Stanley Prusiner è premio Nobel per la medicina, diventato
una star per aver scoperto i prioni, l’agente infettivo che causa il morbo
della mucca passa, stravolgendo la convinzione ch solo i microorganismi come,
virus, funghi o batteri potessero trasmettere un’infezione. I priori sono
infatti semplici proteine. Ma come dottor Jekyll e mister Hyde, hanno una
doppia natura: nella forma normale aiutano a regolare il metabolismo, quando
assumono la forma patologica possono causare malattie neurodegenerative.
Abbiamo incontrato Prusiner alla Sissa di Trieste, dove si è concluso “Prion
2014”, il congresso mondiale sulle malattie da prioni.
Professor Prusiner, lei
ha vinto il Nobel nel 1997, l’anno dopo la terribile scoperta che il morbo
della mucca pazza si può trasmettere anche agli esseri umani. Allora l’allarme
fu grande: nessuno comprava più carne bovina e circolavano scenari apocalittici
con migliaia di morti. Molto rumore per nulla? “Nient’affatto. La mucca pazza era un
rischio molto serio. La variante che si trasmette alle persone è una malattia
grave, che provoca una morte atroce e inesorabile: ancora oggi non esiste cura.
Nel mondo le vittime sono più do duecento, e il numero dei contagi è stato
contenuto solo grazie alla rapida messa al bando delle parti più a rischio dei
bovini, come cervello e midollo spinale.
Eppure per molto tempo
il governo inglese nascose ogni pericolo.
“Fu un errore” Per fortuna l’allora ministro dell’Agricoltura
John MacGregor prese ugualmente alcune misure cautelative per limitare il
contagio, salvando così migliaia di vite. Il suo successore, John Gummer, è
invece ricordato per aver provato a rassicurare gli inglesi mostrandosi alle
telecamere mentre obbligava la figlia Cordelia, di soli quattro anni, a
mangiare un hamburger”.
Lei mangia la bistecca?
“ Di tanto in tanto”.
Non le piace o non si
fida?
“Preferisco il pollo o il pesce, ma è solo una questione di
gusti. Da quando i test sulle carni bovine sono obbligatori, non credo ci siano
più rischi per i consumatori.
Colloquio con Stanley Prusiner, di Giancarlo Sturloni –
L’Espresso – 21 agosto - 2014
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