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sabato 8 novembre 2014

Lo Sapevate Che: Weber: Ma i trasfughi non hanno un leader...

“A Renzi è riuscito qualcosa che nel centrosinistra non era riuscito a nessuno: lui nell’elettorato di centro, c’è entrato come il burro”. Con poche parole Roberto Weber, sondaggista e direttore di Ixè, sintetizza la trasformazione in atto nella base del Pd. Una metamorfosi non ancora compiuta ma già misurabile. Da un numero, anzitutto: “Oggi, gli elettori democratici non sono gli stessi che hanno votato alle ultime politiche: almeno il 25 per cento di loro va oltre il centrosinistra. Facendo i sondaggi, è chiarissimo. Una volta, nelle interviste telefoniche, un elettore del Pd si autocollocava tra il centrosinistra e la sinistra. Oggi, uno su quattro, in un modo o nell’altro, sta fuori da quel perimetro: centro, centrodestra, oppure nessuno schieramento”. E’ questo il segreto di Renzi: o almeno, una delle spiegazioni delle sue mosse. “A lui è riuscito ciò che aveva tentato Veltroni e, in parte riuscendoci, il D’Alema del primo Ulivo prodiano: oggi, nel Pd una quota cospicua degli elettori è nuova. E aumenterà ancora: il potenziale di crescita non è esaurito. Con Berlusconi anestetizzato e il M5S fermo al voto di protesta, il Pd potrà bissare il 40,8 per cento delle europee, e anche andare oltre” dice Weber. Se nel Pd la base moderata si ingrossa, la sinistra si assottiglia. “Una quota di sinistra c’è ancora, ma è molto più esigua: direi 30 per cento, quando prima arrivava a 40-45 per cento”. E questo aiuta a spiegare, in numeri, perché il segretario del Pd si mostri così poco sensibile ad alcune battaglie tipiche di quella tradizione, come l’articolo 18. “Renzi è consapevole che la composizione del suo elettorato è cambiata”, dice Weber: “Credo che pensi che quel che perde a sinistra, possa prendere più voti di quel che lascia andare. Quasi un effetto moltiplicatore. E i sondaggi, che danno in salita solo la Lega oltre al Pd, dicono la stessa cosa”. Insomma, per capirsi: un elettore di sinistra in meno, due del centro in più. Rosicchiati ad Alfano e a Berlusconi. Va a finire che una scissione del Pd, Renzi quasi se la augura? “Beh, con un altro partito alla sua sinistra, gli sarebbe ancora più facile convincere l’esigua parte di elettorato di Scelta civica che ancora non ha votato Pd, e togliere voti a Forza Italia, che dalle europee nei sondaggi ha già perso il 2 per cento”. Ma, così, anche un eventuale partito di “nuova sinistra”, formato da dem non renziani, avrebbe un bacino di voti? “E’ possibile che una quota di quel 30 per cento di “sinistra” interna al Pd vada verso una nuova formazione, ma è difficile misurare quanti, perché si tratta allo stato di una  tentazione, ancora vaga”. C’è chi dice che varrebbe il dieci per cento sul mercato elettorale. Ma Weber è scettico: “Il 10 per cento mi sembra un po’ tanto. E inviterei a non fare i conti sulla base della piazza Cgil di San Giovanni. Anche perché senza essere anti-sindacato, devo dire che p difficile misurare una piazza”. Né va sottovalutato, secondo il direttore di Ixè il richiamo al “senso di unitarietà”: “ Un elettorato che è passato dal Pci al Pds, ai Ds, rimane fedele  a quella storia. Già con la svolta della Bolognina, gli anziani non scivolarono tanto agevolmente fuori dal Pds. E la memoria recente delle scissioni a sinistra non aiuta: la gente ne ricorda anche la sterilità. Insomma c’è un comportamento anche inerziale, degli elettori di sinistra, che rende complicato il passaggio a un altro serbatoio: bisogna che l’appeal sia molto, molto forte”. E invece, allo stato, c’è pure carenza di possibili leader. “Quelli del passato, magari essendo ancora stimati dalla élite come D’Alema, hanno sul popolo una capacità attrattiva limitata”. Non a caso molti guardano a Maurizio Landini, che è un sindacalista: “Già, ma il passaggio dal sindacato al partito è impresa difficile. Ne abbiamo tanti esempi. Il leader Fiom è quello che sembra più sveglio. Dotato di una chiave retorica efficace. Ma non so quanta della sua capacità di mobilitare resterebbe, nel trasloco di un partito.

Susanna Turco – Renzi a caccia del tesoro rosso – L’Espresso – 6 novembre 2014

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