Ghiacci e ghiacciai che si sciolgono a causa del cambiamento
climatico rischiano di portare spiacevoli sorprese anche dal punto di vista
sanitario. Potrebbero infatti far riemergere virus e batteri del passato,
conservati per centinaia di anni grazie a basse temperature in grado di
preservare, in molti vasi, le loro strutture biologiche. Un esempio viene dalle
montagne Selwyn, nella regione nordorientale del Canada, dove, in alcuni
campioni di terreno raccolti, è stato ritrovato un virus databile a settecento
anni fa. Perfettamente conservato, era completo di tutto il suo genoma e anche
e anche della capsula proteica che lo ricopre e che potrebbe aver contribuito
alla perfetta conservazione nel corso dei secoli. Il virus si trovava
all’interno di feci di renna, animale molto diffuso in estate nell’ambiente
montuoso sub-artico canadese, dove trova rifugio dal caldo. I ricercatori
dell’Università della California a San Francisco, che hanno esaminato il Dna
del virus, hanno trovato una lontana somiglianza genetica con i virus che oggi
sono classificati come Geminivirus. Come questi moderni parenti, il virus
riportato in vita in laboratorio è riuscito infatti ad attaccare le piante di
tabacco. E forse, proprio attraverso un pasto di piante, era arrivato nelle
feci di renna. Settecento anni di conservazione sembrano già tanti, ma solo
qualche mese fa un gruppo di ricercatori dell’Università di Marsiglia e
Aix-en-Provence aveva pubblicato uno studio su un virus ritrovato nel
permafrost siberiano e dall’età stimata di ben 30 mila anni. E a questi due
casi, ha detto Eric Delwart. L’autore principale ricerca, potrebbero presto
aggiungersene altri.
Angela Simone – Il Venerdì di Repubblica – 14 novembre 2014 -
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