Avvistata un’aquila reale sull’Appennino tosco-emiliano,
adocchiato uno stormo di gru vicino a Prato. E poi ancora: un giovane cerbiatto
selvatico si è fatto un giretto nella via centrale di Monza, mentre l’orso
bruno passeggiava vicino a Sondrio e un lupo si avvicinava al centro storico di
Gavinara, vicino a Firenze. Eccola,la lenta ma costante avanzata degli animali
selvatici, che va di pari passo con la crescita del bosco. Il grande ritorno,
quello degli animali, merito soprattutto della rinascita del bosco ce lo
racconta Fulco Pratesi, fondatore e attuale presidente onorario di Wwf Italia:
“Questo fenomeno rappresenta la causa principale del ritorno in massa degli
animali del bosco, i cinghiali soprattutto, ma anche daini, cervi e caprioli”.
Tuttavia questa rapida espansione della natura ha bisogno di equilibrio per non
disperdere un prezioso patrimonio di fauna e flora. Ad esempio, spiega
l’ambientalista, sulle Alpi gli abeti rossi stanno ricoprendo tutti i pascoli antichi
che ospitano fiori, farfalle, uccelli e insetti: “Se il bosco diventerà troppo
fitto, coprirà i prati e queste specie scompariranno. Sarebbe un danno per i
territori e per la bellezza del paesaggio”. Resta però il problema di come far
convivere l’uomo con gli animali, specialmente con i grandi carnivori.
“Disponiamo degli strumenti scientifici e culturali necessari per evitare che
l’uomo prenda il sopravvento sugli animali, o viceversa”, conclude Pratesi:
“Convivere è possibile”.
Di Gloria Riva – colloquio con Fulco Pratesi – L’Espresso –
21 agosto 2014 -
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