Quando ha presentato la sua proposta
di modifica alla legge Anselmi-Spadolini del 1982, non ci credeva troppo
neanche lui. Invece Davide Mattiello, membro democrat della Commissione
antimafia, ha incontrato più consensi del previsto fra i colleghi. Finora sono
oltre venti i parlamentari che hanno aderito a un provvedimento che mira ad aumentare
le pene previste dalla norma in vigore per il reato di appartenenza a
un’associazione segreta (fino a tre anni di reclusione) consentendo agli
investigatori di procedere attraverso le intercettazioni e aumentando il
periodo di interdizione dai pubblici uffici. Tra i firmatari c’è anche David
Ermini, responsabile giustizia del Pd. L’obiettivo, ovviamente, non è quello di
perseguire indiscriminatamente la massoneria ma di intervenire in modo più
efficace sulle infiltrazioni delle logge operate da parte della ‘ndrangheta e
di Cosa Nostra. Negli ultimi anni la percentuale di affiliati nelle due regioni
italiane più a sud è cresciuta di oltre il 20 per cento con punte oltre il 30
per cento per la piccola Serenissima Gran Loggia. La riforma normativa non si
ferma all’attività specifica della commissione parlamentare antimafia a
affronta il tema del giuramento di obbedienza, imposto dalla libera muratoria
in parallelo con il dovere di rispettare la costituzione della Repubblica. Nelle
audizioni dei principali Gran Maestri davanti all’Antimafia è emerso a più
riprese il tema dell’incompatibilità fra pubblico impiego e appartenenza alle
logge. Tutti e quattro i leader interpellati (Stefano Bisi, Antonio Binni,
Fabio Venzi e Massimo Criscuoli Tortora) hanno negato che fra i loro fratelli
ci stiano parlamentari soprattutto magistrati che già oggi sarebbero censurabili
dal loro Consiglio superiore. Sarà lo Scico della Guardia di finanza, che ha
sequestrato gli elenchi lo scorso 1 marzo, a confermare o smentire queste
dichiarazioni. Ma il problema è stato sollevato anche per i dipendenti della
pubblica amministrazione che non sono espressione diretta del potere
legislativo o giudiziario. Alcuni pareri del Consiglio di Stato hanno già
fornito un orientamento che mette in evidenza il confitto tra il giuramento
allo Stato e la promessa di obbedienza che l’apprendista deve formulare sulle
Costituzioni di Andersen del 1723, punto di riferimento della libera muratoria
a livello internazionale. Mentre la proposta di Mattiello segue il suo iter
anche i massoni insistono nel chiedere una legge. Il modello di riferimento è
quello stabilito in Francia all’inizio del Novecento.
Gianfranco Turano – Massoneria – La resa dei conti –
L’Espresso – 9 aprile 2017 -
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