Sentirsi soli con
il 40 per cento godono di un largo consenso presso
l’opinione pubblica. Poi, scelte difficili e impopolari offuscano la luna di
miele. E’ accaduto a tutti i grandi leader dei paesi democratici. Dopo gli
entusiasmi iniziali perdono spinta, anche se poi molti – esempio perfetto Bill
Clinton – recuperano a fine mandato. Matteo Renzi è particolarmente attento a
non perdere il favore all’opinione pubblica. A tal fine ha attivato una serie
di meccanismi proiettivi di provata efficacia. Il più insistente, in questa
fase, è quello del “cavaliere solitario”: Matteo contro tutti. Lui, l’uomo
nuovo senza macchia e senza paura che sfida i nemici armato solo della sua
purezza (la camicia bianca immacolata) della sua giovinezza (ovvia ma anche
esibita a forza di incontri scoutistici e giubbotti di pelle, ammiccamenti
musicali e vitalismo sportivo) e del suo debordante entusiasmo. Solo io posso
farcela è il mantra che ha conquistato le platee più varie, disposte a
convenire che, in effetti, solo lui può
farcela. E se solo lui può, lui è solo. Tutti gli altri sono potenziali nemici
che vanno individuati, stanati, ed abbattuti. Altrimenti seminano il percorso
del cavaliere solitario di ogni tipo di
ostacolo. La lista dei nomignoli e degli epiteti con i quali il capo del
governo e il suo entourage ha etichettato chi non riconosce l’opera salvifica
di Matteo è ormai lungo. Ed è anche efficace perché consente di offrire all’opinione pubblica una serie di
capri espiatori ai quali attribuire le colpe più varie. (..). Alcuni Giustificano Tutto questo perché considerano Renzi un outsider che deve
sgomitare per farsi accettare. In realtà il capo del governo è lontano mille
miglia dalla figura dell’outsider. Non gli si confaceva nemmeno ai tempi della
Leopolda perché dalla sua poltrona di sindaco di Firenze, e prima di presidente
della provincia, aveva già intessuto rapporti e relazioni con componenti della
classe dirigente che erano quanto meno
interessate a quel giovane scalpitante, e di certo brillante. L’outsider ha
tutt’altro profilo: non si appoggia ad entrature altolocate bensì viene
proiettato sulla scena da una congerie indefinita di uomini della strada. (..).
In sostanza, non ha le risorse per reggere. L’outsider è per definizione un
fenomeno transitorio, e per questo è veramente solo. A Renzi non mancano invece
né risorse né relazioni. Tutti gli stanno correndo in soccorso. (..). Tant’è
che la capacità di attrazione del capo del governo supera gli steccati e
conquista consensi a destra e a sinistra, in alto e in basso, in Italia e
all’estero. Nessun altro premier politico era arrivato a tanto. Alcuni sono
stati stimati per la loro storia professionale fuori dalla politica (Ciampi,
Prodi e Monti), e Berlusconi addirittura idolatrato, benché da una parte sola e
ben circoscritta (i teledipendenti, i lavoratori autonomi e la destra in
generale). Solo il politico di professione Matteo Renzi ha rotto gli steccati
lasciando che tutti venissero a lui. Perché si presentava “vergine ed estraneo”
alla vecchia politica e, soprattutto, solo contro tutti. Proprio per questo
deve continuare a recitare la parte del cavaliere solitario. Auguri.
Piero Ignazi – L’Espresso
- 28 agosto 2014 -
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