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mercoledì 12 aprile 2017

Lo Sapevate Che: La follia del riarmo che ormai indigna solo il Papa...



È rimasto ormai soltanto papa Francesco a denunciare lo scandalo di un mondo che riempie gli arsenali mentre centinaia di milioni di persone non hanno da mangiare. Tutti gli altri. I padroni della terra, i G8 e i G20, i grandi e i piccoli media non spendono una parola o un’inchiesta sul fenomeno più inquinante dei nostri, la folle corsa al riarmo. Una ricerca del governo britannico, citata nel libro bianco della commissione Juncker, diceva che le nove principali potenze militari del mondo (Usa, Cina, India, Russia, Gran Bretagna, Francia, Giappone, Germania e Brasile) passeranno da 1.400 miliardi all’anno di spesa per la difesa (dato 2012) a oltre 4.000 nel 2045. Ma dopo l’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca, la stima deve considerarsi ottimistica. In un solo anno il nuovo presidente ha aumentato del 10 per cento il budget militare Usa (più 54 miliardi, spingendo Cina e Russia a imitarlo e chiedendo ai Paesi Nato di fare altrettanto. L’Italia, dodicesima per spese militari, si è già messa sull’attenti, oltre ad aver votato contro il disarmo nucleare ai tempi del governo Renzi e a partecipare in prima fila al boom del commercio di armi. Così si spiegano i record delle industrie militari quotate in borsa e forse molte altre cose. Questo strano terrorismo islamico fatto di singolari fanatici religiosi, tutti ex galeotti con precedenti di furbi e spaccio, ben noti alle polizie eppure liberi di circolare e procurarsi armi. Queste misteriose risorse per finanziare partite nazionalisti che esagerano il problema dei rifugiati (in Europa lo 0,2 della popolazione) “mantenuti dagli Stati invece di pensare ai cittadini” e dunque chiedono il raddoppio di spese per la sicurezza e la costruzione di costosissimi muri, assai più onerosi dell’assistenza a poche migliaia di disgraziati. Le guerre degli ultimi vent’anni alimentate da gigantesche campagne di fake news, come le famose armi di distruzioni di massa di Saddam. Perché altrimenti, senza questa industria della paura, sarebbe difficile spiegare ai cittadini che mentre sono chiamati a sacrificare i diritti del lavoro, la pensione, la sanità e l’istruzione, gli Stati aumentano ogni giorno le spese per armarsi, in un mondo non più diviso in blocchi. O perché è un’utopia pensare d’investire decine di miliardi nel reddito di cittadinanza e nella creazione di posti di lavoro, in un’Europa con 120 milioni di cittadini a rischio indigenza, e invece sarebbe buon senso spenderne centinaia per riarmare arsenali già sufficienti a distruggere più volte il pianeta.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di La Repubblica – 7 aprile 2017 - 

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