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venerdì 8 agosto 2014

Lo Sapevate Che: La Bustina di Minerva....



 Classici del nostro tempo

Genitori che ricorrono al Tar perché il figliolo è stato bocciato. Non c’è poi da meravigliarsi se l’ignoranza dilaga. Come accade in quei consigli comunali che dedicano strade e piazze a personaggi razzisti e antisemiti

Un Tar Classico. Un articolo di Giovanni Belardelli sul “Corriere” del 30 giugno scorso segnalava un fatto gravissimo. Indignati del fatto che il loro figlio, studente del classico, fosse stato bocciato perché aveva riportato 3 in matematica, 4 in fisica e 3 in storia dell’arte, invece di prendere l’erede a sganassoni, come avrebbero fatto i genitori reazionari di una volta, papà e mamma si sono rivolti al Tar del Lazio. E il Tar, dall’alto della sua autorità, ha annullato la bocciatura. Ora,  è possibile che tre insufficienze, seppur gravi, siano poco per una bocciatura, ma queste cose dovrebbe deciderle un consiglio di professori o qualche organo didattico superiore. Ricorrendo all’incompetentissimo Tar si incoraggiano quei genitori che, quando i figli prendono brutti voti, invece di prendersela con loro, vanno a protestare con gli insegnanti. Buzzurri, educheranno dei figli altrettanto buzzurri. Ma c’è di più. La sentenza recita che un 3 in fisica e un 4 in matematica non sono gravi perché si trattava di un liceo classico. Così alcuni intellettuali della Magna Grecia (come avrebbe detto Agnelli) non sanno che dal classico ci si può poi iscrivere a medicina, ingegneria, matematica, o altre scienze; e che anche per una buona formazione umanistica il secondo principio della termodinamica è altrettanto importante dei misteri dell’aoristo. “Quis custodier custodes?”, chi mai boccerà i giudici del Tar del Lazio? O i loro genitori protesteranno.
Il Vispo Telesio. (…). Però il fatto che più colpisce è che a Castellamare del Golfo (Trapani) è stata intitolato una via a Telesio Interlandi (tra l’altro, neppure nato da quelle parti). Telesio Interlandi non era uno scienziato altrimenti rispettabile come Pende o un giurista rispettato anche nell’Italia post-bellica come Azzariti, ma uno sporco mascalzone che ha dedicato la vita intera a seminare odio-razzista e antisemita con la rivista “La difesa della razza”. Chi sfoglia le annate di questa ripugnante rivista, o ne legge l’antologia raccolta da Valentina Pisanty (Bompiani), si rende conto che solo un personaggio in completa e servile malafede poteva pubblicare le menzogne e le assurdità tipiche di quella pubblicazione. Dimenticavo; sempre in quegli anni Interlandi aveva pubblicato un “Contra judaeos”, e anche chi non sa latino può intuire quale fosse la sua missione. D’altra parte si sta discutendo a Roma se intitolare una via a Giorgio Almirante, che della “Difesa della razza” è stato segretario di redazione, con la motivazione (indiscutibile) che poi ha accettato il gioco democratico (e vorrei ben vedere) ed è andato a onorare la bara di Berlinguer. Ma Berlinguer non aveva mai scritto libelli per incoraggiare lo sterminio dei kulaki.
Umberto Eco – L’Espresso – 17 luglio 2014 –

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