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venerdì 21 novembre 2014

Lo Sapevate Che: Ci vorrebbe un altro Napolitano...

Bisognerebbe trovare un altro Napolitano. E qui si parla  di autorevolezza, credibilità istituzionale. Facile a dirsi, perfino scontato augurarselo, non facile a farsi. Non che manchino candidati di levatura, ma non è detto che quando Re Giorgio deciderà la data precisa dell’abdicazione e cominceranno i giochi pirotecnici della corsa al Quirinale, i big della politica scelgano per il Colle un primattore, e comunque non è affatto scontato che nomi forti trovino in Parlamento i voti necessari…Ma andiamo con ordine. Innanzitutto, mettiamoci l’animo in pace: ci aspettano mesi di chiacchiere, boatos, false piste e autocandidature. Il lavorìo vero arriverà sottotraccia, teso a definire la cornice entro la quale arrivare alla scelta finale. Il primo a chiarirsi le idee, per poi convincere gli altri a seguirlo, dovrà essere Matteo Renzi, nella duplice veste di premier in carica e leader del partito di maggioranza relativa, insomma di vero dominus della partita. All’inizio il tentativo sarà il prolungare ancora un po’ la permanenza di Napolitano al Quirinale, magari fino a maggio, cioè fino all’inaugurazione in pompa magna dell’Expo di Milano e, si spera, al varo della nuova legge elettorale. Ma si scontrerà inevitabilmente con le buone ragioni personali del Presidente – novant’anni a giugno prossimo, ogni giorno mette a durissima prova la sua resistenza fisica – e con la sua speranza che questo Parlamento ritrovi l’orgoglio e riesca a eleggere rapidamente un successore. Ma Quale Che Sia La Data, alte scelte incombono. Renzi, per esempio, non è affatto convinto che il Capo dello Stato debba venire dalla politica, e lo solletica non poco l’idea di un figlio della cosiddetta società civile. Magari una donna, per rispettare la “missione quote rosa” che si è dato. Allora, da che parte penderà la bilancia? La risposta è forse in un’altra domanda, certo la più importante di tutte: quali caratteristiche deve avere il Presidente della Repubblica? Dovrà essere un autorevole primus inter pares o un istituzionalissimo notaio, un arbitro o un dominatore del campo da gioco? In cuor suo il sindaco d’Italia, il leader del Partito della Nazione propende per una soluzione blanda. Non crede molto a un ruolo propulsivo del Quirinale, la sua concezione del Paese e del governo lo condurrebbe diritto diritto a battersi per un candidato pur rappresentativo, ma non ingombrante, che non ostacoli il premier. Intendiamoci, la storia del colle più alto ci restituisce più di un presidente scelto dalla Dc nelle seconde file perché non disturbasse il manovratore, cioè il governo, o meglio il partito, che il ruolo ha però presto trasformato in un vero protagonista. Scomodo. Inoltre, proprio quella visione bipartitica e leaderistica, rafforzata dalla versione di Matteo della nuova legge elettorale, imporrebbe un Quirinale dedito a una continua opera di bilanciamento. E dunque la scelta va ben ponderata. Da tutti. Già, Ma Tutti Chi? Negli incontri per l’oscuro patto del Nazareno, Berlusconi avrebbe ostentato sovrana indifferenza in materia e nessuna voglia di protagonismo, confermata dall’indicazione fin troppo scontata del nome di Gianni Letta. E però questo è un forno al quale Renzi potrebbe rinunciare solo se fosse sicuro di trovare aperto quello di Beppe Grillo. Una scommessa possibile, ma non facile. Anche perché se nessuno può dire di controllare i voti del proprio partito – la carica dei 101 dissidenti del Pd  un anno e mezzo fa docet – figuriamoci quelli altrui. Senza contare il sospetto che oggi, per paradosso, i nomi più difficili da imporre potrebbero essere proprio quelli di donne e uomini che vantano un adeguato cursus honorum politico e istituzionale. Insomma, la strada è accidentata e finirà per condizionare anche l’iter della legge elettorale. Ma a conclusione del suo lungo mandato, almeno un regalo di riconoscenza Napolitano lo meriterebbe dai deputati e senatori che lo hanno costretto a restare al suo posto senza riuscire a fare le riforme: un successore all’altezza del predecessore. Una garanzia per il Paese.

Twitter@bmanfellotto – Bruno Manfellotto . Questa settimana - L’Espresso – 20 novembre 2014

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