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giovedì 27 novembre 2014

Lo Sapevate che: Ossessioni fa rima con Berlusconi...

Non sarà magnifica, ma un’ossessione lo è davvero. Quella di Berlusconi per la salvezza sua dai processi, e delle sue aziende dai guai; e quella della sinistra che non sa vivere senza un nemico, immancabilmente lo stesso, di cui non è riuscita a liberarsi in vent’anni e di scontri e di inciuci. Ecco allora che l’ossessione rispunta ancora, stavolta per bocca di Pier Luigi Bersani: “Dopo l’ultimo incontro Renzi-Berlusconi, il titolo Mediaset ha guadagnato il 6 per cento: allora ‘sto patto bisognerebbe allargarlo a tutte le imprese, no a una sola….”. Del resto, già tre mesi fa (..) . Pier Ferdinando Casini immaginava che al Nazareno si fosse parlato anche della salvezza di Mediaset. Diaciamo la verità; di B. verrebbe voglia di non parlare più, di lasciarlo alle cure affettuose di Rossi & Pascale, di ignorare le sue visite in auto blu con scorta da quei povericristi di Cesano Boscone. Poi, però, proprio quando sembra che il suo impero si sfarini, il colpo di coda: perché l’uomo sarà pure la pallida copia di quello che fu, ma il berlusconismo ancora resiste nella pancia del paese. Così ogni volta l’ex Cav. Annuncia abdicazioni e finali di partita che tali non sono. E che potrebbero concretizzarsi solo a patto che… Appunto. Che B. pensi agli affari suoi lo sanno anche i bambini. Anzi, la stessa “discesa in campo” – preparata fin dal 1992, quando Mani pulite mise per la prima volta il naso nella Fininvest, e annunciata in tv bel 1994 – fu decisa proprio per salvare l’azienda: altrimenti, parola di Marcello Dell’Utri, “Silvio sarebbe finito come Angelo Rizzoli”. O come Bettina Craxi, che fino a quel momento lo aveva difeso dalla Dc di De Mita decisa a mettere in discussione il duopolio Rai-Fininvest e strappargli una rete tv. Da allora in  poi non c’è stato appuntamento in cui i due  tormenti, giudiziario e aziendale, non siano divenuti questioni politiche dirimenti. Nel 1994, per esempio, assieme all’invito a comparire per un’inchiesta su Telepiù, su Berlusconi si abbatte anche la prima sentenza della Corte costituzionale che lo obbliga a disfarsi di Rete4. Quasi contemporaneamente, regista D’Alema, i suoi alleati Bossi e Buttiglione lo tradiscono, lasciano il governo senza maggioranza e lo costringono a cedere il passo. Cosa che B. fa, ma a condizione che nessuno tocchi Fininvest. E il governo Dini che arriva subito dopo ignora il dettato della Corte…Patto d’antan. Che Francesco Cossiga, non più Capo dello Stato, cercherà di ufficializzare lanciando nel 2002 l’idea di un salvacondotto, insomma di un qualche fantasioso marchingegno che conceda a Berlusconi, l’immunità purché abbandoni la politica. Esilio in patria. Perché Meravigliarsi, dunque, se l’intesa Renzi – Berlusconi davvero comprendesse anche la salvaguardia di Mediaset? Tanto più che è alle viste una ristrutturazione dell’impero: Mediaset premium, la pay-tv, lascerà la casa madre per diventare una SpA aperta a nuovi soci: Murdoch? Telecom? E’ una partita troppo importante dalla quale dipende il futuro della famiglia: non si può abbandonare il campo proprio ora che far saltare il banco porterebbe solo guai, si ripete B, Anche se stavolta l’antico ricatto si è rovesciato e dalla parte del “prendere o lasciare” c’è Renzi. Questa Seconda Repubblica, insomma, sembra non voler finire mai. E nemmeno quell’ossessione che impedisce di pensare ad altro. Torna alla mente ciò che scrisse Montanelli alla caduta del primo governo Berlusconi: “Finalmente! Finalmente ci siamo liberati di questa ossessione. Finalmente potremo ricominciare a discutere della pubblica amministrazione e della pubblica finanza senza il timore che qualsiasi proposta venga propugnata o combattuta secondo gli interessi di Berlusconi…Finalmente potremo occuparci di problemi che non siano soltanto la Fininvest di Berlusconi…Finalmente la Corte di Cassazione potrà avallare o bocciare sentenze che non siano in odore di favoreggiamento o di danneggiamento di Berlusconi…Finalmente potremo rialzare la testa…” Correva l’anno 1995.
Twitter@bmanfellotto

Bruno Manfellotto – Questa Settimana – L’Espresso – 27 novembre 2014

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