Etichette

lunedì 1 giugno 2015

Lo Sapevate Che: Tocca a Matteo dare la sveglia...



Sono più di 15 anni che gli imprenditori industriali italiani hanno tirato i remi in barca, e il loro presidente di turno non ha mai saputo indicare a quali condizioni prioritarie le imprese avrebbero ripreso a investire, ha sempre strillato migliaia di cose da fare tutte insieme. L’impasse cominciò nel 1998, cinque anni dopo la fine delle partecipazioni statali e degli istituti di credito industriale, in concomitanza con la caduta del primo governo Prodi e il subentro di Massimo D’Alema, sotto il peso dei sacrifici per entrare nell’euro, ma quattro anni prima che la nuova moneta circolasse. L’incapacità di indicare obiettivi prioritari. e al tempo stesso impegnativi, non solo è tipica di Confindustria, è proprio connaturata con gli “animal spirits” degli imprenditori, i quali non pensano, si limitano a crescere se ci sono le condizioni dell’ecosistema, e a fuggire se queste vengono meno. Un mese fa a Roma erano arrivate le rondini, ma quattro giorni dopo è tornato temporaneamente il freddo e le rondini sono andate via. Nonostante il “quantitative easing” di Mario Draghi e l’ottimismo di Matteo Renzi, le industrie non stanno accelerando gli investimenti, perché attuano budget elaborati a fine 2014, più avari di quelli del 2013, almeno secondo la Banca d’Italia. Tutt’al più gli investimenti potrebbero ripartire a gennaio 2016, sulla base del prossimo budget che sarà impostato in autunno e sarà ispirato a strategie concepite in queste settimane. Dunque, Renzi non deve perdere tempo, seve sussurrare alle rondini. Un’idea potrebbe essere che il Governo eccezionalmente consenta a tutte le imprese industriali medie che facciano nuovi investimenti nel biennio 2016-2017 di ammortizzarli con coefficienti illimitatamente superiori ai massimi fiscali, fino magari a spesarli direttamente nel conto economico dello stesso esercizio. Così, per un paio d’anni, le imprese investirebbero, detrarrebbero le spese d’investimento, azzererebbero i loro già scarsi utili imponibili, non distribuirebbero dividendi, pagherebbero poche o nulle tasse sul reddito. Il Fisco ci rimetterebbe un po’ ma poi, per tutta la vita dei nuovi impianti produttivi, nati già ammortizzati, gli utili e le maggiori entrate tributarie più che compenserebbero gli azionisti e lo Stato. L’occupazione decollerebbe. In chimica-fisica se c’è un forte saldo di energia Libera. Ecco, serve questo. La prossima legislatura partirebbe con il turbo.
@riccardo­_gallo – Poteri deboli – L’Espresso 28 maggio 2015

Nessun commento:

Posta un commento