Dimentichiamoci signorine inamidate che gestiscono l’agenda,
rispondono al telefono, fanno fotocopie e portano il caffè: le segretarie di
oggi si chiamano office manager o assistenti di direzione e sono molto di più
di un supporto esecutivo all’attività dei dirigenti. Perché sono figure sempre
più strategiche e devono mantenere rapporti con tutta la struttura aziendale.
adattandosi ai mercati. Così indispensabili che la figura della segretaria è la
seconda più richiesta dalle aziende italiane (la prima è quella del
macchinista, inteso come addetto alle lavorazioni automatiche). “In Italia le
assistenti segretarie sono oltre 55mila, dice Pamela Bonavita, executive
director di Page Personnel, multinazionale che si occupa di selezione con
divisione specializzata in questo campo. E se resta minoritaria la quota di
uomini che lavorano nel settore (meno del 10%), “dopo anni di crisi cìè un buon
incremento di domanda femminile: + 20% dall’inizio del 2015”. Preziose in studi
legali, multinazionali e piccole aziende, a differenza dei paesi nord-europei
(Germania e Inghilterra in testa), non hanno ancora in Italia un percorso
formativo istituzionale. Secretary.it è una business community con oltre 8.500
iscritti, che organizza workshop e “webinar” (seminari online) a tema per
affinare le competenze, oltre al Secretary Day, meeting annuale di formazione
che, per l’ultima edizione, a maggio, ha scelto come focus la multiculturalità:
“Indispensabile soprattutto per le assistenti delle multinazionali”, spiega
Vania Alessi, 15 anni da project manager assistant e dal 2001, con la sorella
Jessica al timone di Secretary.it. Non tutte le aspiranti hanno la fortuna di
bruciare le tappe come Ginevra Tamberi, che a 21 anni, ha trovato impiego a New
York come segretaria di Woody Allen con un colloquio telefonico, ma un valido
cv unito a determinazione garantiscono buoni margini di carriera anche da noi,
Oltre alla laurea e alla conoscenza delle lingue straniere (almeno due),
L’assistant manager deve padroneggiare strumenti informativi, gestire agende
complesse, organizzare riunioni, viaggi, eventi. Da non sottovalutare
riservatezza, affidabilità, garbo, abilità nel problem solving e nel fare da
collante tra manager diversi: “Doti difficili da certificare, ma
indispensabili”, aggiunge Alessi. Una buona assistente è anche flessibile, sa
“interagire con tutti i livelli della struttura” e non teme gli straordinari.
Un aspetto che non è più in conflitto con la vita privata: “In startup
tecnologiche e multinazionali illuminate da tempo l’assistente può lavorare
anche da casa” dice Bonavita. “Si è capito quanto la gratificazione di sentirsi
coautrice del successo del manager sia il vero obiettivo di questo lavoro, che
può dare soddisfazioni a livello di inquadramento, stipendio e benefit”. “Le
senior”, conclude Alessi, “hanno in dotazione smartphone e tablet, in base agli
obiettivi godono di bonus ad personam (1.000-3.500 euro) e negli istituti
bancari possono godere di convenzioni sanitarie”.
Laura Antonini – Lavoro – Donna di Repubblica – 6 giugno 2015
-
Nessun commento:
Posta un commento