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lunedì 3 novembre 2014

Lo Sapevate che: Se ogni anno ci giurano che la ripresa arriverà giusto "l'anno prossimo"

“Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti”. Si ripensa al magnifico verso di Paolo Conte ascoltando, all’ultimo tg, l’ennesima previsione positiva sulla crescita economica del prossimo anno. Il prossimo è il 2015. L’Italia è in recessione dal 2011, oltre tre ani, il periodo negativo più lungo della storia repubblicana. E da tre anni, ogni tre mesi, i governi di qualunque tipo ci raccontano che stiamo per uscire dal tunnel, i consumi stanno ripartendo e l’occupazione crescerà: l’anno prossimo. Come un mantra, senza un solo argomento concreto. Forse perché di argomenti non ne esistono. Dal principio della crisi, 2007, il nostro Paese ha perso u quarto della produzione industriale. Perché ora di colpo dovrebbe crescere e creare lavoro? In Germania, dove si fabbricano sei milioni di automobili l’anno, governo e sindacati si sono seduti a un tavolo per elaborare un grande progetto: produrre un milione di auto elettriche nei prossimi tre anni e arrivare in un decennio a tre milioni. In Italia, dove in pochi anni la produzione è scesa da due milioni a 350 mila, i presidenti del Consiglio di destra, di sinistra, tecnici e di sinistra-destra, di solito vanno a fare la pubblicità all’ultimo modello Fiat e si scambiano grandi pacche sulle spalle co Marchionne, il quale nel frattempo ha portato le fabbriche fuori dall’Italia e ha pure cambiato il nome dell’azienda. Di politiche industriali non si parla dagli anni Ottanta. C’è però un bello spettacolo televisivo durante il quale l’opposizione di turno rimprovera il governo di turno di non fare un accidente, chi è al governo si giustifica dicendo che prima c’erano gli altri e non hanno fatto nulla, gli altri ribattono “sì, ma ora che ci siete voi, cosa fate?”, allora il ministro di turno replica che il governo ha in cantiere riforme epocali, se soltanto li lasciassero lavorare, scoppia una rissa e il conduttore chiama la pubblicità: Audi, Bmw, Volkswagen. Eppure l’anno prossimo usciremo dal tunnel. Stavolta è vero. Vogliamo, dobbiamo crederci. In ogni caso, loro devono dircelo, perché porta consenso (e un po’ jella). In fondo la maggioranza degli italiani ha impiegato vent’anni a capire che, quando Berlusconi annunciava un miracolo economico dopo l’altro, in realtà eravamo già in pieno declino. Sono passati i tempi in cui Churchill, De Gasperi o Adenauer potevano permettersi di fare discorsi seri e duri, promettendo sangue, sudore e lacrime, prima di raggiungere il risultato. Ora invece è tutto facile, basta una trovatina e l’economia si rimetterà in marcia. Peccato non sia vero. Ora siamo un mondo di bambini, si sbagli da dilettanti.

Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 31 ottobre 2014

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