Privacy su Facebook pretesa
impossibile
I social network hanno cambiato il
nostro modo di apparire in pubblico. Mettiamo in rete le nostre storie,
ricordi, immagini. E dobbiamo sapere che tutto viene registrato, archiviato. E
anche analizzato
Capita di
leggere articoli su come i social network utilizzino e manipolino le
informazioni presenti sui profili degli utenti. Capita di ascoltare i commenti
di chi è scettico, di chi mette in guardia su possibili implicazioni future
riguardo alla condivisione, oggi, di informazioni, foto, commenti, pareri.
L’Argomento Mi Interessa moltissimo e non sarà possibile
esaurirlo in poche parole e qualche considerazione. Peraltro, a chi utilizza Facebook
(per parlare del social più diffuso e conosciuto), non sono generalmente note
tutte le sue potenzialità. E ciò che non si conosce a fondo può generare
sospetto, ecco perché se scompare un post dalla timeline, se il profilo si
blocca per qualche ora, se mi riferiscono di aver visto associato il mio nome a
un prodotto pubblicizzato, subito credo che di me, delle informazioni che mi
riguardano, si stia facendo uso senza il mio esplicito consenso. (..). Su face
book si sono persone, e io tra queste, che mettono molto di ciò che sono, E lo
fanno – lo facciamo! – per le ragioni più diverse, sicuramente, però con
l’intenzione di svelarci più di nasconderci..(..). E da questo tutto è
possibile dedurre tendenze, gusti, opinioni. Il sistema-contenitore può farne
materia di ricerca. (..). Puoi rintracciare il compagno di banco delle scuole
elementari, lo studente iraniano conosciuto in Erasmus dieci anni fa, puoi
informare i tuoi lettori dell’uscita di un nuovo libro o di una presentazione,
ma tutto questo sarà studiato.
Quando ho
iniziato a utilizzare Facebook mi sono subito domandato cosa una piattaforma
gratuita di condivisione di informazioni potesse chiedermi in cambio. E ho
pensato che l’analisi del mio profilo (ora pagina fan) tutto sommato poteva
essere una contropartita accettabile. Il film “The Social Network” diretto da
David Fincher racconta proprio come le intenzioni di Facebook, nella notte in
cui fu creato dallo studente di Harvard Marck Zuckerberg il suo diretto
antenato “Face Mash”, erano tutt’altro che commerciali.(..)
Eppure Quello Che Mi Diverte di più è pensare a come i social
network stanno modificando il concetto stesso di privacy, la percezione di ciò
che sarà opportuno, conveniente o sconveniente mostrare non esisterà più. I
futuri capi di Stato hanno probabilmente già immortalato con un selfie il loro primo
bacio. Nulla di scandaloso o sconveniente, ma percorsi che chiunque potrà in
futuro rintracciare.(..) .E il concetto stesso di “privato come lo intendiamo
noi non esisterà più e sarà sostituito, forse, dal concetto di intimità. Lì
nessuna fotocamera e nessun post potranno mai avere accesso.
Roberto
Saviano – L’Espresso – 7 agosto 2014 –
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