Ora però Mosca tratti
sul serio
Conoscevamo Bene Il
Dolore che da tempo
lacera l’Ucraina, l’aggravarsi del conflitto dopo l’annessione russa della
Crime, l’alternarsi di speranze e delusioni per i tentativi di mediazione
internazionali. Ma di là dagli sforzi politici e diplomatici – europei e anche
italiani- di questi mesi,(..), quel dolore e quelle centinaia di morti nei
combattimenti erano per molti lontani, confinati alla periferia orientale
dell’Europa. L’abbattimento dell’aereo della Malaysian Airlines ha dato una
dimensione nuova a quella tragedia, un po’ come accadde per l’11 settembre :
l’ha resa globale, condivisa con tutto il mondo. (..). E politica poi, con la
risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che chiede l’avvio di un’inchiesta
internazionale, e con la decisione della Ue di rafforzare le sanzioni nei
confronti di chi appoggia i separatisti dell’Est dell’Ucraina. (..). Il 17
luglio ha segnato una svolta: niente potrà essere più come prima. Avevamo
sperato in molti, all’indomani della strage, che si trovasse il coraggio e la
volontà politica di onorare quei morti nel migliore dei modi: fermando subito
le armi nell’Est del Paese e sedendosi attorno a un tavolo per un vero
negoziato. (..). La Russia ha garantito pubblicamente e lo ha anche fatto in
diverse occasioni negli ultimi tre mesi, come a Ginevra e da ultimo a Berlino
poche settimane fa.(..). Quello che manca, che è mancato fin qui, è la coerenza
tra le intenzioni dichiarate e gli atti concreti.
Ed E’ Sotto Gli Occhi di tutti in questi giorni la
reazione dei separatisti davanti alla tragedia del volo Malaysian. E’ tempo che
la Russia usi la sua influenza per garantire l’accessibilità piena dell’area,
il rispetto per il dolore e lo strazio di chi ha perso i propri cari, l’avvio
di indagini che portino a risultati attendibili e per arrivare a un cessate il
fuoco immediato.
Il Momento E’ Decisivo. Troppe occasioni sono state sprecate
e troppi errori sono stati fatti. Nonostante questo l’Ucraina faticosamente ha
imboccato la strada della stabilizzazione politica. Ero stata a Kiev pochi
giorni prima di diventare ministro degli Esteri e ci sono tornata due settimane
fa, scegliendo di fare lì – e poi a Mosca – la mia prima visita dopo l’avvio
del semestre di presidenza italiana dell’Ue. E in cinque mesi molto è cambiato
a Kiev sul piano politico: il 25 maggio si sono tenute le elezioni
presidenziali, e non era scontato, ed è iniziata la revisione della
costituzione.
Ma sul terreno, nell’Est, e nei cieli dell’Ucraina, la
situazione resta terribile e dobbiamo giustizia ai tanti, troppi, morti ucraini
e cittadini di Paesi anche molto lontani. Per questo abbiamo deciso di far
arrivare un segnale forte e unitario, da un’Ue cui si rimprovera spesso di
avere una politica estera debole. Un segnale forte e unitario che speriamo
tutti possa portare Mosca a colmare finalmente quella distanza insostenibile
tra le intenzioni dichiarate e le scelte concrete.
ministro degli Esteri Federica Mogherini – L’Espresso – 31
luglio 2014 –
Nessun commento:
Posta un commento