Quando si ha prurito è meglio non grattarsi. Non lo dicono
solo le nonne, ma anche i ricercatori del Centro per lo studio del prurito
della Washington University guidati dal biologo e psichiatra Zhou-Feng Chen. Quello
del prurito, dicono infatti, è un po’ un circolo vizioso. Che funziona così:
quando ci grattiamo, ci procuriamo un minimo dolore sulla pelle che interrompe
per un po’ il prurito. Ma il segnale del dolore, arrivando al cervello, fa
crescere la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore che ci aiuta a controllare il dolore. Nel
tragitto dal cervello alla zona irritata, la serotonina va però a sollecitare
nervi che fanno tornare il prurito. Per indagare su questo meccanismo, i
ricercatori hanno preso due gruppi di topi, uno dei quali composto da animali
incapaci geneticamente di produrre serotonina, iniettando una sostanza
pruriginosa, si è visto che gli animali di questo gruppo non si grattavano più
volte. Ma se a questi topo la serotonina veniva data artificialmente, anche
loro subivano il continuo ritorno del prurito. E’ la prima dimostrazione
sperimentale del rapporto tra prurito e serotonina.
(g.a.) Prurito – Il Venerdì di Repubblicabe – 14 novembre
2014 -
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