spagna, Grecia o Italia.
Vincenzo Giardina – Mondo – Marocco – L’Espresso – 13
novembre 2014 -
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