Quando il premier pare
Bergoglio…
Come il papa (si parva
licet) è uno straordinario comunicatore. Su tutto, tranne che sugli argomenti
sensibili. Come tagli alla spesa, tasse, manovra aggiuntiva. Insomma, le tasche
degli italiani
Ha notato Sandro Magister (..) che papa Bergoglio è sempre
generosamente disponibile – a scrivere, telefonare, accogliere – ma quando si
imbatte in argomenti sensibili o scottanti, sorprendentemente tace. Ora, si
parva licet, a me fa venire in mente Matteo Renzi. Proprio così. Prendiamo il
pasticcio delle pensioni, vicenda che si può leggere con l’ottica della
politica e dei diritti - come fa Francesco Boccia, Pd, che conduce a viso
aperto la sua battaglia a tutela degli statali – o da quello dei numeri, come
fanno Pier Carlo Padoan e Carlo Cottarelli a tutela (sacrosanta) dei conti
pubblici. Ma la morale alla fine è la stessa.
Sapete Come Sono Andate Le Cose. La Camera, per due volte e
all’unanimità e con tanto di ok del governo, aveva cancellato una serie di vincoli
imposti ai pensionandi dalla riforma Fornero, vincoli odiosi per chi li subisce
ma costosi, se eliminati, per le casse dello Stato. Cottarelli, chiamato dal
governo a fare spending review, (..) ha annunciato le dimissioni dall’incarico.
Sul momento il premier sembrava perfino contento, quasi non vedesse l’ora di
liberarsi dello sforbiciature. Pochi giorno dopo, invece, il colpo di scena:
via le novità dalla legge, non se ne fa più niente. Perché lo ha fatto? Non si
sa, non è chiaro. (..). E onestamente non è l’unico argomento sul quale tace,
Per esempio a oggi, metà agosto, non è dato sapere se in autunno sarà
necessaria una manovra correttiva, e se non nel 2015? Il deficit è aumentato,
il Pil no e secondo calcoli attendibili da qui al 2016 mancheranno all’appello
26 miliardi. (..). Per Capirci. La Spagna non vanta fondamentali migliori dei
nostri, altissima disoccupazione, anni di stagnazione economica, debito
pubblico all’altezza. Eppure lì, si segnala un’inversione di tendenza. Com’è
stato possibile? (..). E nessuno parla di andare a votare prima del
termine…Qui, invece, velocità e determinazione vengono riservate solo alle
grandi riforme costituzionali, al rifacimento dell’architettura istituzionale,
alla necessità di rafforzare i poteri di governo e a blindare la maggioranza.
Bene, giusto, evviva, rinnovamento e rottamazione: ma per fare cosa? Per poter
finalmente approvare quali provvedimenti? Ah, saperlo! Allo stato in cui siamo,
e a semestre europeo iniziato in sordina, verrebbe voglia di affidarsi a un
paradosso, e augurarsi che nel famoso patto del Nazareno, altra araba fenice
che riempie le cronache politiche senza che si sappia di cosa davvero si
tratta, e in quello nuovo di Palazzo Chigi, oltre alle riforme e al futuro del
Quirinale, ci fosse anche un impegno ad adottare due o tre misure capaci di
trasformare l’emergenza economica in virtù. Sta’ a vedere che….
Twitter@bmanfellotto – Bruno Manfellotto – L’Espresso – 14
agosto 2014
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