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venerdì 1 agosto 2014

Lo Sapevate Che: Per ricordare....


Affari privati e cosa pubblica

(14 maggio 1998 ) Scrive il politologo Angelo Panebianco, che certamente è più competente di me, che metà degli italiani pensano che Silvio Berlusconi è “un arrogante affarista, autore di tante malefatte, entrato in politica con l’unico scopo di sottrarsi ai rigori di una legge di per sé imparziale”, oppure “è un perseguitato politico, braccato da magistrati iperpoliticizzati che hanno consacrato se stessi alla missione di distruggerlo”.
Non so se la percentuale degli innocentisti e degli inesorabili sia quella dichiarata dal professore Panebianco, che sa leggere anche nelle statistiche della morale, ma sono sicuro che l’onorevole Berlusconi decise di entrare in politica perché, mi disse, “vogliono farmi fallire e andare in galera”.
Lo scrissi a suo tempo, perché non era una confidenza, ma un programma: che nasceva da rispettabili motivi umani, da una legittima difesa.
La “persecuzione” dei pubblici ministeri è cominciata, per me, non dopo la fondazione di Forza Italia. L’”accanimento giudiziario” potrebbe essere un seguito: cominciò contro un imprenditore che poi è diventato leader del partito che ha fondato. Un altro prodigio dell’iniziativa privata.
Io mi auguro che Berlusconi esca presto dalle angosce che gli procurano i tribunali: anche se aggiungo un voto a quella metà di italiani che, dati di Panebianco, sono convinti che guardando dentro agli enti pubblici si riscontrerebbero i vizi di quelli privati.
Eventualmente, malefatte comuni mezzo gaudio. (…).
Enzo Biagi – da Cose loro & fatti nostri –

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