Gli occhi dei figli non smontano mai di guardia e memorizzano
per la vita intera. Ecco la confessione di una figlia, ormai adulta, che
ricorda alla madre ciò che lei compiva e che sempre le mandava un messaggio
così forte, da costruire lì impianto di fondo della sua educazione. E’ una
confessione che ci fa riflettere e porta a concludere che in ogni figlio vi è
l’imprinting dei genitori. Nel bene e nel male.
“Mamma, quando pensavi
che non ti spessi guardando, hai appeso il mio primo disegno sul frigorifero e
ho avuto voglia di stare a casa per dipingere.
Quando pensavi che non
ti stessi guardando, hai dato da mangiare ad un gatto randagio ed allora ho
capito che è bene prendersi cura degli animali.
Quando pensavi che non
ti stessi guardando, hai cucinato apposta per me la torta del compleanno, ed ho
compreso che le piccole cose possono essere molto speciali.
Quando pensavi che non
ti stessi guardando hai recitato uno preghiera ed ho incominciato a credere
nell’esistenza di Dio con cui si può sempre parlare,
Quando pensavi che non
ti stessi guardando, mi hai dato il bacio della buona notte e ho capito che mi
volevi bene.
Quando pensavi che non
ti stessi guardando, mi hai sorriso e ho avuto voglia d’essere gentile con te.
Quando pensavi che io
non ti stessi guardando, io guardavo, ora ho voluto dire grazie per tutte le
cose che hai fatto quando pensavi che non ti stessi guardando!”.
Pino Pellegrino – Bollettino Salesiano –Giugno 2014
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