Altro che password
In futuro non dovremo più ricordare le password: ci basterà
cominciare a scrivere sul computer o a usare il cellulare e questi ci
riconosceranno. E’ la promessa delle tecnologie post-password che utilizzano un’autenticazione
(identificazione informatica) “comportamentale”. Ci riconoscono insomma dal
nostro modo, unico e non imitabile, di usare gli strumenti: il ritmo con cui
digitiamo sulla tastiera, l’angolo con cui teniamo il cellulare….Negli ultimi
tempi, nel mondo, c’è stato un boom nella ricerca e sviluppo di queste
tecnologie e di recente un gruppo di ricercatori della Oxford University ha
messo a punto un algoritmo in grado di identificare 500 diversi comportamenti
considerati unici per ciascuna persona: una specie di impronte digitali
invisibili, gli eDna, electronic Defined natural attributes. A tecnologie
analoghe lavorano anche aziende innovative come la svedese Behaviosec e
l’israeliana Biocatch. La portata di queste ricerche è in realtà molto più
ampia della semplice sicurezza informatica Oxford hanno scoperto che gli eDna
mutano in modo significativo quando la persona è sotto effetto di droghe, ha
appena fatto sesso o potrebbe avere un infarto entro tre mesi. Queste
tecnologie possono essere insomma anche uno strumento di prevenzione nel campo
della salute oppure – ed è il loro lato oscuro – dare ad aziende o governi
nuove armi di spionaggio.
(a.I.) – Venerdì di Repubblica – 8 agosto
2014
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