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sabato 2 agosto 2014

Lo Sapevate Che: Questa Settimana...



Ieri gendarmi, oggi indifferenti

Mai tanti conflitti, gravi e forse insolubili. Davanti ai quali il neo-isolazionismo amplificato dal silenzio europeo, appare al mondo come un esempio di debole lontananza. Mentre il sangue scorre ancora.

Alle 18,50 di domenica 8 giugno, anno domini 2014, il presidente israeliano Shimon Peres e quello palestinese Abu Mazen si abbracciavano sorridenti uscendo dagli appartamenti di Santa Marta dove – separatamente – erano appena stati a colloquio e in preghiera con papa Francesco. Solo un mese dopo, razzi e missili firmati Hamas riprendevano a colpire città israeliane, e bombe israeliane cadevano sulla Striscia di Gaza sotto il controllo di Hamas. La tregua già fragile non reggeva più, e tutto ricominciava proprio quando sembrava vicino alla fine. Oggi al Papa non resta altro d fare che chiamare i fedeli a pregare. Ecco, se c’è un episodio che suona come tragico paradosso della presente stagione, irriverente beffa di ogni ottimismo, emblema dell’impotenza del mondo dinanzi a guerre, morti e distruzioni, è proprio quella “preghiera per la pace” a lungo preparata e poi invano officiata dal vescovo di Roma Bergoglio dinanzi ai due eterni nemici. Che tali sono rimasti.
Probabilmente, Come Suggerisce Romano Prodi nell’intervista a Gigi Riva, ci siamo “Abbonati” alla morte, assuefatti alla guerra, rassegnati all’impotenza. E alla rimozione psicologica. Come spesso avviene, un tale peso di dolore e sangue che si ripete nel tempo accompagnato da defatiganti quanto vane missioni di pace, finisce per provocare una sorta di rigetto. A Gaza è ripresa la mattanza, ma il mondo sembra paralizzato. Nel cuore dell’Europa un Boeing 777 con 289 persone a bordo viene buttato giù come un piattello al tiro al volo, ma un’opinione pubblica shoccata e attonita non riesce nemmeno ad avere paura, a indignarsi, a farsi coinvolgere.(…). Già, Ma Chi Potrebbe accollarsi tale onere? Non certo l’Ue, oggi incapace di affrontare e risolvere alcun problema diplomatico: una politica estera comune è ancora una lontana chimera; e tanto per cominciare il parlamento eletto già da due mesi non riesce nemmeno a nominare un ministro degli Esteri d’Europa che rappresenti una tregua nello scontro di potere e di poltrone tra socialisti e popolari. (…). Comunque, apprezzata e contestata, la presenza americana costringeva a un forzato equilibrio nell’area medio-orientale e non solo. Oggi il neo-isolazionismo del primo presidente nero americano – voluto o imposto, spontaneo o meditato che sia – amplificato dall’assenza europea, appare agli occhi del mondo come un sovrano esempio di debole lontananza. All’ombra della quale svaniscono i freni e fioriscono gli egoismi locali. Nel sangue.
Twitter@bmanfellotto – Bruno Manfellotto – L’Espresso – 31 luglio 2014 –

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